L’ex parà con la X tatuata, l’intellettuale FdI anti Peppa Pig, il leghista amico dei neonazi: da Iezzi ad Amich, chi sono i deputati Donno accusa di aggressione
Please credit Paolo Berizzi E Repubblica.it
I profili di Iezzi, Mollicone, Amich, Cangiano, Candiani: i parlamentari che avrebbero partecipato all’aggressione ieri contro il parlamentare pentastellato finito al pronto soccorso
Un ex paracadutista della Folgore che gli amici chiamano “camerata” e che indossa la maglietta con il motto della Decima Mas di cui ha la X tatuata sul braccio. L’ “l’intellettuale della destra” anti-Peppa Pig cresciuto a Colle Oppio. Il Salvini-boy amico dei neonazi di Lealtà Azione e il deputato che in campagna elettorale usò come spot il “me ne frego” - qui inteso non come la canzone di Achille Lauro ma come la parola d’ordine dannunziana mutuata dalla retorica fascista.
Poi ci sarebbe anche il leghista di lungo corso che commentò con queste parole il video shock di una bambina che piange di gioia dopo avere ricevuto in regalo un fucile: “La legittima difesa è sacra. L’aggressore paga il prezzo, se mi entri in casa non ti devi stupire se entri in un modo e esci in un altro”.
Rissa alla Camera, Crippa: "Donno stia in un circo. Cantare Bella Ciao è peggio del gesto Decima"
- Se si sta ai nomi fatti da Leonardo Donno e dalle immagini video, ecco, in pillole, i profili dei deputati di FdI e Lega che avrebbero partecipato all’aggressione - non una “rissa”, un’aggressione -, ieri alla Camera contro il parlamentare pentastellato finito al pronto soccorso dopo una scarica di calci e pugni. “Iezzi, Mollicone, Amich, Cangiano, Candiani mi hanno aggredito e poi ho ricevuto un pugno fortissimo nello sterno e sono crollato a terra, non riuscivo a respirare”, ha detto Donno a Repubblica.
Vediamo dunque chi sono gli “indiziati” finiti nelle immagini del Far West andato in scena a Montecitorio.
Iniziamo da Vincenzo Amich, detto Enzo. Quarantasei anni, da Casale Monferrato. Il “prima” – prima della folgorazione per la politica con FdI – lo vede operaio nel settore del legname, fuciliere assaltatore nella Brigata Paracadutisti Folgore e macchinista per Trenitalia. Diventerà capo di Gabinetto della città di Casale e, nel 2022, deputato. Sui social gli amici lo chiamano “camerata”. E lui, Amich, non li delude. Porta la maglietta con la scritta “Memento audere semper”, sul braccio ha tatuata la X della Decima cara anche al generale Vannacci. E’ Amich che sferra il pugno allo sterno che mette a terra Donno? Lo scoprirà forse chi, dopo la denuncia della vittima, indagherà sulla dinamica dell’attacco. Le sequenze dei video diffusi mostrano i volti di chi circonda Donno mentre i commessi della Camera provano – a fatica – a evitare il contatto fisico e ad allontanarli.
Federico Mollicone, soprannome “Mollica”, big meloniano cresciuto nella storica sede dell’Msi di Colle Oppio insieme a Fabio Rampelli, Giovambattista Fazzolari, il ministro Lollobrigida, sua moglie Arianna Meloni e ovviamente la premier Giorgia. Il pantheon di Colle Oppio? La fiamma, Ezra Pound, Tolkien e Pasolini. Sedicente “intellettuale della destra” di potere, Mollicone due anni fa si lancia in una crociata contro “Peppa Pig”; poi sforna l’idea di una legge per certificare la veridicità delle notizie e infine sferra il colpo di mano che impone alla direzione del Teatro di Roma Luca De Fusco. Uomo di relazioni, carattere fumantino, l’irascibilità del “Mollica” è testimoniata da un video di giugno 2022. La commissione Istruzione del Parlamento è riunita per lo “Ius scholae”. Il capogruppo FdI Mollicone perde le staffe e aggredisce verbalmente dei colleghi: grida, si agita, toni minatori, una violenza verbale da bar, indegna di qualsiasi consesso lavorativo civile, figuriamoci della Camera dei deputati. Ambiva a diventare ministro della Cultura, Mollicone. Dovrà accontentarsi di fare il capogruppo in commissione Cultura e di difendere i neofascisti di CasaPound e la loro “libertà di espressione” (2019) dopo la sentenza che decretò la riattivazione della pagina Fb del movimento chiusa dalla piattaforma di Zuckerberg per istigazione all’odio (nel 2022 fu di nuovo cancellata e così è ancora oggi).
