Caso Ungheria: al Parlamento europeo, Fratelli d’Italia e Lega votano no alla risoluzione contro Orban. La maggioranza italiana si spacca, Forza Italia dice sì. Il partito del premier e il Carroccio contro il testo che chiede alla Commissione di resistere alle pressioni dell’Ungheria sullo sblocco dei fondi europei a Budapest. Solo Bonfrisco e Gancia tra i leghisti dicono sì

«La risoluzione del Parlamento europeo sullo stato di diritto in Ungheria va nella giusta direzione», sottolinea Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che aspettava le forze di maggioranza in Italia al varco. «Il governo Meloni dovrà decidere se schierarsi dalla parte di Orban o da quella di tutta l’Unione europea che pretende il rispetto dei più elementari diritti fondamentali». I deputati europei di Fratelli d’Italia e Lega si sono espressi.
Tra le fila del gruppo dei conservatori (Ecr) Berlato, Fidanza, Fiocchi, Milazzo, Nesci, Procaccini e Sofo votano uniti e compatti in difesa dell’amico di Budapest, e lo stesso fanno i deputati del Carroccio, da cui si sfila la sola Anna Bonfrisco, che invece vota per il congelamento delle risorse europee per «proteggere il bilancio UE dalle violazioni dei principi dello Stato di diritto in Ungheria», come recita il testo della risoluzione. Non solo. Anche nel caso in cui l’Ungheria dovesse smettere nei suoi sforzi di correzione, si chiede a Commissione e soprattutto agli Stati riuniti in Consiglio di procedere ad una «correzione finanziaria», vale a dire chiudere i rubinetti del credito comunitario.
E’ questo l’ultimo, nuovo, atto di uno scontro sempre più frontale tra Parlamento europeo e il governo di Viktor Orban. In occasione della sessione plenaria di settembre, non più tardi di due mesi fa, l’Aula ha approvato una risoluzione in cui si accusa l’Ungheria di non essere più una democrazia quanto una «autocrazia elettorale».
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