Per valutare l'affidabilità dei dati Auditel sui quali la RAI ogni anno fonda il trionfalismo sanremese, e trarre delle conclusioni, basterebbe dare uno sguardo al grafico sottostante, che illustra da solo quale possa essere l'imparzialità della fonte: una società la cui consistente maggioranza relativa è di proprietà della stessa RAI. Vi ricorda qualcosa? A me ricorda le vignette sull'acquaiolo napoletano, al quale uno sprovveduto cliente chiede:
...acquaiò! è fresca l'acqua?...
Guardiamolo bene, questo grafico, per capire cosa sia la sublimazione del conflitto d'interessi, in un baraccone che dovrebbe tutelare equamente gli interessi di due blocchi: da una parte i media TV, interessati a gonfiare gli incassi pubblicitari, e le agenzie di pubblicità, di norma remunerate con un fee del 15% sugli investimenti pubblicitari lordi delle aziende. Dall'altro late, le aziende investitrici, che legittimamente perseguono l'obiettivo opposto, che è quello di ridurre il più possibile lo "scontrino" della spesa pubblicitaria.
Vediamo come siano influenti, all'interno dell'Auditel, i due contrapposti interessi:
Guadagnano dal gonfiaggio dei dati di ascolto
RAI 33%
RTI (Mediaset + La7) 30%
ASSAP (Agenzie di Pubblicità) 13%
Confindustria Radio TV 3%
TOTALE 79%
Perdono dal gonfiaggio dei dati di ascolto
UPA (Utenti Publicità Associati) 20%
FIEG (Fed. Ital. Editori Giornali) 1%
TOTALE 21%
Ecco, i dati sono serviti. Il gonfiaggio dei dati conviene ad una platea di azionisti Auditel 5 volte più alta di quelli che hanno interessi opposti.
Come si misurano i dati? Attraverso l'installazione, in circa 16.000 case, di un aggeggio (il "meter") collegato agli apparecchi TV di casa e alla linea telefonica, che dovrebbero comunicare in tempo reale alla centrale operativa in quanti, in ogni stanza con TV accesa, stanno guardando cosa. Tutto bene, se non fosse per il fatto che ognuno che entra o esce da una stanza in cui il telesivore è acceso dovrebbe armeggiare intorno ad un telecomando per comunicare la cessazione o l'inizio o il re-inizio dello status di guardone. Riuscite ad immaginare in quanti osservino questa regola???
La rappresentatività del campione - Qualsiasi matricola d Sociologia che abbia dato l'esame di Metodologia della Ricerca Sociografica potrà spiegarvi che da sempre non esiste un sistema affidabile per generare un campione minimamente rappresentativo della popolazione. Un tempo il campione si costruiva sorteggiando i destinatari delle RICHIESTE di intervista attraverso il sorteggio dalle liste elettorali. Ottimo sistema per quel pezzo di universo di età superiore ai 18 anni (e fino a qualche anno prima superiore ai 21 anni). Una bella segmentazione che lascia fuori un sacco di gente, e quella che include non è CULTURALMENTE rappresentativa. Si da il caso che il profilo sociografico di coloro che sono più propensi ad accettare interviste per ricerche di mercato - e ancor peggio ad accettare l'installazione del meter - hanno profili sociografici distanti anni-luce. Più disposti ad accettare i segmenti a più basso reddito, e a più bassa scolarizzazione. Più anziani e meno giovani. In fondo, alla RAI va bene così, perchè è proprio in questi segmenti che si trovano gli "heavy consumers" di TV generaliste. E cosa c'è di più vecchio e generalista di Sanremo???
Chi ha i requisiti per essere contato nell'audience di una trasmissione? - Qui siamo davvero alle comiche finali. Due condizioni per essere conteggiati:
-a) Età non inferiore a 4 anni (QUATTRO, avete capito bene)
-b) Visione del programma per non meno di un minuto (60 SECONDI, avete capito benissimo)
Si da quindi il caso che un tipo come me, che detesta Sanremo più di quanto non detesti Matteo Salvini e Matteo Renzi, se facendo zappimg passa per 61 secondi da RAI Uno, viene arruolato d'ufficio come spettatore di Sanscemo. Eppure uno come il sottoscritto, che se passa per Sanremo sbagliando tasto, appena vede Amadeus che come da copione si entusiasma per ogni scemata che vede, o si imbatte in Fiorello che recita la parte di Fiorello (che andava bene quando aveva vent'anni e faceva l'intrattenitore nei villaggi turistici, ma sconcerta adesso che di anni ne ha 61), o vede un cantante senza qualità vestito da lampadario di Murano, viene colpito da attacchi di orticaria, verrebbe conteggiato ugualmente negli undici e passa milioni di "amanti di Sanremo", E invece appartengo a quel minuscolo gruppetto di 50 milioni di italiani su 60 milioni che quando arriva Sanremo vorrebbero chiedere la cittadinanza allo Zambia.
Finita qui? Ancora un attimo di pazienza - Il meter e i soldi - Non il crudele Tafanus, ma un sito embedded ad Auditel si affretta a spiegare che MAI Auditel si sognerebbe di pagare qualcuno per avere il permesso di installare il meter in casa sua, Peccato che questo sito riesca a dire tutto e il suo contrario in tre righe, Facciamo un copia&incolla:
[...] Ovviamente, tutte le famiglie che accedono all’Auditel non vengono pagate neanche con un centesimo. Il comportamento delle persone partecipanti deve essere totalmente spontaneo, con i gruppi che devono scegliere i propri programmi preferiti come se niente fosse.
La spontaneità è fondamentale, anche se alla fine dell’anno una famiglia riceve un premio di medio-bassa entità per il disturbo. In pratica, quando una famiglia entra a far parte del sistema deve farlo con lo stesso spirito di chi partecipa ad un censimento o compila un questionario fornito dall’ISTAT [...]
Da "neanche un centesimo" a "premi di medio-bassa entità". Per la serie "qui lo dico, e qui lo nego". Faccia un altro sforzo, questo sito, e ci dica in che range di situi la "media o bassa entità".
Un installatore pentito di meter qualche anno fa mi ha scritto per informarmi che i premi non sono poi di così bassa entità, e che purtroppo alcune famiglie, specie di ceto sociale più basso, erano e sono rimaste che il "premio" fosse proporzionato ai tempi ed alle persone in ascolto/visione, e si comportavano di conseguenza,
Tafanus
Ultima perla: il magnifico sito informativo in questione straparla anche di "indice di gradimento": Categoria bandita da anni, e sostituita da decenni dal meno pericoloso e problematico indice di ascolto.
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