Un mitico "Saggio di Tagliano"
Il poco onorevole Rampelli di Sorelle d'Italia, la cui ridicola proposta di Sovranità Linguistica è finita in caciara mediatica, sta provando ad arrampicarsi sugli specchi, spiegando ad un popolo che non legge più un giornale, ma vive ormai schiavo del telefonino), che la sua proposta di legge riguarderebbe solo i rapporti della pubblica amministrazione cogli italiani.
MENTE. La sua ignobile legge, figlia di quella mussoliniana di cento anni fa (1923) riguarda ANCHE la P.A., ma NON SOLO. E' sufficiente non accontentarsi delle riduzioni mediatiche dei giornali online, ma fare lo sforzo di sciropparsi il documento ufficiale (la proposta di Legge di "Rampelli ed altri) per capire a quali risultati assurdamente ridicoli porterebbe questa "cosa".
In calce una sintesi (mi sono salvato in tempo da abstract) della minchiata dell'anno. Quando Rampelli (nella fotina) si difende dal ridicolo, cita solo pezzetti del testo ufficiale dell'articolo che si riferiscono alla P.A. Rimediamo noi, ricordando a Randelli le parti che non cita, e gli effetti a volte ridicoli, ma altre volte davvero cretini e nocivi, della sua rampellata. In grassetto le parti che Rampelli non si ricorda di menzionare nei dibattiti in tivvù, in rosso le nostre considerazioni su questa sequela di minchiate.
Art. 2. (Utilizzo della lingua italiana nella fruizione di beni e di servizi)
- La lingua italiana è obbligatoria per la promozione e la fruizione di beni e di servizi pubblici nel territorio nazionale.
- Gli enti pubblici e privati sono tenuti a presentare in lingua italiana qualsiasi descrizione, informazione, avvertenza e documentazione relativa ai beni materiali e immateriali prodotti e distribuiti sul territorio nazionale. (Già dal comma 2 dell'art. 2 il nostro si contraddice, ed assegna valore universale alla legge-cagata)
- L’indicazione delle attività commerciali, dei prodotti tipici, delle specialità e delle aree geografiche di denominazione italiana, riportata in lingua straniera su merci destinate al mercato internazionale, deve essere accompagnata dalla corrispondente denominazione italiana. La Repubblica promuove con ogni mezzo la tutela delle denominazioni italiane negli Stati esteri (Bellissima idea! Mezzo mondo - quello di lingua ebraica, araba. cinese, giapponese, greca, tailandese, amarica, araba, coreana - non vede l'ora di leggere al supermercato le etichette in lingua italiana)
Art. 3. (Utilizzo della lingua italiana nell’informazione e nella comunicazione)
- Per ogni manifestazione, conferenza o riunione pubblica organizzata nel territorio italiano è obbligatorio l’utilizzo di strumenti di traduzione e di interpretariato, anche in forma scritta, che garantiscano la perfetta comprensione in lingua italiana dei contenuti dell’evento. (Ci afferra una curiosità... anche un riunione del Consiglio Comunale di Roccacannuccia dovrà fornirsi distrumenti di traduzione e di interpretariato, anche in forma scritta? E la "forma scritta" dovrà esserci anche per gli interventi a braccio? e per le domande del pubblico? e per le risposte?)
Art. 4. (Utilizzo della lingua italiana negli enti pubblici e PRIVATI)
- Le sigle e le denominazioni delle funzioni ricoperte nelle aziende che operano nel territorio nazionale devono essere in lingua italiana. È ammesso l’uso di sigle e di denominazioni in lingua straniera in assenza di un corrispettivo in lingua italiana. (Dunque a questa pagliacciata dovranno sottostare anche - è solo un esempio - le agenzie di pubblicità, arrivate in Italia negli anni '50, e TUTTE di proprietà e cultura anglosassone... LINTAS, J.W.Thompson, Young&Rubicam, Radar & Benson, LPE-London Press Exchange, FCA-Foot, Cone & Belding, McCann-Erikson... Tremo al pensiero della rottamazione di consolidatissimi nomi, abitudini, protocolli, stampati... E delle "sigle" e "Funzioni" Vogliamo parlarne? Gli Account Executives diventeranno "Esecutori dei Conti"? i "Media Planners" diventeranno "Pianificatori dei Mezzi"? Di trasporto? Di salvataggio? di scavo? E che fine faranno i poveri copywriters e gli art-directors? Diventeranno "scrivani di testi" e "Direttori dell'Arte"? E tutta questa cagata pazzesca renderà l'Italia un Paese più Illustre???
