Il centrosinistra unito vince: la lezione di Udine - Dal Terzo polo al Pd, ai radicali, alla sinistra, ai 5 stelle
E' questo il titolo di un articolo odierno di Pero Sansonetti per "Il Riformista". E non sarò certo io a dargli torto, visto che già da un mese e mezzo dedico sul Tafanus un "weekly-check" all'andamento del consenso ai partiti e alle coalizioni. Titolo del primo post della serie (leggete il post, clickando su questo link):
Ebbene si! La Pacchia sembra finita, esattamente da due mesi. Esattamente a metà febbraio la destra ha toccato un massimo storico, ed esattamente a metà febbraio si è arrestata la caduta di una potenziale coalizione di centro-sinistra, che TUTTI i partiti al di fuori dalla coalizione post-fascistoide reso impossibile a botta di veti incrociati,
E' così che abbiamo consegnato il Paese alle Meloni, a Piantedosi, a Salvini, a Berlusconi e al Lollobrigido. La destra ha capito benissimo la lezione che noi ci siamo rifiutati testardamente di capire: primus vivere, deinde philosophari.
Ma attenzione! Nella mia ipotetica coalizione era conteggiata anche la pagliacciata Calenda/Renzi che - come ampiamente previsto - si è sfasciata sul nascere. La cosa non mi preoccupa. Tutt'altro. Lìuscita di Calenda dal quadro ci porterà i voti di chi MAI avrebbe viaggiato nello stesso vagone di un uomo che "vede una lucina in fondo a destra", e il pseudo-sinistrorso Renzi ha capito che deve ormai rassegnarsi o ad un ruolo di eterna opposizione, o a quello di elemento marginale in un centro-sinistra che ha contribuito a distruggere.
In calce, l'articolo di Piero Sansonetti, sul "Riformista" (da sempre organo di un centrino mai cresciuto, ed ora affidato alle sapiente mani di un esperto rottamatore di se stesso: tale Matteo Renzi). Che l'inizio della fine dei veti incrociati? Forse la lezione delle elezioni amministrative di Udine potrebbe essere la cartina di tornasole di cui avevamo bisogno. In calce l'articolo di Sansonetti.
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Effetto Schlein? Sembra di sì. A Udine, rovesciando tutte le previsioni, il centrosinistra ha travolto il centrodestra del sindaco uscente Pietro Fontanini e ha conquistato il Comune. Al primo turno Fontanini era arrivato a un passo dalla vittoria (46 per cento dei voti contro il 39 per cento di Alberto De Toni, Pd) e tutti gli osservatori, visto anche il trionfo della destra e soprattutto della Lega alle regionali, davano per scontata la sua vittoria al ballottaggio.
E invece De Toni, in questi 15 giorni, ha stretto un accordo coi 5 Stelle, ha svolto una campagna elettorale molto intensa e ha sbaragliato l’avversario: 53 a 47. Cioè ha ottenuto una percentuale di ben 5 punti superiore alla somma dei suoi voti più i voti al primo turno del candidato 5 Stelle (Ivano Marchiol, che aveva ottenuto il 9 per cento). Ed è diventato sindaco. Elly Schlein ha rilasciato dichiarazioni di grande soddisfazione, come è logico. E anche Debora Serracchiani, che per diversi anni è stata la Presidente della Regione. Per il Pd è un notevole successo elettorale, e soprattutto è il rovesciamento di una tendenza a perdere che durava da qualche anno.
Per la Lega una clamorosa sconfitta, che testimonia anche dell’importanza del fattore-Fedriga. Nel senso che è abbastanza chiaro che il trionfo alle regionali è stato determinato più dalla popolarità e dalle doti di Massimiliano Fedriga (che era il candidato presidente) che non dall’appeal della coalizione. E questa sicuramente non è una cosa che fa piacere a Salvini, che vede in Fedriga un pericoloso concorrente alla leadership.
Credit: Piero Sansonetti - Il Riformista
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Nelle prossime settimane, seguiremo con attenzione l'andamento della Pacchia, e vi terremo periodicamente aggiornati. Grazie
Tafanus
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