LA CARICA dei 501 delegati necessaria a convalidare la proposta di modifica dello statuto è stata raggiunta a fatica, nonostante ai mille aderenti all’assemblea nazionale fosse stato concesso di poter partecipare anche da remoto.
Elezioni regionali permettendo i gazebo verranno montati il 19 febbraio, cioè almeno un mese prima di quanto pensasse l’attuale leader che aveva immaginato un percorso più lungo per consentire la ridiscussione delle basi programmatiche del partito. Il tutto, in fin dei conti, avverrà a scapito della discussione nei circoli. Formalmente sono salve la possibilità di poter scrivere il manifesto dei valori a opera dei saggi (per il quale ci si aspetta che si prenda atto con almeno un decennio di ritardo della fine della Terza via neoliberista-blairiana) e l’apertura ad altri soggetti (in primis Articolo 1, ma ieri ha annunciato la sua adesione anche Laura Boldrini).
Al termine di questo processo, viste le divisioni interne al partito ma anche lo scollamento dalla sua base, potrebbe essere che per la prima volta gli iscritti e il voto popolare consegnino risultati divaricanti.
La nuova fase inizierà formalmente con la direzione di giovedì prossimo, il 24 novembre, che nominerà il comitato costituente nazionale. La prossima scadenza è il 22 gennaio, termine entro il quale l’assemblea dovrà essere approvare il «manifesto dei valori».
Quattro giorni dopo, il 27 dello stesso mese scade la deadline per presentare le candidature alla segreteria. Il voto degli iscritti sulle candidature è previsto per il 12 febbraio, a una settimana dalle primarie.
«PER ME ORGOGLIO Pd vuol dire respingere l’aggressione continua nei nostri confronti da parte di chi vuole essere alternativa a noi invece che alla destra», ha scandito Letta nella sua relazione con palese riferimento al Movimento 5 Stelle, rivendicando le candidature di Pierfrancesco Majorino in Lombardia e di Alessio D’Amato per il Lazio (Santoro è proprio sicuro che nelle parole di Bonaccini non ci sia un'allusione piuttosto scoperta ai "due-due Renzi/Calenda? NdR) [...]
«AVANTI CON le idee. Avanti con le candidature», esorta ancora Letta. La sua dichiarazione d’intenti all’indomani della sconfitta delle politiche chiedeva di invertire il meccanismo: le candidature alla segreteria questa volta dovevano essere conseguenza della discussione più che premessa della stessa.
Finalmente Letta da un segno di "esistenza in vita", forse obbligato, dopo le pessime prove fornite sia in termini strategici che tattici in questa tornata elettorale. Forse ha capito che un partito che potrebbe precipitare addirittura ai livelli attuali di Lega e Foza Italia non può permettersi di aspettare la primavera per fare un cazzo di congresso rifondativo (NdR)
Al momento, oltre all’ex ministra delle infrastrutture Paola De Micheli e al sindaco di Pesaro Matto Ricci. Gli aspiranti dati per favoriti vengono entrambi dall’Emilia, nonostante un vecchio adagio dei tempi lontani del Pci recitasse che gli esponenti di quelle regione erano efficaci come amministratori, meno come dirigenti nazionali [...]
Altra candidatura, quella di Elly Schlein, una di quelle che dovranno formalmente aderire in itinere, in queste settimane di rigenerazione e dunque soltanto successivamente potranno presentare candidatura formale. «Col voto di oggi l’Assemblea nazionale del Pd avvia il congresso costituente – ha commentato ieri Schlein – Dalla comunità democratica arriva un segnale importante e inclusivo di apertura di una discussione con e tra le persone. Ora partecipiamo, con idee e proposte sulle sfide cruciali per il paese e sull’alternativa a questa destra» [...]
Fermo restando il mio giudizio positivo sul suo curriculum professionale e politico passato (non ultima la sua partecipazione nel 2014 alla manifestazione contro il renziano "Jobs Act"), ci sono alcuni elementi che rendono questa candidatura non solo perdente, ma addirittura contraria all'interesse primario del PD, che in questo momento dovrebbe essere quello di frenare la caduta, e di ritrovare il proprio elettorato di riferimento.
Immagino già i media vicini al destra-centro massacrare il PD che alla segreteria trova come candidati - uno opposto all'altra - il Presidente e la Vice-Presidente del PD.
Immagino come un popolo che ha votato al 44% l'erede di "DIO, PATRIA, FAMIGLIA" potrebbe accogliere positivamente la candidatura di una persona con cittadinanza svizzero/americana, dichiaratamente bisessuale... Questa candidatura (tanto per aggiungere altri elementi al timore che non cambieremo mai) è sponsorizzata da Dario Franceschini, che si è scoperto di sinistra solo dopo lo sfascio e la sparizione della DC, e solo dopo anni in cui è tenacemente rimasto ai rottami dello Scudo Crociato: un lungo aggrapparsi a partiti "'de sinistra" quali - a DC estinta, i Cristiano Sociali, il Partito Popolare Italiano, La Margherita... Tutte ONG dedite al salvataggio dei naufraghi della DC (NdR)
Devono decidere come collocarsi anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e il parlamentare europeo Brando Benifei, il cui gruppo di «giovani» potrebbe convergere su Schlein. Sulla ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna, per adesso, punterebbe Dario Franceschini, considerato eminenza grigia delle mosse decisive degli ultimi anni [...]
Credit: Giuiano Santoro - ilmanifesto.it
...Oddio no!!!!! Il renzismo di Nardella, non mitigato dall'adesione del suo "King-Maker" alla baracconata neo-populista di Calenda, certifica che le possibilità di rianimare QUESTO PD sono, in una scala da 0 a 10, inferiori a 2.
E mentre gattopardescamente "tutto cambia affinché tutto resti come prima", a nessuno viene in menta di tentare di ricucire con la sinistra di Bersani, o di puntare su facce oneste come quelle di Gianni Cuperlo?
Ciò che resta del M5S ringrazia, e si accinge a raccogliere i resti senza vita del fu PD, fingendo - con realistico cinismo, di essere l'erede al trono della fu sinistra italiana.
Tafanus
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