Sia come sia, qualunque sia il “movente” – raccattare qualche voto a urne aperte perché l’aria che tira è contro la guerra o dare l’ennesimo segnale politico di amicizia a Putin - vista con gli occhi di osservatori internazionali poco avvezzi alla psico-politica, le sue parole sono un macigno sulla credibilità del governo. Perché, proprio alla fine della settimana orribile della premier all’estero, manifestano in modo clamoroso una “doppia linea” (e le linee sono opposte): Meloni che si arrabbia con Macron perché non è nell’“Europa di serie A” e che incontra Zelensky a Parigi, lui che non lo incontrerebbe nemmeno se potesse. Molto peggio di Salvini che non voleva Zelensky a Sanremo (ed è stato accontentato), ma insieme all’affaire sanremese questa storia restituisce l’immagine di una incrinatura su un terreno dove Giorgia Meloni finora aveva tenuto una posizione granitica.

Sommando il Festival che ha nascosto Zelensky, Berlusconi che l’ha offeso e l’isolamento europeo di Meloni, è ufficiale: è tornata l’Italietta.

(credit: Alessandro De Angelis - lastampa.it)