Queste le scoraggianti previsioni dei maggiori esperti di meteorologia, raccolte nell'articolo di Giampiero Maggio su lastampa.it Le eccezionali previsioni stagionali: centri di calcolo allineati.

Archiviato giugno come il secondo più caldo di sempre dopo il 2003, resta da chiedersi come sarà il resto dell’estate. Meteorologicamente la stagione estiva proseguirà per altri due mesi (la scadenza è l’1 settembre, il 21 settembre sotto il profilo meteorologico), ma in che modo? Da mesi abbiamo sull’Europa e sul Mediterraneo una situazione di blocco a causa di una “cappa” anticiclonica sull’Italia e parte del Continente Centro Occidentale che richiama aria calda dall’Africa. Sappiamo che la natura tende a sprecare il minor quantitativo possibile di energia e che le imponenti masse d’aria in quota, prima di scardinare una situazione come quella attuale, impiegano parecchio tempo. È facile ipotizzare, dunque, che caldo e siccità proseguiranno ancora a lungo. A conferma di questo ci sono anche le proiezioni stagionali dei diversi modelli matematici e centri di calcolo mondiali, che mai come in questa situazione si presentano abbastanza allineati.
Dopo questa breve parentesi un po’ più fresca e che ha coinvolto la parte più orientale dell’Italia, da metà luglio torneranno a dominare caldo e siccità. Mattia Gussoni, meteorologo del sito ilMeteo.it non ci dà buone notizie per la prossima settimana: da mercoledì 13 tornerà l’anticiclone africano a dettare legge sul nostro Paese. «Secondo le ultime proiezioni, da Giovedì 14 e per almeno i dieci giorni successivi il nostro Paese verrà investito da quella che potrebbe essere la più potente ondata di caldo africano dell’Estate 2022» scrive Gussoni. Insomma, le premesse sono tutt’altro che per un cambio di passo.
L’allineamento dei centri di calcolo - Dunque l’allineamento – raro – di tutti i modelli matematici che analizzano miliardi di dati al minuto e tracciare una linea di tendenza delle condizioni meteoclimatiche a grande scala che va anche a due o tre mesi, non lascia molte speranze. Tutti, da Ecmwf a Gfs a MeteoSwisse per citare i due più importanti e quello che maggiormente si osserva per chi vuole capire il tempo sulle Alpi e nelle aree immediatamente a ridosso, ci rimandano una sentenza per niente tranquilla: anche luglio e agosto e addirittura parte di settembre non lasciano intravedere lunghi periodi di pioggia e temperature almeno gradevoli, e che diano una tregua ai tropici piombati nel mediterraneo e in Italia in particolare.
Usa parole apocalittiche Daniele Cat Berro, meteorologo, della Società meteorologica italiana: «Le conseguenze di tutto questo? Presto i Comuni in emergenza idrica aumenteranno e milioni di persone si troveranno rubinetti asciutti, perderemo intere coltivazioni, i ghiacciai continueranno a ritirarsi ancora di più facendoci perdere le riserve per la prossima stagione invernale».
Secondo la Cia è a rischio il 50% circa dell'intera produzione agricola nel Nord. Il problema dell'irrigazione è però ormai un'emergenza anche nelle regioni del centro. Non soffre solo l'agricoltura, ma anche gli allevamenti ittici: la siccità, la temperatura dell'acqua superiore anche di 5 gradi rispetto alla media sta mettendo a rischio le coltivazioni di vongole, cozze e ostriche. Ad aggravare la situazione non c'è solo la carenza di pioggia, ma anche il caldo che in questi giorni sta interessando praticamente tutta l'Italia. E le previsioni dicono che continuerà, soprattutto da domenica e fino a mercoledì. Le temperature raggiungeranno i 40 gradi in molte città della pianura padana, come Bologna e Ferrara e inizierà a fare caldo anche al sud.
