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Le indagini della procura di Roma sui tabulati telefonici del Commissario all’Emergenza e dell’ex giornalista Rai Mario Benotti
ROMA. Sono 1280 i contatti, tra messaggi e telefonate, fra il Commissario all'Emergenza Covid, Domenico Arcuri e Mario Benotti, giornalista Rai in aspettativa e indagato per traffico di influenze illecite nell'inchiesta della procura di Roma sulle mascherine importate dalla Cina. «Contatti», che si riferiscono a un periodo di 5 mesi, negati più volte da Arcuri, ma confermati da Benotti che, tramite i suoi legali, aveva chiesto al gip di Roma un incidente probatorio per «acquisire le dichiarazioni di Arcuri, e del responsabile unico dei procedimenti, Antonio Fabbrocini».
L'esame del traffico telefonico tra l'utenza in uso a Benotti e quella in uso ad Arcuri fa riferimento a chiamate e sms avvenuti nel periodo che va dal gennaio e il 6 maggio del 2020, «con contatti giornalieri nei mesi di febbraio, marzo ed aprile: a conferma di un'azione di mediazione iniziata ben prima del 10 marzo», il giorno dopo in cui venne dichiarato il lockdown nazionale dall'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Benotti, presidente del consorzio Optel e di Microproducts It, risulta indagato per traffico di influenze illecite, nel procedimento del procuratore aggiunto Paolo Ielo, per alcune maxicommesse da 72 milioni di euro per l'acquisto di 801 milioni di mascherine dalla Cina durante la prima ondata della pandemia da Covid-19. Insieme a lui sono indagate altre persone, tra cui l'amministratore delegato della stessa Microproducts It, Daniela Rossana Guarnieri. E, l'atto istruttorio, era stato richiesto proprio per mettere in luce «i rapporti di conoscenza consolidata tra il commissario Arcuri e Benotti - proseguivano i legali - e soprattutto il fatto che in epoca di emergenza pandemica fu proprio il Commissario per l’emergenza Covid 19 a chiedere a Benotti di interessarsi, nella qualità di presidente del Consorzio Optel, di ricercare sul mercato una fornitura di mascherine che fosse in grado di fronteggiare il bisogno impellente di tali presidi sanitari in un momento drammatico per il Paese, circostanza totalmente dimenticata nelle ricostruzioni giornalistiche di questi ultimi giorni».
In questa tranche dell'inchiesta, sono otto gli indagati. Oltre a Benotti e Guarneri, ci sono Antonella Appulo, Andrea Vincenzo Tommasi, Daniele Guidi, e poi Georges Fares Khouzam, Edisson Jorge San Andres Solis e Andreina Dayanna Cedeno Solis. Le accuse - contestate nel provvedimento di sequestro preventivo (uno disposto dal gip e l'altro, d'urgenza, dalla procura, per un valore complessivo pari a 69,5 milioni di euro) - vanno dal traffico di influenze illecite alla ricettazione, all'autoriciclaggio e riciclaggio, a seconda delle posizioni. L'indagine chiama in causa anche quattro società, la Sunsky srl (di cui è titolare Tommasi), la Partecipazioni spa (con Khouzam legale rappresentante), la Microproduts it (di cui Guarnieri è legale rappresentante) e la Guernica srl (riconducibile a San Andres Solis). Fonte: lastampa.it
[...] A certificare l’intensità dei contatti tra Benotti ed Arcuri ci sono 1.282 contatti tra il 2 gennaio 2020, quando Arcuri non era ancora stato nominato super commissario, ed il 6 maggio 2020; lo stesso Arcuri, invece, nega di conoscere Benotti [...]
Certo che 1282 contatti in 125 giorni sono tanta roba... certificata dai tabulati e da Bonetti, e negata da Arcuri. Si tratta di più di 10 contatti al giorno, e riguardavano un tema - le mascherine - che non era ancora di drammatica attualità, visto che ancora nella seconda metà di febbraio ero impegnato ad acquistar i biglietti per un concerto al BlueNote, e le mie donne (moglie e figlie) erano impegnate nell'organizzazione di una grande festa per il compleanno di mia moglie, che prevedeva arrivi dalle provincie di Monza-Brianza, Milano, Torino, Roma, Napoli, Bari, e anche dall'Irlanda e da Roatan.
Sembra che nell'ambiente dei "mediatori a vario titolo" di mascherine ci fosse una certa euforia, e che corressero ottimistiche previsioni sull'andamento di quella cosa che ai primi di gennaio non si chiamava ancora né epidemia, né tanto meno pandemia.
Siamo certi che Arcuri e Bonetti, magari non contraddicendosi l'un l'altro, vogliano aiutarci a capire. Grazie
Se n'è andato all'improvviso, per una forma tumorale tanto inaspettata quanto rapida e violenta. Per me, amante da sempre del suo jazz "main stream" sempre colto, mai "nuovo-ad-ogni-costo", la notizia è arrivata come una secchiata d'acqua gelata.
Ho avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo tre volte: 1000 anni fa al Blue Note di Parigi, 500 anni fa al "Ronnie Scott Jazz Club" di Londra, e quattro anni fa a Villa Arconati, un'ora da casa mia. Il concerto più bello. Una piovosa giornata di luglio, di quelle che non capitano mai. La pioggia era caduta tutto il giorno, fino a due ore prima del concerto, tanto che eravamo quasi rassegnati alla sua cancellazione.
Sono arrivato, con Marisa e Marzia, quando gli inservienti stavano ancora tentando di asciugare con stracci e spugne, le sedie. Le zanzare erano migliaia. Chick e gli altri due componenti il trio erano il bersaglio prediletto, perchè illuminati dai riflettori. Chick aveva sul pianoforte uno straccio, che nei momenti peggiori afferrava per scacciare i predatori. Concerto per piano a tre mani. Due per la tastiera, e una terza che spuntava all'improvviso dal nulla, dedicata allo straccio.
Un concerto magnifico, durante il quale ha fatto riposare gli altri componenti del trio, per esibirsi in un lungo assolo: un sonata di Domenico Scarlatti, che Chick ritiene da sempre essere fra i più grandi compositori al mondo.
Chick è di origini italiane. I suoi arrivarono negli USA da Albi, un "paesino in discesa" di ben 850 abitanti in provincia di Catanzaro:
Chick sapeva benissimo di essere la Stella Polare del pianismo jazz di tutti i tempi. Non potrebbe far finta di non saperlo, visto che in carriera ha vinto ben 22 "Grammy Awards", e ha ispirato migliaia di pianisti giovani e meno giovani. Ciononostante, è il ritratto dell'umiltà e dell'anti-divismo. Non indossava né smoking, né "bolerino da cretino". Non si dimena sul pianoforte. Dimenticate Allevi, ma anche Bill Evans. Il piano non lo suona come se facesse ginnastica da camera, ma usa solo le mani, e il minimo indispensabile di braccia.
Non chiedetemi con chi abbia suonato in carriera. L'elenco è infinito. Ha suonato con chiunque valesse la pena di farlo. Su WIKI trovate lo sterminato elenco della sua discografia, e dei musicisti che ha avuto accanto.
Il concerto più bello? tre anni fa. Un concerto di oltre tre ore, visto in streaming, di notte, trasmesso dal Lincoln Center di NY, per celebrare l'anniversario della nascita di Thelonius Monk. L'orchestra era quella di Winton Marsalis, l'ospite d'onore era Chick Corea, e la sorpresa... Una chicca che spiega più di mille parole la simpatia e l'umiltà del personaggio. Prima dell'esecuzione di un classico di Thelonius Monk, ha raccontato con la semplicità di uno che "non se la tira" di quando, giovanissimo, in una sala di registrazione dove stava registrando Thelonius Monk, Chick fosse rimasto per ore nascosto dietro una tenda, e attraverso un buco avesse "studiato" per ore i segreti del suo idolo. Poi è andato al piano. e... sono iniziate le sorprese.
Prima un lungo assolo di Chick; poi Chick invita il pianista titolare dell'orchestra di Winton Marsalis (Dan Nimmer, un grande pianista) a sedersi accanto a lui al piano, e hanno fatto uno di quei numeri... Suonato e improvvisato a quattro mani, scambiando di posto "sinistra-destra".
A quattro mani: Chick Corea e Dan Nimmer
Poi, all'improvviso, la cosa che non ti aspetti. Due anni prima avevo notato come nell'orchestra di Marsalis ci fosse una sola donna: Alexa Tarantino (anche lei di origini italiane), alto-sax di fila, giovanissima, sempre sorridente, che lascia il suo posto e si affianca al pianoforte di Chick, chiamata per un assolo accanto a "The Myth". Ho pensato: adesso Alexa sviene. Invece si produce nel suo assolo benissimo, gratificata dai sorrisi di sorpresa e di apprezzamento di Chick, e - fatto unico, alla fine del pezzo - dalla "chiamata" dell'applauso del pubblico per due volte. Alexa, sorpresa e sorridente.
Chick Corea con Alexa Tarantino
In calce troverete la clip video di questo evento, sulle cui implicazioni psicologiche ho chiesto qualcosa ad Alexa (nel frattempo siamo diventati molto amici), in un lungo post-intervista. Questa la mia domanda, e la risposta di Alexa:
-12) Many people (besides myself) have really appreciated your surprising solo next to the jazz-legend Chick Corea, and Dan Nimmer. You looked relaxed. Were you REALLY relaxed? Did you notice the empaty of Chick during your solo? And what about the surprising double-call of Alexa Tarantino from Wynton Marsalys at the end of the concert? Did this happening strenghten your self-confidence?
...playing with a "legend"? it doesn't panic Alexa...
Thank you, Antonio! That week of playing with Chick Corea is certainly a highlight for me. He was so kind and relaxed, very open to letting the music go wherever it wanted to. Before the solo, I was a bit nervous. My dad would always tell me that it was good to be nervous, and that it means that you care. That has always been helpful to remember. I can get a little nervous leading up to something, but once I get on stage, it all goes away. So, when I walked up to play with Chick, I just wanted to enjoy the once-in-a-lifetime experience, and to really dig in to playing with him and playing the music of Thelonious Monk. I had a blast and I appreciate the warmth and support from both Chick and Wynton.
Ora che Alexa, come da previsioni, viaggia per conto suo, con un suo quartetto, ed è stata nominata da JazzTime fra i tre migliori alto-sax al mondo, a qualcuno può interessare l'intervista completa
Ma torniamo a Chick. Nelle prossime settimane cercherò di comporre un post antologico con le sue esecuzioni più belle, sperando che nel posto in cui si trova adesso disponga di una buona connessione internet a banda larga... :-)
Questa volte tocca ad un intramontabile standard di Carlos Jobim "Triste". Un pezzo composto ed inciso la prima volta da Jobim in duetto con tale Sinatra nel 1967. Il pezzo ha 54 anni, ma non li dimostra.
Triste é viver na solidão Na dor cruel de uma paixão Triste é saber que ninguém Pode viver de ilusão Que nunca vai ser, nunca vai dar O sonhador tem que acordar
Sua beleza é um avião Demais p'rum pobre coração Que para pra te ver passar Só pra me maltratar Triste é viver na solidão
Una caratteristica delle quattro "vocalists" è non solo la gioventù (nell'anno della registrazione - 2016 -, Alma Armengou aveva 15 anni, come Rita Payés, e le altre due poco di più). La caratteristica principale è che TUTTE hanno grandissime qualità come strumentiste jazz: Rita Payés al trombone, Elia Bastida violino e sax, Andrea Motis tromba, alto-sax e flauto, Alba Armengou tromba. E che tromba! Precocissima, disinvolta, simpaticissima, Joan Chamorro la "rischia" come voce solista e tromba quando aveva nove anni, nel più grande teatro di Barcellona (vedi in calce il video di "When you are smiling")
Il Commissario straordinario prosegue il piano per la costruzione degli hub "primula", tra perplessità tecniche e questioni di sostenibilità economica. In molti però continuano a interrogarsi sulla reale utilità di queste strutture sanitarie
Mentre l’Italia è alle prese con gli intoppi della campagna di vaccinazione e una crisi di governo, il Commissario Straordinario Domenico Arcuri prosegue con il bando di gara per la realizzazione dei padiglioni primula per l’immunizzazione di massa.
Il progetto è stato pensato in collaborazione con l’architetto Stefano Boeri e già nella prima metà di dicembre aveva fatto discutere. In molti infatti si sono interrogati sulla necessità di allestire dei padiglioni per gestire la vaccinazione, considerando anche costi e tempistica del progetto.
Leggendo il bando che regola l’operazione, le perplessità aumentano. Innanzitutto i tempi. Il bando, pubblicato il 20 gennaio, riguarda «l’affidamento della progettazione di dettaglio, ingegnerizzazione, fornitura in opera, manutenzione, smontaggio e messa a dimora di padiglioni temporanei destinati alla somministrazione dei vaccini anti Covid-19» per un minimo di 21 padiglioni, e prevede soltanto una settimana di tempo per presentare le offerte tecnico-economiche. In sette giorni quindi le aziende candidate dovranno presentare un’offerta economica complessa e poi avranno soltanto trenta giorni per la progettazione esecutiva e la realizzazione. Il testo prevede anche che i tempi di risposta dell’intervento di riparazione in caso di necessità siano di trenta minuti dalla chiamata.
«Il problema è che il bando ha delle contraddizioni troppo evidenti al suo interno» spiega Carlo Quintelli, docente di Ingegneria e Architettura all’Università degli Studi di Parma. «I limiti riguardano anche l’aspetto delle strutture: dalla distribuzione degli spazi e delle persone, alle dimensioni delle zone interne e l’intersezione tra loro» continua Quintelli.
C’è poi la questione dei costi. Nel bando, il Commissario si riserva la facoltà di richiedere la produzione di padiglioni sino a 1.200 unità. La somma al metro quadrato è di 1.300 euro più IVA. Considerando che ciascuna struttura è di 315 metri quadrati, il costo è di 8-9 milioni di euro per 21 padiglioni – con un costo massimo di 400 mila euro per unità. Che lieviterebbero a una somma spropositata se prendesse seriamente piede l’idea di fabbricarne 1.200. «E suona male anche che il punteggio di aggiudicazione del bando si basi al 70% sulla qualità tecnica e il 30% su quella economica delle offerte», puntualizza il docente.
Al livello massimo della fornitura delle inutili e ridicole "primule", il costo sarebbe una bazzecola: 480.000.000 Euro, pari al costo di 40 milioni di dosi del vaccino Pfizer. O, se preferite, la metà di TUTTI i vaccini necessari per iniettare prima dose e richiamo a 40 milioni di persone. Complimenti vivissimi (NdR)
Su questo punto, oltre ai dubbi tecnici, è emersa anche una denuncia da parte della Feu (Filiera Eventi Unita), che raggruppa tutte le aziende e i professionisti degli eventi su scala nazionale. L’associazione ha contestato la scelta di mettere in atto un progetto così dispendioso quando ci sono i magazzini colmi di gazebo dallo scorso marzo. «Uno spreco inaccettabile – segnala il presidente di Feu Adriano Ceccotti -, costi esorbitanti per la realizzazione ex novo di strutture che finiranno poi chissà dove, quando le nostre aziende, totalmente ferme da marzo 2020 e senza ristori, si sono da sempre rese disponibili a sostenere con la propria professionalità e le proprie attrezzature, già pronte e ferme nei nostri magazzini a cifre assolutamente convenienti, la realizzazione di padiglioni temporanei per la vaccinazione di massa. Perché diciamocelo chiaro serve solo un luogo adatto dove vaccinarsi e non serve una primula».
L’associazione potrebbe fornire un servizio capillare sul territorio, arrivando perfino a soddisfare la richiesta dei 30 minuti per i tempi di risposta per interventi di riparazione in caso di necessità. «La nostra associazione potrebbe fornire nello specifico: tensostrutture, allestimenti, service audio video/luci, personale per eventi pubblici e fieristici (hostess & steward), agenzie di organizzazioni di eventi, trasporti e logistica in pratica, tutte le professionalità richieste da Arcuri – conclude Ceccotti – ma nessuno ci ha chiamato».
Il bando, sempre in termini di bilancio tra costi e vantaggi, lascia poco spazio a un’equità di mercato, in quanto le aziende ammesse devono aver dichiarato e dimostrato di «aver eseguito forniture analoghe nell’esercizio finanziario 2017-2019 almeno pari al valore di Euro 154.791.000,00». A ciò si aggiunge anche la sostenibilità della struttura stessa. Come verranno utilizzati i padiglioni una volta termina la campagna di vaccinazione? L’ultima risposta è di Stefano Boeri ad Artribune: «Un progetto di massima per padiglioni temporanei pensati per essere facilmente smontabili e riutilizzabili in prossime situazioni di emergenza». (Per la serie "Aquaiò, è fresca l'acqua?" - NdR)
Ma anche qui i dubbi non mancano: «Una tensostruttura circolare è difficilmente impiegabile una seconda volta. Almeno che non si voglia fare un circo. E poi non vedo la logica dello sforzo di creare ex novo quando si può sfruttare materiali e competenze già assodate», assicura Angela Orecchio di Feu.
Infine c’è la questione qualitativa. Parcheggi, separazione dei flussi, distanziamento sociale, altezze dei locali livelli di aerazione, tetti e perfino il numero dei bagni. Oltre ad essere molto lontana dai modelli tedeschi e inglesi (i primi si sono affidati perfino a pullman ad hoc, mentre i secondi a una planimetria del Royal College in UK di agosto 2020), la cartina della “primula” frena l’ambizione di una somministrazione rapida ed efficiente. «Ognuno di questi padiglioni – spiega Quintelli – è in grado di effettuare 6 vaccinazioni alla volta per la durata, compresa anamnesi, di 10/15 minuti a seconda dei soggetti. Approssimando: 30 vaccinazioni/ora per 10 ore, ovvero si vaccinano 27.000 persone in tre mesi».
Quindi? «Per un centro da 100.000 abitanti il padiglione da quasi mezzo milione di euro li vaccina tutti, ma ci vuole un anno. Mentre per un piccolo centro da 30.000 abitanti, spendendo molto meno, si potrebbe registrate la stessa portata di vaccini nella sala civica, in quella parrocchiale o nella palestra», dice il docente.
A questo si aggiunge il fatto che il bando lascia la qualità del padiglione alla libera interpretazione dei costruttori,salvo «l’assoluta immodificabilità dell’estetica del progetto». Ovvero la primaria attenzione del documento è per l’estetica, nonostante si parli di una struttura con finalità tecnico sanitarie. Per tutto il resto un “fate vobis”.
Se invece ci vogliamo soffermare meno sull’estetica e di più sulla funzionalità, lo scheletro tecnico del padiglione prevede «16 persone in un’area di attesa di circa 40 metri quadrati che funge anche da ingresso/uscita, punto reception, disimpegno ai corridoi, dove tutti incrociano tutti. Uno spazio oltretutto alto solo 2.70 metri con volumi d’aria limitati e che andrà fortemente depressurizzato» continua Quintelli.
Lasciano perplessi anche le misure dei vari locali: 2,60 metri di profondità per gli spazi anamnesi e vaccinazione, corridoi da 1,40, sala attrezzata «per reazioni avverse» da circa 9 metri quadrati e, con una media di 50 persone sempre presenti nella primula, due soli bagni per i pazienti e uno per gli operatori. Il bando infine precisa che «la presentazione dell’offerta non vincola il Commissario straordinario ad affidare la realizzazione dei padiglioni». Come dire, «è stata un’idea esemplare, ma stavamo scherzando».
E' dalla prima volta che abbiamo visto solo le foto degli esterni di questa pugnetta architettonica che abbiamo iniziato ad avere fortissimi dubbi sulla loro funzionalità. Avevamo proposto di usare piuttosto gruppi di containers attrezzati, già pagati ed esistenti, della Protezione Civile; palestre, alberghi ed altri locali fermi per covid, pagando una locazione ai proprietari, e cogliendo due piccioni con una fava: pagare meno, avere subito le strutture, ristorare i proprietari. Niente da fare. Arcuri resta quello che "facciamo tutto io". Col consenso di Giuseppi.
Ma Arcuri è capace, nonostante i suoi titoli, di fare due conti??? E se provasse a restringere il suo smisurato ego, e chiedesse aiuto all'ingegneria ospedaliera, alla Protezione Civile, ad Emergency? Possibile che non sia stato capace di valutare che questa idiozia costerebbe quanto metà di TUTTI i vaccini che serviranno per fare due dosi a quaranta milioni di persone?
Già. Tutto è possibile. Anche che Arcuri sbagli abbia ordinato le siringhe sbagliate per tipologia e capacità, che dimentichi di ordinare i cappucci, e che paghi sei volte il prezzo di una normale e sicurissima siringa da vaccinazione, universalmente accettata da tutti i medici.
Sembra che sulla faccenda delle siringhe pagate sei volte il prezzo di quelle giuste si stia muovendo anche la Corte dei Conti, che avrebbe aperto una inchiesta...
Ultima perla: ecco cosa scrive Wikipedia di "facciamo tutto io":
[...] Nel 2007 Arcuri viene nominato amministratore delegato di Invitalia, occupandosi dello sviluppo del sistema produttivo, della coesione territoriale e della reindustrializzazione di aree industriali dismesse in crisi economica, tra cui la bonifica dell'area di Bagnoli e di Termini Imerese, senza conseguire risultati tangibili [...] Fonte: Wikipedia
Nei precedenti 12.000 incarichi ricoperti, Letizia Dolcizia Brichetto Arnaboldi Moratti Viendalmare si è sempre lasciata dietro una scia di polemiche e di episodi oscuri. La costante della sua vita è una perenne, affettuosa attenzione nei confronti dei ricchi. Insomma, di se stessa, dei suoi cari, e dei suoi amici.
Questa volta è riuscita a superarsi. Sono bastati pochissimi giorni da Vicepresidente della Lombardia e responsabile della Sanità, ed è già riuscita a farci rimpiangere la stellare intelligenza di quel Gallera che non ne ha azzeccata una.
Una affermazione di abissali stupidità e classismo, le ha fatto conquistare vertici di popolarità -nel "quadrilatero" dell'alta moda- che non era riuscita a conquistarsi neanche quando, sindaca delle libertà, aveva liberato non già Milano, ma solo le ristrette "aree bene", dalle prostitute. No, non le aveva uccise. Le aveva solo deportate, a botte di multe pesantissime, e costrette a degradare non Milano, ma solo la Milano fuori dalla cerchia dei navigli, e gli innocenti comuni limitrofi.
