Voglio ricordarlo con uno dei suoi più celebri elzeviri: quello dedicato all’On. Nicolazzi (professione: Inesistente). Glielo devo. Coi suoi articoli ha accompagnato anni fra i più belli della mia gioventù: i mitici "anni '60", quando niente sembrava impossibile.
Alla maniera di Gandolin che molti anni fa, a Genova, raccontò come vide giungere Sarah Bernhardt al teatro Carlo Felice, noi diremo come ci è capitato, l’altro giorno, di vedere capitare un ministro (il ministro dell’industria, nientemeno) a Montecitorio.
Eravamo fermi sui gradini del portone maggiore del palazzo, quando arrivò, fermandosi davanti all’entrata, una grossa macchina blu. L’autista, rapidamente, corse a spalancare la portiera posteriore di destra. Non ne scese nessuno. Era Nicolazzi.
Lieti di non rivederlo, dopo tanto tempo, ormai, che non lo avevamo mai visto. Il ministro socialdemocratico Nicolazzi è un uomo gentile. Ha capito che il solo caso in cui lo prendono in parola è quando, dovunque vada o si trovi, ripete questa sua frase gentile: Faccia come se io non ci fossi”, E infatti non esiste documento alcuno, sulla terra, da quelli dell’Ufficio Meteorologico dell’aeronautica a quelli dei lavoratori di genetica, che abbia mai previsto l’esistenza di Nicolazzi, che in realtà non c’è. Egli, senza offesa, è un accidente, come la peste per Don Ferrante, e noi che siamo stati apposta a Gattico (Novara), paese spensieratamente natale del nostro, abbiamo potuto accertare che mentre tutti gli altri nativi di quell’ameno luogo possono accampare qualche buona ragione per essere venuti al mondo, Nicolazzi non ne può produrre alcuna prova convincente: si impappina, si contraddice, non ricorda più chi c’era.
Sottoposto a lunghi, estenuanti interrogatori, si è deciso infine ad ammettere che lui, quando è nato, era presente, ma aggiunge – per onestà – che nessuno si preoccupò di chiedere il suo parere. Si ribella soltanto quando sente dire che viviamo in tempi difficili. Difficili? Ma in che senso, se Nicolazzi è diventato ministro?
Leggevamo ieri sul “Geniale” che il segretario socialdemocratico on. Longo sostiene che la prima ragione per la quale il suo partito è andato al governo è “per rendere un servizio alla nazione”. A noi piace l’on. Longo, perché ha una faccia che pare un identikit. E’ il solo, nel suo partito, che ci spinga all’azione: vorremmo pareggiargli gli occhi, drizzargli la bocca, arrotondargli meglio la testa. Sembra sempre che lo abbiano mandato lì all’ultimo momento, e non abbiano fatto in tempo a finirlo, e questo spiega che quando si è trattato. come dice lui, di “rendere un servizio alla nazione”, ha deciso tutto in quattro e quattr’otto, e ha designato Nicolazzi ministro, senza tener conto che Nicolazzi non c’era.
29 Aprile 1979
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