Giorgia no, non ha mai avuto parte in causa. Anzi, continua la narrazione, Giorgia in tutti i casi è intervenuta facendo una ramanzina a chi è uscito dai binari, e ha resettato tutto.
Ma il caso Donzelli che pure dovrebbe essere trattato nello stesso modo (“Giorgia lo difenderà fino in fondo e alla fine non succederà nulla”) è troppo sgangherato, e l’uomo è troppo vicino alla premier, per escludere dal suo grande flop la stessa Meloni. Per cui, il tavolo su cui ora arrivano un bel po’ di domande, è quello di Palazzo Chigi. Davvero possiamo immaginare che uno dei personaggi politici col maggior numero di incarichi nel partito al governo non abbia riportato a Chigi le “informazioni” ricevute dal sottosegretario alla Giustizia dello stesso governo, sui rapporti fra l’anarchico, la mafia e la sinistra? Ancora: possiamo immaginare che un deputato che finora si è presentato come il fedelissimo difensore di una esperienza istituzionale - come vuole se ne parli la premier - abbia deciso da solo di accusare in Parlamento, con toni esagerati e sovraeccitati, la sinistra, sul suo tasso di fedeltà fra Stato o mafia?
Tutto porta a pensare che quello di Donzelli sia stato un intervento scelto, e programmato, a livello di vertice, anche se poi non attentamente calibrato. Se così fosse perché il governo avrebbe scelto di dar via libera a questo intervento? Per la stessa ragione per cui il governo non riesce a procedere nella sua azione di governo. Dopo la approvazione della finanziaria - operazione già difficile in sé, per tempi e risorse - l’esecutivo Meloni è sostanzialmente bloccato su se stesso. La prova di questo stallo è dentro le stesse dichiarazioni fatte dalla premier per celebrare i suoi primi 100 giorni.
(Santa Giorgia dei Miracoli) Basta rivedere il video del messaggio, che ha un favoloso incipit, in cui la Presidente sostiene di aver fatto “100 azioni in 100 giorni”, Bum!
Operazioni che vanno da “Provvedimenti contro la mafia, come il mantenimento del carcere ostativo, contrasto all’illegalità, anche con controlli a tappeto nelle stazioni e avviando le procedure per oltre 10 mila assunzioni nelle forze dell’ordine”, insomma poco più di una ordinaria amministrazione, spacciata come “cambiamento di passo dello Stato”; “la lotta alla immigrazione illegale, con il decreto sulle Ong”, e “il riconoscimento dell’Unione europea della necessità di affrontare il problema in modo strutturale” (ah sì, il famoso impegno dell’Europa!).
Le uniche misure finora fatte di sicuro sono “la stretta sul reddito di cittadinanza”, “la tregua fiscale e l’estensione della tassa piatta per autonomi e partite Iva”, e, ancora, “l’innalzamento del tetto all’uso del contante”, “per contrastare l’evasione fiscale dove l’evasione fiscale si annida davvero”. Poche misure, come si vede, e molto discusse. Dal cui elenco sono scomparse le decisioni sbagliate, cancellate o ritirate: Pos, porti chiusi per migranti, tagli delle accise sul carburante.
Un panorama difficile in verità, quello che si trova davanti il governo italiano, lo ammettiamo. Ma è insopportabile il rifugiarsi nel forzato ottimismo di una frenetica attività di una premier proiettata sul più grande panorama internazionale, così descritta: «Dal sostegno all’Ucraina fino al Piano Mattei per l’Africa, passando per oltre sessanta contatti e incontri con i leader di altrettante nazioni, abbiamo proiettato l’Italia come nazione di nuovo protagonista a livello internazionale. Dall’investimento di 30 miliardi per abbassare il prezzo delle bollette per famiglie e imprese, all’aumento della produzione di energia rinnovabile e di estrazione di gas nei nostri mari, fino alla battaglia vinta per un tetto europeo per il prezzo del gas, abbiamo contribuito a difendere la sicurezza energetica italiana». A parte le misure ottenute già da Draghi, insomma, solo fuffa. Sull’Ucraina persino c’è cauta attesa.
Le migliori performance del governo sono venute da altre scelte, tutte di natura “sicuritaria”, il terreno preferito di Fratelli d’Italia, quelle in cui l’azione dello Stato è palpabile: la cattura di Matteo Messina Denaro, e l’ultima emergenza, quella dell’attacco degli anarchici sulla questione della libertà di Cospito, sono divenuti il palcoscenico su cui sfoggiare operatività.