...E VENIAMO ALLA "STRACAZZATA" - [...] "La Lombardia, già in rotta con il governo per l’assegnazione della zona rossa, fa divampare la polemica per la proposta della neo assessora alla Salute e vice presidente Letizia Moratti, che in una lettera ad Arcuri chiede di tenere conto, per la ripartizioni dei vaccini, di 4 parametri: contributo che le Regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus" [...]
E' probabile che questa Signora capace di tutto ma buona a nulla, non abbia familiarità con la Costituzione italiana, che garantisce il diritto alla salute a TUTTI in egual misura, senza differenze d'età, di genere, di status sociale. Ma forse questa Signora non solo non ha mai sfogliato la Costituzione, ma neanche un bignamino di economia. Infatti, travolta dagli insulti e dalle critiche sul web, prova a rimediare, ma - come spesso le accade - la toppa è peggiore del buco:
In serata dall'assessorato al Welfare precisano: il senso era "se si aiuta la ripresa della Lombardia si contribuisce alla ripresa del Paese".
Gentile Signora Viendalmare, vorrei farle presente che sarei sorpreso se la Lombardia dovesse "ripartire" grazie a qualche migliaio di morti lombardi in meno e a qualche migliaio di morti in più in Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, il giorno dopo sposterebbe le fabrichette dalla Valassina (è solo un esempio) a Corigliano Calabro, o a Molfetta, o a Canicattì?
Vede, signoramia... si da il caso che essendo l'Italia uno stato unitario diviso in regioni, l'unico criterio da prendere in considerazione è il numero di abitanti. Ma ecco come la pensa "lorsignora":
Il contributo che le Regioni danno al Pil, la mobilità, la densità abitativa e le zone più colpite dal virus: sono i quattro parametri che la vicepresidente e neo-assessora al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti ha chiesto di tenere in considerazione per la ripartizione dei vaccini anti-Covid, in una lettera inviata al commissario Domenico Arcuri. E la scelta del parametro della ricchezza di cui si è parlato nella riunione di Moratti con i capigruppo in Regione ora è al centro delle polemiche.
Una ipotesi che le ha procurato non solo i miei insulti (dei quali può tranquillamente fregarsi), ma persino quelli di Giuseppe Sala, sindaco di Milano. Un suo nemico? Niente affatto. Giuseppe Sala è stato miracolato dalla Viendalmare sindachessa. Ecco cosa scrive Repubblica:
Il suo 'avvicinamento' alla politica e' del 2009, e lo si deve all'allora sindaco Letizia Moratti. Fu lei a volerlo nella squadra, affidandogli l'incarico di direttore generale del comune di Milano, che ha ricoperto fino a giugno 2010. Poi ancora un ritorno alle aziende con la presidenza di A2A, l'azienda pubblica lombarda di energia e servizi. La svolta, a metà tra la politica e il management, con Expo: nel 2013 il presidente del Consiglio Enrico Letta lo nomina commissario unico delegato del governo per l'Expo. Un ruolo che gli dà una notorietà internazionale.
Ecco cosa scrive Sala, di getto, appena letta questa allucinante proposta, sul suo profilo Instagram:
"Ci sono mattine in cui ti possono cadere le braccia. Il tuo Paese in preda a una crisi politica difficile da decifrare e nel momento sbagliato, la tua Regione che chiede l'assegnazione dei vaccini in base al Pil".
Ce ne ha messo di tempo, Sala, a farsi "cadere le braccia"! A me le braccia cadono da 10 mesi, e cioè da quando abbiamo iniziato l'odissea con le introvabili mascherine. E poi con gli impraticabili tamponi, con l'autocelebrazione "il mondo prende esempio dall'Italia", e poi il "tana-libera-tutti", la pandemia che riprende, e in fiat ci porta da 12.000 ad 800.000 infetti, e da 30.000 a 85.000 morti; quindi l'Italia dell'apri-chiudi-apri-chiudi, l'Italia della pandemia Caran d'Ache, e Codogno, e Alzano, e il Pio Albergo Trivulzio, e il Billionaire, e i banchi a rotelle, e lo sminuzzamento degli scarsi fondi in mille provvedimentini-annuncio... Potrei riempire pagine cogli esempi di cialtroneria sfoggiati da TUTTE le regioni italiane, di qualsiasi colore politico. Ma l'uscita della Viendalmare polverezza in un giorno tutte le cazzate dette e fatte dal resto di tutti gli "esperti" messi assieme.
Confrontiamo i numeri di due regioni che per mesi (e per alcuni parametri da sempre) sono state agli antipodi, e vediamo cosa succederebbe alla Lombardia della Moratti ed alla Calabria di nessuno applicando i parametri chiesti ufficialmente dalla Vieldalmare ad Arcuri (del quale, calabrese, vorrei proprio sapere se in risposta abbia o meno mandato "affa" questa furbetta del vaccino). Facciamo una piccola simulazione, componendo il patchwork dei numeri lombardi e di quelli calabresi, e vediamo quale percentuale di calabresi avrebbe diritto a vaccinarsi, e quale percentuale di lombardi. Nella simulazione la quantità "1" è assegnata alla Calabria, e l'altra alla Lombardia:
POPOLAZIONE TOTALE: 1 / 5
DENSITA' DI POPOLAZIONE 1 / 3,4
REDDITO P.C.: 1 / 2,5
POSITIVI PER MILIONE DI ABITANTI: 1 / 1,0
TRAFFICO AEREO: 1 / 40,0
Fatti i conticini, signora mia? Coi suoi parametri (che sono ancor più cretini, se possibile, dei 21 parametri che servono a ridisegnare ogni quarto d'oro la Carta d'Italia Caran d'Ache, la Lombardia, coi suoi 10 milioni di abitanti, dovrebbe ricevere (e attualmente riceve) 5 volte il numero di vaccini rispetto ai 2 milioni di abitanti della Calabria. Ma adesso facciamo il conticino completo: coi parametri in letizia, la Lombardia, fatto pari a 100 il numero di dosi date alla Calabria, alla Lombardia ne spetterebbero 170.000: [100*5*3,4*2,5*1*40=170.000).
Ma voglio farle uno sconto, senza il quale ciò che ha proposto sarebbe da TSO: le tolgo il "per 40" relativo al traffico passeggeri, e le faccio grazia del traffico autostradale; e non parlo delle ferrovie (a binario unico) perchè capisco che altrimenti i numeri diventerebbero kafkiani) Quindi togliamo il "*40", e limitiamoci ai primi 4 parametri in elenco. Scenderemmo (ingiustamente per la Lombardia, visto che la priveremmo del parametro "mobilità") ad un rapporto di 100 per la Calabria, e 4.250 alla Lombardia. Assumendo il solo parametro assumibile (il numero di abitanti) alla Lombardia spetterebbero, signoramia, 500 dosi, contro 100 alla Calabria, e non 4.250
Quello che lei sta chiedendo ad Arcuri di fare (con quale autorità? le regole generali spettano al governo centrale, non all'ultima incompetente arrivata al servizio del Genio Fontana) rassomiglia tanto all'istigazione a compiere un furto senza scasso.
Si riposi, donna Letizia. Mi sembra che lei sia molto stanca.
Tafanus
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APPENDICE - La Signora Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti, nonostante sia stata impegnata per una gran percentuale della sua vita, nella fatica di firmare con un nome simile, ha trovato più volte il modo di farsi apprezzare. Riprendiamo alcuni suoi exploit presi a caso:
La sindachessa Letizia Moratti è stata criticata più volte per la scarsa presenza in Consiglio Comunale: 6 presenze nel 2008 e 3 nel 2009. Nove presenze in 24 mesi.
Dei 61 rappresentanti di giunta e consiglio, Letizia Moratti è ultima per presenza alle votazioni, con un totale del 5%.
Il sindaco Moratti è stata inoltre richiamata dal presidente del Consiglio Comunale, Manfredi Palmeri per non aver risposto alle 100 interrogazioni poste dal consigliere di opposizione Pierfrancesco Majorino.
Nel dicembre 2016 è stata condannata dalla corte dei conti a versare, al Comune di Milano, poco meno di 600.000 euro per due voci di spesa: 11 incarichi dirigenziali esterni a non laureati per quasi 1,9 milioni, e retribuzioni ritenute troppo costose, più di 1 milione, di alcuni addetti stampa.
Nel 2011 Letizia Moratti perde le elezioni comunali contro il candidato del centrosinistra, Giuliano Pisapia. La campagna elettorale era stata segnata da diverse controversie: Moratti aveva accusato Pisapia di essere stato condannato in gioventù per furto d'auto, omettendo di citare l'assoluzione nei successivi gradi di giudizio. Il web si era riempito viralmente di accuse ironiche a Pisapia
In risposta ad una interrogazione-burla su Twitter («Cosa ne pensa della moschea abusiva in via Puppa, nel quartiere di Sucate?»), lo staff elettorale della Moratti aveva risposto seriamente: "nessuna tolleranza per le moschee abusive", scatenando la reazione della satira virale (...dov'è la mia biro??? L'ha rubata Pisapia!)
Dal 1994 al 1996, durante il governo Berlusconi I, Letizia Moratti è stata presidente della Rai. A pochi mesi dalla nomina, dichiarò:
«La Rai può essere complementare alla Fininvest. (...) Rai e Fininvest sono due aziende attualmente in concorrenza sul mercato. Tuttavia io credo che si possa intendere che la Rai è un'azienda che deve essere prevalentemente orientata al servizio pubblico». Traduzione (mia, arbitraria): "All'amico Silvio la polpa, alla RAI l'osso"
Letizia Moratti fu candidata sindaco di Milano alle elezioni comunali del 2006 per la Casa delle Libertà, insieme a due liste civiche, la Lista Moratti e la Lista Giovani per Milano. Vince le elezioni al primo turno, con il 52% dei voti (il suo più diretto sfidante, Bruno Ferrante, della coalizione di centrosinistra, consegue il 47% dei voti), diventando la prima donna a dirigere l'amministrazione del capoluogo lombardo. A fronte di una spesa di 694.000 euro sostenuta da Bruno Ferrante per la campagna elettorale, Letizia Moratti ha usufruito di un finanziamento di 6.335.000 euro del marito Gian Marco.
Nel 2011 Letizia Moratti si è candidata per un secondo mandato da sindaco di Milano con il sostegno di una coalizione di centrodestra e di 12 liste collegate (Il Popolo della Libertà, Lega Nord, La Destra, Nuovo PSI, I Popolari di Italia Domani, Alleanza di Centro e alcune liste civiche). Inizialmente ritenuta favorita dai sondaggi, ottiene al primo turno il 41,58% dei voti contro il 48,04% del candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia, accedendo quindi al ballottaggio, dove riceve solo il 44,89% delle preferenze e viene sconfitta da Pisapia, che ottiene il 55,11% dei voti. Diventa quindi consigliere comunale di opposizione ma sceglie di non iscriversi al gruppo consiliare del PdL. Il 27 gennaio 2012 rassegna le dimissioni da consigliere comunale (fonte: Wikipedia)
Un antidoto infallibile contro le ansie da coronavirus. Impeccabile la direzione di Horst Sohm, bravissimi gli esecutori. Forse la più bella esecuzione che mi sia capitato di ascoltare.
L'affaire ha colpito circa 20mila famiglie, accusate ingiustamente di frode tra il 2003 e il 2019
Il governo olandese del premier Mark Rutte si è dimesso sull’onda dello scandalo sui bonus figli, a causa del quale 20mila famiglie sono state accusate ingiustamente di frode.
Le dimissioni della coalizione formata da quattro partiti erano attese, dopo che ieri si era già dimesso il leader del Partito laburista Lodewijk Asscher, ministro per gli Affari sociali all’epoca dei fatti (2012-2017), quando migliaia di famiglie furono costrette a restituire i sussidi ottenuti, dopo essere stati accusati ingiustamente di averli ottenuti in modo illegittimo.
Tra il 2003 e il 2019 almeno, migliaia di genitori sono stati accusati a torto dalle autorità del Paese di aver richiesto questi assegni in modo fraudolento; molti di loro sono stati costretti a restituire senza motivo importanti somme di denaro andando in rovina. Tra i genitori danneggiati molti migranti, costretti a indebitarsi pesantemente per dare indietro i soldi all’agenzia tributaria.
L’avvocato delle famiglie danneggiate, Vasco Groeneveld, ha presentato martedì una denuncia contro tre ministri attuali e due ex ministri. Il rigorista Rutte era al potere dal 2010.
Il governo guidato dal liberale e rigorista Mark Rutte, che si è assunto la responsabilità politica di quanto accaduto, lascia a due mesi dalle elezioni del 17 marzo; rimarrà in carica per gli affari correnti, in particolare la gestione della pandemia.
Posso dire, con la mia abituale franchezza da bisonte in una cristalleria, che sono assolutamente felice, della fine che ha fatto questo rutte travestito da statista? Giusto per ricordare i fatti: nel momento peggiore della pandemia, quando l'Italia era insediata saldamente sul podio dei paesi con più infetti e più morti al mondo, questo rutte in grisaglia era stato paparazzato mentre era in cordialissimo colloquio con uno spazzino, il quale intimava al condiscendente rutte: "Mi raccomando! all'Italia neanche un euro!"
Ora questo "frugale razzista" viene spazzato via dai suoi concittadini, e noi siamo qui a chiederci come abbiano fatto gli olandesi a reggerlo per un decennio.
Chi mi frequenta su facebook, ricorderà che avevo scritto parole di fuoco contro questa coppia di deficienti, ed avevo augurato al rutte che il paese da lui sgovernato provasse presto, sulla propria pelle, quanto stava devastando l'Italia.
Per intenderci, il rutte aveva avuto illustri anticipatori; solo un filino più intelligenti. Tutti intelligentemente pronti a giurare che il coronavirus fosse un problema tutto italiano. Il gallinaccio Lagarde che spiegava urbi et orbi come non fosse compito dell'Europa occuparsi dello spread (con buona pace del gran lavoro fatto da Draghi per selvare l'Europa); e la Ursula Van der Leyden - creatura della Merkel - che spiegava come i famosi "eurobonds" non fossero all'ordine del giorno.
Poi la pandemia ha iniziato a picchiar forte anche nella Francia della Lagarde e nel Benelux della Van der Leyden, e con una "strambata" di 180° entrambe hanno cambiato idea. Il rutte no: troppo impegnato a frequentare facchini e scaricatori di porto non ancora colpiti dal coronavirus, ma colpiti da sempre dal venticello del razzismo?
E' stato in quel momento che sul mio profilo facebook due intellettuali del buonismo, autocertificate "professoresse" hanno iniziato ad attaccarmi perchè "la morte non si augura a nessuno". Ma io non auguravo né la vita, né la morte. Semplicemente, tifavo (e tifo, come sempre) per la legge del taglione. Ho scritto e ripetuto fino alla nausea che se un premier di un paese ritiene che il virus fosse un problema italiano di cui l'Europa non doveva e non poteva occuparsi, non solo non aveva capito un cazzo di come viaggiano le pandemie, ma meritava di vivere sulla sua pelle l'esperienza italiana, per cominciare, forse, a capire. La fine - prevedibile - della storia, mostra le due professoresse politically correct togliermi l'amicizia. Oddio! Non è che la cosa mi abbia traumatizzato! Tutt'altro.
Anche la Svezia - con un filino di tatto in più di rutte - era sulla stessa linea. Da allora ho iniziato a mettere in grafico i dati dell'andamento del coronavirus per alcuni paesi, fra cui Olanda e Svezia.
Fino a metà settembre Italia, Olanda, Svezia, superata la prima fase,viaggiavano più o meno alla stessa velocità di crociera. Poi la storia, il destino, e forse anche la stupidità del "noi non facciamo il lock-down perchè i nostri cittadini sono civili e e capaci di autoregolamentarsi" ha fatto ripartire la fase due in Olanda e Svezia a velocità doppia di quella italiana, che pure non scherza.
Mi fa piacere? Per niente. Ma è un bene per l'Europa se paesi come il Benelux (la cui maggior industria è la protezione degli evasori fiscali), o come la Svezia (che ogni anno ricevono dall'Europa - al contrario dell'Italia - più soldi di quanti non ne versino nelle casse della EU), comincino a capire di non essere i geni della lampada, e comincino a ridurre il loro tasso di presunzione e di razzismo nei confronti dei paesi del "Club Med".
Per esempio quando Arcuri scolpisce: "Entro tre mesi vaccineremo 6 milioni di cittadini in Italia
Ospite della trasmissione Mezz’ora in Più su Rai Tre, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata, il Commissario Domenico Arcuri sottolinea il buon andamento della campagna vaccinale in Italia ma avverte: non possiamo abbassare la guardia.
Il Commissario Arcuri: vediamo la luce
Durante il suo intervento nella trasmissione di Lucia Annunziata, il Commissario Straordinario all’emergenza Domenico Arcuri, ha rivendicato il buon andamento del piano vaccinale nel nostro paese:
“Siamo semplicemente il Paese leader in Europa per dosi somministrate. Fino alla fine del 2020 noi guardavamo il numero dei contagiati e dei deceduti. Ora possiamo guardare anche quello dei vaccinati. Prima c’era solo il buio, ora anche la luce”.
“Entro fine marzo 6 milioni vaccinati”
Ovviamente, più salirà il numero dei vaccinati e più si innalzerà una barriera che rallenterà i contagi, la velocità in questo contesto rappresenta una variabile fondamentale:
“Entro la fine di marzo saranno vaccinati 6 milioni di italiani”assicura il Commissario, ” i contratti aggiuntivi sottoscritti dall’Ue con Pfizer e Moderna consentiranno “di raggiungere quel numero di vaccinati”.
“Tutti gli italiani vaccinati entro autunno 2021”
La sfida è quella di vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno.
“Se verranno autorizzati almeno due degli altri 4 vaccini, Astrazeneca e quello Johnson & Johnson, riusciremmo a raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti”.
Non abbassare la guardia
Fino a quel momento però sarà fondamentale non abbassare la guardia e seguire tutte le regole per la prevenzione del virus che ormai fanno parte della nostra quotidianità anche perchè come spiega Arcuri:
” l’epidemia non è fuori controllo ma ha ripreso la sua recrudescenza in Francia, Spagna, Uk e anche in Germania”.
Dunque, secondo l'ineffabile Arcuri l'epidemia (sic) non è fuori controllo. In prima battuta inviterei Arcuri, commissario-a-tutto, a fare un ripassino sulla differenza fra epidemia e pandemia.
Poi vorrei fargli notare che i numeri della Germania sono, da mesi, migliori di quelli italiani, ma in Germania non giocano coi pastelli Caran d'Ache, coi quali cambiamo ogni 48 ore il "coloring-book" italiano, ma proclamano un duro lock-down (in stile Italia primavera 2020).
E' sicuro Arcuri di vedere la lucina? Si ricordi la barzelletta di un tizio che "vedeva la lucina in fondo al tunnel", salvo accorgersi - quando ormai era troppo tardi - che quella non era la lucina in fondo al tunnel, ma il fanale di un treno che gli stava piombando addosso.
E veniamo alle balle della "vaccinazione di 6 milioni di italiani entro fine marzo", e a quella analoga della "vaccinazione entro l'autunno 2020 di tutti gli italiani che lo vorranno".
Caro Arciri, basta guardare i numeri, che non "Libero", ma un sito governativo, fornisce un paio di volte al giorno. Ecco gli ultimi dati (vostri)
Fatti i conticini, Arcuri??? 896.498 "buchi" (non vaccinazioni, perchè la vaccinazione richiede due buchi) sono pari a 448.249 vaccinazioni in 15 giorni, pari a 29.883 vaccinazioni potenziali al giorno. Per fine marzo mancano esattamente 77 giorni, il che significa che alla velocità attuale dovreste fare (se l'aritmetica elementare non è un'opinione) un totale di altre 2.300.000 vaccinazioni, che sommate alle 448.000 già fatte, porterebbero il totale a 2.740.000. Numero ben lontano dai suoi 6 milioni. E l'assenza - per ora - del secondo, terzo o decimo vaccino non c'entra nulla, perchè non riuscite, per il momento, neanche ad utilizzare una percentuale decente dei soli vaccini Pfizer.
E veniamo ai conticini per fine anno 2021: se vogliamo raggiungere o avvicinare una immunità di gregge entro l'anno, dobbiamo vaccinare in totale 42 milioni di persone, dobbiamo fare 83 milioni di buchi circa in 11,5 mesi; oltre 240.000 buchi al giorno (inclusi i giorni festivi) a fronte degli attuali 60.000.
Dottor Arcuri, è proprio sicuro che riusciremo a prendere un catorcio a metano che viaggia a 120 chilometri all'ora, e farlo andare a 480 chilometri all'ora? Non vorrebbe verificare le notizie che sparge, PRIMA che diventino vangelo (o fake-news destituite di ogni fondamento?).
Si affretti. Tempus fugit, e noi riprenderemo queste sue funamboliche promesse ogni mese, finchè non le sentiremo pronunciare una frase celebre, mai uscita dalla sua bocca: "ho sbagliato"
i "tiggì" di regime sono pieni di notizie sul fatto che servono più vaccini. Lo abbiamo già scritto ed analizzato. Ma il problema che abbiamo adesso non è il numero di vaccini a disposizione (abbiamo già ricevuto 469.950 dosi dal 30 dicembre al 1° gennaio), le vaccinazioni non simboliche sono iniziate il 31 dicembre, e ad oggi siamo riuscite a fare, in totale, 52.037 buchi. Abbiamo usato esattamente esattamente l'11,1% delle dosi già ricevute, mentre l'88,9% delle dosi è ancora intonso.
Erga, se il collo di bottiglia non è da ricercarsi nelle forniture, ma nelle nostre capacità di usarle, la situazione è tragicomica. Non prendiamocela col la EMA o con AstraZeneca, ma con la cialtroneria di chi (sono le stesse persone) ha lasciato per mesi gli operatori sanitari con un numero insufficiente di presìdi di protezione, e le persone normali venivano salatamente multate se scoperte senza le introvabili mascherine.
