Terza puntata - Purtroppo, nonostante l'evidenza dei numeri - che sono più testardi sia delle opinioni che del leccaculismo - prosegue il mantra della Meloni che continuerebbe - nonostante tutto - a mantenere invariato il proprio distacco sull'opposizione.
I NUMERI RACCONTANO UN'ALTRA STORIA
NOTA BENE: I dati non sono parto della nostra fantasia, ma fotografano in maniera più intellegibile il lavoro della "Supermedia", stilata da anni da "YouTrend", creata e diretta dal dott. Lorenzo Pregliasco.
Pregliasco non è l'ennesimo sondaggista da riporto, ma ha avuto l'ottima idea di lavorare mettendo in fila la media dei 5 migliori sondaggi della settimana. Questo aiuta a schivare il pericolo di dar voce a un solo sondaggista, magari "embedded" agli amici o ai nemici della borgatara.
Noi abbiamo adottato i suoi dati grezzi, e li abbiamo messi in grafico, fornendo sia i dati puntuali, che la curva polinomiale di tendenza.
Abbiamo messo a confronto due coalizioni: una (quella che ci governa) fatta da tre partiti affamati di poltrone e strapuntini, che cerca di rimanere insieme "nonostante tutto"... Ricordate la Lega che parlava dei 300.000 mitra delle valli bergamasche, pronti a dare la caccia ai "fasci" casa per casa? Ora governano insieme. Pecunia non olet.
E di "Dio, Patria, Famiglia" vogliamo parlarne? Schiere di concubini, che forse non parlano delle LORO famiglie, ma di una famiglia immaginaria. Hanno dato l'addio all'amichettismo altrui, e hanno varato il cognatismo e il sorellismo. A cercar bene potremmo trovare anche trecce di cuginismo.
La coalizione dello scambio in merce. Io ti do il premierato a tte, tu mi dai l'autonomia regionale e il Ponte delle Meraviglie a mme. Siamo al baratto, al cambio merce.
Ora è tempo che anche fra i partiti di opposizione nasca l'idea che "uniti si vince, divisi si continuerà a perdere nei secoli dei secoli". La nostra "lucina in fondo al tunnel" è fondata sull'idea che i partiti più rappresentativi di "non-destra" capiscano la lezione. Non immagino nessun "campo largo", con dentro delle personalità dall'ego smisurato come Renzi e/o Calenda, ma una coalizione funzionale fra tre partiti sicuramente capaci di superare le soglie di sbarramento, e probabilmente capaci di unirsi sui temi sui quali concordano, e di mettere nel cesto delle trattative - possibilmente non eterne - su alcuni temi divisivi.
Il nostro confronto è quindi fatto fra la coalizione di governo esistente (FdI, Lega e FI), e una coalizione di centro sinistra con meno contraddizioni di quella che ci governa (PD, M5S e Verdi/Sinistra).
Guardate il grafico: stabilità della Meloni sticazzi. Alla vigilia delle elezioni politiche, il divario fra i due gruppi potenziali era di circa 11 punti percentuali. Tre mesi dopo eravamo a 9 punti. A metà marzo eravamo a 7 punti. Oggi, a metà febbraio, siamo a quattro punti.
E ora regalate un attimo di attenzione alla curva di tendenza. Fino alla precedente analisi, la curva era orientata verso il basso, ma con una leggere concavità verso l'alto. Significato? Trend del distacco in discesa, ma con una leggera attenuazione della tendenza alla discesa.
Oggi la "curva" è una linea retta: viaggia verso il basso, senza né decelerazioni, né accelerazioni. Ancora un mesetto, e - ci metto la faccia - la curva virerà verso una accelerazione della caduta del vantaggio.
Un'ultima considerazione, che è solo una opinione personale: né la Lega, né FI, saranno a lungo tanto pazienti da dare per scontato "tutto il potere" alla borgatara. Inizieranno i distinguo, e allora ne vedremo delle belle. La paralisi è dietro l'amgolo.
Tafanus
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