25 Aprile 1944 - Avevo sette anni, e conservo ancora, tre quarti di secolo dopo, qualche ricordo di quell'anno. Ma non è di questo che voglio parlare. (Read-back di un post del 25 Aprile 2020 - Nulla è cambiato, se non in peggio)
Sulla festa della Liberazione il mio blog ha pubblicato in quasi tre lustri decine di post, anche grazie al contributo di alcuni lettori/collaboratori . Ma quest'anno, mentre fascistoidi da riporto rialzano i toni del razzismo interregionale, non posso fare a meno di dare un taglio diverso a questa commemorazione.
Il 25 Aprile resta per me (e ci mancherebbe altro!) una data commovente. Una delle poche date storiche che riscattano l'immagine di un'italietta che ancora oggi, a tre quarti di secolo dal crollo del fascismo, vive nel mito delle fake-news del genere "ma i treni arrivavano in orario". Forse quelli che partivano dal "Binario 21" si, non gli altri.
La Resistenza ci ha ridato una assoluzione dai nostri misfatti. Trovo commovente il fatto che "Bella Ciao" sia diventata non l'inno della Resistenza italiana, ma un inno universale alle guerre di liberazione dalle tirannie. E trovo commovente che nel 2015 una immensa folla si sia riunita a Parigi, in Place de la République, e abbia ascoltato ed applaudito "Bella Ciao" eseguita da una grande orchestra giovanile, e cantata in italiano:
Ma allora qual è il problema?
Niente di grave. Solo che in tempi di feltrismo e di giordanismo dominanti, e dediti alla scoperta antropologica e strettamente scientifica della inferiorità della "razza meridionale" (che purtroppo fa proseliti), da appartenente alla "razza inferiore" mi sarebbe piaciuto se i media in genere, e i social in particolare, avessero dedicato uno spazio superiore alla minima dose pediatrica a due episodi avvenuti sette mesi prima del 25 Aprile 1944, ed esattamente nell'ultima decade del settembre 1943, con protagonisti migliaia di esseri inferiori:
LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI - (Dal 27 al 30 Settembre 1943) «Dopo Napoli la parola d'ordine dell'insurrezione finale acquistò un senso e un valore e fu allora la direttiva di marcia per la parte più audace della Resistenza italiana»
(Luigi Longo, Un Popolo alla macchia, Editori Riuniti)
Le quattro giornate di Napoli furono un episodio storico di insurrezione popolare avvenuto nel corso della seconda guerra mondiale, tra il 27 ed il 30 settembre 1943. Nel corso dell'insurrezione i civili, con l'apporto di militari fedeli al Regno del Sud, riuscirono a liberare la città di Napoli dall'occupazione delle forze della Wehrmacht, aiutate da gruppi di fascisti locali.
L'avvenimento, che valse alla città il conferimento della medaglia d'oro al valore militare, consentì alle forze Alleate di trovare al loro arrivo, il 1º ottobre 1943, una città già libera dall'occupazione tedesca, grazie al coraggio e all'eroismo dei suoi abitanti ormai esasperati e allo stremo per i lunghi anni di guerra. Napoli fu la prima, tra le grandi città europee, ad insorgere, e con successo, contro l'occupazione tedesca.
Fonte: (fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Quattro_giornate_di_Napoli)
Immediatamente dopo le "Quattro Giornate", le truppe di liberazione anglo-americane entrarono in una città "sanificata" dal morbo nazi-fascista, e che - se fosse già andato di moda, avrebbero potuto "mettere i fiori nei loro cannoni".
L'EROE SALVO D'ACQUISTO - La storia è nota, i riconoscimenti sono molto taccagni. Un altro essere inferiore. Vicebrigadiere dei carabinieri, napoletano, giovanissimo. Aveva 23 anni. E scelse - da innocente - la condanna a morte, per salvare la vita a 22 innocenti ostaggi della becera violenza nazifascista.
«Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura» - (Salvo D'Acquisto)
Muoiono in un attentato 2 soldati tedeschi. Per rappresaglia, i tedeschi catturano 22 innocenti ostaggi, da fucilare in assenza di colpevoli certi. Salvo D'Acquisto si autoaccusa dell'attentato (col quale non aveva niente da spartire). Muore sotto raffiche di mitra sul bordo della fossa che i 22 ostaggi avevano dovuto scavarsi da soli. I familiari dovranno attendere alcuni anni prima che lo Stato riconoscesse loro un vitalizio di sussistenza.
Ecco, ricordiamo con rispetto e gratitudine il 25 Aprile 1944, ma cerchiamo di non dimenticare il Settembre 1943. Grazie
Tafanus
P.S.: (voglio ricordare in primis la mia amica Silvana da Genova, che negli anni ha contribuito spesso, con intelligenza e passione, alla celebrazione di questa data).
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