Perché allora non accelerare, su questi temi? Perché non ribaltare lo stato di paralisi con una splendida uscita che riporti il FdI allo smalto dei suoi anni di battaglia? Sarà stato questo il pensiero di Chigi? Noi di qui, con lo Stato e la Nazione, e la sinistra e tutti gli altri complici e traditori, collusi con i nemici dello Stato. Mafia, terrorismo, anarchici e quant’altro sia necessario. Un intervento facile, bello che avrebbe ridato fiato anche alle relazioni con quella parte della base, tipo Rampelli e i suoi Gabbiani a Roma, scontenti della deriva governista di Giorgia, e che avrebbe incastrato la sinistra tutta, governista (ma il radical chic mancava). Un ritorno ai bei tempi, a quando la generazione Atreju poteva maledire il mondo dagli spiazzi dei giardinetti, sufficienti a ospitare le sue adunate. Perfetto insomma per il giovane (in verità ha 47 anni) fiorentino, espressione di quella generazione arrivata a Chigi.
Un discorso così facile e bello che il Donzelli si è fatto prendere dalla foga, e fra fremiti e scossoni del microfono, ha inguaiato la premier. Cui resta la domanda che stavolta non sarà facile aggirare: sapeva, Presidente Meloni, di questo intervento?
Lucia Annunziata
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Roba da non credere! La Premieressa racconta (...anzi, "narra"...) di "Cento provvedimenti in 100 giorni". Anzi, di più! Mooolto di più! Perchè in questi 100 giorni ha trovato il tempo anche per fare oltre sessanta contatti e incontri con i leader di altrettante nazioni!
La Premieressa inciampa, e mette in testa ai 100 provvedimenti "il mantenimento del carcere ostativo". Se il "mantenere i provvedimenti altrui" può essere annoverato fra i provvedimenti fatti, altro che 100 provvedimenti!" Potrebbe rivendicare tutte le leggi in vigore non cancellate, e tutti gli articoli dei codici civile e penale! Pensate! Ha mantenuto persino le leggi che sanzionano omicidi, stupri, rapine a mano armata come reati!
E mentre "manteneva migliaia di provvedimenti altrui" (e ne peggiorava alcuni - come il ridicolo reinserimento di metà delle accise sulla benzina cancellate dal governo precedente), ha trovato anche il tempo di avere "contatti e incontri" con sessanta leader di altre nazioni!
Cara Premieressa! Ma come cazzo si fa a mischiare "contatti" e "incontri" ??? Non ci userebbe la cortesia di fornirci due elenchi separati? O pretenderebbe di mettere in un unico, confuso pentolone un viaggio e una telefonata???
Se dobbiamo mettere in fila le promesse elettorali, i provvedimenti "lanciati" con accompagnamento di grancassa, e ritirati in tutta fretta, il conto delle retromarce con grattata è molto più consistente di quello dei "100 provvedimenti" (...a proposito... non chiederebbe cortesemente al suo ufficio stampa di elencarci i "100 provvedimenti"? ).
Grazie in anticipo, da un suo cortese disistimatore.
Tafanus
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Intanto, mentre la peremieressa si loda e si imbroda, arriva notizia dell'ultima (per oggi) bocciatura
Il Consiglio d'Europa boccia i decreti contro le Ong: «Vanno revocati» - Revocare il decreto fino a quando «non saranno prese misure adeguate, per garantire che le vite dei migranti non siano messe a rischio» dalle norme che impediscono ai soccorritori «di intervenire efficacemente». Da Strasburgo arriva una pesante bocciatura per la dottrina Piantedosi, i cui effetti vengono definiti «intimidatori».Il Consiglio d’Europa, l’istituzione di riferimento della Corte Europea dei diritti dell’uomo, attraverso il «Consiglio di esperti in materia di leggi organizzazioni non governative», mette in guardia il governo italiano richiamandolo proprio alla giurisprudenza della Corte per i diritti umani. E questo perché i nuovi decreti sicurezza, non sono ritenuti in linea con le norme europee. In particolare, è stata valutata la conformità del decreto legge con i requisiti dell’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu), fra l’altro dedicato alla «libertà di riunione pacifica e alla libertà d’associazione».
Il parere espresso dagli esperti con una relazione di nove pagine, valuta la compatibilità delle decisioni di Roma con le norme europee sugli spazi concessi dalle autorità alla società civile. La presenza in mare delle organizzazioni umanitarie, infatti, viene considerata come parte di attività «di natura critica» la cui libertà non può essere soppressa, specie a causa «dell’assenza di operazioni di ricerca e salvataggio a livello statale o europeo dopo la fine della missione italiana “Mare Nostrum”, lo smantellamento dell’operazione congiunta Triton e la decisione degli Stati membri dell’Ue di cessare i pattugliamenti marittimi dell’operazione Sophia». (FONTE)
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