A volte ritornano - Sembrava impossibile, ma a 15 anni da questo losco episodio, siamo ancora e di nuovo ai nazifascisti, a "Dio, Patria, Famiglia", ai ministeri del Made in Italy e della Sovranità Alimentare, alla pioggia di premi e cancellazioni delle sanzioni per evasori e farabutti di tutti i tipi...
Pensavamo di esserci lasciati alle spalle tutto questo, ma - come gli zombies, a volte ritornano. E finché creperemo, faremo di tutto affinché la gente non dimentichi. E' con questo spirito che riproponiamo questo post, e faremo di peggio. Nel momento in cui tornano slogan imbecilli, le premialità ai malfattori, la lotta ai disgraziati dei barconi, l'oscenità di personaggi dal "saluto romano" e dalla svastica sul braccio innalzati allo status di ministri e sottogovernisti, noi cercheremo di risvegliare la memoria dei comatosi italiani, che periodicamente premiano il neopeggio pro-tempore.
Tafanus
............................................................................................................................................................................
Presi altri due aggressori - I genitori autorizzano l'espianto degli organi. Ricercati altri due membri del gruppo
Figli di buona famiglia - di Ilvo Diamanti (Repubblica.it)
"Giovani di buona famiglia". Così vengono definiti i cinque teppisti che hanno massacrato Nicola Tommasoli. Colpevole di non aver voluto "consegnare" loro una sigaretta, dopo regolare intimazione. Giovani ultrà. Ultrà-giovani. Occasionalmente di estrema destra. Neonazi oppure neofasci. Teste rasate. Un simbolo inquietante, ormai. Al punto da indurmi in tentazione. Io, skin per colpa del tempo che passa; e per eredità genetica. Oggi mi viene voglia di ricorrere alle tecniche tricologiche: un trapianto, una parrucca...
Giovani ultrà di estrema destra. Abituati ad avere uno stadio a disposizione per esibire i loro muscoli, i loro slogan, i loro simboli contro gli altri. I nemici. Gli "altri". Non solo quelli dell'altra parte politica. Dell'altra parte. Ma "gli altri", in generale. Gli stranieri, i nomadi. Gli ebrei. I deboli. Hanno in spregio le persone "comuni". A cui la violenza non piace. Quelli che la sera, in città, tirano tardi con gli amici. E passeggiano in centro città. Immaginando che possa ancora essere una città. Luogo dove, appunto, passeggi con gli amici. Fumi la sigaretta. Chiacchieri. Luogo di relazioni, insomma. Rete di comunità. Non un agguato politico. Ma un'aggressione "per caso". Chissà: gli aggrediti potevano essere leghisti, magari perfino fascisti. In quel momento erano solo persone comuni. Finite sulla strada di persone extra-ordinarie. Super-uomini in libera uscita [...]
Questi "figli di" buona famiglia, tecnologicamente attrezzati ed esperti. Per fortuna: sono nati in tempi molto diversi e lontani da quel maledetto 1968, di cui si celebrano i nefasti, a quarant'anni di distanza. L'eredità di illusioni mancate e di violenze mantenute. Questi giovani di buona famiglia, invece, non guardano lontano. Non cercano figure e utopie di altri mondi lontani. Il comunismo, Mao, Che Guevara... Semmai - alcuni di essi - guardano più indietro. Riscrivono storie da cui isolano ciò che interessa loro. Il mito della forza. Il seme della violenza. Che coltivano, quotidianamente, esercitando l'odio contro gli altri. Poveracci, accattoni, zingari e stranieri. Clandestini e non. Perché non conta distinguere, ma categorizzare e colpire "l'altro". Lo stesso che fa paura alla gente comune. Quella che mai si sognerebbe di bruciare un campo nomadi, tantomeno di ammazzare di botte un ragazzo perché non ti dà una sigaretta. Potrebbe essere loro figlio, l'aggredito. E gli aggressori potrebbero essere loro figli.
Giovani di buona famiglia. Quelli abituati a sfogarsi il sabato sera, in discoteca, o nei bar del centro. Nelle piazze e nelle strade. Molti bicchieri e qualche pasticca per tenersi su di giri. Per ammazzare il tempo insieme alla noia. E l'angoscia che ti prende, in questa vita normale, in questa società normale, in questa città normale. Dove i divieti sono comunisti e le regole imposizioni inaccettabili. Dove dirsi "buoni" è un'ammissione di colpa. E la debolezza un vizio da punire. Giovani di buona famiglia. Genitori che non deprecano questa società senza autorità, senza divieti e senza punizioni. E poi si indignano: di fronte ai divieti e alle punizioni. Alle autorità autoritarie. Quando colpiscono loro e i loro figli. Sempre gli ultimi a sapere. Cadono dalle nuvole, se scoprono cosa combinano, quei loro figli, a cui hanno dato tutto. Senza chiedere nulla. Senza sapere nulla di loro.
Questi genitori di buona famiglia. Ce l'hanno contro questa scuola senza voti. Contro i professori che non si fanno rispettare. Contro i maestri che non sanno comandare. Non sanno punire. Questi genitori. Non capiscono e non accettano: i professori che impongono rispetto, comandano e puniscono. E magari bocciano. I loro figli. Giovani di buona famiglia. Figli di buona famiglia. Figli di.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
...si: "figli di"... guardiamole, queste facce, e rivolgiamo un rispettoso pensiero a Lombroso. Figli di. Se io avessi in casa un figlio con una certa faccia, con certe abitudini, con certi "accessori" in camera; se sentissi far loro certi discorsi, mi porrei delle domande. Ho paura che, al di la del fatto che "figli di" come questi ci sono sempre stati, dopo la vittoria dei nazifascisti nostrani questi siano aumentati di numero e peggiorati in qualità. Forse certe presenze istituzionali al potere possono aver trasmesso, più o meno esplicitamente, il messaggio che adesso si può fare. Ma oggi non vogliamo sprecare tempo a parlare di questi "figli di". Oggi vogliamo associarci al dolore dei familiari di Nicola Tommasoli, che purtroppo non ce l'ha fatta, e dire loro "grazie" per aver autorizzato l'espianto degli organi. Con una segreta, cattiva speranza: che questi organi non servano, per una beffa del destino, a salvare la vita di qualche "figlio di". Addio, Nicola...
Simpatizzanti di Alemanno festeggiano la vittoria. Ora la sicurezza a Roma è garantita
Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus