Da quando è iniziata la guerra all'Ucraina, e i connessi problemi di impennata dei costi dei combustibili fossili per i paesi occidentali, predico una sola religione: smettiamola di farneticare su fonti che non esistono, o che richiedono anni (che non abbiamo) per diventare disponibili. Puntiamo su cose che possono partire in pochi mesi, a costi sostenibili.
Oggi in Italia un governo di ignoranti straparla compatto di tornare al nucleare. Vogliono il nucleare di quarta generazione. Quello sicuro. Nessuno di loro sembra aver letto un report di fisici e di ingegneri, che stanno tentando di spiegare (senza riuscirci, vista la qualità dell'uditorio), che le centrali nucleari di quarta generazione sono, per ora, un sogno legato alla possibilità (per ora solo teorica) di ricavare energia non dalla fissione nucleare, ma dalla fusione.
Gli scienziati più ottimisti prevedono 25 anni per uscire dalla fase di ricerca, ed altri quindici per la messa a punto di sistemi funzionanti. Poi ci sarebbe da costruirle, queste centrali. Mettiamo insieme il tutto, e forse intorno al 2072 avremo la prima lampadina accesa dalla fusione nucleare. Ma vaglielo a spiegare, a questi espertoni...
Sfugge ai nuclearisti 'de noantri un altro fattore: l'Italia non ha riserve economicamente utili di minerali uraniferi. Sapete chi ce le ha??? In primis l'Australia, con poco meno del 60% delle riserve accertate. Segue, al secondo posto, la Russia di Putin, con poco meno del 40%. Vero che sarebbe una gran furbata passare dalla dipendenza dal gas russo a quella dall'uranio russo??? Già, perchè trasportare questa roba (sia grezza che arricchita) dall'Australia al Mediterraneo sarebbe un attimo...
Che ideona sarebbe quella di smettere di dipendere dalla Russia per il gas, e passare alla dipendenza dalla Russia per i combustibili nucleari! Una figata pazzesca!
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Cambiamo pagina, solo per un attimo: in questi giorni il prezzo di mercato del gas è precipitato addirittura al disotto (seppur di poco) del prezzo che c'era prima dell'inizio della "Operazione Speciale" di Putin. La ragione? E' bastato un segnale come l'accordo sul price-cap a livello europeo per far invertire direzione di marcia alla speculazione. Prima si speculava al rialzo, ora al ribasso. E questo persino a fronte di un regolamento del price cap abbastanza debole, pasticciato e provvisorio, e a dispetto delle minacce russe di chiudere del tutto i rubinetti.
Perchè la speculazione non si è spaventata a fronte della nuova minaccia russa? Semplicemente perchè chi specula sa che la Russia è alla fame, ha bisogno di vendere il suo gas, e non potrebbe campare senza le risorse della vendita del gas. Ora i russi hanno minacciato di vendere il gas ai paesi orientali e asiatici... E come, no??? In India non vedono l'ora di poter comprare gas russo a 200 euro al kilowattora!
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I have a dream... L'Algarve portoghese
E allora??? Allora diamo uno sguardo a cosa sta accadendo a quei tre/quattro paesi europei che il problema lo hanno già risolto quasi totalmente. Parliamo del Portogallo, che non ha certamente l'immagine di paese tecnologicamente avanzato, ma che ci sta impartendo una grande lezione: il Portogallo ha puntato da alcuni anni alle energie gratuite, "piovute dal cielo": Sole e Vento. Con buona pace di chi pensa che queste fonti energetiche producano poco, comunichiamo che in meno di vent'anni il Portogallo - che ci ha creduto - è già ad una copertura del fabbisogno totale di energia elettrica del 50% del totale, e conta di arrivare al 100% nei prossimi vent'anni.
E noi??? Siamo fra i principali attori di questo successo tecnologico ed economico del Portogallo... Ma quello che fa incazzare è che in Portogallo la parte più importante e tecnologicamente avanzata del progetto è stata ed è portata avanti dall'italianissima Enel Energia!
[...] Oggi il Paese sta guardando avanti nel futuro. Anzi, si sta proponendo come uno dei più ambiziosi in termini di sviluppo delle fonti rinnovabili e di decarbonizzazione del mix di generazione elettrico. Un piccolo Paese dalle grandi risorse, molto promettente per le energie pulite, e in particolare per l'eolico e il fotovoltaico, senza trascurare una significativa produzione idroelettrica e un apporto geotermico: la bassa latitudine favorisce una forte insolazione e l’affaccio sull’Atlantico lo espone a un regime di venti favorevole. Inoltre, in prospettiva futura, si aprono scenari interessanti per l’energia marina – in particolare quella delle onde, per le quali le spiagge portoghesi sono famose nel mondo.