Due conti, rovinosi: le vaccinazioni "non simboliche" sono iniziate ufficialmente il 30 dicembre. Ad oggi (quarto giorno della "campagna vaccinazione", hanno avuto la prima dose in tutto 52.037 persone. E non è colpa della carenza di vaccini, visto che ne abbiamo usati in più di metà settimana l'11% della fornitura settimanale.
Meno male che almeno un fornitore è in ritardo, altrimenti in un mese annegheremmo nei vaccini che non ci siamo attrezzati per somministrare tempestivamente. Eppure sapevamo che sarebbero arrivati, e che a regime ne arriveranno sette milioni al mese. C'è da sperare che qualcuno svegli chi ci amministra, perchè se le cose dovessero continuare così, saremmo ancora una volta vittime della nostra cialtroneria.
Tenete in mente questa cifra: 52mila buchi in 4 giorni. Tenendo presente che una vaccinazione richiede due dosi, siamo a 6500 vaccinati al giorno. Meno di un vaccinato al giorno per ognuno dei 7900 comuni italiani.
Dicono gli esperti che per raggiungere l'immunità di gregge, dovremmo arrivare a circa l'80% di italiani che abbiano già avuto l'infezione ed abbiano prodotto anticorpi sufficienti (che nessuno sa se, come, quanto a lungo funzionino) e/o siano state vaccinati.
Se la velocità di regime dovesse essere quella di 6.500 vaccinati al giorno incluso il richiamo, per vaccinare 48 milioni di italiani a botte di 6.500 al giorno, ci metteremo, calcolatrice alla mano, un ventennio.
Datevi una mossa. Quando, a regime, dovrebbero arrivarci 7/8 milioni al mese, dovremo riuscire a fare 250.000 buchi al giorno. Altro che 6.500. E ringraziamo alcuni fornitori di essere in ritardo, aiutandoci (ma davvero?) a trovare il solito capro espiatorio al di fuori di noi.
La tabella allegata ci dice come l'Italia si sia attrezzata alla bisogna, pur sapendo con largo anticipo che i vaccini sarebbero arrivati, prima o poi.
Dalla tabella si può anche dedurre il "merito" delle singole regioni nell'attrezzarsi. Anche la migliore viaggia al 35% delle dosi utilizzate rispetto a quelle ricevute. Alla fine della prima settimana avranno usato meno dellì'80% della fornitura settimanale di UN SOLO fornitore (Pfizer). E quando si aggiungeranno Moderna e AstraZeneca?
Prendiamo di dati da una fonte come ilSole24Ore, che non ci sembra sia un giornale pregiudizialmente nemico dell'attuale governo.
Come al solito, i governanti prendono i dati ottimali come dati realistici, ma evidentemente non è così. Basta una nevicata per ritardare le consegne di qualche giorno; c'è un problema di personale medico e infermieristico ancora largamente insufficiente ad usare i vaccini che DOVREBBERO arrivare, ma come succede troppo spesso nel nostro paese, si scambiano i migliori numeri teoricamente possibili con una realtà a portata di mano. Una sorta di wishful thinking di massa.
Analizziamo i programmi di arrivi da qui a fine terzo trimestre, come comunicati dal governo, dalla sanità e da Arcuri.
PFIZER - Per 9 mesi (Gennaio/Settembre) dovremmo ricevere 470.000 dosi a settimana, già prudenzialmente ridotte da Arcuri a 450/470.000. Facciamo 460.000 a settimana, e che non se ne parli più. Se non nevicherà, non ci saranno scioperi o altri contrattempi, se ci saranno TUTTI gli uomini e le strutture necessarie, e tenendo conto che ogni vaccinando necessita di due dosi, il contratto Pfizer potrà coprire, nei nove mesi ipotizzati, 8.900.000 persone.
MODERNA - Il 4 gennaio l’Agenzia europea Ema dovrebbe dare il suo via libera al vaccino dell’americana Moderna, che è stato già validato dall’Fda, l’autorità americana. A quel punto alle dosi della Pfizer Biontech già in arrivo negli hub italiani, si aggiungeranno quelle di Moderna che ha promesso all’Italia 1,3 milioni di dosi nel primo trimestre, 4,7 nel secondo e 4,7 nel terzo per un totale di 10,7. Se così sarà, e se il problema "strutture e personale" sarà risolto, aggiungendo i vaccini della Moderna ai vaccini della Pfizer, arriveremmo a poter vaccinare altri 5.350.000 pazienti, che aggiunti a quelli della Pfizer fanno - salvo errore - un totale di 14.250 vaccinati.
ASTRA-ZENECA - Ecco cosa dice IlSole24Ore (noto giornale sovversivo). [...] Già in settimana l’agenzia britannica del farmaco potrebbe dare il suo via libera, dopo il quale la parola passerebbe all’Ema. La quale però ha fatto sapere che difficilmente il disco verde potrà arrivare entro la fine di gennaio[...].
Ora mi riesce difficile ipotizzare che - ammesso che AstraZeneca riesca a farsi approvare il vaccino dall'EMA entro metà febbraio - riesca ad iniziare le consegne prima di marzo. Mi voglio rovinare, e ipotizzo che AstraZeneca ce la faccia, e che ci riservi un paio di milioni di dosi al mese da aprile a settembre. Sono altri 6 milioni di vaccinati, e siamo in totale a venti milioni circa di vaccinati nei primi 9 mesi dell'anno.
In queste condizioni, vorrei sapere dal Ministro Speranza come c.... faccia ad ipotizzare certi risultati a breve termine. Ecco la sua impagabile dichiarazione:
[...] «Noi già dal 1° aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati e così avremmo già raggiunto la Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico» ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. Il ministro però ha messo in guardia: «Dobbiamo evitare che un pezzo di paese possa illudersi che abbiamo già vinto e che da domani possiamo riprendere la vita normale. Se questo accadesse sarebbe devastante» [...]
Ecco... Persino Speranza, che ho sempre stimato abbastanza, ha fatto la sua pisciatina fuori dal vaso. L'ipotizzato 1° Aprile (giorno del famoso pesce...) saranno trascorsi tre mesi da oggi. Se TUTTO funzionerà come un cronometro svizzero (e non come la clessidra italiana), avremo potuto disporre di circa 14 milioni di dosi (sei da Pfizer, sei da Moderna, e forse due da AstraZeneca), con le quali si possono vaccinare circa 7 milioni di persone. Da quale cilindro Speranza abbia tirato fuori i 13 milioni di vaccinati - e cosa diamine significhi "raggiungere la Fase Uno", mentre metà delle regioni italiane sta correndo verso la fase tre della pandemia, non è dato sapere.
Forse il ministro Speranza (omen nomen) ha fatto suo il celebre aforisma di Antonio Gramsci, che parlava di "pessimismo della ragione, a fronte dell'ottimismo della volontà". Ecco, vorrei solo che la smettessimo di lanciare troppi messaggi di ottimismo, che già qualcuno tende ad interpretare come una "liberatoria" da troppi obblighi di stretta osservanza delle regole di prevenzione.
P.S.: Mentre rinnovo a tutti, più che in qualsiasi fine anno del passato, i miei auguri di serenità per il 2021, voglio ricordare un fatto personale, che mi spinge ad inviare un segno di particolare gratitudine alle mie "Tre Mar": Marisa, Marzia, Marianna.
Era esattamente 5 anni fa: 30 dicembre 2015. Dopo due mesi di analisi cliniche, mi era stato diagnosticato un carcinoma polmonare, e mi era stata fissata a distanza di quasi un mese la visita preliminare per fissare la terapia da seguire (Chirurgia? Chemio? Radioterapia? Io ero terrorizzato dall'idea dell'attesa, e mi sognavo di notte quella robaccia che si metteva in movimento).
Lo erano anche i miei. A questo punto è scattato il blitz di mia figlia Marzia, che è andata al San Raffaele, e dopo un paio d'ore ha telefonato per annunciare: "missione compiuta". Non so cosa abbia fatto per convincere qualcuno a vedermi il giorno dopo (San Silvestro). Il giorno dopo le mie donne hanno voluto accompagnarmi tutte (inclusa Marianna che è arrivata da Valenza). Una lunghissima seduta, con un bravissimo specialista, che mi ha proposto un ciclo radicale di tomoterapia. Una settimana dopo facevo già la pet+tac di tracciamento, e qualche giorno dopo ho iniziato la tomoterapia.
Alle mie "Mar" devo molto. Forse tutto. In particolare l'anno scorso, quando mi sono beccato in piena estate una polmomitona bilaterale che ha richiesto ben 36 giorni di degenza, Marisa veniva ogni giorno - e spesso due volte al giorno - col suo scaldavivande, perchè a Vimercate i medici di pneumologia erano bravissimi, ma il catering faceva letteralmente schifo. Marzia e Marianna rubavano il tempo al riposo ed al lavoro per esserci il più spesso possibile. Sono trascorsi i 5 anni fatidici da allora. I 5 anni che gli oncologi si prendono prima di azzardare una diagnosi di guarigione. Purtroppo ho saltato più di un anno di controlli per via del pericolo di entrare in un ospedale e respirarne l'aerosol, ma i segnali sono stati, fino all'ultimo controllo, sempre molto buoni. Ecco, non vorrei che per un calo di tensione mio o altrui, dopo aver superato - forse - due emergenze sanitarie, dovessi essere fottuto per un veglione con amici (che non farò) o per una serata al ristorante (dove non andrò).
BARI. «Il lavoro contro il coronavirus e per la tutela della salute non si è fermato neanche il giorno di Natale. La notizia più significativa di oggi è che l'Istituto zooprofilattico sperimentale è riuscito a isolare il virus corrispondente a questo ceppo, fatto questo di grandissimo rilievo scientifico. Cogliamo l'occasione per esprimere un plauso a chi ha condotto con successo queste analisi e a tutto il personale sanitario che prosegue incessantemente le attività anche in queste giornate» [...]
Ieri, in un gruppo chiuso di amici su whatsapp, una signora che non è al suo primo exploit di razzismo strisciante contro i meridionali, ha trovato l'ennesima conferma alle sue buone ragioni. Ha smascherato un tale "Castorina" che alle recenti elezioni amministrative in Calabria aveva imbrogliato, aggiungendo a suo favore un certo numero di voti di ignoti, e persino di morti.
La Signora ha la mano di una rabdomante nello scovare episodi vergognosi riguardanti la Calabria. Però a volte la sua diligenza e la sua fretta "to get results" la tradiscono.
E' già successo con lo "scivolone Arcuri": così ansiosa di trovare qualcosa a carico del commissario Arcuri, che è riuscita a trovare un sito web autorevolissimo (tre commenti in otto mesi, e gestore affetto da "congiuntivite" e da "condizionalite") con un bell'articolo denso di episodi vergognosi a carico di Arcuri.
Peccato che si trattasse di un Arcuri che dell'Arcuri governativo era solo parzialmente omonimo (ne condivideva il cognome, ma neanche il nome di battesimo).
Ora invece lo scoop su "Castorina" non contiene errori, ma forse solo qualche piccola omissione (Castorina è un idiota calabrese "diversamente onesto" che si è fatto beccare per delle ingenue operazioni di trucco del voto a suo favore attraverso l'aggiunta di schede di morti e di gente che non era iscritta nel registro dei votanti).
La mia amica omette di completare la notizia con la notizia accessoria che ad incriminare ed arrestare questo idiota, siano stati magistrati calabresi (...vabbè... Magari la signora non lo ha fatto perchè impegnatissima a scrivere una apologetica biografia del magistrato calabrese Gratteri, il quale, Dio non voglia, ha elevate probabilità di non morire di vecchiaia).
I gruppi sono pieni di episodi strani. Qualche mese fa, ho postato in questo gruppo un file youtube tratto dalla trasmissione di Crozza, che a me e non solo era sembrato "politicamente neutrale", visto che sparava con la solita ironia sia a destra che a sinistra. Nel giro di tre minuti, da parte di un "congiunto di primo grado" della ignora, è apparso un educato rimbrotto - addirittura in latino - perchè il videino di Crozza che sparava a destra e a sinistra violava il "patto" che vincolava i membri del gruppo a non sfiorare la politica.
Il post della Signora non ha ricevuto nessuna mozione pubblica(ta) di censura: né in italiano, né in latino, né in milanese. Evidentemente la scelta della Signora di pubblicare QUELLA notiziona non aveva niente di politico, e non violava le regole del gruppo.
Il post in questione, sulle malefatte dell'idiota Castorina, è ancora in pagina (come il mio di Crozza). Su whatsapp non è possibile cancellare i post. Quel che è fatto, è fatto. Ma dopo tre o quattro ore la signora si scusava per aver pubblicato per errore quel post sul sito del gruppo. Il suo post era destinato ad un altro social, ma era stato pubblicato sul nostro gruppo per errore.
Niente di grave. A tutti capita di sbagliare. Ma l'errore di destinazione del post non ne cancella il contenuto, tanto per cambiare venato dal venticello del razzismo.
La Signora è "orgogliosamente ligure", e a volte dedica alla sua Liguria, in "capital letters", il grido "VIVA LA LIGURIA". Questo amore le fa onore, ma le impedisce di cercare brutte notizie sulla sua Liguria. Probabilmente convinta che si tratti di una perdita di tempo, perchè in Liguria, come è noto, nessuno sgarra.
A me invece, oltre ad alcuni dolorosi ricordi storici ANCHE sulla Liguria, sono bastati 5 minuti per scoprire che mentre in Calabria l'idiota Castorina infangava la Calabria tutta, in LiguriaTUTTI i 19 consiglieri regionali eletti nella precedente tornata elettorale, sono stati condannati a pene varie per grandi furti e piccole azioni da ladri di galline T U T T I
Dicono i bene informati che per la casa con vista sul Colosseo pagata da qualcuno "a sua insaputa", il Ministro Scajola non sia stato assolto, ma "prescritto" (non è una differenza irrievante)
La storia del poco onorevole Governatore Alberto Teardo
Nominato presidente dell'Ente Case Popolari di Savona, diventa consigliere regionale e poi assessore ai lavori pubblici della regione Liguria. Diventa presidente della Regione Liguria dal 28 settembre 1981 al 25 maggio 1983. Il suo nome compare nella lista degli iscritti alla P2 con la tessera n. 341.
Il 14 giugno del 1983 venne arrestato con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito di un'inchiesta per corruzione e concussione con altri esponenti del P.S.I. ligure, pochi giorni prima delle elezioni politiche nelle quali si era candidato, sempre per il P.S.I.. Tra i capi d'accusa ci sono i suoi legami con Peppino Marcianò, boss della 'ndrangheta in Liguria e suo grande elettore. Venne rilasciato dopo avere scontato più di due anni di carcere per la caduta dell'accusa di mafia. Il tribunale della Corte d'appello di Genova lo condanna a 12 anni e 9 mesi per i reati di associazione a delinquere, concussione, concussione continuata, peculato ed estorsione. Un vero gentiluomo. Quando era Presidente della Regione Liguria, Sandro Pertini si rifiutò di stringergli la mano.
Qualora qualcuno fosse interessato a sapere COME questo gentiluomo si procurasse i voti (altro che il ladro di galline Castorina! quì si lavorava su un piano industriale!), raccomando la lettura di questo articolo (dall'archivio storico di "Repubblica"):
Cosa dite? che la criminalità in Liguria è colpa dei siciliani e dei calabresi? Diceva tale Falcone (che di criminalità organizzata si intendeva) che la criminalità organizzata si insedia dove trova condizioni favorevoli di insediamento. Che a volte si insediano dove il territorio non le combatte, ma trova il modo di creare una condizione di simbiosi buona per tutti?
Scajola e l'assassinio annunciato del giuslavrista Biagi
Il 30 giugno 2002 il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore pubblicarono una chiacchierata tra Scajola (in visita ufficiale a Cipro) e alcuni giornalisti.[35]
«A Bologna hanno colpito Biagi che era senza protezione ma se lì ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre. E poi vi chiedo: nella trattativa di queste settimane sull'articolo 18 quante persone dovremmo proteggere? Praticamente tutte». E a questo punto il ministro sorprende i presenti quando gli viene detto che Biagi era comunque una figura centrale nel dialogo sociale: protagonista del patto di Milano, coautore del Libro Bianco, consulente del ministero del Welfare, della Cisl, della Confindustria. C'è un attimo di silenzio, Scajola volta le spalle, si blocca, azzarda: «Non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza.»
Tali affermazioni (in particolare l'ultima frase) inasprirono le polemiche e portarono alle dimissioni di Scajola il 4 luglio 2002.
P.S.: Della Ministra genovese Pinotti, che usava un Falcon della Polizia anzichè un aereo di linea per tornare in weekend da Roma a Genova, Parleremo in altra occasione: quando tratteremo anche della linea aerea della fatiscente Alitalia che Scajola aveva fatto aprire (un volo al giorno) da Roma ad Albelnga. Una line a che serviva solo a lui ed ai suoi cari. Dalla documentazione Alitalia risulta che il record di occupazione di questo volo sia stato di 18 passeggeri. L'Alitalia trovò la linea tanto redditizia da chiuderla un nanosecondo dopo le dimissioni di Scajola.
Maggio 2016 - Il grandissimo Zubin Mehta festeggia il suo 80° compleanno regalandoci e regalandosi una delle più belle esecuzioni del concerto per piano n° 1 di Tchaikovsky, grazie anche alle qualità elevatissime della Filarmonica di Israele, e della allora 29enne pianista georgiana Khatia Buniatishvili: grandissima tecnica, ispiratissima esecuzione.
Un concerto che fa dimenticare per qualche minuto il dramma universale della pandemia, e un augurale tributo alla bravissima pianista georgiana, il cui paese - dopo decenni di guerre civili e di occupazione russa - è ora devastata dal covit-19. La Georgia ieri era il sesto paese al mondo per numero di positivi totali in rapporto al numero degli abitanti: 190.000 casi totali (ancora in crescita esponenziale) su una popolazione di soli 3,7 milioni di abitanti.
Melania Trump lascia la Casa Bianca: "Divorzio in vista?" All’indomani della vittoria di Joe Biden, c'è chi scommette sulla fine del matrimonio tra i coniugi Trump
(Jonathan Ernst / Reuters)
All’indomani della vittoria di Joe Biden, Melania Trump si prepara a lasciare la Casa Bianca e a tornare nella lussuosissima dimora della Trump Tower. Dopo la fine della presidenza c’è già chi scommette sul suo divorzio da Donald, a cui è legata da 16 anni.
Secondo la ex assistente del presidente Usa, Omarosa Maigault Newman, dopo 15 anni di matrimonio “Melania sta contando i minuti dall’uscita del marito dalla Casa Bianca così da poter divorziare”. “Se Melania lo facesse mentre è ancora in carica, lui troverebbe un modo di punirla”, ha aggiunto la Newman autrice del libro ‘Unhinged’ che svela retroscena sul matrimonio della coppia. Nonostante i momenti di gelo in pubblico, la signora Trump ha sempre sostenuto di avere una “stupenda relazione” col marito, dalla quale la dividono ben 26 anni e con il quale non dorme.
Ma c’è chi smentisce. “Non stanno divorziando. Onestamente, sono fatti l’uno per l’altra”, ritiene invece Stephanie Winston Wolkoff, che era amica intima di Melania e suo braccio destro nella East Wing prima di una burrascosa separazione. Nel suo libro uscito in estate, ‘Io e Melania’, aveva scritto che la moglie del presidente, prima di trasferisi alla Casa Bianca da New York, aveva negoziato un accordo post-matrimoniale per garantire al figlio Barron la giusta fetta dell’impero Trump. All’epoca, Melania aveva raccontato di essere rimasta a Manhattan per prendersi cura del figlio adolescente, Barron.
Già. Perchè già immagino come saranno compresi (si fa per dire) da "esperti" come i lombardi Fontana & Callera, o come gli ultimi tre commissari straordinari in Calabria in sette giorni (par condicio).
Poi ho deciso per la pubblicazione dei grafici, perchè vorrei spiegarli, ed evitare che il miglioramento di UN dato in UN giorno venga subito strumentalizzato dagli specialisti del "tana libera tutti", ai quali (e mi scuso cogli alfabetizzati) le cose si può tentare di spiegarle solo coi fumetti. Potremmo così aiutare i sedicenti esperti ad evitare, a partire da stasera, richieste di promozioni dalla serie C alla serie A.
Vediamo intanto i grafici:
Dunque, la curva è fotogenica. I puntini mostrano gli incrementi percentuali degli "attualmente positivi" su base settimanale. Ma attenzione... non è un paradosso che possa esserci un crollo dell'incremento percentuale, accompagnato da una salita molto veloce dei valori assoluti e non percentuali.
Veniamo al "fumetto": noi abbiamo già avuto un incremento settimanale dell'11%, esattamente il 9 agosto sul 1° agosto. Ma allora la base di partenza era di 12.457 casi passati a 13.253 casi. Quellì11% di aumento, applicato ai 12.457 casi di partenza, era pari a 806 casi in più settimanali, pari a 112 casi in più al giorno.
E veniamo ad oggi. Anche oggi abbiamo avuto SOLO l'11% di attualmente positivi rispetto a sette giorni fa. Ma questo 11% non si applica a 12.457 casi di partenza, ma ad una base di 717.784 positivi che avevamo sette giorni fa. Variazioni in termini assoluti? 786.949 malati oggi, contro 717.784 sette giorni fa. Una differenza di 69.165 casi o - se preferite - di 878 casi al giorno in più, il che significa 8 (OTTO) volte il numero dell'esempio precedente.
Ricordiamo - ad uso dei distratti - che il numero di "attualmente positivi" è la somma algebrica dei nuovi casi positivi, meno i dimessi, mweno i morti. Paradosso dei numeri! Se un giorno ci fossero ci fossero 20.000 muovi positivi, zero guariti, e 30.000 morti, il numero degli attualmente positivi diminuirebbe di colpo di 10.000 elementi. Che culo!
E Veniamo all'altro "fumetto": quello che mostra il numero assoluto degli "attualmente positivi" (gli istogrammi verticali), gli stessi riportati a media mobile settimanale (che annulla l'effetto di prassi ospedaliere per le quali i giorni della settimana non sono tutti uguali), e alla curva polinomiale di tendenza:
Cosa di dice il grafico?
