Nordio e Piantedosi in aula. Diretta tv alla Camera e Senato dopo le polemiche (Credit: Repubblica.it - Gabriella Cerami)

Le opposizioni scrivono al presidente Fontana per chiedere il collegamento televisivo anche da Montecitorio alle 12.15, poi arriva l’ok. Le proteste: “Meloni scappa”. Giovedì 13 febbraio si voterà per i nuovi giudici della Consulta.
Meloni assente domani: è polemica - Alla domanda perché non fosse direttamente la premier Meloni a intervenire, Luca Ciriani, ministro dei rapporti con il Parlamento, ha risposto: “La premier ha ritenuto che i due ministri fossero adeguati a parlare”. Ciriani ha aggiunto: "Il governo non scappa dal Parlamento. Abbiamo chiesto tempo per approfondire un fatto clamoroso. Sono due ministri molto importanti in grado di dare risposte adeguate".
Critico con la scelta del governo Riccardo Ricciardi, capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle: "Meloni si nasconde dietro i suoi ministri. Non si capisce perché, se vengono i suoi ministri, Meloni non venga in aula. Continua a scappare. Vedremo domani quali saranno le mille versioni e contraddizioni del governo". Giuseppe Conte non è soddisfatto di avere Nordio e Piantedosi in Parlamento a riferire su Almasri: “È la presidente del Consiglio che deve venire, perché anche lei è stata avvisata. Lei deve venire da donna, da madre, da cristiana a spiegare perché ha messo su un volo di Stato e rimpatriato un criminale accusato di stupri su bambini, con un mandato d'arresto della Corte penale internazionale. E lo Statuto è stato sottoscritto a Roma. È una vergogna nazionale e internazionale. Questo governo sta cancellando tutta la legalità internazionale per rimpatriare un criminale e un boia? Domani mattina tutte le nefandezze che questo criminale farà in Libia, chiameranno come complice morale la presidente del Consiglio”, attacca Conte. All'osservazione da parte di Bruno Vespa che esiste un rischio che la Libia "apra i rubinetti" dei migranti, l'ex premier replica: "Allora stiamo parlando di altro, non è un funzionario della Libia, è qualcuno che ci sta ricattando? Meloni venga in Parlamento a dire: L'ho fatto perché sono ricattata, io che non sono ricattabile". "Deve dire: "Ho rimpatriato uno stupratore che vada lì a continuare a stuprare i bambini perché sono ricattata, perché ho fallito col blocco navale, ho fallito con lo spot pubblicitario in Albania, non ho una soluzione sulle migrazioni, nel primo anno ho avuto il record di sbarchi, ci ho rimesso la faccia, di fronte al pubblico italiano non avevo soluzione e adesso sono ricattata e devo accettare il ricatto e questo ricatto mi comporta distruggere la legalità internazionale”. Conte conclude: “Se Meloni venisse in Parlamento, se la tesi che lei sposa è quella del complotto degli 007 tedeschi ce lo venisse a dire. Per me c'è un solo complotto, è la sua incapacita”.
Duro anche il Pd, che attraverso la capogruppo Chiara Braga afferma: "Meloni continua a scappare dal Parlamento. L'informativa dei ministri Nordio e Piantedosi era il minimo dovuto, a fronte del fatto che la scorsa settimana è stata annullata. Non capiamo per quale motivo, essendo lei nelle stesse condizioni dei suoi ministri, rifiuti di venire in parlamento e spiegare ad esempio quali sono le ragioni di sicurezza, il motivo per cui non ha posto il segreto di stato. C'è il tentativo continuo di sfuggire".
Attacca la premier anche Italia viva con Davide Faraone: "Quello che non si spiega è perché i due ministri possano venire, mentre la presidente del Consiglio no, e soprattutto perché la scorsa settimana non potevano riferire in Parlamento mentre questa settimana sì. Ma non dobbiamo farci troppe domande davanti al governo delle incongruenze".
Da Avs, la capogruppo Luana Zanella osserva: "Abbiamo insistito perché fosse la premier a riferire in aula sul caso Almasri. Il governo manda invece Nordio e Piantedosi, ha fatto il minimo, ma noi abbiamo dovuto combattere una settimana per averli”.
Il caso della diretta tv - Le opposizioni, durante la riunione, hanno chiesto la diretta televisiva per l'informativa. Per trasmettere il segnale ci vuole l'unanimità dei gruppi parlamentari ma, a quanto si apprende, due partiti di maggioranza non hanno acconsentito. La contrarietà è stata espressa da Forza Italia e Lega. Anche su questo l’opposizione è andata all’attacco.
Le opposizioni scrivono a Fontana per la diretta tv alla Camera - E monta la polemica. I capigruppo di opposizione a Montecitorio hanno inviato una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana per chiedere anche a Montecitorio la diretta Tv dell'informativa dei ministri. "Onorevole presidente, alla luce dell'esito della conferenza dei capigruppo riunitasi al Senato che - nel calendarizzare l'informativa dei ministri dell'Interno e della Giustizia per la seduta di domani, ha altresì disposto la ripresa televisiva diretta degli interventi - Le chiediamo di dare seguito all'analoga richiesta già avanzata dai gruppi di opposizione nella riunione dei presidenti di gruppo. Riteniamo infatti che non ci siano motivazioni plausibili perché siano previste modalità differenti di dibattito parlamentare tra le due Camere, soprattutto con riferimento a una vicenda tanto grave e rilevante per il Paese", scrivono tutti i capigruppo delle opposizioni nella lettera a Fontana. "Confidiamo pertanto che, analogamente a quanto già deciso dal Senato, voglia disporre la ripresa televisiva diretta dell'informativa del governo e dei relativi interventi dei gruppi parlamentari", concludono Chiara Braga (Pd), Riccardo Ricciardi (M5S), Luana Zanella (Avs), Matteo Richetti (Azione), Davide Faraone (Italia viva) e Riccardo Magi (Più Europa) [...]
Giovedì nuovo voto sui giudici della Consulta - Intanto viene fatto sapere che giovedì 13 febbraio il Parlamento si riunirà in seduta comune per l’elezione dei nuovi giudici della Corte costituzionale. Al termine della capigruppo inoltre, il ministro Ciriani ha detto che il governo è intenzionato a porre la questione di fiducia in Senato sul decreto Milleproroghe, calendarizzato in aula la prossima settimana. Anche su questo è scattata la polemica. Il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, ha commentato: "Contestiamo anche la richiesta preventiva di fiducia che oggi il ministro Ciriani ha posto all'attenzione dei capigruppo perché è grave, non abbiamo ancora cominciato a votare gli emendamenti e dentro il Milleproroghe ci sono alcuni dei temi su cui noi contestiamo il governo. Mi riferisco all'energia, alle bollette, alle questione sociali a partire da salari e sanità. E ci sono una serie di emendamenti che le opposizioni hanno presentato in maniera unitaria che non hanno ancora avuto risposta. Ma temiamo che sia l'ennesima fiducia che mettono su di loro perché sono divisi e non vogliono discutere".
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