Passi da gigante ed obiettiivi ambiziosi - Fino a poco tempo fa, il sistema energetico del Portogallo era obsoleto, basato solo sui combustibili fossili che il Paese doveva procurarsi all’estero vista la scarsità di materie prime: ridurre la dipendenza dalle importazioni è stato uno stimolo in più ad abbracciare la transizione energetica e valorizzare le risorse naturali interne.
A fronte di questa situazione, il percorso intrapreso verso un sistema più pulito è stato avviato con decisione, e già si vedono i primi risultati: la percentuale delle fonti rinnovabili sul totale dei consumi finali di energia è salita dal 19,2% del 2004 al 28,1% del 2017. Nel 2018 poi il Paese ha fatto registrare un risultato eccezionale, con pochi uguali al mondo: l’elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili nel mese di marzo è stata superiore a quella consumata dal Paese nello stesso periodo !
Oggi il Portogallo è il secondo Paese dopo la Danimarca per produzione di energia eolica fra quelli aderenti alla International Energy Agency IEA), ed è così diventato a sua volta un esportatore di energia [...]
Anche dal punto di vista tecnologico sta sviluppando eccellenze nazionali: è fra i leader mondiali per quanto riguarda l’integrazione tra impianti eolici e solari ed è all’avanguardia nei progetti sperimentali per ricavare energia dal moto ondoso dell’oceano.
E gli obiettivi per il futuro sono estremamente ambiziosi: arrivare a produrre l’80% dell’elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, e azzerare completamente le emissioni di gas serra dalla generazione elettrica entro il 2050.
Enel Green Power e una convergenza naturale - Sono obiettivi che sembrano quasi ricalcare quelli del nostro Gruppo: una sintonia che non poteva non portare a un incontro, tanto più che la confinante Spagna è uno dei Paesi più importanti per Enel ed Endesa fin dal 1993 è attiva in Portogallo, dove è il secondo più grande rivenditore nel mercato liberalizzato.
Una tappa fondamentale in questo percorso di avvicinamento è stata la seconda gara per le rinnovabili indetta dal governo portoghese nell’estate del 2020: il nostro Gruppo, tramite la controllata Endesa Generación Portugal, si è aggiudicato 99 MW di capacità di un impianto solare con accumulo di energia che sarà realizzato nell’Algarve, nell’estremo Sud del Paese.
Il parco solare, che sarà sviluppato, costruito e gestito da Enel Green Power, entrerà in funzione nel 2024 ed Enel avrà il diritto di collegarlo alla rete nazionale, sulla base di un contratto di 15 anni con il Sistema Elettrico Nazionale portoghese.
Ma, soprattutto, sarà il primo impianto rinnovabile integrato con un sistema di accumulo di energia del Gruppo Enel nella penisola iberica: un dato di grande rilievo, considerando il ruolo decisivo che lo storage sta sempre più assumendo per la flessibilità della rete elettrica e, in particolare, per consentire la piena integrazione delle fonti rinnovabili [...]
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E veniamo all'Italia, e al Nuovo Governo, così preparato e con lo sguardo rivolto al futuro... Questo ha stanziato ben due terzi della finanziaria (21 miliardi di euro) ad aiuti economici per il pagamento delle bollette alle famiglie meno abbienti, ed alle imprese (comprese quelle alle quali si è già regalata la flat tax, e si tenta di regalare sempre più strumenti facilitatori dell'impunità fiscale. Si potevano spendere per provvedimenti strutturali, questi 21 miliardi? (nella fotina a destra: il "Bignami" parlamentare di FDI)
Facciamo due conti. In Italia ci sono 25 milioni di nuclei familiari. Ventuno miliardi divisi per 25 milioni di famiglie, PER UN TRIMESTRE, SONO PARI A 280 EURO AL MESE, MA SOLO PER TRE MESI. O si pensa che dal 1° di aprile la faccenda potrà rinnovarsi? Se si dovesse estendere il beneficio su tutto un anno, servirebbero 84 miliardi, che lo Stato non avrebbe neanche se mandasse i Carabinieri a rapinare le banche.