-a) che a fronte di un minimo di 12.240 attualmente positivi registrati il 30 luglio, oggi siamo - nonostante la diminuzione odierna di circa 9.000 casi - alla bella cifra di quasi 800.000 casi;
-b) dopo la fine della "fase 1" (4 agosto), il numero reale di malati ha ricominciato a salire. Prima lentamente, poi - un paio di settimane dopo la riapertura delle scuole - con una impennata spaventosa;
-c) i morti, fregandosene delle statistiche sui tamponi, continuano a viaggiare alla media di dieci aerei "middle-range" precipitati ogni giorno;
-d) la curva rossa (media mobile settimanale) mostra una lieve "decrescita della crescita", ma permane in area largamente ascendente.
Per piacere, chiunque abbia a cuore la propria salute e quella degli altri, non si faccia incantare dagli "esperti" che da stasera inizieranno ad arraparsi perchè oggi - unico giorno in oltre tre mesi - è calato il numero degli infetti. I morti non se ne sono accorti.
Non se ne può sinceramente più, di questi semi-analfabeti di ritorno, che tentano da uno schermo a 50" di spiegarci cose che non hanno capito e non capiranno mai.
E così, periodicamente, mi tocca fare sforzi sovrumani per correggere le minchiate che vanno diffondendo in tivvù. E non parlo di TeleMinchia, ma di RaiTV24, al cui giornalista di turno nessuno degli intervenuti (non il presidente della Gimbe, non il dott. Locatelli) sono riusciti a far capire verità elementari. Spieghiamoci con due grafici freschi di giornata:
Variazione del tasso % di crescita settimanale del numero di attualmente positivi
Num
erNumero degli attualmente positivi e media mobile a 7 giorni
Il secondo grafico ci dice che a fine aprile avevamo toccato un vertice di "attualmente infetti" di 108.000 unità; che con comportamenti virtuosi dei cittadini eravamo riusciti quasi ad azzerare le infezioni (12.000 casi circa a fine luglio); che col la "liberalizzazione" del 4 agosto la discesa si è fermata, ha invertito la rotta, si è trasformata in una buona accelerazione, e in una violenta sgommata verso l'alto un mesetto circa dopo la riapertura delle scuole. Non si mettono invano in circolazione e sui mezzi di trasporto 10 milioni di persone al giorno, pari a circa il 50% dei 20/22 milioni di occupati.
Ma il primo grafico - quello che i velini della tivvù non afferrano, non dice che diminuiscono gli infetti, ma solo la velocità del tasso percentuale di crescita. Il che significa che gli infetti continuano bellamente a crescere, tanto che da un minimo di 12.800 verso fine luglio siamo arrivati ai 777.000 di oggi.
Abbiamo voluto i banchi a rotelle? Ora spingiamoli. Intanto mi limito ad osservare che - come purtroppo avevamo previsto - crescono a raffica le chiusure delle scuole. Quattro milioni di studenti sono stati già rimandati a casa, ma adesso la società italiana si muove da un contesto di decessi quasi azzerati, verso un contesto diverso (700 morti al giorno). SETTECENTO. In rapporto alla popolazione, è come se negli USA morissero 3500 persone al giorno. E' come se negli USA ci fossero ogni giorni, due volte un nuovo 11 settembre.
E' vero. Il tasso PERCENTUALE di crescita settimanale dei positivi dal 27 ottobre ad oggi è sceso dal 79% del 27 ottobre al 17% di oggi. Ma una cosa è applicare una crescuta percentuale a 155.000 casi, altra è applicare un +17% a 777.000 casi.
E questi dementi di velini, senza capire che i numeri assoluti sono ancora in forte salita, si pongono il problema se per il ponte di Sant'Ambrigio possiamo andare a sciare, se potremo bere tutti dalla stessa "grolla dell'amicizia, se per Natale potremo organizzare delle belle tavolate col parentado allargato.
Ancora nessuno ha proposto la riapertura delle discosteche per il veglione di San Silvestro, ma basta attendere, e ci arriveranno.
In tutta questa cacofonia, l'unica voce decentemente ascoltabile è stata quella di Locatelli, il quale ha definito "inconcepibile" la tendenza ad abbassare la guardia a fronte della raffica di vaccini annunciati e miracolosi. Locatelli suggerisce, saggiamente, di aspettare che su questi vaccini si sappia qualcosa di più e di meglio. Ad esempio, che qualcuno di questi riceva la certificazione da parte delle autorità nazionali e sovranazionali a ciò preposte, e che nel frattempo le case farmaceutiche rendano pubblici i protocolli di sperimentazione che finora nessuno conosce.
Lo disse a fine maggio a un gruppo di femministe, a cui fece anche un paio di commenti sgradevoli
Giuseppe Zuccatelli
Dopo le dimissioni di ieri del commissario per la Sanità in Calabria Saverio Cotticelli -aveva detto a un giornalista che non sapeva di dover preparare il “piano Covid” per la Calabria – al suo posto il governo ha nominato Giuseppe Zuccatelli, di cui sono subito emerse alcune dichiarazioni particolarmente imbarazzanti.
Zuccatelli ha 76 anni e tra le altre cose è stato presidente dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali e candidato di Liberi e Uguali – il partito di sinistra del ministro della Salute Roberto Speranza – alle elezioni politiche del 2018. Più di recente Zuccatelli era stato commissario straordinario dell’azienda sanitaria provinciale (ASP) di Cosenza. Nelle ultime ore è girato un video di alcuni mesi fa, quando era commissario dell’ASP, in cui tra le altre cose dice che «le mascherine non servono a un cazzo» nel limitare la diffusione del coronavirus. E poi aggiunge, alzando notevolmente la voce:
Sai cos’è che serve? La distanza. Perché per beccarti il virus se io fossi positivo tu sai cosa devi fare? Devi stare con me e baciarmi per 15 minuti con la lingua in bocca.
Zuccatelli ha spiegato in una nota che quelle affermazioni sono «errate» ed «estrapolate impropriamente da una conversazione privata», e inoltre «risalgono al primo periodo della diffusione del contagio». In realtà però il video risale al 27 maggio, quando tutto il mondo scientifico si era convinto dell’utilità delle mascherine, e quando il contagio era già in corso da mesi.
Che il video sia stato girato a maggio lo prova il fatto che in quei giorni il collettivo femminista “FEM.IN. Cosentine in lotta" parlò pubblicamente dell’incontro – chiesto per ottenere spiegazioni sulla mancata riapertura dei consultori locali – e soprattutto diffuse un altro video girato verso la fine dell’incontro. Zuccatelli è vestito nello stesso modo e anche la stanza si presenta identica al primo video, certificandone l’autenticità. L’incontro, fra l’altro, era tutt’altro che privato dato che le FEM.IN vennero ricevute da Zuccatelli nella veste di commissario, e ripresero parte dell’incontro.
Nel frattempo Zuccatelli ha fatto sapere di essere risultato positivo al coronavirus e di trovarsi al momento in quarantena.
Comincia un’altra storia da raccontare
Il risultato delle elezioni americane cambia un pezzo di mondo. Ma quest’anno era già cambiato tutto il mondo. E i primi vent’anni del millennio sono stati trasformazioni continue: tutte da capire, tutte da spiegare, tutte da raccontare con attenzione e chiarezza. Il Post lo ha fatto finora, lo ha fatto in questi giorni, e lo sta facendo in questo momento. Grazie ai suoi abbonati.
A coloro che fanno notare che la Sanità in Calabria è commissariata da dieci anni, e al Ministro Speranza, un paio di domande:
-a) Di chi è la responsabilità di un commissariamento così anormalmente lungo?? E a chi sarebbe toccato uscire da questa soluzione anomala? Oppure si pensa che una regione abbia il potere di "decommissariarsi" per decisione propria?
-b) Commissari cacciati o da cacciare a pedate nel culo come Zuccatelli e Cotticelli (elli, elli) li ho nominati io, la nomina è di competenza del Governo? E perchè un governo che riesce a partorire sei decreti governativi in un paio di settimane - uno in contraddizione con l'altro - va avanti (esattamente come i suoi predecessori) a tenere in piedi una sanità commissariata, e poi non ha il coraggio di assumersi la corresponsabilità? Non sono bastati dieci anni per dare ad una regione già martoriata per la povertà e la criminalità un governo dell'impianto sanitario degno di questo nome?
I dieci anni di commissariamento non sono una aggravante per la Calabria, ma per i governi centrali che si sono succeduti senza provvedere a risolvere il problema.
Mi scuso in anticipo se questo breve post rovinerà il pomeriggio a qualcuno, ma non voglio e non posso tradire il motto del Tafanus (I FATTI separati dalle PUGNETTE), che tiene in vita questo blog da 16 anni, a dispetto della invasività dei "social", sui quali la priorità è diventata la telegraficità. Hic manebimus optime.
Dunque, i "21 criteri" hanno deciso che Bolzano deve vivere e la Calabria deve morire, anche oggi - più che mai - hanno dimostrato la loro dannosa incapacità predittiva. Chissà... forse nel lungo termine... Ma, come scolpiva John Galbraith quando qualche "creativo della finanza" proponeva innovative (e strampalate) metodologie previsionali che avrebbero funzionato "nel lungo termine"...
"Nel lungo termine, saremo tutti morti"
E allora ritorniamo sulla terra, non evisceriamo gli uffici, non consultiamo la Sibilla Cumana, ma da sempliciotti quali siamo, torniamo a metodi elementari: la conta delle bare, quella dei letti "critici" occupati e di quelli ancora disponibili, il tutto, OVVIAMENTE, rapportato al numero di abitanti delle singole aree. Questo il primo esempio, riferito ai dati odierni, freschi freschi. I quali confermano, con sempre maggior forza, che la Calabria in zona rossa è una cretinata sesquipedale, e che Bolzano che sparisce di notte dalla zona rossa senza un perchè, è un affare losco sul quale sarebbe necessario approfondire. Magari Report?
I nuovi "casi" odierni
E ora qualcuno colleghi un paio di sinapsi, e risponda (ma solo se riesce a suffragare le sue risposte con dati di fatto) a queste semplici domande:
-1) Perchè la PA di Bolzano, che oggi si conferma peggior posto italiano in cui vivere (anche a causa della vicinanza fisica con l'Austria, devastata da numeri impressionanti), è stata cancellata nottetempo dalla zona rossa da qualche manina pietosa - ovviamente "a sua insaputa", come usa in Italia?
-2) Perchè tutti i tiggì che il destino ci infligge mettono nei titoli di testa i malanni della Lombardia come "peggior regione italiana", mentre a noi sembra che siano peggiori i numeri di Bolzano, Piemonte e Val d'Aosta?
-3) Perchè la Calabria, che ha un decimo dei nuoci casi per milione rispetto a Bolzano, un ottavo rispetto al Piemonte, un settimo rispetto alla Lombardia, è stata sistemata nella zona rossa?
Oggi non me la sento. Sono stanco e stufo. Ma da domani completerò e terrò aggiornata questa tabella per TUTTE le regioni, estendendo l'analisi anche alle altre tipologie di zone, perchè ho come un sospetto che la Calabria (girone "appestati") sia meno appestata rispetto ad altre 15 regioni sistemate in gironi più confortevoli.
Come dite? che è solo questione di tempo, per vedere in Calabria la fila di bare che merita? Può darsi. La Speranza è l'ultima a morire. E questa storia della Calabria che "guai quando il virus vi arriverà, perchè sarà una strage"?. Può darsi. Non posso mica lottare da solo contro un algoritmo da 21 criteri. Ma intanto mi limito ad osservare un piccolo particolare: questa storia la sentiamo ripetere da nove mesi, non da nove giorni. Sempre uguale. E la Calabria, testarda, da nove mesi è inchiodata per il 95% dei giorni sul gradino più alto del podio, e per il restante 5% fra le migliori 5 regioni.
E la conta delle bare, come va? In Lombardia sono 18.118. A spanne, 2000 bare al mese, o 67 al giorno. In Calabria sono 132; circa una ogni due giorni. Fa una bella differenza, non vi pare? E continua a fare una bella differenza, anche se moltiplichiamo correttamente le bare calabre per 5, per rendere confrontabili i dati a parità di popolazione: in tal caso ne avremmo 660 in Calabria, e 18.118 in Lombardia (27 volte in più).
Vi lascio - per oggi - con una chicca finale. A inizio settimana, un autorevole membro della Sanità aveva anticipato quale dovesse essere considerata la Linea Maginot dei pazienti in terapia intensiva, raggiunta la quale TUTTO e DAPPERTUTTO sarebbe stato messo in lockdown:
2.500 malati in terapia intensiva
Bene, oggi siamo a 2.515. Abbiamo raggiunto e superato la linea gotica. Quindi da domani Giuseppi scatenerà l'inferno generalizzato: tutto chiuso, tutti immobili, lockdown feroce. Prevedo che stanotte scatterà il settimo de-cretino del mese, con lo spostamento dalle 22:00 alle 21:30 del "coprifuoco"
Il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte nella notte, poco dopo la mezzanotte, divide l’Italia in tre macro-aree, distinte a seconda della gravità della situazione sanitaria Covid e dell’indice di contagiosità Rt.
Le zone sono gialle (rischio moderato), arancioni (rischio medio-alto) e rosse (rischio alto). Ecco nel dettaglio quali Regioni, ad oggi, dovrebbero rientrare in ciascuna di esse e quali dovrebbero essere le nuove misure anti-Covid per le differenti categorie, in attesa di conferma.
Rischio moderato: zone gialle
In base al monitoraggio dell’Iss e del ministero della Salute in questo momento in Italia non ci sono zone che si possano considerare a “rischio basso”.
Sono invece 11 le Regioni che si collocano in un’area gialla di “rischio moderato”, con un Rt che non supera per ora la soglia di allerta di 1,5, comunque più bassa della media nazionale che ora si attesta su 1,7.
Ad oggi sono zone gialle:
Abruzzo
Basilicata
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Marche
Molise
Provincia autonoma di Trento
Sardegna
Toscana
Umbria.
In queste Regioni le regole applicate saranno in vigore da giovedì 5 novembre a giovedì 3 dicembre. E cioè:
coprifuoco dalle 22 alle 5, salvo per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi;
centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno;
didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, cioè per le scuole superiori, che oggi, almeno al 25%, seguivano in presenza, e per tutte le terze medie;
capienza dei mezzi pubblici dimezzata (al 50%);
musei e mostre chiusi;
corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi;
consentiti invece gli spostamenti anche fuori Regione, purché le Regioni accanto siano nella stessa zona rischio moderato.
Rischio medio-alto: zone arancioni
Nella fascia con rischio medio-alto di colore arancione dovrebbero rientrare 5 regioni:
Campania
Liguria
Puglia
Sicilia
Veneto.
Queste le regole per la seconda fascia con Regioni a rischio alto ma compatibili con lo scenario 3, per le quali, ha anticipato il premier Conte, saranno applicate misure “lievemente restrittive”. Le misure, anche qui in vigore dal 5 novembre al 3 dicembre, sono:
coprifuoco dalle 22 alle 5, salvo per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute;
vietato ogni spostamento in entrata e in uscita, salvo che per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute;
bar, ristoranti, locali, pub, gelaterie e pasticcerie chiusi sempre, ma potranno continuare a vendere cibo da asporto (fino alle 22) o consegnarlo a domicilio;
centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno;
negozi chiusi, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali
mercati chiusi, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari;
didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e terza media;
capienza dei mezzi pubblici dimezzata (al 50%);
musei e mostre chiusi;
corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi.
Rischio alto: zone rosse
Per le Regioni messe peggio dal punto di vista della curva epidemiologica e dell’indice di contagiosità Rt scatta invece il lockdown “light” alla tedesca. E cioè per:
Lombardia
Piemonte
Valle d’Aosta
Calabria
Bolzano e 10 Comuni della Provincia autonoma (Vadena, Braies, Velturno, Villabassa, Meltina, Vipiteno, Egna, Nova Levante, Ponte Gardena e Nalles).
Queste le nuove restrizioni che interessano queste aree, ma che saranno in vigore per ora solo per due settimane, da giovedì 5 a giovedì 19 novembre, e non un mese:
coprifuoco dalle 22 alle 5, salvo per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute;
vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dalle Regioni e anche tra Comuni e Province della stessa Regione, salvo che per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute;
bar, ristoranti, locali, pub, gelaterie e pasticcerie chiusi sempre, ma potranno continuare a vendere cibo da asporto (fino alle 22) o consegnarlo a domicilio;
parrucchieri, barbieri ed estetisti resteranno invece aperti, a differenza della prima bozza;
centri commerciali chiusi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno;
negozi chiusi, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali
mercati chiusi, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari;
didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e per le seconde e le terze medie;
capienza dei mezzi pubblici dimezzata (al 50%);
musei e mostre chiusi;
corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi.
Dunque, partiamo dalla decisione più clamorosa dello stupidario, pubblicando la tabella che indica il numero di positivi per milione di abitanti (e non solo in assoluto) aggiornata a ieri:
Dunque, secondo i dati di ieri, la Calabria continua ad essere, come è stata nel 99% dei giorni dall'inizio della pandemia, la regione meno infetta d'Italia, coi suoi 1870 casi per milione, ma si ritrova a dover subire le stesse restrizioni da zona rossa del Trentino-Alto Adige (8225 cpm), del Piemonte (8887 cpm), della Lombardia (9797 cpm, cioè 5,2 volte più infetta della Calabria), e della insignificante Val d'Aosta - "regione" che conta 126.000 abitanti (quanto una media cittadina italiana) e che è in testa alla classifica con 16.270 cpm, cioè 8,7 volte più infetta della Calabria (regione dalla quale qualcuno si aspettava una migrazione biblica verso il Paradiso Lombardo. Migrazione che sembra non ci sia stata. Anzi. Mi risulta che alcuni miei amici lombardi abbiano deciso di svernare a Tropea, o a Roccella Jonica).
Ma alcuni amici, che si ritenevano fortunati di abitare in Lombardia, mi hanno spiegato che i parametri per assegnare le classifiche alle regioni non si basavano solo sugli attualmente positivi per milione di abitanti, ma anche al mitico Rt (indice di trasmissività del virus che nessuno è ancora riuscito a dirmi se si riferisca ad infezioni orarie, giornaliere, settimanali, mensili o cosa), e alla disponibilità di posti-letto per terapia intensiva.
COSAAA???? Il Ministero della Sanità ha pubblicato la seguente tabella, che serve a poco o a niente:
Se davvero si volesse fare un'analisi utile a qualcosa, non si dovrebbe analizzare quanta parte del compitino ogni regione abbia svolto (compitino assegnato in base a quali parametri, visto che non si può certo prevedere con mezzo anno di anticipo come evolverà la situazione in ogni singola regione?
E allora cerchiamo di svolgere un compitino certamente più utile, anche se altrettanto artigianale, tentando di capire in quanti giorni (o settimane, o mesi) con l'andamento attuale dell'infezione per regione le singole regioni potrebbero arrivare alla saturazione dei posti-letto attualmente disponibili per terapie intensive. Dalla tabella in calce (dati della Protezione Civile aggiornati a ieri) possiamo apprendere molte cose (e lo faremo solo per le "zone rosse succitate, ma chi vuole ha tutti i dati per farsi il calcolino per venti regioni, tenendo presente che attualmente il dato medio di bisognosi di terapia intensiva è dello 0,5% degli attualmente positivi, e che le zone rosse stanno vedendo crescere il numero di nuovi infetti settimanali del 70% circa):
Sulla base di questi numeri e di queste considerazioni, abbiamo che:
La Lombardia ha attualmente 933 postazioni disponibili, 6.804 nuovi casi al giorno, e 34 nuovi malati in TI al giorno, quindi ha davanti a se, a questi ritmi, 27 giorni di "respiro".
Il Piemonte ha attualmente 345 postazioni disponibili, 3.169 nuovi casi al giorno, e 16 nuovi malati in TI al giorno, quindi ha davanti a se, a questi ritmi, 22 giorni di "respiro".
Il Trentino-AA ha attualmente 106 postazioni disponibili, 607 nuovi casi al giorno, e 3 nuovi malati in TI al giorno, quindi ha davanti a se, a questi ritmi, 35 giorni di "respiro".
La Val d'Aosta ha attualmente 17 postazioni disponibili, 94 nuovi casi al giorno, e 0,5 nuovi malati in TI al giorno, quindi ha davanti a se, a questi ritmi, 34 giorni di "respiro".
La Calabria ha attualmente 150 postazioni disponibili, 266 nuovi casi al giorno, e 1,3 nuovi malati in TI al giorno, quindi ha davanti a se, a questi ritmi, 115 giorni di "respiro".
Ora qualcuno di buona volontà provi a spiegarmi perchè mai la Calabria debba essere assimilata alla Lombardia, che ha 3,7 volte gli attualmente infetti per milione di abitanti rispetto alla Calabria, 18,2 volte i ricoverati in terapia intensiva, e 27 giorni di "autonomia" (prima di andare potenzialmente in crisi con le terapie intensive), rispetto ai 115 giorni della Calabria.
Chiedo una sola cortesia: chi vuole contraddirmi lo faccia tranquillamente, ma seguendo il metodo di esaminare numeri e fatti, e non col metodo della interpretazione della eviscerazione degli uccelli. Grazie.
Oggi sparare sulla compagine di governo è diventata una posizione perlopiù idealistica, gli pseudodestrorsi da birreria con il mantra “governo illegittimo” (come se bastasse basarsi sulle statistiche della dea degli Exit poll Alessandra Ghisleri, agit prop di Sivio Berlusconi, per dichiarare un governo illegittimo…) mentre gli homus zingarettus benedicono questo governo “professionale” come avveduto e preciso.
Equidistanti dagli eccessi ma anche dotati della infallibile logica del Tafanus (separazione dei fatti dalle pugnette, ipse dixit) ci permettiamo di far notare quali e quante esibizioni di imperizia questo governo ha dato di sé, nell’assoluta certezza che se ci fosse stato nella stessa posizione il centrodestra i risultati sarebbero stati ben peggiori.
Cominciamo dalla genialata del gruppo di governo, infarcito di avvocati che hanno deciso di nominare al gruppo dei “saggi” (comitato tecnico scientifico) medici (e ci siamo), virologi (ok) architetti (?) ma anche laureati in economia e commercio e giurisprudenza, evitando accuratamente di inserire un ingegnere nel gruppo (…).
