Boomerang Bandecchi, il ducetto svuota-urne
Credit: Flavia Perina - Lastampa.it

Il celebrato effetto Bandecchi non c’è stato, anzi forse ha lavorato al contrario vista la sconfitta di Donatella Tesei e i modesti risultati di Alternativa Popolare sia a Terni sia nel resto dell’Umbria. Bandecchi-boomerang? C’è da chiederselo, la destra se lo sta chiedendo.
Chissà se le performance di campagna elettorale – il sollevamento di un’Apecar, l’acqua sputata addosso a un contestatore, eccetera – hanno portato voti o li hanno fatti scappare. Chissà se il personaggismo funziona ancora. Di sicuro può premiare in elezioni più esotiche, quando si spediscono in Europa soggetti estremi come Roberto Vannacci o Ilaria Salis, ma sul territorio, dove si decide delle nostre vite quotidiane, anche no. Gli elettori preferiscono farne a meno. Lo conferma l’analogo insuccesso, dall’altra parte della barricata, di Marco Rizzo: era l’uomo del messaggio rosso-bruno, che voleva (poteva) far perdere il centrosinistra, magari intercettando il pacifismo grillino o l’astensionismo arrabbiato. Si è fermato nei dintorni dell’un per cento.
L’aspirante Trump italiano, insomma, non ce l’ha fatta. La sua battaglia contro il politicamente corretto non lo ha premiato e ha dovuto constatare di persona la distanza tra like e consenso elettorale (a proposito del quale aveva detto: “io i voti li compro o me li prendo di prepotenza”). L’Umbria magari ha riso delle sue performance e i suoi alleati lo hanno pure difeso – è Bandecchi, lui parla così – ma al momento di decidere gli elettori hanno saputo distinguere tra politica e bullismo, tra show e requisiti di governo. E tuttavia sarebbe meschino sparare sulla croce rossa perché il tonante sindaco di Terni è il prodotto di un circuito che si ripete elezione dopo elezione, e c’è sempre un nuovo Berlusconi, un nuovo Blair, un nuovo questo e quello che riesce a conquistare visibilità sgomitando ed estremizzando il suo disprezzo per gli avversari. A Roma c’è stato pure un nuovo Marco Aurelio, e pure lui è finito malissimo.
Stefano Bandecchi ha costruito il suo personaggio ben prima di diventare sindaco, quando si è comprato la Ternana e ha cominciato a dare in escandescenze in ogni occasione, dalle conferenze stampa al corpo a corpo con la tifoseria dopo le sconfitte, talvolta con scambio di manate e sputi. E’ diventato personaggissimo da talk show. Si è divertito. Dopo l’elezione a sindaco ha calcato la mano sulla figura dell’uomo verace, impavido, “di una volta”, che dice pane al pane e culo al culo, vendicatore di ogni maschio che si vede scavalcato da una donna, perché queste donne hanno stufato, “hanno più diritti di me, hanno troppa sensibilità, e gli uomini non possono più aprire bocca”. Si è fatto campione della cosiddetta battaglia contro il politicamente corretto, ci ha costruito sopra l’immagine del Trump italiano, e ha convinto pure la destra di FdI – sua acerrima nemica in consiglio comunale e sul territorio – che sarebbe stato decisivo per la vittoria. E adesso quelli gli fanno i conti in tasca e chiedono conto del cinque per cento che aveva promesso e non è arrivato [...]
Flavia Perina
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