Anche Lega e Forza Italia in pressing: «È meglio se viene a riferire in Parlamento». Lo scudo di FdI: «Ha chiarito tutto». Interrogazione urgente dei dem sul maxi prestito
Il Pd già si muove e fa un passo in più, chiedendo conto a Santanché di un prestito da 2,7 milioni di euro che la ministra avrebbe ottenuto dallo Stato. È il senatore Antonio Misiani a presentare un’interrogazione urgente, chiamando in causa la premier Giorgia Meloni, la ministra del Lavoro Elvira Calderone e il ministro delle Imprese Adolfo Urso. Vorrebbe avere spiegazioni sul prestito da 2,7 milioni erogato alla società della Santanché «Ki Group» da parte del Fondo patrimonio Pmi. Risorse con cui la ministra avrebbe dovuto pagare fornitori e dipendenti, che invece sembra non venissero pagati affatto. «Da atti pubblici», si legge nell’interrogazione che La Stampa ha potuto visionare, «risulta che la ministra, attraverso la società immobiliare Dani srl, sia socia della Ki Group (controllata a sua volta da persone riconducibili alla sua famiglia) e sia stata destinataria di numerosi aiuti di Stato, tra cui un credito di imposta di 600 mila euro e il finanziamento di Invitalia pari a 2,7 milioni di euro». Finanziamenti erogati come «aiuti connessi all’emergenza Covid». Soldi che Invitalia ha poi chiesto indietro, rendendo Santanché «attualmente debitrice dello Stato». E questi, per il Pd, sono «fatti gravi, che non sono degni di un ministro della Repubblica».
La ministra, fedelissima di Ignazio La Russa, si dice «tranquilla», riemergendo a Capri dopo essersi inabissata nelle ore più dure della bufera. «Mio padre mi ha insegnato che se non fai male non devi avere paura e se non rubi non ti devi nascondere. Mi dispiace solo per mio figlio che non può capire – dice –, ma sono resiliente». Resilienza messa a dura prova da quello che viene considerato un colpo basso da parte degli alleati di centrodestra. Il primo a sferrare il colpo è stato il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari: «Aspettiamo che il ministro venga in Parlamento a spiegare le sue ragioni». E questa, chiarisce il capogruppo dei senatori Massimiliano Romeo, «è la linea della Lega. Ma siamo garantisti».
La linea di Forza Italia invece non è affatto chiara. Il vicepremier Antonio Tajani, sostenuto dalla corrente di Marta Fascina, spalleggia Fratelli d’Italia e cerca di gettare acqua sul fuoco, mentre l’ala che fa riferimento alla capogruppo in Senato, Licia Ronzulli, la pensa diversamente: «È giusto che Santanché spieghi i contorni della vicenda affinché non ci siano dubbi, in Parlamento o in tv», scandisce il deputato azzurro Giorgio Mulè. «Sono in imbarazzo» punge la segretaria del Pd Elly Schlein, ma nel partito di Meloni si vive questa vicenda come qualcosa di più, quasi un assedio.
Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, ribatte a muso duro agli alleati: «Santanché ha detto che darà mandato ai legali di procedere in Tribunale, penso che il chiarimento avverrà in quella sede». La minaccia di una querela non è certo una spiegazione. Per Schlein, poi, «stupisce che di fronte a una richiesta di riferire in Aula, l’unica risposta sia quella di rivolgersi ai suoi avvocati minacciando querele. Tradisce un certo nervosismo», dice parlando con La Stampa a margine del convegno dei Giovani industriali in corso a Rapallo. Ma il problema in questo caso è la Lega e Foti non si mostra infastidito dall’atteggiamento dimostrato dai partner di governo: «Ognuno si comporta come meglio ritiene: non è obbligatoria né la crocifissione né la solidarietà. Per me la questione è chiusa».
Per le opposizioni no. Il Movimento la prossima settimana chiederà formalmente, in Senato, che Santanché si presenti per riferire in Aula. E lei, assicura chi ci ha parlato, «non avrà problemi a riferire, purché la richiesta non si basi solo su un’inchiesta televisiva»
(di Federico Capurso - lastampa.it)
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Fantastica, come al solito, la reazione della Santanché. Lei risponderà in aula (nessun problema!) purché la richiesta non si basi solo su un’inchiesta televisiva».
Ci risiamo con la tentazione di ricostruzione del MinCulPop! La Santanché risponderà, ma solo a riflessioni che non siano quelle di Report, che le sue denunce le ha corredate da pezze d'appoggio numerose e concordanti. La Santanché faccia un favore a noi e a se stessa, e opponga - se può - pezze d'appoggio a pezze d'appoggio, senza pretendere di stabilire anche cosa vale e cosa no. Lo lasci decidere a chi ha visto la trasmissione di Report in questione, e avrà ascoltato le controprove che la Ministra vorrà e potrà fornire. La Santanché Apra to Meraviglia.
Tafanus
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