Ora, ci chiediamo: stante l’assoluta evidenza di un virus altamente contagioso, e di cui peraltro non si conosce la curva di effettiva viralità, a qualunque gestore di processo sarebbe apparso evidente che la problematica relativa alla pandemia andava cercata non già nel rincorrere le espressioni di patologia (cioè gestire i malati), ma di arrestare i famosi “cluster” di diffusione, cosa che era già stata scritta su queste pagine a marzo di quest’anno, vedi https://iltafano.typepad.com/il_tafano/2020/04/axel.html
Se si considera che il giorno 9 marzo sono stati effettuati tamponi su persone che sostanzialmente al 100% evidenziavano sintomi COVID, e la percentuale di positivi era di oltre il 45% capiamo bene che oggi, con test circa quadruplicati rispetto a marzo (e qui ci sarebbe già da discutere a lungo sul numero oggettivamente insufficiente di tamponi effettuati oggi, otto mesi dopo l’inizio della pandemia) si ottengono positivi per circa il 13% dei tamponi effettuati, per la maggior parte asintomatici e trovati grazie ad uno screening allargato ad un utenza completamente differente come quella scolastica.
Quindi, 26.000 positivi: sorprendente, vero ? In realtà è esattamente quello che qualunque analista (noi inclusi) ha facilmente preconizzato tenendo conto di alcuni elementi sedimentati, che andiamo ad elencare
-1)La capacità del virus di trasmettersi è molto elevata a causa della possibilità di esposizione a goccioline di saliva infetta (droplets) e la probabilità di contrarre il COVID restando nelle immediate vicinanze (due metri circa) di un infettivo per più di 15’ è dell' 87% circa.
-3)L’incidenza di infezioni asintomatiche varia in maniera sostanziale con l’età dei contagiati ed è elevatissima nei soggetti sotto i 18 anni (si stima in circa il 98%).
Domanda semplice semplice: dove potrebbe verificarsi con estrema facilità una situazione tale per cui giovani si trovano all’interno di stanze senza sistemi evoluti di ventilazione, senza mascherine e necessitano di mezzi di trasporto per muoversi e raggiungere queste stanze ?
Qualche idea ? Oppure ci affidiamo alla “competenza” della ministra dell’istruzione Azzolina ?
A titolo di esempio, guardatevi questo video sviluppato con una simulazione fluidodinamica di una sala d’aspetto, in tutto equiparabile ad un’aula delle nostre scuole https://youmedia.fanpage.it/video/ag/X5qthOSwjDMMds2n
Una semplice analisi relativa a queste condizioni ci porta a dedurre che l’unico modo per limitare l’esplosione esponenziale dei contagi sia quella di gestire una soluzione tecnologica che sia in grado di tracciare l’esposizione ad un positivo in una arco di tempo minimo, e possibilmente immediatamente appena ci sia l’esito del tampone.
Ma certamente, direte, il governo ha dato la possibilità di scaricare la celeberrima app IMMUNI, di cui abbiamo visto tutti i giorni la pubblicità su tutte le reti RAI… tutto risolto dunque ?
Assolutamente no: nonostante l’investimento del governo sulla realizzazione della app che doveva aiutare a controllare e a monitorare la situazione contagi nel nostro Paese, appare evidente che qualcosa non abbia funzionato proprio all’interno del funzionamento stesso di Immuni.
Scaricata da circa un italiano su cinque (con le tante lamentele relative alla questione privacy), la falla maggiore del sistema starebbe nell’inserimento dei dati, una doppia procedura che deve essere effettuata da medici e cittadini.
Va sottolineato che, trattandosi di una app scaricabile su base volontaria, si apprende dunque che chi riceve la notifica dal sistema non ha diritto in automatico alla somministrazione del tampone: dovrebbe infatti essere il medico di famiglia ad inoltrare, a sua discrezione, la richiesta alla ASL di pertinenza.
Viene da sè, però, che in un periodo come questo – per il quale si è arrivati addirittura alla soglia del 30 mila contagi giornalieri – i medici di famiglia sono sommersi di richieste, ma non è solo questo il problema: anche se ipoteticamente si volesse fare il tampone privatamente pagandolo, alcune regioni (come Puglia e Lazio) non considerano l’esito valido, ed anzi hanno vietato l’accesso al tampone “privato”.
Al di là del fatto che questa scelta non si spiega se non con una logica di lobbying, resta il fatto che spesso accade che persone in isolamento fiduciario debbano attendere settimane per essere contattati dalle ASL per effettuare il test.
Ma facciamo gli ottimisti: siamo chiamati immediatamente a fare il test e purtroppo risultiamo positivi, per cui a questo punto sarebbe vitale che questa condizione venisse segnalata alla app in tempi strettissimi: purtroppo però sulla base di un tempismo che va (molto) a rilento, il contact tracing della app si presenta come un percorso a ostacoli.
In una puntata de “Le Iene” Giulio Golia (verosimilmente infettato da un’altra Iena, Alessandro Politi, e a sua volta probabilmente vettore per un’altra infezione, quella di Roberta Rei) ha raccontato in maniera perfetta la sua via crucis relativa alla positività riscontrata tramite tampone: immediatamente dopo essere stato trovato positivo, Golia tenta di raggiungere la ASL di referenza senza alcun esito.
Dopo aver contattato il medico di famiglia (che non dispone dei codici di segnalazione alla app), la ASL di competenza (che non è raggiungibile né per via telefonica né tramite mail) ed il ministero della Sanità (irraggiungibile) dopo 13 giorni Golia finalmente ottiene di essere segnalato da Immuni come positivo.
In altri termini la comunicazione al database Immuni avviene dopo ben 14 giorni, intervallo di tempo tale per cui l’effetto di limitazione dei contatti gestito da Immuni è completamente bruciato.
A questo punto, se la app dovesse rilevare un contatto a rischio, sarebbe estremamente più semplice per il cittadino ignorare la segnalazione o disinstallare direttamente la app piuttosto che rischiare una quarantena lunghissima e senza chiare procedure di fine: sono infatti numerosi i casi in cui le persone sono state lasciate in isolamento senza possibilità di effettuare il tampone a domicilio.
In altri termini l’applicazione contrabbandata come assolutamente necessaria per prevenire un aumento spropositato dei contagi diviene un oggetto non solo inutile, ma fortemente penalizzante per chi, animato da civiltà, prova ad utilizzarlo.
Infatti non solo immuni non funziona a causa della lentezza burocratica del processo di comunicazione, ma addirittura crea problematiche funzionali: due ragazze milanesi sono state vittime di una mancata notifica di esposizione da parte dell’app dopo che una delle due ha scoperto di essere positiva a seguito di un test sierologico prima, confermato da un tampone poi.
La seconda, nonostante la prima avesse provveduto ad aggiornare la propria piattaforma, non ha subito nessun avviso nonostante entrambe fossero state a contatto ravvicinato per oltre 15 minuti.
David Casalini, consigliere della ministra Paola Pisano e componente del team di digital transformation del governo, ha condotto numerose analisi, risalendo alla chiave crittografica usata dalla ragazza (con la sua collaborazione ovviamente), però non è riuscito a giungere ad una conclusione che spieghi perché l’app in quel caso non abbia segnalato come di dovere.
Ma quindi da cosa è scaturito il problema ? L’unica spiegazione accettabile riguarda lo standard Bluetooth Low Energy adoperato per il funzionamento dell’app, il quale soffrendo di alcune imprecisioni dovute sia alle interferenze sia all’attenuazione da parte del corpo umano, non consente di dare una stima troppo precisa della distanza tra i vari utenti, un problema superabile tramite il GPS, soluzione che i geni al governo hanno ritenuto inapplicabile a causa dei problemi di privacy ad essa legata.
Il Codacons ha provveduto a segnalare disservizi, malfunzionamenti e problemi con l’utilizzo dell’App 'Immuni' tramite un’istanza al Governo e al Ministro della salute chiedendo un intervento urgente per sanare le criticità di questa applicazione, che alla luce dell’attuale situazione assume enorme importanza nel nostro paese.
"Alcuni utenti si sono rivolti al Codacons segnalando il malfunzionamento della App Immuni relativamente al personale sanitario incaricato di autorizzare il codice identificativo del soggetto che intende segnalare, attraverso tale applicazione, la propria positività al Covid – spiega l’associazione - Sembrerebbe infatti che molti soggetti positivi al Covid abbiano provveduto ad avviare la segnalazione attraverso Immuni ma che non siano riusciti nel proprio intento, a causa della mancata ricezione di riscontro dal parte dell’operatore sanitario tenuto ad autorizzarne il codice identificativo, procedura come noto necessaria al fine di confermare l’attendibilità delle informazioni rese dal soggetto infetto".
Non solo. "Su molti modelli di smartphone non di ultima generazione si registra una collisione tra i software dei dispositivi telefonici e l’App, con la conseguenza che l’utente, se vuole utilizzare al meglio Immuni, è costretto ad acquistare un nuovo cellulare", prosegue il movimento dei consumatori.
Una situazione che ha portato oggi il Codacons a presentare una istanza urgente a Governo e Ministero della salute, "affinché si attivino con ogni strumento disponibile perché l’App Immuni possa esser perfezionata in chiave tecnologica e pratico-gestionale per potere esser da tutti accessibile ed utilizzabile, soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria per il paese".
Abbiamo oggi circa 30 mila positivi, e questo grazie a masturbazioni mentali legate alla “privacy” che vogliamo mantenere, figlia di una legge malfatta e realizzata da azzeccagarbugli politicizzati con l’obiettivo di garantire una pretesa “libertà” al tempo di Facebook, senza ovviamente toccare i dati venduti dalle Big data Companies.
Abbiamo una ministra dell’istruzione che si inventa i banchi mobili (a prezzi enormemente superiori a quelli di mercato, ovviamente) ma non valuta nessun intervento ai sistemi di condizionamento, gli unici sistemi che avrebbero potuto effettivamente garantire una certa sicurezza nelle classi: sistemi di sicurezza che probabilmente sarebbero stati efficacemente installati in questo periodo di lockdown e che sarebbero quasi sicuramente costati meno dei banchi semoventi.
Termino con la solita frase: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Nel ringraziare Axel per il suo abituale modo di informare (i fatti separati dalle pugnette), aggiungo che la privacy (sul cui rispetto la comunicazione di governo continua a rassicurarci) non è un problema per nessuno di mia conoscenza. Può esserlo per un ricercato, non per una persona normale. Cosa volete che mi freghi se dei guardoni ministeriali informatici dovessero scoprire che ieri è venuta a trovarmi mia figlia Marzia da Giussano, o mia figlia Marianna da Valenza?
La gente non installa immuni non già per una faccenda di privacy, ma a causa della sua inutilità, comprovata da una ricerca recentemente fatta in collaborazione fra Report e il Politecnico di Milano, che cita i mille problemi di del veicolo sul quale dovrebbe camminare il tutto: il debole e inaffidabile Bluetooth, che a volte non ha segnalato casi distanti pochi decimetri, e altre volte ha mandato falsi allarmi da utenti lontanissimi.
Sulla ministra Azzolina stendiamo un velo peloso; è l'unica scienziata che è riuscita a stabilire con estrema precisione - fino al secondo decimale - quanto sia bassa la quota fi infetti dovuti alla riapertura delle scuole. Gli scienziati si interrogano, Qual è il segreto che le consente di distribuire attribuzioni alla scuola o ad altro? E la miniastra riesce anche a misurare al secondo decimale l'effetto di due per dieci milioni di utenti al giorno gettati in pasto a mezzi pubblici sovraffollati?
Giudizio complessivamente positivo sulla prima conferenza-stampa (andata in onda questo pomeriggio), ma anche di poche ma gravi mezze verità. Riporto in calce il filmato integrale della conferenza-stampa, affinchè chi ha voglia possa ascoltare molte cose utili, guastate da qualche mezza verità filo-governativa, e da qualche mezza bugia maldestramente nascosta.
Non farò l'analisi puntuale di tutti gli elementi forniti. Per questo, c'è il video integrale. Ma mi preme fare un paio di precisazioni ad Arcuri, su un paio di lanci della palla in tribuna che non sono tollerabili.
E veniamo alle mezze verità.
-1) Vero che in marzo si facevano 25.000 tamponi al giorno, ma la percentuale di positivi sui tamponati era altissima, semplicemente perchè i pochi tamponi disponibili erano riservati al personale sanitario al alto rischio. Insomma, si era ben lontani dal poter fare tamponi ad un campione ampio e rappresentativo statisticamente dell'universo italiano.
-2) Facciamo un passettino aventi, e andiamo a fine luglio, quando i tamponi erano raddoppiati (50.000 al giorno in media), ma l'incremento dei positivi era crollato: da 12.230 registrati il 30/7, a 12.694 registrati una settimana dopo, siamo a 464 casi in più (meno di un "aggravamento" giornaliero di 70 casi).
Avevamo il biglietto vincente della lotteria. Ancora un attimo di pazienza, e saremmo diventati la Corea del Sud. Invece abbiamo avuto fretta. Tanta, troppa fretta. E i messaggi tranquillizzanti hanno invaso i media. Il covidde non c'è più. Massaie e anestesiti, Mago di Napoli e panettieri, hanno invaso i media con messaggi che hanno portato la gente ad abbassare la guardia.
-3) il 4 agosto è la fatal data del "tana libera tutti". Dal 4 agosto possiamo occupare tutti i posti a sedere in metrò, e persino il 50% dei posti in piedi. Evviva. La retromarcia arriva dopo appena 6 ore dall'inizio del servizio.
-5) Il 14 settembre riaprono le scuole. TUTTE. Manca TUTTO: aule, insegnanti, banchi, presidi. Ma Oggi la ministressa della PI ripete che tutto va nel migliore dei modi, e Arcuri le fa eco. Le scuole sono il posto più sicuro del mondo. Abbiamo persino i banchi con le rotelle. A scuola non ci si infetta. Chissà perchè... eppure le scuole sono frequentate da bambini e adolescenti: il terreno di coltura degli asintomatici, che poi tornano a casa e infettano il fratello maggiore, papà, mamma e nonna. E' un caso che l'età media dei malati conclamati si era prima abbassata di molto, e dopo il 14 settembre ha ricominciato a crescere?
Caro Arcuri, come fa a dire che a scuola ci si infetta poco, quando i bambini sono quasi tutti - quando positivi - asintomatici? Qual è il metodo statistico che consente alla ministressa di comunicarci la bassissima percentuale (precisa fino al secondo decimale) di positivi a scuola, quando l'operazione "tracciamento è ormai stata dichiarata fallita?
Ma in zona Cesarini Arcuri getta la palla in tribuna, e ci informa (noi lo sapevamo e lo abbiamo scritto fin da un mese prima della decisione di riaprire le scuole - tutte e subito) che il vero problema non sono le scuole in se (tutto fa dimostrare) ma i TRASPORTI. Già. E' da settimane che lo scriviamo. E' da settimane che diciamo che buttare di colpo su mezzi pubblici insufficienti e inadatti venti milioni in più di viaggiatori al giorno (dieci in entrata e dieci in uscita dalle scuole) è stata una follia da "stupidità" o - peggio - da cedimento a pezzi di maggioranza.
Il risultato - sotto gli occhi di tutti - è che alcune regioni, pur di far dispetto alla Azzolina, stanno tornando, alle superiori, all'insegnamento a distanza; centinaia di scuole hanno già chiuso, e altre centinaia seguiranno. Però quelli che sopravviveranno saranno più colti, perchè avranno avuto - questo si - qualche compagno o genitore di compagno morti, ma avranno goduto di quattro settimane di cultura dal vivo in più. Giusto il tempo di portare l'Italia a due milioni e mezzo di positivi in più.
Qualche giorno fa un amico, scusandosi per il ritardo, mi ha segnalato un thread su LiveTennis nel quale una nota "mammina", riconoscibile dalle "impronte verbali" anche se cambia nickname ogni 5 minuti, lamentava che ad una "Pacifica Bruna", che non ha mai attaccato nessuno, si concedessero troppe Wild Cards. E sapete perchè gliele davano? (glieLE, plurale). Perchè il paparino sarebbe un alto papavero della FIT.
A noi risulta che il potente paparino sia un dirigente di seconda fila a livello regionale, come ce ne sono un paio di centinaia in Italia. E che sia persona talmente pulita che si è sempre tenuto lontano dalla vita tennistica della figlia. Quando la figlia è fuori casa a giocare, l'unico contatto sembra che sia una telefonata o un sms di auguri. Un vero peccato, no? Non ha ereditato nulla dai signori Williams, Dokic, Giorgi, et similia...
La nota "Addetta Stampa" non poteva riferirsi ad altro che all'unica WC avuta dalla "Pacifica Bruna" in tutta la sua carriera: il MD dell'ITF 15.000 di Trieste di agosto.
Settembre, mese fatale per le Guerriere e per le Addette-a-Qualcosa. L'anno scorso la Guerriera avrebbe dovuto trascorrere, secondo i suoi social embedded agli sponsorini, un lungo periodo alla Academy di Nadal in Spagna. Deve essere successo qualcosa, perchè a noi risulta che abbia trascorso ben 5 settimane di seguito al Forte Village di Santa Margherita di Pula, giocando ben cinque tornei di seguito, di cui ben tre grazie a WC generosamente concesse. E mentre la Leonessa incassava tre biglietti-omaggio su 5 tornei, la Addetta lamentava che ad un'altra italiana a Pula si fossero allungate troppe WC. Peccato che sfogliando i tabelloni che questa sciagurata ha avuto due WC in carriera a Pula, contro le tre in un mese della Guerriera.
Ma che uso ha fatto la Guerriera delle tre WC in un mese a Pula, e dei 5 tornei giocati di seguito? Vediamo:
Il 9/9 perde al 1° turno
Il 16/9 perde al 1° turno
Il 23/9 perde al 1° turno
Il 30/9 perde al 1° turno
Il 7/10 perde al 2° turno
Insomma, una resistibile ascesa. E la raccomandata che l'anno scorso aveva scatenato le ire di mammina? Vado a memoria: si trattava della Bilardo. Controllare per credere. Le WC assegnate in un mese da Pula alla Bilardo sono esattamente UNA, per il torneo del 16 settembre, contro le TRE regalate alla Leonessa.
Come mai la Addetta si lamenta nonostante questa situazione assolutamente incomprensibile? C'entrerà qualcosa il fatto che il cocc della Guerriera/Leonessa sia un EX tecnico federale? Un tecnico federale che secondo un sempre informatissimo personaggio come Nizegorodcew ha due perle nel suo cestino: la Guerriera Bionda, e il fenomeno Alessia Dario, che - useless to say - aspira(va) ad entrare nella top-ten. Inutile dire che questo giornalista inserisce la Guerriera e Alessia Dario fra le più limpide promesse del tennis azzurro. Alessia Chi?
Secondo i dati ITF, Alessia asp.top-10 in tutta la carriera ha giocato ben 38 partite come junior, perdendone 17, e fermandosi ad un best ranking di 974°. mentre in itf ha giocato in carriera ben 40 partite, perdendone 22.
Sempre per seguire la nostra filosofia di tener separati i fatti dalle pugnette, chiudiamo con una tabella che tratta del rapporto fra le WC faticosamente conquistate dalla Guerriera Bionda, e quelle regalate alla Pacifica Bruna Raccomandata:
Dunque, grazia al suo patrimonio di raccomandazioni, la Pacifica Bruna ha giocato in carriera (essendo una 2003 fermata per circa un anno abbondante dalla somma di un grave infortunio seguito dal covid-19) solo 6 tornei ITF: in 4 tornei 15.000 è entrata per Direct Acceptance dalle qualificazioni; in un torneo è entrata per i diritti previsti in quota Junior reserved top-100; e poi - ecco lo scheletro nell'armadio - una volta (UNA) in carriera ha avuto una WC per il prestigioso 15.000 di Trieste.
E la Guerriera? DIECI WC su venti tornei giocati complessivamente. Inclusa una WC per le qualificazioni del risorto WTA International di Palermo. E pazienza se - come ho documentato in un altro post - fra il "cut" delle qualificazioni (credo di ricordare che fosse intorno alla 230° posizione) e la classifica di allora della Leonessa (o Guerriera... come preferite), che navigava intorno alla 860° posizione, ci fossero non meno di trenta italiane meglio classificate della Leonessa. Pazienza. Sarà per la prossima volta.
Intanto la Pacifica Bruna, in attesa di una WC per le quali di un 15.000, si è dovuta accontentare due anni fa, a 15 anni, del titolo di campionessa italiana under 15. E quest'anno, con ancora un anno di Grand Slam frequentabili davanti a se, ha vinto insieme alla Pigato (entrambe raccomandate) il titolo del Grand Slam al Roland Garros, ed è risalita al suo nuovo best-ranking (intorno alla 60° posizione). A fine anno lasceranno la compagnia delle juniores almeno una trentina di "classe 2002" (inclusa la leonessa), e quindi la "nullachiedente" Pacifica Bruna dovrebbe entrare di diritto nel main-draw degli Australian Open, anche senza la raccomandazione del padre alto dirigente della FIT.
Iniziamo con lo sfatare una balla sesquipedale lanciata tre settimane fa dall'OMS: "... la pandemia, a livello di numeri globali, sta iniziando a diminuire la crescita...". Ma l'OMS non è sola. Negli USA il noto virologo Trump giura che si tratta d qualcosa di meno di un'influenza (salvo poi finire in un reparto covid di un ospedale militare). In Italia il Prof. Zarrillo, medico personale di Berlusconi, ci informa che l'epidemia non c'è più. Poi rettifica, dicendo che si, un po' c'è ancora, ma ormai abbiamo gli strumenti per combattere e sconfiggere la malattia. Per conferma, chiedere ai parenti dei morti che da un mese crescono quotidianamente.
Ma torniamo all'andamento globale della pandemia nel mondo: nei sette giorni terminati l'8 ottobre, il numero medio di nuovi infetti quotidiani è stato di 295.000. Un mese fa lo stesso dato era di 261.300 nuovi casi giornalieri. Un aumento mensile, a casa mia, del + 12,9%.
