Sabato, nel primo pomeriggio, se n'è andato ufficiosamente mio fratello Silvano... Si sveglia, si alza, sente un violentissimo mal di testa, perde conoscenza...
L'ambulanza arriva in venti minuti, il ricovero in codice rosso è molto pronto, ma altrettanto pronta - e impietosa - la sentenza...
Violenta emorragia cerebrale. Non operabile. Coma irreversibile. Ma non gli staccheranno subito tubi e fili. Ci sarà bisogno di un elettroencefalogramma, per accertarne la morte cerebrale. Poi, un ultimo passo, reso necessario dalla generosità del personaggio: da anni aveva aderito all'AIDO (Associazione Italiana Donazione Organi), quindi una commissione ha dovuto verificare se ci fosse, nonostante l'età, qualche organo utilizzabile. Infatti è stato così, e oggi è stato il giorno dell'espianto di diversi organi. Altri potranno vivere, grazie a lui, una vita migliore.
Se la morte rispettasse il calendario, non avrebbe dovuto toccare a Silvano, più giovane di me di una decina d'anni, e ancora in grado di vivere con una qualità della vita certamente migliore della mia. Ma tant'è... Ho l'impressione che la Comare Secca abbia una mira approssimativa, e spari a casaccio... L'unica consolazione nostra è stata quella di sapere che il tutto è successo così all'improvviso, e così in fretta, che forse Silvano non è stato neanche per un minuto in grado di capire che stava arrivando al capolinea...
Rimpiangeremo l'eterno ragazzo che è stato per tutta la vita. Affettuoso, grande lavoratore, curioso... Ci mancherà molto.
I miei familiari ed io abbracciamo con tanto affetto la moglie Rosana, e i figli Federico e Simona.
Antonio Crea
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