Fin quando l'Italia sarà in grado di produrre talenti come il diciassettenne Julian Kainrath (italianissimo nonostante il nome) , avremo la certezza che in Italia ci sono grandi riserve di talenti, e "raffinerie" di questi talenti. Leggete cosa scrive di lui Claudio Calabrese
Julian Kainrath, il giovane violinista con un grande futuro
Julian Kainrath è figlio d’arte, cioè figlio del noto Peter Paul Kainrath, pianista e manager culturale bolzanino. Julian è meranese di nascita, ha solamente 17 anni, ma dimostra una maturità maggiore della sua età anagrafica.
Ci siamo visti ieri nella sua abitazione ad Appiano sulla strada del vino per raccontare alcuni aspetti di questo straordinario musicista. Durante la conversazione nel salotto di casa sua sono stato subito catturato dalla sterminata biblioteca presente alle sue spalle e dalla raccolta di CD alla sua sinistra altrettanto enorme. Solo in una abitazione di musicisti quale è la sua è possibile respirare un pot-pourri di cultura in senso così ampio.
Julian inizia a studiare violino molto presto, all’età di sei anni presso la scuola di musica di Appiano. Il legame con Vienna dei suoi genitori gli permette poi di approfondire gli studi di violino con Dora Schwarzberg fino ad undici anni. Un anno dopo, a dodici, supera la selezione per l’ammissione all’Università delle Belle Arti di Graz, dove studia attualmente con Boris Kuschnir.
Con Julian Kainrath parliamo dei numerosi concorsi esistenti nel panorama musicale per comprenderne il valore e le finalità. Secondo Julian non è semplice rispondere in maniera sommaria al quesito, perché sono innumerevoli le sfaccettature dalle quali dipende la valutazione che si può dare ai tantissimi concorsi presenti oggi. Sono molti i musicisti di talento, ma non per questo riescono ad affermarsi grazie al fatto di essersi qualificati ai primissimi posti nei vari concorsi di musica – puntualizza con decisione il giovane Kainrath. Julian sottolinea, inoltre, che le competizioni musicali, indipendentemente dalla valutazione conseguita, sono occasione per mostrare il proprio talento.
Alla domanda che gli pongo su cosa rappresenti per lui la musica egli precisa di non voler sembrare banale e risponde che la musica per lui è la vita. Kainrath ricorda di aver dedicato molto del suo tempo alla musica da sempre e di sentire una spinta interiore che lo porta spesso a nutrirsi di questa forma d’arte, non solo in modo attivo, ma anche passivo. Quindi gli piace ascoltare musica e ne ha bisogno, anche quando si dedica alla quotidianità della vita.
Parliamo poi di musica classica e della difficoltà di interpretarla. Kainrath ha le idee chiare e parlando di ritmo, melodia e armonia cita il grande maestro Daniel Barenboim per spiegarmi che l’elemento cardine dell’interpretazione secondo il Maestro sta nell’armonia e non nella melodia, come spesso si pensa.
Sull’educazione musicale come viene proposta oggi a scuola, Kainrath ritiene che sarebbe più opportuno attirare l’interesse dei giovanissimi raccontando loro la vita dei grandi compositori per stimolare così un autentico interesse per la musica grazie al superamento di quell’alone elitario, che rende quasi inaccessibile questo affascinante mondo.
Oltre ai numerosi successi in Italia e all’estero, nel 2022 Julian ha vinto il premio ICMA (International Classical Music Awards) come Discovery Award, riconoscimento che gli ha permesso di esibirsi con l’Orchestre Philarmonique du Lussembourg sotto la direzione di Adam Fischer. Julian Kainrath ha tutti i numeri per diventare un grande protagonista della scena musicale contemporanea.<
Tafanus
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