La pandemia che per Zarrillo e OMS rallenta
E ora passiamo allo spaccato dei dati sui positivi totali per nazioni, aggiornati al 9 ottobre: siamo arrivati a 343.398 casi totali, con l'aumento odierno di 5.372 nuovi casi. Ciò significa che siamo arrivati a 82 nuovi casi giornalieri per milione. Faccio notare che eravamo riusciti a portarci ad un valore di aumento quotidiano di 3 casi per milione, e che ora siamo ad un valore 30 volte superiore. Siamo tornati a valori dell'ordine di grandezza dell'ultima settimana di marzo.
Con l'inizio della "Fase Due" (4 Agosto) siamo riusciti a buttare nel cesso quattro mesi di sacrifici molto pesanti. Ora la tendenza è brutta, molto brutta, e ancora non sappiamo quali siano i datti effettivi della riapertura forzata anche d quelle scuole che non erano in grado di riaprire.
Volete sapere cosa ciò possa significare? Bene. Oggi abbiamo raggiunto i 70.187 casi attualmente positivi. Siamo distanti solo 38.070 casi dal massimo mai raggiunto nella storia italiana del covid (108.000 casi il 16 aprile). Ancira un paio di settimane di questo passo, e il record potremmo superarlo. Forza, Italia!
Nuovi positivi Italia
L'Italia e gli altri - Vogliamo ricordarlo? In primavera siamo stati a lungo sul podio dei paesi più infetti al mondo, e spesso addirittura primi in classifica. Poi, lentamente, e grazie ai sacrifici che ci siamo imposti, siamo riusciti a sparire dal grafico dei 25 paesi al mondo col maggior numero di attualmente positivi; siamo arrivati ad essere vicini alla 70ma posizione al mondo, e ora siamo ridiscesi in 58° posizione, cion tendenza al peggioramento.
Non è - ancora - una bruttissima posizione, ove si consideri anche che peggio di noi stanno molti nostri ex maitres-a-penser, come - per elencare alcuni paesi fra i più significativi - USA, Spagna, Lussemburgo, il Belgio della Van den Leyden, la Francia della Lagarde, la Svezia de sinistra, l'Olanda di Rutte e dello spazzino spalla comica, lo UK, la Svizzera, l'Austria che voleva chiudere le frontiere del Brennero dall'Italia... Adesso che facciamo, per par condicio chiudiamo le frontiere dall'Austria verso l'Italia?
Uno sguardo alle regioni - La geografia del disagio regionale è cambiata drasticamente negli ultimi 2 mesi. Basta confrontare i dati di due mesi fa con quelli odierni:
Le regioni il 26 agosto
Le regioni il 9 Ottobre
Osservate come è cambiata la geografia del coronavirus per regioni in soli due mesi.
Il rapporto di infezioni delle regioni peggiori rispetto alle migliori è passata da 3 a 2.
La Lombardia, per mesi il posto peggiore d'Italia e d'Europa in cui vivere (pur continuando a rimanere, nella vulgata lumbard, "L'Eccellenza Lombarda"), è passato dalla maglia nera al centro del gruppo.
La Sicilia e la Sardegna - regioni delle quali da qualche settimana si parla molto - rimangono fra le sei regioni meno infette in Italia.
La Calabria Saudita, a dispetto di diffuse pulsioni razziste, continua ad indossare da mesi (con brevissime eccezioni) la maglia rosa. Con buona pace di coloro che temevano esodi biblici dalle regioni del Sud (per non dire della Calabria) verso il paradiso dell'eccellenza lombarda. Ovviamente gli esodi biblici non ci sono stati, anche perchè "esodare" da una regione come la Calabria, che ha ha 328 positivi per milione di abitanti, verso una che ne ha 1655 (cinque volte più della Calabria) mi sembrerebbe operazione alquanto singolare per stupidità, non credete?
Quindi l'esodo dal sud non ci sarà (per non dire dalla Calabria) nonostante la generosa offerta della Regione Lombardia (la notizia è di oggi) di ospitare - immagino a fronte di un congruo "rimborso spese" - i fantastici posti-letto della Expò, vuoti come la testa di chi ha fatto la proposta. E la paura dell'invasione di terroni che fine ha fatto?
Trascurabili annotazioni personali - Nei mesi e nelle settimane scorse ho fornito analisi quasi giornaliere, molto approfondite, sullo sviluppo della pandemia. Le previsioni da me fornite sono state SEMPRE confermate dai fatti: sia quando prevedevo , coi dati ancora in crescita, che la curva avrebbe imboccato la discesa entro dieci giorni; sia quando ho iniziato ad avvertire, fin dall'ultima settimana di luglio, che la discesa era finita, e che stavamo andando incontro ad una forte tendenza. E mentre noi e pochissimi altri lanciavamo questo "worning", qualcuno decretava la riapertuta di metrò, tram e treni a pieno carico o quasi: 100% dei posti a sedere più 50% dei posti in piedi. Questa fase due era talmente cretina ed improvvida che è stata revocata - senza vergogna - dopo appena mezza giornata dall'inizio. La "Fase Due" era durata mezza fino al primo pomeriggio del primo giorno.
In questo contesto, chi si limitava a ragionare su dati ufficiali (forniti da organismi internazionali e nazionali), e quindi non poteva nascondere sotto il tappeto del campanilismo i pessimi dati lombardi, veniva tacciato di compiacersi (sic) dei mali della Lombardia. Regione, mi tocca sottolinearlo, nella quale viviamo io, tre miei fratelli, e le rispettive famiglie. E non da ieri, ma da più di mezzo secolo.
Le variazioni fra le tabelle di agosto e quelle odierne mi costringeranno ad un forte sforzo psicologico. Va da se che se mi compiacevo quando la Lombardia era nella cacca più marron, ora devo smettere di compiacermi dei mali lombardi (drasticamente diminuiti), e dovrò iniziare a compiacermi dei guai della Campania (la seconda mia ragione in termini di anni di permanenza, visto che è stata la mia città universitaria, la città in cui ho coniosciuto la mia futura moglie, e la città in cui sono ritornato per ben due volte, da adulto, per dirigere due medie aziende.
Sarò invece costretto a rimanere dispiaciuto e non compiaciuto per il fatto che la natìa Calabria Saudita sia stata da sempre, e fino ad oggi sia ancora, in maglia rosa.
(Foto: Gianna Piano)Iniziamo col sentire ciò che dicono di Chiara i diggers. Dal SUO SITO , che è in inglese, visto che anche lei, come tante italiane, per poter vivere della musica che ama ha scelto di prendere - nel 2014 - la via di New York:
Chiara Izzi is an award-winning singer-songwriter from Italy who has been based in New York City since 2014. Three years later Quincy Jones awarded Chiara the first prize in the 2011 Montreux International Jazz Festival Vocal Competition. Since arriving, she’s become one of New York’s busiest vocalists, sharing bandstands with such luminaries as Kevin Hays, Leon Parker, Ken Peplowski, Diego Figueiredo, Jeff Hamilton, Aaron Goldberg, Bruce Barth, Eliot Zigmund, Warren Wolf, and Anthony Wonsey. In April 2020 she also won one Independent Music Award for Best Jazz song with Vocals with her composition “Circles Of The Mind.
Izzi first documented her formidable talents on her well-received 2013 debut album, Motifs (Dot-Time), singing in English, Italian, Spanish and Portuguese on an 11-track program that spanned the American and Brazilian Songbooks, Tango, high-level Euro-Pop, and Mainstream Jazz Vocalese and Scat. Izzi navigated each idiom fluently, on its own terms of engagement, displaying her prodigious vocal instrument, refined musicianship, inherent soulfulness, and ability to convey both emotional transparency and ebullient swing. In an All About Jazz review Michael Bailey praised Izzi as “force of nature,” while in Jazz Times Travis Rogers described her as “a talent to be heard, admired and anticipated.”
In April 2020 she also won one Independent Music Award for Best Jazz song with Vocals with her composition "Circles of the mind"
PREMESSA - Perchè regaliamo tanti talenti agli Stati Uniti e ad altri paesi? Bene: chiediamolo alla RAI, la maggiore "azienda culturale" del paese. Un'azienda che trova ore ed ore al giorno da dedicare ai giochini a quiz, ed alle melanzane alla parmigiana, e da decenni non trova il tempo di dedicare un'ora al mese al jazz. Peggio di quando c'era solo la radio, e solo in AM. Negli anni '50 la RAI aveva addirittura una rubrica - non ricordo se settimanale o giornaliera - dedicata al jazz, condotta daNunzio Rotondo(nella fotina: addirittura una copertina sul Radiocorriere!). Solo ogni morte di papa il canale tematico Rai5 manda qualche minestra riscaldata presa dalla cucina di Umbria Jazz.
Il risultato netto è che "campare di jazz" in Italia è praticamente impossibile. Eppure non c'è niente, nel patrimonio genetico degli italiani, che possa impedire di essere ottimi jazzisti. Qualche nome di nostri "emigranti" di lusso delle note blue e delle note sincopate?
Oltre a Chiara Izzi da Campobasso, Chiara Civello da Roma, Roberta Gambarini da Torino, Guido Manusardi da Chiavenna, Enrico Rava... Per non parlare degli altri, scomparsi in epoca storica. Che dire? La famiglia dell'amica di Chiara Izzi - Alexa Tarantino - originaria di Taranto; quella di Tony Bennett da Reggio Calabria; quella di Dean Martin dall'Abruzzo; quella di Perry Como dal chietino; quella di Frank Sinatra dalla Sicilia; quella di Chick Corea (22 Grammy Award) arrivata da Albi (grande città di ben... 945 abitanti in provincia di Catanzaro). Quella di Joe Lovano da Messina; Ada Rovatti in Brecker da Mortara; Barbara Casini da Firenze, rapita per anni dagli USA e dal Brasile; Rita Marcotulli rapita per anni dagli svedesi. Che dite, può bastare, per affermare che spesso gli italiani sono andati all'estero per imparare, ma spesso - molto spesso - hanno assunto il ruolo opposto di "trasfusori" di cultura musicale?
Ma veniamo all'intervista a Chiara Izzi (vero oggetto del post), che Chiara ha avuto la cortesia di concederci, addirittura con entusiasmo.
-a) Chiara, innanzitutto grazie per la tua cortesia. Veniamo alle domande. Intanto, dato che hai un aspetto molto giovane, spero che non sia un atto di maleducazione chiederti l'età. Quanti anni hai?
Ah, tranquillo nessun problema. A volte non rivelo immediatamente la mia età perché mi diverte giocare col mio interlocutore che mi fa questa domanda. Mi si dice che sembro una ragazzina il che fa piacere ma sono negli ENTA ovvero ho 35 anni, compiuti quest’anno.
Devo farti una confessione: fino all'anno scorso non sapevo della tua esistenza. Poi un giorno mia figlia Marzia, che si diletta come "vocalist" in un quartetto jazz, dovendo inserire in repertorio "Just Friends", ha fatto qualche ricerca online, ha scovato la tua esecuzione, e me l'ha linkata, chiedendomi un parere. Il mio parere??? 110 e lode. La più bella esecuzione di questo standard che io abbia mai sentito. Bravissima tu, ottima sezione ritmica, e bravissimo Kevin Hays. E davvero incredibilmente bella l'intesa fra te e Kevin. Una versione che non mi stancherei mai di ascoltare, e che pubblico in calce, perchè non voglio privarne i miei amici.
Beh, allora ringrazio tua figlia Marzia per avermi scoperta e poi te per aver apprezzato così tanto questa interpretazione di “Just Friends” che è stata registrata nel mio primissimo periodo newyorchese, e agli inizi della mia collaborazione con Kevin Hays, sfociata in seguito nella registrazione ufficiale del mio ultimo disco. Ci tengo inoltre a menzionare la sezione ritmica di questa esecuzione, che vede al contrabbasso Joseph Lepore e alla batteria Luca Santaniello, due musicisti italiani di grande gusto ed esperienza musicale, nonché miei cari amici. Devo ammettere che questo video sul mio canale Youtube è uno dei più visti e commentati positivamente, e ovviamente sono felice di sapere che questa performance abbia trasmesso belle emozioni.
-b) Che dire? Questa esecuzione mi ha incuriosito, ho cercato notizie su di te. E così ho scoperto che non sei nata, jazzisticamente, in qualche grande città dove il jazz è stato sempre di casa, ma a Campobasso. E allora la domanda è d'obbligo: vivevi in una famiglia di jazzofili che ti hanno trasmesso il virus? (come i genitori di Roberta Gambarini, tanto per intenderci)? Come è maturata questa tua decisione? A che età? Come mai il passaggio da Campobasso a Frosinone?
Sono convinto, d'altronde, che non ci siano anticorpi, nella provincia italiana, che contrastino il nascere di amore per il jazz. Anzi, forse è vero l'opposto. Penso a te, ma penso al sax Cafiso (Vittoria, provincia di Ragusa), che a 19 anni è l'unico italiano invitato alla Casa Bianca per la cerimonia di insediamento di Obama. E penso ai fratelli Luigi e Pasquale Grasso (alto sax e chitarra) partiti da Ariano Irpino (che per struttura e cultura sembra il posto meno adatto al mondo per generare talenti jazzistici, eppure... Luigi aveva iniziato perchè da bambino soffriva d'asma, e un medico di famiglia mezzo matto non gli aveva prescritto delle terapie farmacologiche, ma gli aveva prescritto... uno strumento a fiato, a sua scelta, E ora gira il mondo con gruppi suoi o altrui. Ma a suo fratello Pasquale nessuno aveva prescritto alcunché, e oggi è uno dei più accreditati chitarristi al mondo. Interessante la risposta di Pat Metheny in una intervista per "Vintage Guitar" magazine’s February 2016 cover story.
[...] Pat Metheny was asked to name some younger musicians who’d impressed him. “The best guitar player I’ve heard in maybe my entire life is floating around now, Pasquale Grasso", said the jazz-guitar icon and NEA Jazz Master. “This guy is doing something so amazingly musical and so difficult [...]
Conosco le belle storie e i musicisti che hai appena menzionato, i loro esempi spero continuino ad ispirarci e a motivare le nuove generazioni verso la pratica di questa musica.
Non sono nata in una famiglia di musicisti, ma mi è capitato abbastanza presto di entrare in contatto con la musica e il canto. Ad 8 anni la mia prima esperienza in pubblico, poi altre sporadiche e spontanee esibizioni a scuola sono avvenute senza aspettative e entro una dimensione prettamente ludica. In seguito, la musica classica e in particolare il suono del pianoforte mi hanno affascinata e ho convinto mio padre a farmi prendere lezioni. La magia di quelle lezioni di piano si è poi interrotta durante l’adolescenza che mi ha fatto preferire altre attività tipiche di quella età. Ma poi a 17 anni la musica è tornata con il canto, e, su raccomandazione di un professore di musica al liceo mi sono iscritta alla Thelonious Monk di Campobasso, una scuola che includeva e che tutt’ora include alcuni dei migliori musicisti e insegnanti della scena jazzistica locale. Fino ad allora non avevo idea di cosa fosse il jazz, ero totalmente digiuna di questa musica. Ma poi l’esposizione diretta alla stessa attraverso questa scuola ha destato inme curiosità e ho seguito l’onda delle esperienze musicali che mi sono capitate da lì in poi. Al tempo questo genere non trovava molti cantanti in regione, quindi i miei primi anni di studio legati al jazz si sono immediatamente combinati con un’intensa attività live sul territorio locale trasformatasi poi in una professione che senza dubbio mi ha fatto acquistare tanta esperienza, e soddisfazioni in breve tempo. Dopo il liceo, mi sono anche iscritta all’Università e laureata in Scienze Della Comunicazione. Dopo i tre anni di Università ho realizzato che volevo spostarmi da Campobasso per ampliare i miei contatti e le mie esperienze, quindi mi sono trasferita a Roma, e nel frattempo ho deciso di frequentare il biennio di Jazz al Conservatorio di Frosinone dove c’era Diana Torto, una grande cantante ed insegnante che ha positivamente influenzato il mio percorso, insieme a tanti altri bravissimi insegnanti.
-c) Cosa rappresenta, secondo te, dover partire da una piccola città di provincia del Sud? Un ostacolo in più, lo stimolo di una sfida più challenging, o cos'altro?
Credo che nascere in una piccola città costituisca un vantaggio e svantaggio allo stesso tempo: può agevolare il contatto con la realtà musicale locale, accelera la gavetta e favorisce le opportunità di incontro, che però tendono anche ad essere quantitativamente limitate. Nel mio caso ad esempio la gavetta è avvenuta quasi contemporaneamente agli studi musicali, e credo chela combinazione delle due cose sia stata utile ma anche gratificante facendomi vivere la musica come professione e non solo come materia di studio. Quindi iniziare in una piccola città può essere vantaggioso ma risultare in seguito limitante: ad un certo punto del percorso per continuare a crescere è necessaria l’interazione con una scena musicale più ampia e stimolante come quella delle grandi città. Anche nel mio caso quindi il trasferimento nella grande città è diventato necessario e inevitabile.
-d) Dieci anni di studio del pianoforte. Lo hai abbandonato del tutto o lo frequenti ancora? In una recente intervista, Roberta Gambarini ha affermato che secondo lei tutte le cantanti jazz dovrebbero "frequentare" qualche strumento musicale (e meglio il piano di altri) perchè ciò è quasi indispensabile specialmente nelle parti improvvisate e nel canto "scat", perchè queste cose richiedono una buona conoscenza dell'armonia. Concordi con questa posizione?
Sebbene non lo studi con la stessa frequenza del canto, non ho affatto abbandonato il pianoforte; come farei a comporre o arrangiare senza?! Sono assolutamente d’accordo con Roberta! Non credo sia impossibile cantare jazz senza conoscere la musica ma in questo caso credo si debba essere esposti costantemente a questa musica e fin dalla più tenera età. Un po’ come succede per l’apprendimento delle lingue: se si impara a parlare più lingue contemporaneamente e in tenera età l’orecchio è continuamente stimolato all’ascolto di suoni nuovi che vengono memorizzati, riprodotti e interiorizzati più naturalmente e senza essere poi tanto consapevoli di come ciò avviene, insomma succede e basta.
Escluse queste eccezioni credo che per un cantante sia fondamentale conoscere la musica e suonare un secondo strumento, e lo è ancora di più se si vuole improvvisare o fare jazz. Parimenti credo che per un musicista sia importante praticare il canto. Imparare a suonare più strumenti credo aiuti ad instaurare un rapporto più intimo e profondo con la musica.
e) Nel 2011 vinci il primo premio come vocalist al Festival di Montreux, uno dei festival più datati e accreditati al mondo. Capo della giuria, e "premiatore", è "tale" Quincy Jones. Mica uno qualsiasi! Cosa hai provato tu, ragazza di Campobasso? Il premio era assegnato sulla base di uno specifico pezzo, o sulla valutazione complessiva di più pezzi? E in ogni caso: presentare in un tempio del jazz come Montreux una canzone, "Il Pescatore" di Fabrizio De André... Ma come ti è venuta, questa idea? A giudicare dal fatto che hai vinto, hai avuto ragione tu. Ma se ci fossimo già conosciuti e avessi chiesto il mio parere su questa scelta, ti avrei dato della matta. Giustificati! :-)
Pare che sia stata non solo la prima “ragazza di Campobasso”, ma anche la prima italiana a ricevere il primo premio nella storia di questo concorso internazionale di canto. All’epoca non parlavo una parola di inglese ed ero molto timida con la lingua, infatti ricordo di aver sofferto parecchio la difficoltà di non riuscire a comunicare come avrei voluto. Ero terrorizzata al punto che quando notavo telecamere e giornalisti in giro, cercavo accuratamente di evitarli per non essere intervistata…ahh ahh…cosa che poi comunque mi è toccato fare dopo la vincita del premio, e ricordo che l’intervista non fu affatto bella..ahhha haha....
Essendo quella la mia prima vera esperienza professionale all’estero non immaginavo che sarei riuscita ad arrivare in finale e addirittura che avrei vinto il primo premio, ma senz’altro ci tenevo a fare una bella performance e a farmi ascoltare da Quincy Jones. Il premio è poi arrivato regalandomi tra le varie cose la preziosa opportunità di registrare il mio primo disco, ma soprattutto mi ha fatto entrare in contatto con Quincy Jones il quale mi ha spronato a pensare più in grande, e a mettermi in discussione anche a livello internazionale. Ed è proprio da questo incontro che ho cominciato seriamente a pensare di trasferirmi a New York. Il concorso si è sviluppato in tre fasi: selezione dei semifinalisti scelti dopo l’invio di un demo, semifinale dal vivo, selezione dei tre finalisti e conseguente performance e assegnazione dei premi. La valutazione complessiva verteva su più brani, due obbligatori e tre a scelta del cantante. In realtà, in occasione del concorso mi sono attenuta alle regole, prediligendo brani del songbook americano e brasiliano, mentre l’anno successivo al premio, sono stata invitata ad esibirmi in concerto al festival in apertura di Paco de Lucìa ed è lì che ho cantato la mia versione de “Il Pescatore”, insomma in un contesto decisamente più rilassato e slegato dalla competizione.
Il Pescatore
Bye Bye Blackbird
Chiara Izzi con Quincy Jones
-e) Ho visto che sconfini con una certa frequenza dal jazz "mainstream" verso canzoni d'autore, o verso performances da cantautrice. Una domanda sorge spontanea: ho letto che ami girovagare per più generi e stili, ma non ho capito se ce ne sia uno che prediligi. Insomma: hai deciso cosa farai da grande? :-)
L’esplorazione di vari territori musicali ha da sempre caratterizzato il mio percorso ed è un aspetto che tiene vivo il mio entusiasmo e curiosità nel fare musica. Non so se mai sceglierò di concentrarmi nel fare una cosa sola ma per il momento cerco di seguire il mio istinto e di prediligere musica e parole che sento mi appartengono di più in termini di sonorità e storie da raccontare, e questo continua a succedermi con brani diversi e di varia provenienza. Ultimamente però mi sto concentrando di più a scrivere mie canzoni, nella speranza di riuscire presto a realizzare un nuovo disco con questo materiale.
-f) Poi arriva "Just friends" (già linkato in alto): uno dei miei jazz standards preferiti, e in assoluto - nella versione tua e di Kevin, un capolavoro di tecnica e di interpretazione. Non conoscevo Kevin, e in un primo momento ho pensato ad uno dei tanti "professionisti di giro" delle sale di registrazione. Poi però la perfetta sintonizzazione di voi due (tecnica e interpretativa) mi ha fatto venire un dubbio. Così ho scoperto che... Ma preferisco che sia tu a raccontarci la vostra storia Io mi limito a ripetere ciò che Kevin ha detto di te; "...“There was a sense of sincerity and honesty — a lack of artifice. She has an inner strength that I think is rare...".