“Me ne frego”. Gerolamo “Gimmi” Cangiano direbbe così. Classe ’81, nato a Genova e cresciuto a Caserta, si forma nel Fronte della Gioventù. Da coordinatore campano di FdI, nel 2020 sceglie il motto fascista come slogan per la campagna elettorale per le elezioni regionali della Campania: polemiche e proteste. Ma tant’è. Cangiano, già legato sentimentalmente a Valeria Marini e oggi all’ex miss Italia di origini domenicane Denny Mendez, nel 2022 entra in parlamento.
Igor Iezzi, fedelissimo di Salvini - Sugli scranni della Camera siede – dal 2018 – un altro degli aggressori di Donno: il leghista Igor Iezzi, un fedelissimo di Salvini da quando, era il 2012, viene eletto consigliere comunale a Milano. Da anni è vicinissimo ai neonazifascisti di Lealtà Azione, espressione politica del violento circuito dei suprematisti Hammerskin: “lo abbiamo fatto eleggere noi”, dicono i “lealisti” nel 2018. I capi di LA sono Stefano Del Miglio e Giacomo Pedrazzoli, condannati per violenze e pestaggi politici (sono anche ultrà dell’Inter). Iezzi è ospite abituale alle loro feste e raduni. Nel 2014 un pezzo dell’estrema destra milanese applaudì Iezzi quando si presentò a palazzo Marino coperto da un velo come burqa per protesta contro la creazione di un nuovo centro islamico. Roba da repertorio, per uno che lavorerà pancia a terra per l’elezione di Vannacci e che anni sostiene la castrazione chimica. “Ho provato a dare cazzotti, ma non l’ho colpito”, ha detto Iezzi in merito all’aggressione a Donno prima di prenderlo in giro accusandolo di avere simulato la caduta e “nemmeno in area di rigore”. E’ la versione che, si suppone, Iezzi ripeterà al suo collega di partito e presidente della Camera Lorenzo Fontana: sono 12 i deputati convocati dal numero uno di palazzo Madama per fare luce sulle violenze di mercoledì in aula.
Stefano Candiani - Nel mazzo ci sono i cinque nomi fatti da Donno. E dunque anche il leghista Stefano Candiani. Anche lui uno che non rinuncia alle polemiche e ai toni forti. L’anno scorso, parlando di migranti, tra una strage e l’altra dei barconi, affermò che “l’Italia non è il centro raccolta e la discarica del Mediterraneo”. Nel 2017 commentò con queste parole il video shock di una bimba che piangeva di gioia per un fucile ricevuto in dono: “La legittima difesa è sacra. L’aggressore paga il prezzo, se mi entri in casa non ti devi stupire se entri in un modo e esci in un altro”. Insomma: la miglior difesa è l’attacco.
......................................................................................................
Questo è quanto (per il momento). Ma i nostri amici di destra-destra non ci deluderanno. Buon sangue non mente. Attendiamo un incremento strano delle vendite di olio di ricino, e il primo filmato in diretta di un avversario politico incatenato per terra al gancio di traino di un camion. e trascinato a rimorchio - possibilmente - su una strada sconnessa, finchè la morte per scarnificazione faccia terminare il divertente spettacolo.
Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus