Il testo della lettera attribuita al padre dell’ex premier sarebbe stato estrapolato da un computer sequestrato nel marzo 2017

C'è, e vi resterà, agli atti del processo per bancarotta con imputati a Firenze i genitori dell'ex premier Matteo Renzi, Tiziano e Laura Bovoli, una lettera attribuita allo stesso Tiziano Renzi e indirizzata al figlio Matteo. Il tribunale con ordinanza ha rigettato un'eccezione della difesa di Tiziano Renzi secondo cui il documento sarebbe stato sequestrato violando le regole sul sequestro della corrispondenza e le guarentigie dei parlamentari.
Secondo quanto appreso da fonti, il testo sarebbe stato estrapolato da un computer di Tiziano Renzi sequestrato dalla guardia di finanza nell'ottobre 2019. Lo scritto, digitato su file, risalirebbe al marzo del 2017. «Parrebbe di capire - si legge nell'eccezione presentata dalla stessa difesa di Tiziano Renzi, che esclude possa trattarsi di elemento di prova - che si tratti di una missiva del sig. Tiziano Renzi al figlio senatore, di cui non sono indicate né l'origine né le modalità di acquisizione anche per valutare il rispetto delle guarentigie parlamentari». Per il tribunale al testo non sarebbero applicabili le regole per i sequestri di corrispondenza ma «la disciplina ordinaria in materia di sequestro, con riferimento a lettere o pieghi non ancora avviati dal mittente al destinatario o già ricevuti da quest'ultimo, poiché tali oggetti non costituiscono corrispondenza, implicando tale nozione un'attività di spedizione in corso o comunque avviata dal mittente mediante consegna del plico a terzi per il recapito».
Nella lettera che Tiziano Renzi scrive a figlio si legge: «in questi anni ho avuto la netta percezione, la certezza, di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio. Come sai gli unici colloqui erano conditi di rimproveri».
E ancora: «riguardo al tuo auspicio che vada in pensione, devo con forza affermare che in pensione mi ci manda il buon Dio non te. Questa vicenda mi ha tolto la capacità di relazione. Tutti quello che hanno avuto rapporti con me sono stati attenzionati solo per questo fatto. Sono come il re Mida della m.., concimo tutti, stanno interrogando tutti».
Poi, il colpo duro inferto agli “amici” dell’ex sindaco di Firenze: «Ora tu hai l'immunità, non esiste più il rischio che tramite me arrivino a te. Spero che inizi una nuova stagione di lotta per i valori che hanno animato la nostra vita». «Carrai - si legge nel testo attribuito dalle fonti a Tiziano Renzi - non si deve mai più far vedere da me, uomo falso». Quindi si legge ancora di «banda Bassotti Bianchi, Bonifazi e Boschi, che hanno lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi, e io sono stato quello che è passato per ladro».
SOCIAL
Follow @Tafanus