Posizionate nuca contro nuca, le bimbe «avevano in comune la scatola cranica e gran parte del sistema venoso - ricordano i chirurghi del Bambino Gesù - Oltre un anno di preparazione e di studio con l'ausilio sistemi di imaging avanzato e di simulazione chirurgica è culminato in tre interventi delicatissimi. L'ultimo, la separazione definitiva, il 5 giugno scorso, con un'operazione di 18 ore e l'impegno di oltre 30 persone tra medici e infermieri». A un mese di distanza le bambine «stanno bene, hanno appena compiuto 2 anni e sono ricoverate nel reparto di Neurochirurgia in due lettini vicini, una accanto all'altra, insieme alla loro mamma. Hanno superato operazioni difficilissime, le ferite impiegheranno del tempo a rimarginarsi e il rischio di infezione è ancora presente», avvertono i sanitari. I controlli post-operatori «indicano che il cervello è integro. Il sistema ricreato funziona, il flusso di sangue si è adattato al nuovo percorso. Si trovano in una condizione - spiegano i medici del Dipartimento di Neuroscienze - che darà loro la possibilità di crescere regolarmente sia dal punto di vista motorio che cognitivo, e di condurre una vita normale, come tutte le bimbe della loro età». Per affrontare il caso di Ervina e Prefina bisognava studiare ogni aspetto, pianificare il minimo dettaglio, sottolinea il team del Bambino Gesù.
«Con questo obiettivo, è stato formato un gruppo multidisciplinare composto da neurochirurghi, anestesisti, neuroradiologi, chirurghi plastici, neuroriabilitatori, ingegneri, infermieri di differenti aree specialistiche e fisioterapisti», ricostruisce il Bambino Gesù. Poi «viene coinvolto il Comitato Etico che condivide un percorso terapeutico che possa dare a entrambe le bambine le stesse chance di qualità della vita. Sulla base dell'esperienza maturata con i precedenti casi di siamesi separati con successo, l'équipe del Bambino Gesù mette a punto il programma». «Nel corso dei mesi anche le gemelline vengono preparate alla separazione - ricordano i medici - con la neuroriabilitazione raggiungono un livello di sviluppo cognitivo e motorio analogo a quello delle loro coetanee; con l'ausilio di numerosi sistemi posturali, che le aiutano a trascorrere le giornate nella migliore posizione possibile, affrontano le complesse fasi del trattamento; con il sistema di specchi imparano a riconoscere il volto e le espressioni dell'altra e a stabilire una relazione visiva». Prima di procedere con le fasi chirurgiche, il complesso caso delle gemelline di Banguiè stato presentato e discusso anche a livello internazionale, a Nuova Delhi, in India, dove nel febbraio 2019 si è tenuta la prima conferenza mondiale nel campo della chirurgia dei gemelli siamesi.
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Permettetemi poche, brevi e confuse dichiarazioni. Ciò che hanno fatto al Bambin Gesù è qualcosa di incredibile e commovente. Un anno di preparazione, affinchè fosse chiaro dall'inizio come compiere ogni singolo, piccolissimo step del processo, e come fronteggiare ogni possibile incidente di percorso. E oggi c'è una mamma i cui occhi brillano di riconoscenza e di felicità, e due bambine che possono finalmente guardarsi negli occhi, sorridersi o girarsi dall'altra parte, o giocare con i medici e gli infermieri, giustamente orgogliosi di ciò che hanno fatto. In fondo, sono un po' anche loro genitori di queste bimbe.
Ora aspettiamo con ansia le reazioni del Maiale Felpato, che non tarderà a rimproverare a chiunque non sia leghista - e possibilmente anche patano - il costo del tutto (un milione di euro). Non vedo l'ora di sentirlo, per ricordargli che coi 49 milioni rubati allo Stato dalla Lega, si potrebbero far rinascere 98 bambini siamesi; e che altri 82 bambini siamesi potrebbero rinascere coi 41 milioni spesi dal governo leghista della Lombardia se non si fossero buttati nel cesso con l'inutile monumento a se stessi di Fontana&Gallera. E, per carità, teniamo accuratamente nascosto al Felpa Pig che le due bimbe non sono neanche italiane, e sono addirittura "negre"! La Lega potrebbe addirittura "richiamare alle armi" i famosi 300.000 armati di mitra della "Brigata Val Brembana"!
Ultima considerazione: il romano "Bambin Gesù" ha portato a termine un intervento inaudito, mai tentato prima; tre ricercatrici precarie dello Spallanzani, pagate come cameriere ad ore, hanno isolato per prime al mondo il genoma del coronavius; per non dire della Campania, dove l'ospedale napoletano Cotugno è stato nominato (non da una giuria napoletana, ma inglese) "miglior struttura europea"per il trattamento del coronavirus".
Un vecchio adagio recita: "Chi si loda, si imbroda". Ecco, per il futuro, ho fatto un sogno: che finisca per sempre il vezzo di alcune regioni di definirsi "eccellenze". Nessuna regione può autonominarsi "eccellenza"; la cosa, oltretutto, porta sfiga, come hanno dimostrato casi recenti, e casi ancora in corso.
Tafanus
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