Parole belle, parole rare. Ma raccontaci tu di Kevin: chi è Kevin nel panorama jazzistico americano, come e quando vi siete incontrati, siete in un sodalizio stretto, o vi incontrate occasionalmente?
Kevin Hays è a mio avviso uno dei più raffinati ed eclettici musicisti della scena jazz internazionale. Ha suonato e registrato tantissimi dischi in qualità di leader e sideman con mostri sacri della musica quali Sonny Rollins, John Scofield, Steve Gadd, James Taylor e tantissimi altri. È pianista, compositore ma anche un elegante cantante e songwriter. Per me lui è stato un vero e proprio mentore, che ho incontrato dopo soli tre mesi dal mio arrivo a New York nel 2014, per un concerto in duo realizzato insieme in un jazz club di Manhattan. Il giorno dopo del concerto ho ricevuto un’email totalmente inaspettata da Kevin che mi proponeva di collaborare per la realizzazione di un disco. Ovviamente, entusiasta ho accettato l’invito iniziando un percorso di sessions avvenute piuttosto regolarmente dove si provava musica nuova, testi, duetti vocali per costruire il progetto che poi sarebbe diventato un disco qualche anno dopo. Sono molto grata a Kevin per la sua guida musicale nei miei primi anni a New York, perché quegli incontri musicali mi hanno resa lentamente ma consistentemente una musicista più matura e consapevole, come non ero mai stata prima di allora.
-g) Poi arriva "Estate" di Bruno Martino, che è diventato uno standard mondiale del jazz (forse l'unico nato in Italia). E più facile fare l'elenco di quale jazzista non ce l'abbia in repertorio, che di quelli che lo conoscono e lo eseguono. E' uno di quei brani troppo noti e troppo eseguiti. Se lo canti come è scritto, ti danno del "banale"; se provi ad uscirne con originalità, rischi di finire nella "inascoltabilità" di certi brani troppo noti (Summertime, Georgia, Stardust, et similia). Difficile schivare il trabocchetto, ma tu ci sei riuscita. E questa non è una domanda, ma un'affermazione.
Ma grazie del bel complimento Antonio! Pensa che da più giovane non sentivo di riuscire a cantarlo con la giusta interpretazione. Ma poi è incredibile come gli anni e l’esperienza trasformino tutto, e ora mi appassiona molto cantare questo brano! Fa davvero piacere sapere che i Brasiliani (grazie al grande João Gilberto) e poi gli Americani lo abbiano adottato e incluso nei loro songbooks. Trovo che sia un capolavoro e un manifesto importante della musica e in particolare del jazz italiano nel mondo.
-h) L'anno scorso arriva il bellissimo "Across the sea" (vedi link a youtube). Prima ascoltiamolo, poi, se vuoi, dicci come è nato.
Certo! Il disco ha avuto un tempo di gestazione piuttosto lungo, considerando che la sua realizzazione è partita da quegli incontri musicali con Kevin Hays di cui ti parlavo. Dopo un paio d’anni il progetto ha visto la luce grazie anche al prezioso supporto delle etichette italiane Jando Music e Via Veneto Jazz che inoltre ci hanno permesso di registrare allo storico Sear Sound Studio di New York, di coinvolgere nella registrazione eccellenti musicisti quali il bassista Rob Jost e batterista Greg Joseph, nonché di invitare ospiti di pregio quali Chris Potter, Grégoire Maret, Omer Avital, Nir Felder, e Rogerio Boccato. Il titolo del disco “Across The Sea” è anche il titolo di una mia canzone, che ho scritto come dedica personale alla mia famiglia in un momento in cui sentivo una forte ma inevitabile lontananza da casa. Il contenuto del disco è una testimonianza dell’evoluzione del duo con Kevin che è avvenuta durante questi anni di collaborazione più stretta, ma rivela maggiormente la mia identità di songwriter, oltreché di interprete. Sono felice che il progetto sia stato pubblicato perché raccoglie molte delle sfide ed esperienze che hanno tracciato la prima fase del mio percorso a New York, una città che non risparmia nessuno ma che può sempre sorprenderti in positivo e regalarti lezioni di vita importanti.
-i) Fresco d'annata, il premioIndependent Music Awards. Congratulazioni doppie. Ancora con Kevin Hays, e con un brano composto da te. Ce ne vuoi parlare?
La news del premio è arrivata ad Aprile di quest’anno - come un fulmine a ciel sereno - durante questo lungo periodo di lockdown. Doppia gioia quando ho saputo che la mia canzone era stata premiata come miglior brano originale nella categoria di Jazz vocale nell’ambito della diciottesima edizione di questo premio internazionale. Mi ha senz’altro dato una sferzata di motivazione verso la scrittura di nuove canzoni e mi ha regalato entusiasmo per continuare a coltivare anche il sogno di una carriera da songwriter, a cui tengo molto.
-l) Torniamo a Kevin Hays. I giudizi espressi da Kevin su di te, e quelli espressi da te su Kevin, nonché il grandissimo feeling fra la tua voce e il suo piano in "Just Friends" - specialmente nella scat-chase, lasciano immaginare/sperare in un rapporto musicale fatto per durare. Chi è Kevin? Almeno ogni tanto litigate, o come minimo avete dei "franchi scambi di opinioni"? :-) Ho scoperto in questo video il Kevin in versione crooner; vedrò, se e quando, Chiara in versione pianista? Comunque il pezzo è molto bello, così come l'esecuzione. My congrats to both of you.
Per ora non ci sono in vista altri dischi insieme ma spero che avremo occasione di collaborare ancora. Io e Kevin non abbiamo mai litigato ma diverse volte discusso e scambiato opinioni anche contrastanti. Ed è questa franchezza che mi piace instaurare quando collaboro con qualcuno, perché per fare musica insieme non è sempre necessario essere d’accordo su tutto ma anzi, a volte può essere sorprendentemente significativo trovarsi a fare cose nuove e suggerite da un collaboratore fidato, per poi verificare che non solo queste funzionano ma che spingono la musica in direzioni inaspettate e interessanti.Suonare il pianoforte di fronte ad un pubblico mi rende ancora nervosa ma è qualcosa che vorrei aggiungere nei miei live. Spero succeda presto, intanto se sei curioso ci sono due brani sul mio canale youtube dove puoi ascoltarmi e vedermi anche in veste di pianista.
Pezzo molto bello, "Verso il Mare”. Bello ed eseguito bene da tutti. Di questo brano ho apprezzato molto l'esecuzione tua e di Kevin, ma non solo. Meritate tutti una menzione specifica:
Verso Il Mare
Chiara Izzi - vocals
Grégoire Maret - harmonica Kevin Hays - piano Rob Jost - Double Bass Rob Di Pietro - Drums
Music by Rosario Bonaccorso and lyrics by Chiara Izzi Live at Birdland Jazz Club, New York (feat. Grégoire Maret & Kevin Hays)
Premesso che ho molto apprezzato tutti, e scontato l'apprezzamento per te e per Kevin, voglio congratularmi in particolare anche con Grégoire Maret, che non avevo mai sentito. Uso jazzistico dell'armonica perfetto. Scuola "Toots Thielemans"? :-) E un pensiero nostalgico anche al mitico "Birdland Jazz Club", che è stato talvolta il mio rifugio serale durante alcuni soggiorni per lavoro a NYC...
“Verso Il Mare” è un brano a me molto caro perché figlio di un’altra collaborazione con un musicista che stimo molto, ovvero il contrabbassista, compositore e cantante italiano Rosario Bonaccorso con cui ho fatto diversi tour in Svizzera negli ultimi anni. Ed è proprio in uno di questi tour che la canzone è nata. In particolare il testo di “Verso il Mare” è stato aggiunto da me ad una composizione strumentale di Rosario dal titolo “Mr. Kneipp” scritta in omaggio al medico tedesco “Sebastian Kneipp” famoso in Europa per aver promosso i poteri curativi dell'idroterapia. Rosario, dopo aver risolto un suo problema di salute attraverso questo metodo, voleva trasmettere il messaggio che anche la musica ha questo potere curativo. Il mio testo è quindi partito da questo bel messaggio ma poi si è trasformato in un invito ad abbracciare il disagio e il dolore invece di negare il ruolo che questi giocano nelle nostre vite. L'acqua è usata come una metafora della flessibilità umana contro la rigidità emotiva, e la canzone racchiude l'idea che più restiamo nel flusso delle cose e accettiamo la realtà, più possiamo trovare soluzioni sane che ci cambiano in meglio. Avere l’armonica di Grégoire Maret ad improvvisare su questo brano sia nel disco che al concerto al Birdland è stata una grande gioia!
-m) C'è qualche speranza di vederti, in un prossimo futuro, a Milano o dintorni?
Considerando la situazione complicata legata al Covid e le attuali problematiche di viaggio, non ho in programma di venire in Italia nei prossimi mesi, ma ovviamente spero che succeda presto, e vorrei senz’altro fare qualche concerto a Milano, città che adoro perché molto simile a New York.
-n) Last, but not least: solo alcune considerazioni assolutamente personali. Ho notato (o forse sbaglio) che nelle tue scelte di repertorio tendi a spaziare dagli standard del jazz ad altri generi, con particolare preferenza alla musica "da cantautori" (tua o altrui). Un solo dubbio: svolgendo tu attualmente la tua attività negli USA, sei sicura che non dovresti privilegiare maggiormente la parte "jazz standards"?
Non so, onestamente, se dovrei privilegiare il jazz e gli standards perché la mia attività si svolge negli USA. Magari dovrei puntare di più sull’inglese? Anche se mi verrebbe da contraddirmi perché quando canto in italiano il feedback che ricevo dagli Americani è più che positivo. Come ho detto prima sento di voler seguire il mio istinto e scegliere di cantare ciò che prima di tutto si avvicina al mio sentire e che credo possa rappresentare al meglio la mia multiforme identità musicale, che include l’uso di diverse lingue (inglese, italiano, portoghese, e spagnolo). Anche le lingue - come i generi musicali - credo siano un potente strumento, possono valorizzare al meglio sia l’arrangiamento musicale che la storia che si vuole raccontare. Perché privilegiare una cosa sola e rischiare di avere rimpianti per non aver seguito il proprio istinto? Per esperienza penso che se non mi fossi fidata del mio istinto nelle scelte musicali fatte finora, non sarei riuscita a fare della musica un mestiere a tempo pieno, e probabilmente non avrei potuto realizzare quei progetti che invece hanno visto la luce insieme alle belle collaborazioni e incontri musicali che mi sono capitati finora. Si può fare sempre meglio ovviamente…e ci sto lavorando!
Dopo aver ascoltato te e Kevin in "Just Friends", e te e Sarah Young in "Bye Bye Blackbird", mi sono convinto che dovresti spostare il baricentro un po' di più in quell'area. Non riesco ad immaginare (anzi, forse ci riesco troppo bene) cosa potrebbe saltar fuori da te e Kevin dal terreno del jazz "main-stream", che gli americani ascoltatori amano sempre moltissimo, ma che gli americani-esecutori, forse troppo ossessionati dalla "sperimentazione-ad-ogni-costo", tendono ad abbandonare spesso per aree non sempre felicissime come quelle del free-jazz, o della contaminazione con generi popolari (o popolani?). E mi sono spinto fino ad immaginare cosa potrebbe venir fuori da voi due paracadutati in una mia "wish-list" personale... Qualche esempio? Intanto qualche tuffo sperimentale nel "golden-field" della bossanova, e poi negli standards made in USA (a solo titolo esemplificativo: East of the sun, In my solitude, Moanin', Who can I turn to, Lover come back to me, You stepped out of a dream, Time after time, The nearness of you... E via fantasticando. Ho qualche chance? :-)
Adoro il jazz in tutte le sue forme, ascolto e mi fa emozionare anche tanta altra musica, contaminata e non. Potrebbe succedere senz’altro che un giorno decida di fare un disco che includa solo jazz standards, perché no?! Pur comprendendo l’esigenza commerciale di categorizzare la musica, non ho mai amato le etichette perché trovo che queste siano riduttive dell’identità di un artista, e lo sono ancora di più ai giorni nostri dove la realtà sembra sia sempre più fluttuante e mescolata. E mentre scrivo questo penso ad esempio a James Taylor che da cantautore elegante e raffinato qual è ha poi collaborato con grandi musicisti di jazz cimentandosi nell’interpretazione di standards quali ad esempio “The Nearness Of you” (dal disco di Michael Brecker “Nearness of You: The Ballad Book”), riuscendo a restare fedele a se stesso e alla sua voce, ed il risultato è da brividi! Oppure penso allo stesso Quincy Jones che con le sue produzioni e collaborazioni ha oltrepassato barriere e confini tra generi musicali partendo dal jazz ma poi si è disinteressato delle etichette, e coraggiosamente si è spinto sempre oltre regalando al mondo un sacco di capolavori che forse non sarebbero nati se lui si fosse concentrato soltanto su una cosa. Come etichetteresti Quincy Jones? Credo sia molto difficile dare una risposta esaustiva circa la musica da lui prodotta. Però, se non erro la sua musica è molto apprezzata e stimata in diversi ambienti musicali. Ecco, diciamo che questi sono alcuni esempi umani e musicali che insieme ad altri artisti che adoro, ispirano le mie scelte e mi spronano a fare musica bella, non importa poi se questa sia catalogabile o meno. Penso che la bellezza musicale trovi i suoi canali per manifestarsi, e non ci sono etichette o generi che tengano per far sì che questo accada.
Un grande grazie, un grande abbraccio Antonio Crea (alias "tafanus")
Grazie mille per questa intervista, Antonio. Spero che avremo presto occasione di incontrarci, magari ad un mio concerto, dove ti dedicherei volentieri una canzone a tua scelta :) Un grande abbraccio a te, e un caro saluto a tutti coloro che leggeranno questa intervista!
Già! Succede anche che l'altro giorno mi sia beccato del "celebroleso" (sic!) da un colto complottista, che giurava che la storia del "covidde" fosse tutta una montatura. Di chi, non ha detto. Perchè, non ha detto. Insomma, una roba alla terrapiattista, probabilmente orchestrata dalla Spectre, in collaborazione col Gruppo Bilderberg e con altre Forze del Male.
Le colpe del celebroleso? Aver cominciato già da 6 settimane, quando l'Italia profumava di Paradiso Terrestre, a mettere in guardia: la tendenza al calo delle infezioni si era esaurita, iniziavano ad arrivare segnali sempre più forti e chiari di inversioni di tendenza, ed avremmo anche dovuto imparare - da paesi che stavano fronteggiando una ripartenza della pandemia - che superato un certo livello di guardia abbastanza basso, sarebbe stato difficile arrestare la tendenza.
Quando abbiamo lanciato questo allarme, in Italia il numero di nuovi infetti per milione variava quotidianamente entro una forbice fra 2,5 e 5 nuovi casi per milione. Oggi viaggiamo intorno a 25 nuovi casi per milione al giorno, crescono i ricoverati semplici e in terapia intensiva, crescono i morti. E questo non ha niente a che fare con la variabile "tamponi effettuati". I morti non crescono o diminuiscono in funzione dei tamponi. Il tampone non uccide, rileva.
Casi cumulativi nel mondo
Ora, qualche segnale positivo dal mondo starebbe pure arrivando (anche se lo dice solo il "celebroleso"). Per esempio: negli ultimi dieci giorni, il numero medio di nuovi infetti nel mondo è stato di 251.500 nuovi casi giornalieri. Esattamente nella decade omologa di un mese fa, i nuovi casi erano stati 262.500; dunque c'è stata una diminuzione del 4,2% in un mese. Ma a prescindere dal fatto che il 4,2% è poco o niente, non possiamo assumerlo come indice di tendenza consolidata su un parametro mondiale che è la somma algebrica di dati positivi e negativi impazziti in ogni parte del mondo. Ma tant'è: accogliamo con piacere questo dato. Meno 4,2% is mejo that più 4,2%. Attendiamo conferme.
Anche dall'Italia arrivano dati non positivi, ma leggermente meno negativi. Un esempio? Una settimana fa il numero totale degli attualmente positivi in Itala aumentava del 33% a settimana; i dati di questa settimana sono aumentati rispetto a quelli della settimana scorsa del 20%. Meglio, ma siamo pur sempre all'aumento, e non alla diminuzione. E Domani riaprono le scuole. Mentre la belloccia a 5 stelle fino all'altro giorno straparlava di un 14 settembre data storica, raggiunta la quale TUTTO nella scuola sarebbe stato in ordine PER TUTTI, adesso iniziano in massa le retromarce, sub specie di annuncio di "possibili" varianti molto improbabili.
Dunque, domani non ci saranno in circolazione, di colpo, 11 milioni di persone (fra studenti, personale insegnante, ausiliari), ma forse non arriveremo alla metà di questa cifra. Manca praticamente tutto: i banchi, i locali, i professori, le aule, gli scuolabus. Resta integra solo la prosopopea della ministra pentastelluta.
Ciononostante, lasciate che il "celebroleso" faccia un'altra previsione: date il tempo alla scuola così come non è organizzata di produrre i suoi danni, e fra una decina di giorni potremmo registrare un incremento al galoppo della pandemia. Peccato, perchè eravamo quasi riusciti a fermarla (intorno alla terza settimana di luglio), ma poi abbiamo deciso che non potevamo fare a meno della discoteca e del pallone. Ed eccoci qua a fare i conti con un numero di positivi (38.509) che è esattamente 3,2 volte i 12.230 casi del 30 luglio. E a fare i conti con la Sardegna, che solo poche settimane fa era sul podio delle migliori regioni italiane, precipitare nell'inferno delle peggiori.
E meno male che la brillante idea di permettere su metro, autobus e treni regionali l'occupazione di TUTTI i posti a sedere, più il 50% dei posti in piedi permessi, è durata solo mezza giornata, prima che le "autorità" prendessero atto che si era trattato di una stronzata sesquipedale, e revocassero questa stronzata, ma solo dopo aver creato il caos in stazioni ed aeroporti.
Ora si accettano scommesse: banchi, aule, professori, scuolabus NON ci saranno domani, e non ci saranno "entro fine ottobre". Non ci saranno e basta. In Piemonte, su quasi 3000 professori necessari, solo in 29 hanno risposto all'appello. Fate pure voi la proiezione ad 80.000 vacanze di insegnanti.
Ma questa pandemia dovrebbe aver dato degli insegnamenti anche ad altri.
Ad esempio a Madame Lagarde (quella che sembra un gallinaccio, e che all'inizio della pandemia, quando l'Italia sembrava il solo paese di untori, spiegava, col sorrisetto d'ordinanza, che "fra i compiti della BCE non rientrava il doversi occupare dello spread dei singoli paesi". Ecco, la Lagarde guardi i dati: oggi la Francia gode (si fa per dire) da giorni di 10.000 casi al giorno: più del doppio dei dati peggiori italiani toccati solo per due o tre giorni. Oggi la Francia ha un numero di infetti per milione di oltre 6.000, cioè una volta e mezza quello dei lanzichenecchi italiani, e in crescita di 10.000 casi al giorno, con una velocità di circa 7 volte quella italiana.
Se preferite, parliamo della signora Presidente della UE, la belga Ursula Gertrud von der Leyen, quella che "i coronabonds non sono all'ordine del giorno". E' bastato che il Belgio arrivasse a superare i dati italiani del 70%, e ora la Signora partorisce coronabonds che neanche il piano Marshall. Solo che nel tentativo di salvare la faccia adesso li chiama in dieci altri modi diversi. I suoi "compari di Benelux" non parlano, o oppongono una resistenza di facciata. Il Lussemburgo viaggia con un numero di infetti per milione pari a 2,5 volte quello italiano, e il Belgio supera del 71% il numero degli infetti italiani, ma attualmente ha degli incrementi giornalieri molto più alti di quelli italiani.
Poi c'è l'Olanda. Quel paese dove fioriscono i tulipani e le strutture che facilitano l'evasione fiscale degli altri paesi europei. Il paese nel quale uno spazzino ubriaco implora il premier un po' fascista di "non mandare neppure un euro all'Italia", e il premier un po' fascista anzichè mandare affanculo lo spazzino, e ordinargli di andare a scopare il mare o le strade, ride accondiscendente. Povero popolo olandese! Si è messo in mani peggiori dell'Italia che si era messa nelle mani di Salvini. E se il popolo olandese non manderà a casa questo cialtrone, sarà distrutto con un semplice rutte. Intanto dal primo maggio la virtuosa Olanda degli spazzini cresce di 3000 casi per milione, il che significa il doppio dell'Italia. In questi giorni l'Olanda ha superato di slancio l'Italia, come una macchina di formula uno fa quando può inserire il DRS.
L'ultima notazione affettuosa riguarda i c.d. "paesi frugali", e in particolare la Svezia. Non solo la Svezia è "frugale", ma anche presuntuosetta. Non ha adottato regole di legge per arginare il coronavirus, perchè "i cittadini svedesi sono persone civili, e sanno auto-regolamentarsi". Tradotto: non come quei cialtroni del club-med tutti spaghetti e mandolino.
Bene: oggi il paese dei civilissimi svedesi, pur godendo di una densità abitativa molto più bassa di quella italiana, è riuscito ad avere quasi il doppio degli infetti per milione dell'Italia, e la differenza cresce con ulteriore accelerazione. Con tanti affettuosi omaggi al potere dell'auto-regolamentazione.
(Foto: Gianna Piano)Let's start with a short abstract of what the "diggers" say about Chiara fromChiara's site. The site is in english, since Chiara lives and operates mainly in NY, since 2014.
