La decisione, che arriva a meno di 24 ore dall'inizio degli Australian Open, significa che il numero uno del mondo non potrà partecipare allo Slam che ha vinto già nove volte e rischia di non poter rimettere piede nel Paese per tre anni. Djokovic si è detto «estremamente deluso» dalla sentenza. «Mi prenderò del tempo per riposare e recuperare prima di fare altre dichiarazioni –  ha spiegato – rispetto sentenza della Corte e collaborerò con autorità per mia ripartenza». E ha concluso: «Spero di tornare a giocare agli Australian Open». 

Il premier Morrison: decisione per motivi di salute e sicurezza - «La Corte federale australiana ha deciso all'unanimità di respingere la domanda di revisione giudiziaria del sig. Novak Djokovic che mirava a contestare la decisione del ministro dell'Immigrazione di annullare il suo visto. Questa decisione di annullamento è stata presa per motivi di salute, sicurezza e buon ordine, in quanto ciò era nell'interesse pubblico. Accolgo con favore la decisione di mantenere forti i nostri confini e proteggere gli australiani».

Così in una dichiarazione il primo ministro australiano Scott Morrison accoglie con favore la decisione della Corte federale di confermare l'annullamento del visto a Novak Djokovic. «Come ho detto venerdì, gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante questa pandemia e giustamente si aspettano che il risultato di quei sacrifici venga protetto [...]

I legali: «Scelta che comprometterà la sua carriera» - Nel corso del dibattimento per il ricorso contro la seconda cancellazione del visto di Novak Djokovic, il legale del numero 1 del mondo, Nick Wood, che ha vinto il primo ricorso davanti al giudice Kelly della Federal and Family Court, ha replicato alla tesi del ministro Hawke secondo cui la presenza di Novak Djokovic avrebbe aumentato il consenso verso i no-vax e il rischio di manifestazioni o disordini. «Il ministro non ha considerato lo scenario alternativo» ha detto Wood. «Se Djokovic sarà espulso, una scelta che comprometterà la sua carriera, è abbastanza scontato che sarà questa decisione a poter generare sentimenti no vax».

(A questa idiotissima argomentazione di Wood, indegna persino di uno studente al secondo anno di giurisprudenza, si può solo rispondere con un "chi se ne fotte della carriera di Novacs". Non sono i giudici che gli avrebbero pregiudicato la carriera. Ha fatto tutto da solo, e lo ha fatto male, pensando che tutto il mondo sia costituito da imbecilli, ed ignorando la implacabile forza d'urto dei social media, che ormai hanno su tutto e tutti video che smascherano in tempo reale qualsiasi balla. Sarebbe come affermare che dobbiamo non indagare e perseguire i fascisti romani che hanno devastato la sede della CGIL, perchè questo rafforzerebbe i "sentimenti no-vacs". Specularmente, dovremmo quindi dare un premio a queste teste vuote e rapate, per incentivare così sentimenti filo-vacs??? NdR)

I legali non sembrano orientati a presentare un nuovo ricorso. Il campione serbo avrebbe potuto intervenire in udienza e chiarirle le cose personalmente ha scelto invece di non farlo. Tuttavia, ha detto il legale del governo australiano, Stephen Lloyd, «non ha mai presentato prove materiali che non si sia vaccinato per una qualche ragione medica [...]

Concludiamo con questa ambigua dichiarazione della "federazione tennistica internazionale" (di CHI, esattamente? del ragazzo dell'ascensore? della centralinista? di David Haggerty - cioè di colui che ha svenduto la Coppa Davis ad un calciatore e ad una cantante, rovinando per sempre una manifestazione che ha resistito a tutto e a tutti per più di un secolo? Fateci sapere. NdR):

La federazione tennistica internazionale: «Fine di eventi deplorevoli» - «E' la conclusione di una serie di eventi profondamente deplorevoli»: così l'Atp, l'associazione che riunisce i giocatori professionisti del tennis maschile di tutto il mondo, in una nota commenta la conclusione della saga relativa al tennista serbo Novak Djokovic: «Novak è uno dei più grandi campioni del nostro sport e la sua assenza dagli Australian Open è una sconfitta per il gioco. Sappiamo quanto siano stati turbolenti gli ultimi giorni per lui e quanto volesse difendere il suo titolo a Melbourne. Gli auguriamo ogni bene e non vediamo l'ora di rivederlo presto in campo». Ma l'Atp «continua a raccomandare vivamente la vaccinazione a tutti i giocatori».

(Poco caro Haggerty, non facciamo confusione. L'assenza di Novacs agli AO è ANCHE una sconfitta per il tennis, ma è innanzitutto una sconfitta per Novacs e una vittoria per quegli idioti estremisti come il sottoscritto, che credono ancora nella regoletta che le leggi valgono per tutti, anche per il n° 1 del tennis. E lo dice uno che passa le notti degli AO in bianco per non perdersi una sola partita, e che ha sempre adorato il Nole tennista, e non l'altro, quello sbagliato. NdR)

Il presidente serbo: «Novak torna a testa alta» Novak Djokovic «può tornare in Serbia dove è sempre benvenuto e guardare tutti negli occhi a testa alta». Sono le parole del premier serbo Aleksandar Vucic dopo che la corte australiana ha confermato l'espulsione dal Paese del campione di tennis perché non vaccinato. Vucic, che ha rivelato di aver parlato con il fuoriclasse della racchetta ha detto che le autorità hanno «maltrattato il miglior tennista per 11 giorni per consegnarli poi una decisione che avevano preso il primo giorno» [...]

Signor Vucic, non facciamo confusione. A maltrattare "il miglior tennista" non sono state "le autorità", ma è stato lo stesso Djokovic, intestardendosi a difendere l'indifendibile, anche dopo che era iniziato il diluvio di prove video sulle menzogne sciorinate da Djokovic sui suoi movimenti da metà dicembre in avanti. Anche dopo che il migliore aveva dovuto ammettere che i suoi certificati vaccinali erano "sbagliati". Sbagliati o falsificati? Anche dopo che ha testardamente rifiutato di produrre le prove mediche a testimonianza della sua eventuale impossibilità di vaccinarsi. Si dia una calmata, e se le cresce del tempo, ci comunichi la sua opinione sul fatto che Djokovic, ultramiliardario, è da anni che non versa un centesimo di tasse nel suo povero paese, ma preferisce tenersi tutto il malloppo, e caso mai dare qualche milione di euro prima a Montecarlo, e adesso a Marbella.

E alla Serbia che scende in piazza a manifestare per lui, neanche un centesimo bucato?

Tafanus