Art. 6. (Utilizzo della lingua italiana nelle scuole e nelle università)
- Negli istituti scolastici di ogni ordine e grado nonché nelle università pubbliche italiane le offerte formative non specificamente rivolte all’apprendimento delle lingue straniere devono essere in lingua italiana. Eventuali corsi in lingua straniera sono ammessi solo se già previsti in lingua italiana, fatte salve eccezioni giustificate dalla presenza di studenti stranieri, nell’ambito di progetti formativi specifici, di insegnanti o di ospiti stranieri. (E con quest'altra "idea-cagata" intoniamo il requiem in onore di quei corsi su tematiche ormai multinazionali, per le quali la conoscenza fluente dell'inglese scritto e parlato è inevitabile... Due esempi? La Bocconi e il Politecnico di Torino, dove alcuni corsi sono tenuti ESCLUSIVAMENTE in inglese, perchè in certe materie (come il Diritto Economico Internazionale o l'Ingegneria delle nanotenologie offrono sbocchi SOLO a chi parla e scrive in inglese quasi come in italiano). Ma Randelli vuole obbligare queste università e questi studenti a ritornare al 1923, quando jazz si chiamava iazzo.
- Le scuole straniere o specificamente destinate ad accogliere alunni di nazionalità straniera nonché gli istituti che dispensano un insegnamento a carattere internazionale non sono sottoposti agli obblighi di cui al comma 1. (Caro Rampelli, allora elimini questa cagata di articolo, perchè ormai TUTTO o quasi tutto ciò che è cultura non riguarda solo Roccacannuccia o Pessano con Bornago)
Art. 7. (Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana)
- Presso il Ministero della cultura è istituito il Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana nel territorio nazionale e all’estero. (Strano... mi sembrava che a ciò provvedessero egregiamente, e da tempo, già gli Istituti Italiani di Cultura all'estero, e la "Dante Alighieri"... Qualche famiglio da piazzare in un nuovo baraccone? )
- Il Comitato di cui al comma 1 è composto dal Ministro della cultura ("cutura" minuscolo d'obbligo... Stiamo parlando di Sangiuliano, che ha conquistato imperitura fama come imparzialissimo direttore di RaiDux), o da un suo delegato, che lo presiede, da un rappresentante dell’Accademia della Crusca, da un rappresentante della società Dante Alighieri, da un rappresentante del l’istituto Treccani, da un rappresentante del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, da un rappresentante del Ministero dell’istruzione e del merito, da un rappresentante del Ministero dell’Università e della ricerca, da un rappresentante del Dipartimento per l’editoria e l’informazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, da un rappresentante della RAI – Radiotelevisione italiana Spa e da tre membri del Parlamento, indicati d’intesa dai Presidenti delle due Camere. Ai componenti del Comitato non spettano gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati
- I componenti del Comitato sono nominati con decreto del Ministro della Cultura.
(Riepilogo: Come minoranza, ci sentiamo garantiti! Il Baraccone è nominato dall'Ufficio Stampa della Meloni "Dio, Patria e Famiglia"; da Larussa forse accompagnato dal busto di Mussolini; da Fontana presidente leghista della Camera, e da Gennaro Sangiuliano, che tante prove di imparzialità ha fornito come Direttore di RaiDux)
Art. 8. - (Sanzioni)
- La violazione degli obblighi di cui alla presente legge comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro (che è come dire sei anni di galera per chi partecipa ad un rave-party... A quando la fucilazione seguita da impiccagione per chi pubblicamente o anche solo in privato dichiara di "non essere soddisfatto" come la Meloni?)
Tafanus
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