Emozioni, applausi scroscianti e persino lacrime per il discorso di Liliana Segre in Senato. Un intervento interrotto da ben quattro standing ovation. Tanti i temi toccati, dalla Shoah alla Costituzione, fino alla crisi energetica e all'inflazione.
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Grandissima Segre! Con la freschezza dei suoi 92 anni, non ha fatto sconti a nessuno, e ha indicato la strada maestra dell'etica in politica. La prova del nove dell'altissimo livello del suo discorso consiste nel fatto che l'unico a non applaudirla è stato il Patano Salvini, il vero sconfitto di questa tornata elettorale.
E' con piacere che pubblichiamo il video del discorso integrale, e auspichiamo che sia mostrato in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Una grande lezione di educazione civica.
Tafanus
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L'ingresso in aula intorno alle 10:30, quindi l'intervento che la 92enne senatrice a vita ha tenuto al posto di Giorgio Napolitano, impossibilitato a partecipare alla seduta. E proprio al presidente della Repubblica la Segre ha dedicato il suo omaggio: "Desidero indirizzare al Presidente Emerito Giorgio Napolitano, che non ha potuto presiedere la seduta odierna, i più fervidi auguri e la speranza di vederlo ritornare presto ristabilito in Senato", ha detto. "Il Presidente Napolitano mi incarica di condividere con voi queste sue parole - ha aggiunto - Desidero esprimere a tutte le senatrici ed i senatori, di vecchia e nuova nomina, i migliori auguri di buon lavoro, al servizio esclusivo del nostro Paese e dell'istituzione parlamentare ai quali ho dedicato larga parte della mia vita". Poi il richiamo, in apertura: "Le istituzioni della Repubblica sono di tutti, non sono proprietà di nessuno". E ancora, un appello alla "gentilezza" e alla "mitezza": "Lasciamo fuori da quest'Aula la politica urlata che tanto ha contribuito alla disaffezione che ha allontanato tanti dal voto".
La marcia su Roma e la Shoah
Subito la citazione della marcia su Roma e della Shoah, con un lungo applauso dai banchi. Batte le mani con convinzioni anche Ignazio La Russa. "In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che e' il Senato della Repubblica.E il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciae vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato".
Subito la citazione della marcia su Roma e della Shoah, con un lungo applauso dai banchi. Batte le mani con convinzioni anche Ignazio La Russa. "In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che e' il Senato della Repubblica. E il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato".
"Le grandi nazioni, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date "divisive" anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1° Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica?".
"Nessuno sia lasciato solo" - "Non c'è un momento da perdere: dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere i livelli di guardia e tracimare". La situazione è critica: "Auspico che tutto il Parlamento, con unità di intenti, sappia mettere in campo in collaborazione col Governo un impegno straordinario e urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese che si dibattono sotto i colpi dell'inflazione e dell'eccezionale impennata dei costi dell'energia, che vedono un futuro nero, che temono che diseguaglianze e ingiustizie si dilatino ulteriormente anziché ridursi". E ancora: "In questo senso avremo sempre al nostro fianco l'Unione Europea con i suoi valori e la concreta solidarieta' di cui si e' mostrata capace negli ultimi anni di grave crisi sanitaria e sociale".
La Centralità del Parlamento - Concludo con due auspici. Mi auguro che la nuova legislatura veda un impegno concorde di tutti i membri di questa assemblea per tenere alto il prestigio del Senato, tutelare in modo sostanziale le sue prerogative, riaffermare nei fatti e non a parole la centralità del Parlamento. Da molto tempo viene lamentata da più parti una deriva, una mortificazione del ruolo del potere legislativo a causa dell'abuso della decretazione d'urgenza e del ricorso al voto di fiducia. E le gravi emergenze che hanno caratterizzato gli ultimi anni non potevano che aggravare la tendenza. Nella mia ingenuità di madre di famiglia, ma anche secondo un mio fermo convincimento, credo che occorra interrompere la lunga serie di errori del passato e per questo basterebbe che la maggioranza si ricordasse degli abusi che denunciava da parte dei governi quando era minoranza, e che le minoranze si ricordassero degli eccessi che imputavano alle opposizioni quando erano loro a governare. Una sana e leale collaborazione istituzionale, senza nulla togliere alla fisiologica distinzione dei ruoli, consentirebbe di riportare la gran parte della produzione legislativa nel suo alveo naturale, garantendo al tempo stesso tempi certi per le votazioni".
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