Russia: la governatrice della banca centrale Nabiullina sfida Putin, ma il Cremlino respinge le dimissioni - Secondo Bloomberg l’economista ha provato a lasciare il proprio incarico dopo l’invasione dell’Ucraina
La governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, ha cercato di dimettersi dopo la decisione del presidente Vladimir Putin di ordinare l’invasione dell’Ucraina, ma la sua richiesta è stata negata. E’ quanto riporta Bloomberg citando quattro persone a conoscenza delle discussioni. La stessa Nabiullina è stata nominata da Putin per un nuovo mandato quinquennale la scorsa settimana, mandato durante il quale dovrà gestire le ricadute di una guerra che ha annullato il pochi giorni il risultato dei suoi nove anni di lavoro da presidente dalla banca centrale russa.
Secondo le prime stime, l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni lanciate dall’Occidente bruceranno 15 anni di crescita economica con un crollo del Pil a due cifre. D’altra parta la riapertura parziale della Borsa di Mosca ha registrato un rialzo di oltre 200 punti base dei titoli di Stato, con gli Ofz decennali che arrivano a superare il 14%.
Nabiullina, 58 anni, non ha commentato pubblicamente la notizia della sua riconferma e non ha risposto a una domanda sull’articolo dell’agenzia. Secondo le fonti di Bloomberg, il clima all’interno della banca centrale russa dopo l’annuncio delle sanzioni è stato all’impronta della disperazione e del timore di essere intrappolati in un’istituzione sostanzialmente isolata dall’economia di mercato.
Inoltre sebbene i funzionari della banca centrali avessero messo in conto una possibile sospensione dal servizio Swift, consideravano del tutto improbabile il congelamento delle riserve della banca centrale. In una breve dichiarazione venerdì scorso dopo aver deciso di mantenere i tassi vicino al massimo da due decenni del 20%, Nabiullina ha rimandato il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 4% fino al 2024 e ha avvertito che l’economia è avviata a una fase di contrazione. Inoltre, a differenza di quanto avveniva nel corso degli tempi, non ha risposto alle domande dopo la riunione del consiglio.
Goldman Sachs ha tagliato ulteriormente, da -7% a -10%, le sue previsioni per il Pil russo dopo le recenti sanzioni commerciali che fanno ipotizzare un calo del 20% dell’export nel secondo trimestre e del 10% nel secondo semestre. Barclays prevede un -12,4% quest’anno e avverte che «a causa delle attuali condizioni geopolitiche, riteniamo che le sanzioni dureranno a lungo». Non è il default, dove sia Mosca che Washington prendono tempo: ma con l’inflazione diretta verso il 25%, l'economia rischia il crollo verticale.
SOCIAL
Follow @Tafanus