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Vediamo quale sia stato il crollo del prezzo del gas, negli ultimi tempi, addirittura mal di sotto - sia pur di poco - di quello che veniva praticato prima della vergognosa "Operazione Speciale" di Putin. Attingiamo ad un articolo de lastampa.it di ieri:
[...] Il price-cap non è ancora scattato, ma gli effetti sul prezzo del gas sono già netti. Questa mattina il costo è tornato a quota 85 euro al Megawattora (MWh), sotto i livelli precedenti alla guerra in Ucraina: il 24 febbraio 2022, giorno dell'invasione della Russia, il prezzo era schizzato a 127 euro al MWh mentre tra il 22 e il 23 febbraio il prezzo si aggirava tra i 79 e gli 88 euro al MWh. Una situazione in cui non si sente l’effetto delle minacce russe. Il vice primo ministro Alexander Novak ha annunciato che Mosca è pronta a «una riduzione parziale della produzione» [...]
Dunque, dato che attualmente il prezzo del gas è meno della metà della soglia fissata dal price-cap, per ora sembra di capire che il prezzo sia scattato verso il basso per una inversione di marcia della speculazione. I mercati delle materie prime energetiche scontano il fatto che la Russia non potrà più dettare legge. Potrà abbaiare, ma dire che compenserà i mancati acquisti europei con quelli della Corea del Nord o della Thailandia fa ridere i polli. Anche i russi devono mangiare, e possono farlo solo esportando ciò che hanno: il gas.
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E veniamo alle conclusioni. Oggi in Italia un impiantino di pannelli solari costa in Italia, chiavi in mano, da 2.000 a a 3.000 € al kilowattora. Diciamo che per una famiglia sprecona di energia come la mia, basta e avanza il contratto da 4 kwh che ho in atto. Un sistema da 12.000 € coprirebbe le mie esigenze per tutto l'anno, anche se io non installassi un costoso sistema di conservazione dell'energia. Esiste il modo di recuperarne COMUNQUE il costo. Come?
In primavera/estate avrei un consumo basso e sole in abbondanza. Consumerei parte dell'energia prodotta, e il surplus lo venderei alla rete Enel (alla quale ovviamente resterei comunque collegato). In autunno/inverno la produzione di energia solare si dimezzerebbe, dovrei quasi certamente prendere dalla rete Enel quanto non prodotto dal solare, ma forse riuscirei a pagare il tutto con quanto risparmiato in primavera/estate.
Prima domanda imbarazzante - Ventuno miliardi in tre mesi di "ristori" per il caro-bollette, e poi ognuno si arrangi come può. Questo è il "soccorso nero" della Meloni. E poi?
Ora Ipotizziamo di dare i ristori solo ai davvero bisognosi. Diciamo la metà dei 21 miliardi stanziati? Ipotizziamo di spendere l'altra metà per pre-finanziare l'impianto a chi ci sta, a prescindere dal reddito. Con 10,5 miliardi di costruirebbero - al costo di 12.000 euro per impianto familiare, 875.000 impianti. Tenendo conto del fatto che in Italia ci sono 25 milioni di nuclei familiari (composti in media da 2,4 persone), una ideuzza del genere libererebbe, in un trimestre, il 3,5% dei nuclei familiari dal peso delle bollette. Lo Stato non dovrebbe essere un ente benefico DONATORE, ma un prestatore di prima istanza, che potrebbe riprendere i soldi spesi chiedendo ai beneficiari di restituire allo stato (o alla eventuale banca erogatrice) i 12.000 euro con rate mensili pari alla metà della media storica delle bollette pagate in era "Pre Operazione Speciale" di Putin.
Alcune domande per concludere
-a) Se lo Stato dovesse farvi una proposta del genere, in alternativa alla mancia di 200/300 euro al mese per soli tre mesi, e poi ranges, la accettereste, o preferireste la mancetta una tantum?
-b) Dato che l'operazione di liberarsi TOTALMENTE e PER SEMPRE dalla dipendenza energetica dai mal di pancia di Russia e di Paesi Arabi Democratici è riuscita fino a coperture attuali del 50/70% del fabbisogno energetico ad un paese come il Portogallo, certamente meno ricco e meno tecnologicamente avanzato dell'Italia, pensate che sia una chimera che possa farcela un'Italia eventualmente governata non da cialtroni intenti solo a favorire l'evasione fiscale futura, e a condonare quella passata?
-c) Pensate che ciò che ha fatto per il Portogallo un'azienda ITALIANA (Enel Green Power) per il Portogallo, avrebbe difficoltà a farlo in Italia?
-d) Come pensate che reagirebbe la speculazione se 27 paesi ricchi iniziassero ad adottare una politica che dovesse finanziare anche solo il passaggio di una famiglia su 10 e di una azienda su 10 all'anno alla quasi totale autosufficienza energetica?
La domanda la trovate nella reazione dei mercati del gas al solo annuncio di un price-cap per ora, di fatto, neanche entrato in funzione, e pieno di limiti e di scappatoie.
Tafanus
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