Siamo grati a lastampa.it e a Jacopo Iacoboni per la pubblicazione di questa inchiesta sulle condizioni di salute di Putin. E' vero che spesso il padreterno, nello scegliere le sue vittime, non ha dimostrato di avere una mira infallibile, ma talvolta ci ha azzeccato.
Fusse ca fusse la vorta bbona?
Tafanus
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Per l’intelligence Usa «la lotta all'interno del Cremlino non è mai stata così intensa durante il suo governo». L’ex capo del MI6 dice: «Entro il 2023 sarà in sanatorio, e non ne uscirà come il leader della Russia». Un oligarca vicino al Cremlino avrebbe detto che il presidente è «molto malato di cancro al sangue». Storia di una (presunta) malattia del leader russo, e delle modalità con cui potrebbe cedere potere

Putin ha un cancro, e è stato operato ad aprile. A marzo è scampato a un tentato omicidio. La sua presa sul Cremlino «è forte, ma ormai non assoluta. La lotta all'interno del Cremlino non è mai stata così intensa durante il suo governo, tutti avvertono che la fine è vicina».
Per la prima volta non sono semplici rumor a dirlo, ma un report dell'intelligence Usa che, nell’ultima valutazione periodica di maggio, lo sostiene, è stato rivelato nella sostanza a Newsweek da tre fonti separate e convergenti delle agenzie americane. Come sta davvero Putin, e cosa può succedere nelle lotte di potere dentro il Cremlino, è stata materia di grande speculazione – e anche di disinformation russa largamente seminata in giro, specialmente attraverso tabloid – soprattutto nei mesi della guerra. Le voci sulla malattia di Putin sono largamente circolate da qualche anno, in realtà, anche se – da quello che finora è apparso –non si tratterebbe di una malattia fulminante, ma di una serie di problemi che possono sommarsi e appesantirne l’agibilità fisica.
E è su questo punto che le valutazioni possono essere di diverso tipo. «La presa di Putin è forte ma non più assoluta», sostiene uno degli alti ufficiali dell'intelligence con accesso diretto ai rapporti, che hanno parlato al settimanale americano. «La battaglia all'interno del Cremlino non è mai stata così intensa durante il suo governo, tutti avvertono che la fine è vicina». Tutti e tre i funzionari - uno dell'ufficio del direttorato dell'intelligence nazionale, uno un alto ufficiale dell'aeronautica, e uno della Defense Intelligence Agency - avvertono però che l'isolamento del leader russo rende più difficile per i Servizi statunitensi valutare con precisione lo stato di salute di Putin. Che abbia qualcosa è certo, ma è avventato e senza basi dire che possa morire a breve. Tutti i principali Russia watchers, giornalisti e analisti, sostengono che non sia assolutamente fondata (anzi) l’indiscrezione di un presunto possibile passaggio di potere con Nikolay Patrushev, suo vecchio compagno nel Kgb, oggi capo del Consiglio di sicurezza nazionale. La verità potrebbe essere nel mezzo. Un lungo tramonto di Putin, ma di cui però s’intravede, per la prima volta, l’esito conclusivo.
Il 21 maggio, in un (seguitissimo) podcast britannico, l’ex capo del MI6 Richard Dearlove ha esposto alcune valutazioni che probabilmente circolano negli ambienti di sicurezza nazionale occidentali. Uno, «penso che Putin se ne andrà [dal potere] entro il 2023, ma probabilmente in sanatorio, dal quale non emergerà più come il leader della Russia. Non sto dicendo che non uscirà dal sanatorio, ma non emergerà più come il leader della Russia. Questo è un modo per andare avanti senza un colpo di stato», ha spiegato Dearlove. Il “regime change” che anche Joe Biden si lasciò sfuggire – e fu per questo assai criticato – non sembra affatto essere una sostituzione brutale dall’esterno, di cui nessuno ha effettivamente mai parlato, piuttosto un processo di indebolimento di Putin, fisico e nel controllo del potere, che viene monitorato, sia pure con le difficoltà del suo crescente isolamento e paranoia. «La sostituzione, in questo scenario – spiega Dearlove –, probabilmente diventa permanente. Non esiste un piano di successione nella leadership russa». Dearlove ha anche ipotizzato che stiamo raggiungendo «la fine di questo regime in Russia», ma «questo non significa che scomparirà».
Una celebre inchiesta di un serio collettivo giornalistico indipendente russo, Proekt, aveva già riferito, il mese scorso, di un problema, probabilmente tumorale, alla tiroide, che aveva costretto Putin a girare con un team di medici, soprattutto endocrinologici, tra cui Alexei Shcheglov, Yaroslav Protasenko e Yevgeny Selivanov. Quest’ultimo, specialista in cancro alla tiroide, andò a visitarlo a Sochi 35 volte in quattro anni. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha smentito e negato tutto.
A metà maggio un altro magazine americano, New lines, ha rivelato che un oligarca vicino al Cremlino avrebbe detto che Putin è «molto malato di cancro al sangue», e la sua conversazione con un venture capitalist occidentale è stata registrata a passata alla rivista.
Il 7 ottobre di quest'anno, Vladimir Vladimirovich festeggerà settant’anni. In Russia, ha ricordato Proekt, a quell’età Stalin aveva avuto il secondo ictus, Leonid Breznev aveva perso la capacità di lavorare e di fatto ceduto il potere al suo entourage, Yuri Andropov era sostanzialmente inabilitato, e Boris Eltsin si era dimesso poco prima dei settant’anni in condizioni complessive di salute molto precarie. Una storia secolare aleggia su un regime che ha fatto del culto millenario la sua nuova religione estremista.
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