Le stagionali e le analisi dei principali modelli matematici - Ma è al lungo termine che dobbiamo guardare con forte preoccupazione. Oggi i modelli matematici, anche sulla lunga tendenza, danno una affidabilità che è migliorata rispetto a qualche anno fa. La scienza, in questo senso, ha fatto passi da gigante. E quello che oggi i modelli intravedono non è positivo: temperature in forte aumento sopra media (e questo favorisce l’evaporazione di fiumi e laghi) e precipitazioni nel migliore dei casi in media (ma soltanto nel mese di luglio).
«Il problema è che dovrebbe piovere continuativamente da qui all’autunno per ripristinare questo deficit mostruoso – dice Cat Berro –, la gente non si rende conto di quello che stiamo vivendo e che potremo vivere da qui alle prossime settimane e mesi. Purtroppo ci si è abituati ad estati sempre più calde e siccitose, anche se livelli di questo genere non sono mai stati raggiunti». Nemmeno nella fantomatica estate del 2003, quando l’Europa fu colpita da una massiccia ondata di caldo. Un fenomeno eccezionale sia per la durata che per l'intensità, rese particolarmente insopportabili dall'alto tasso d'umidità dell'aria con record di caldo battuti in diverse aree del Continente. «Questa rischia di essere peggio, perché partiamo da un inverno molto secco e, dunque, da diversi mesi di totale scarsità di precipitazioni».
Un fenomeno da studiare - Che la situazione meteo climatica a livello planetario abbia subito pesanti cambiamenti nel corso degli ultimi decenni è evidente. «Dal 2003 in avanti abbiamo inanellato stagioni torride in sequenza – dicono gli esperti – e andrà sempre peggio». Lo dice la presenza anomala di figure bariche che stanziano per mesi sempre nelle stesse zone. Come la presenza di un’alta pressione con contributo di aria proveniente dall’Africa con sempre maggiore frequenza. «Tireremo le somme a fine estate, sono fenomeni che andranno studiati e analizzati a fondo. Serve capire meglio». Ilmeteo.it fa notare che i dati climatici registrati e analizzati dall’Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (ISAC) del CNR di Bologna evidenziano come maggio 2022 abbia chiuso a livello nazionale con un'anomalia di temperatura di +1.83°C rispetto alla media 1991-2020. Insomma, l’estate è partita in forte anticipo e proseguirà molto probabilmente anche dopo la sua conclusione stagionale.
Credit: lastampa.it, ilmeteo.it
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Questa la situazione prevista per il mio paesino in Brianza per i prossimi giorni. Un quadro che si ripete da settimane, e destinato ad andare avanti per un bel pezzo. E' un déjà vu, purtroppo. Qualcosa di simile l'abbiamo vissuta nel 2003, quando da fine maggio ai primi di ottobre il termometro non ha mai fatto segnare temperature massime al di sotto dei 30°. Una piccola differenza: oggi e condizioni sono peggiori, e andiamo probabilmente incontro ad una crisi idrica, con razionamenti dell'acqua prevedibilmente inevitabili. E' forse giunto il momento di passare dai micro-incentivi a pioggia (monopattini docent) alla incentivazione massiccia della installazione di pannelli fotovoltaici in tutte le costruzioni atte a riceverne. Non sarebbe un'idea cretina neanche decretarne l'obbligo per tutte le nuove costruzioni. E' giunto il momento di chiedere ai verdi di smetterla con l'ostracismo estetico contro le pale eoliche DOVUNQUE, anche nelle moltissime zone di un paese costellato da orrendi tralicci per l'alta tensione. Ci sono aree nelle quali una pala eolica sarebbe la cosa meno brutta da guardare.
L'India non vuole? La Cina tentenna? I republicans americani si oppongono? Cambieranno idea, quando si accorgeranno a spese loro, per l'incrementata frequenza e potenza di tifoni ed altri eventi catastrofici, che è giunta l'ora di smetterla e di cambiare registro. L'umanità non ha più molto tempo su cui contare, e forse è già entrata in Zona-Cesarini. Ora, o mai più.
Tafanus
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