Chiara Izzi is an award-winning singer-songwriter from Italy who has been based in New York City since 2014. Three years later Quincy Jones awarded Chiara the first prize in the 2011 Montreux International Jazz Festival Vocal Competition. Since arriving, she’s become one of New York’s busiest vocalists, sharing bandstands with such luminaries as Kevin Hays, Leon Parker, Ken Peplowski, Diego Figueiredo, Jeff Hamilton, Aaron Goldberg, Bruce Barth, Eliot Zigmund, Warren Wolf, and Anthony Wonsey. In April 2020 she also won one Independent Music Award for Best Jazz song with Vocals with her composition "Circles of the mind"
Izzi first documented her formidable talents on her well-received 2013 debut album, Motifs (Dot-Time), singing in English, Italian, Spanish and Portuguese on an 11-track program that spanned the American and Brazilian Songbooks, Tango, high-level Euro-Pop, and Mainstream Jazz Vocalese and Scat. Izzi navigated each idiom fluently, on its own terms of engagement, displaying her prodigious vocal instrument, refined musicianship, inherent soulfulness, and ability to convey both emotional transparency and ebullient swing. In an All About Jazz review Michael Bailey praised Izzi as “force of nature,” while in Jazz Times Travis Rogers described her as “a talent to be heard, admired and anticipated.”
In April 2020 she also won one Independent Music Award for Best Jazz song with Vocals with her composition “Circles Of The Mind".
Now to the interview with Chiara Izzi (real subject of the post), which she enthusiastically agreed to do.
- a) Chiara, first of all thank you for kindly agreeing to this interview. Now to the questions. Since you look very young, I hope it's not rude to ask your age. How old are you?
Ah, no problem. Sometimes I don't immediately reveal my age because I enjoy playing with the interviewer asking me this question. I am told that I look like a girl, which is nice, but I am in my thirties, infact I am 35 years old this year.
-a) I have a confession to make: until last year, I didn't know of your existence. Then one day my daughter Marzia, who loves being a "vocalist" in a jazz quartet, needed to include "Just Friends" in the repertoire, she did some research online, found your performance, and shared it with me, and asked my opinion. My opinion??? 100% praise. The finest performance of this standard I have ever heard. You sound amazing! There’s an excellent rhythm section, and Kevin Hays sounds great. The chemistry between you and Kevin is incredibly beautiful. It is a version that I never tire of listening to, and that I published below, because I don't want to deprive my friends of it.
Well, then I thank your daughter, Marzia, for discovering me and then you for appreciating this interpretation of "Just Friends" so much which was recorded very early in my New York period, and at the beginning of my collaboration with Kevin Hays, which later resulted in the recording of my latest album. I would also like to mention the rhythm section in this performance, which features Joseph Lepore on double bass and Luca Santaniello on drums, two Italian musicians of great taste and musical experience, as well as two dear friends of mine. I have to admit that this video on my Youtube channel is one of the most viewed and receives the most positive comments, and of course I am happy to know that this performance has inspired good feelings.
- b) What do I say? This execution intrigued me, so I looked for news about you. I discovered that you were not born, “jazzistically”, in some big city where jazz has always been around the house, but in Campobasso. So I must ask: did you live in a family of jazz lovers who transmitted the virus to you? (like Roberta Gambarini's parents, to be clear)? How did you decide that jazz was your passion? At what age? Why did you move from Campobasso to Frosinone?
I am convinced there are no antibodies in the Italian province, that oppose the birth of love for jazz. Indeed, perhaps the opposite is true. When I think about you, I also think about the saxophone player Cafiso (Vittoria, province of Ragusa), who at 19 was the only Italian that was invited to the White House for Obama's inauguration ceremony. And I think about the brothers Luigi and Pasquale Grasso (alto sax and guitar) who started in Ariano Irpino (that for structure and culture seems to be the least suitable place in the world to generate jazz talents). Luigi started because as a child he suffered from asthma, and a half-mad family doctor didn’t prescribe him any drug therapies, but instead prescribed for him a wind instrument, of his choice. Now he travels the world with his own or other groups. His brother Pasquale didn’t need any prescription and today he is one of the most accredited guitarists in the world. Pat Metheny's response in an interview for "Vintage Guitar" magazine's February 2016 cover story is interesting.
[...] Pat Metheny was asked to name some younger musicians who’d impressed him. "The best guitar player I've heard in maybe my entire life is floating around now, Pasquale Grasso", said the jazz-guitar icon and NEA Jazz Master. "This guy is doing something so amazingly musical and so difficult [... ]
I know these wonderful stories and the musicians you just mentioned, I hope that their examples will continue to inspire us and motivate new generations to learn about this music.
I was not born into a family of musicians, but I was inspired to explore music and singing at an early age. At 8 years old, I had my first musical experience in public, then other sporadic and spontaneous performances at school took place without any expectations and were more out of pure enjoyment. Later on, classical music, and in particular the sound of the piano, fascinated me and I convinced my father to let me take lessons. The magic of those piano lessons was then interrupted during my adolescence which made me prefer other typical activities of that age. But then at 17, music returned through singing, and, through the recommendation of a high school music teacher, I enrolled at the Thelonious Monk School in Campobasso, a private school that included and still includes some of the best musicians and teachers on the local jazz scene. Until then I had no idea what jazz was, I was totally ignorant of this music. But then the direct exposure to it through this school aroused curiosity in me and I followed the wave of musical experiences that came to me from that moment on. At the time, this genre did not have many singers in the region, so my first years of study related to jazz were immediately combined with a tremendous amount of live performances in the local area which then transformed into a profession that undoubtedly made me acquire a lot of experience, and satisfaction in a short amount of time. After high school, I enrolled at the University and graduated with a degree in Communication and Media/ Sciences. After the three years of University I realized that I wanted to move from Campobasso to expand my contacts and my experiences, so I moved to Rome, and while I was there I decided to attend the two-year jazz program at the Conservatory of Frosinone and to study with Diana Torto, a great singer and teacher as well as other teachers who have had a positive influence on my path.
-c) What does it mean, in your opinion, to leave a small provincial town in the South of Italy? Was it an additional obstacle, the stimulus for a more challenging adventure, or something else?
I believe that being born in a small town is an advantage and a disadvantage at the same time: it can facilitate introductions with the local musical community, it can accelerate the groundwork as well as create many opportunities, but at the same time is very limited as to what it can offer. In my case, for example, my apprenticeship took place almost at the same time as my musical studies, and I believe that the combination of the two was useful and also gratifying, allowing me to live the music as a professional and not just as a subject of study. So starting in a small town can be advantageous but later be limiting: at some point along the way, to continue growing, you need to interact with a wider and more stimulating music scene like the ones in the big cities. Even in my case, therefore, the move to a big city became necessary and inevitable.
-d) Ten years of studying the piano. Have you given up on it altogether or do you still practice it? In a recent interview, Roberta Gambarini said that according to her all jazz singers should practice some musical instrument (and piano is better than others) because this is almost indispensable especially in improvised parts and in "scat" singing, because these things require a good knowledge of harmony. Do you agree with this position?
Although I do not study the piano with the same frequency as singing, I have by no means abandoned this instrument; how would I compose or arrange without it?! I absolutely agree with Roberta! I don't think it is impossible to sing jazz without musical knowledge but in this case, I believe you should be constantly exposed to this music and from an early age. It’s a bit like the language learning process: if you learn to speak several languages at the same time and at an early age, the ear is continually stimulated to listen to new sounds that are memorized, reproduced and internalized more naturally and without much awareness of how this happens, in short, it just happens.
Excluding this exception I believe that, for a singer, it is essential to know music and play an instrument, and it is even more important if you want to improvise or play jazz. Likewise, I believe that it is important for a musician to practice singing. I believe that learning to play more instruments helps to establish a more intimate and profound relationship with music.
-e) In 2011 you won the first prize as vocalist at the Montreux Jazz Festival, one of the oldest and most accredited festivals in the world. The President of the jury, is the one and only Quincy Jones. How did you feel, being a girl from Campobasso? Was the prize awarded on the basis of a specific piece, or on the overall evaluation of several pieces? In any case: to present a song, "Il Pescatore" by Fabrizio De André in a jazz temple like Montreux, how did you come up with this idea? Judging by the fact that you won, you were right. But if we had already met and you would have asked my opinion on this choice, I would have called you crazy. :-)
Apparently I was not only the first "girl from Campobasso", but also the first (and only) Italian to receive first prize in the history of this international singing competition. At the time, I didn't speak a word of English and I was very shy with the language, in fact I remember having suffered a lot from the difficulty of not being able to communicate as I wanted. I was so terrified that when I noticed cameras and reporters around, I tried carefully to avoid them so as not to be interviewed…something that I ultimately had to do anyway after winning the award, and I remember that the interview was not good at all!
Since that was my first real professional experience abroad, I did not imagine that I would be able to reach the final and even win first prize, but I certainly wanted to give a good performance and have Quincy Jones hear me. The award then came giving/gifting me, among other things, the wonderful opportunity to record my first album, but above all it allowed me to get in touch with Quincy Jones who encouraged me to think bigger, and to challenge myself on an International level. It was from this meeting that I seriously began to think about moving to New York. The competition was developed in three phases: selection of the semifinalists chosen after sending a demo, live semifinal, selection of the three finalists and subsequent performance and awarding of prizes. The overall evaluation was based on several songs, two mandatory ones and three chosen by the singer. In fact, with regards to the competition, I followed the rules, preferring songs from the American and Brazilian songbook. While the following year I was invited to perform at the festival, opening for Paco de Lucìa and that is where I sang my version of “Il Pescatore”, in short, in a decidedly more relaxed and unrelated context from the competition.
Bye Bye Blackbird
Chiara Izzi con Quincy Jones
-f) I have seen that you cross over with a certain frequency from "mainstream" jazz to songs by singer/songwriters. A question arises spontaneously: I read that you love wandering around multiple genres and styles, but I didn't understand if there is one you prefer. In short: have you decided what will you do when you grow up? :-)
The exploration of various musical genres has always characterized my path and it is something that keeps me enthusiastic and curios in making music. I don't know if I will ever choose to focus on doing just one thing but for the time being I try to follow my instinct and to choose music and lyrics that I feel belong to me more in terms of sounds and stories to tell, and this continues to happen to me with different pieces and from various sources. Lately, however, I have been focusing more on writing my own songs, and am hoping to be able to make a new record with this material soon.
-g) Beautiful words, rare words. But tell us about Kevin: who is Kevin on the American jazz scene, how and when did you meet, are you in a close relationship, or do you only meet occasionally?
Kevin Hays is, in my opinion, one of the most refined and eclectic musicians on the international jazz scene. He has played and recorded many records as leader and sideman with music giants such as Sonny Rollins, John Scofield, Steve Gadd, James Taylor and many others. He is a pianist, composer and also a fine singer and songwriter. For me he was a real mentor, whom I met just three months after my arrival in New York in 2014, for a concert performed together in a jazz club in Manhattan. The day after the concert, I received a totally unexpected email from Kevin who suggested we collaborate and make a record. Obviously, I was enthusiastic about the prospect, so I accepted the invitation by starting a series of sessions that took place fairly regularly and where new music, lyrics, vocal duets were rehearsed to build the project that would later become a record. I am very grateful to Kevin for his musical guidance in my early years in New York, because those musical sessions slowly but consistently made me a more mature and aware musician than I had been before.
-h) Then comes "Estate" by Bruno Martino, which has become a world jazz standard (perhaps the only one born in Italy). It is easier to make a list of which jazz musicians do not have it in their repertoire, than of those who know it and perform it. It is one of those songs that is too well known and too often performed. If you sing it as it is written, they call you "banal"; if you try to be more original, you risk ending up with the "unlistenability" of a certain too well-known song (ie: Summertime, Georgia, Stardust). It is a difficult trap to avoid but you have succeeded. And this is not a question, but a statement.
Thanks for the nice compliment Antonio! If you really want to know, when I was younger I didn't feel I could sing it with the right interpretation. But then it's amazing how the years and experience transform everything, and now I'm very passionate about singing this song! It's really great to know that the Brazilians (thanks to the great João Gilberto) and then the Americans have adopted this song and included it in their songbooks. I find it a masterpiece and an important musical manifesto, in particular of Italian jazz in the world.
-l) Last year the beautiful "Across the sea" was released (See youtube link). Let's listen to it first, then, if you want, tell us how it was born.
Sure! The record had a rather long gestational period, considering that its realization started from those musical encounters with Kevin Hays that I was telling you about. After a couple of years the project saw the light thanks to the considerable support of the Italian labels, Jando Music and Via Veneto Jazz, which also allowed us to record at the historic Sear Sound Studio in New York and to involve excellent musicians such as the bassist Rob Jost and drummer Greg Joseph, as well as to invite prestigious guests such as Chris Potter, Grégoire Maret, Omer Avital, Nir Felder, and Rogerio Boccato. The title of the album “Across The Sea” is also the title of one of my songs, which I wrote as a personal dedication to my family at a time when I felt a strong but inevitable distance from home. The content of the record is a testimony of the evolution of the duo with Kevin that took place during these years of close collaboration, but it reveals more my identity as a songwriter, as well as an interpreter. I am happy that the project has been released because it contains many of the challenges and experiences that traced the first phase of my journey in New York, a city that spares no one but that can always surprise you positively and give you important life lessons.
-l) Fresh news from this year, the award from the Independent Music Awards. Congratulations! Again with Kevin Hays, and with a song of yours. Do you want to talk about it?
The news of the award arrived in April of this year – from out of the blue - during this long period of lockdown. My joy was doubled when I learned that my song "Circles of the mind" had been awarded the best original song in the category of Vocal Jazz in the 18th edition of this international award. It has certainly given me a boost of motivation towards writing new songs and has given me enthusiasm to continue to cultivate the dream of a career as a songwriter, which I really care about.
-m) Let's go back to Kevin Hays. Regarding the opinions expressed by Kevin about you, and those expressed by you about Kevin, as well as the great chemistry between your voice and his piano in "Just Friends" - especially in the scat-trade, makes one hopeful for a musical relationship that endures. Who is Kevin? Do you occasionally argue, or at least do you have "frank exchanges of views"? :-) I discovered a video of Kevin singing as a crooner; will I ever see you in the role of pianist? Regardless, the piece is very beautiful, as well as the execution. My congrats to both of you.
For now there are no other records in sight but I hope we will have the opportunity to collaborate again. Kevin and I have never quarreled but several times have discussed and exchanged different opinions. It is this frankness that I like to establish when I collaborate with someone, because to make music together, it is not always necessary to agree on everything but quite the opposite, sometimes it can be surprisingly meaningful to find yourself doing things suggested by a trusted collaborator, to then verify that not only do these ideas work but they push the music in unexpected and interesting directions. Playing the piano in front of an audience still makes me nervous but it is something I would like to add to my live performances. I hope it will happen soon, meanwhile if you are curious there are two songs on my youtube channel where you can listen to me and see me in action as a pianist.
-n) The piece "Verso il Mare" is very beautiful. Beautiful and well performed by everyone. I really appreciate your and Kevin's performance of this piece, but not just the two of you. You all deserve a specific mention:
Verso Il Mare
Chiara Izzi - vocals
Grégoire Maret - harmonica Kevin Hays - piano Rob Jost - Double Bass Rob Di Pietro - Drums
Music by Rosario Bonaccorso and lyrics by Chiara Izzi Live at Birdland Jazz Club, New York (feat. Grégoire Maret & Kevin Hays)
Given that I have greatly appreciated everyone, especially you and Kevin, I also want to congratulate in particular, Grégoire Maret, whom I had never heard about. The Jazz use of the harmonica is perfect. "Toots Thielemans" school? :-) It was a nostalgic trip to the mythical "Birdland Jazz Club", which sometimes was my evening refuge during business trips to NYC.
"Verso Il Mare" is a song very dear to me because it is the result of another collaboration with a musician that I respect very much, namely the Italian double bass player, composer and singer Rosario Bonaccorso with whom I have toured several times in Switzerland most recently. It was in one of these tours that the song was born. In particular, the lyrics of "Verso il Mare" were added by me to an instrumental composition by Rosario entitled "Mr. Kneipp” written in homage to the German doctor “Sebastian Kneipp”, famous in Europe for promoting the healing powers of hydrotherapy. Rosario, after having solved a health problem with this method, wanted to convey the message that music also has this healing power. My lyrics then started with this idea in mind, then turned into an invitation to embrace the discomfort and pain instead of denying the roles they play in our lives. Water is used as a metaphor for human flexibility versus emotional stiffness, and the song embodies the idea that the longer we stay in the flow of things and accept reality, the more we can find healthy solutions that change us for the better. It was a great joy to have Grégoire Maret's harmonica improvising on this track both on the record and at the concert at Birdland!
-o) Is there any hope of seeing you, in the near future, in Milan or surrounding areas?
Considering the complicated situation linked to Covid and the current travel issues, I have no plans to come to Italy in the coming months, but obviously I hope it will happen soon, and I would certainly like to do some concerts in Milan, a city that I love because it is very similar to New York.
-p) Last, but not least: just some absolutely personal thoughts. I noticed (or maybe I'm wrong) that in your repertoire choices you tend to range from jazz standards to other genres, with a particular preference for "singer/songwriter" music (yours or others’). Only one concern: considering that your musical activity is primarily in the US right now, are you sure that you shouldn't favor the "jazz standards" more?
Honestly, I don't know if I should favor jazz and standards because I’m working primarily in the US. Maybe I should focus more on singing in English? Alternatively, when I sing in Italian the feedback I get from the Americans is very positive. As I said before, I feel I want to follow my instincts and choose songs that move me and that I believe best represent my multifaceted musical identity, which includes the use of different languages (English, Italian , Portuguese, and Spanish). Languages - like musical genres - I believe, are a powerful tool, they can enhance both the musical arrangement and the story you want to tell. From experience, I think that if I had not trusted my instincts in the musical choices I’ve made thus far, I would not have been able to make music a full-time job, and probably would not have been able to bring the projects I’ve made to fruition. In addition, who knows If I would’ve been fortunate enough to meet and work with the amazing musicians that have crossed my path. I am always open to improving…and I'm working on doing just that!
-q) After listening to you and Kevin on "Just Friends", and you and Sarah Marie Young on "Bye Bye Blackbird", I am convinced that you should shift the center of gravity a little more in that area. I can't imagine (indeed, maybe I can too well) what could come out of you and Kevin from the world of "main-stream" jazz, which American listeners love very much, but which American-performers, perhaps too obsessed with "experimentation-at-all-cost", tend to abandon often for other areas like free-jazz, or contamination with popular genres. I went so far as to imagine what could come out of you two parachuting into my personal "wish-list" ... Some examples? Experimental dives into the "golden-field" of bossanova, and then into the standards made in the US (for example: East of the sun, In my solitude, Moanin ', Who can I turn to, Lover come back to me, You stepped out of a dream, Time after time, The nearness of you).
I love jazz in all its forms. I also listen to a lot of other types of music (contaminated and not) that moves me. It could certainly happen that one day I will decide to make a record that includes only jazz standards, why not?! While I understand the commercial need to categorize music, I have never loved labels because I find that they are reductive of an artist's identity, and even more so nowadays where reality seems to be increasingly fluid and fluctuating. As I write this I am thinking, for example, of James Taylor who, as an elegant and refined singer-songwriter, collaborated with great jazz musicians venturing into the interpretation of standards such as "The Nearness Of you" (from Michael Brecker's record "Nearness of You: The Ballad Book ”). He managed to stay true to himself and his voice, and the result is spine-chilling! I also think of Quincy Jones himself who in his productions and collaborations has crossed barriers and borders between musical genres starting from jazz but then courageously pushed himself further and further, giving the world a lot of masterpieces that perhaps would not have been born if he had concentrated on only one genre. How would you label Quincy Jones’ music? I think it is very difficult to categorize the extensive amount of music he produced. If I am not mistaken, his music is highly appreciated and esteemed in different musical circles around the world. Here are some human and musical examples that, together, with other artists that I adore, inspire my choices and encourage me to make beautiful music, whether it can be labeled or not. I think that beautiful music finds its way regardless of labels. Musicians and singers are merely vehicles through which the music manifests.
A big thank you, a big hug Antonio Crea (aka "tafanus")
Thank you very much for this interview, Antonio. I hope that we will soon have the opportunity to meet in person, maybe at one of my concerts, where I would gladly dedicate a song of your choosing to you :) A big hug to you, and a warm greeting to all who will read this interview!
L'Osservatorio di Cottarelli dimezza la stima di risparmi del M5S: vale solo lo 0,007% della spesa pubblica, 57 milioni all'anno e non 100 milioni).
Insomma, i populisti devono sempre spararle grosse, per mantenere il consenso della propria base, o per diminuirne quantomeno la velocità di caduta.
MILANO - L'11 luglio scorso il Senato ha approvato in seconda lettura il disegno di legge costituzionale n. 214-515-805-B, che a partire dalla prossima legislatura riduce il numero di deputati da 630 a 400 e il numero di senatori da 315 a 200. Il via libera definitivo da parte della Camera è atteso a settembre. Al di là delle possibili considerazioni sull'impatto di questa riforma sul funzionamento del Parlamento, è utile chiedersi a quanto ammonterebbe l'eventuale risparmio per le casse dello Stato derivante dal taglio di 345 parlamentari.
Il vicepremier Di Maio e il ministro Fraccaro hanno più volte sostenuto che il taglio dei parlamentari garantirà un risparmio di circa 500 milioni di euro a legislatura, ovvero 100 milioni annui. In realtà, il risparmio sembra essere molto più contenuto.
Lo "stipendio" di un parlamentare è dato dalla somma di due componenti: l'indennità parlamentare, soggetta a ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali, e una serie di rimborsi spese esentasse. L'indennità lorda mensile ammonta a circa 10.400 euro, ma al netto delle varie ritenute si attesta attorno ai 5.000 euro. La somma dei rimborsi spese per l'esercizio del mandato (diaria, collaboratori, consulenze, convegni, spese accessorie di viaggio e telefoniche ecc.) è invece pari a 8.500-9.000 euro al mese.
Ogni parlamentare ha quindi un costo di circa 230-240 mila euro annui al lordo delle tasse, per un totale di circa 222 milioni. Queste cifre trovano conferma nei bilanci di previsione delle due camere: la spesa prevista per il 2019 per i compensi dei parlamentari è infatti di 225 milioni.
Il risparmio lordo annuo che si otterrebbe riducendo il numero di parlamentari di 345 unità ammonta quindi a 53 milioni per le casse della Camera e a 29 milioni per quelle del Senato, per un totale di 82 milioni. Il risparmio sull'intera legislatura (410 milioni) si avvicinerebbe, ma sarebbe comunque inferiore, a quanto dichiarato dagli esponenti del M5S.
Tuttavia, il vero risparmio per lo Stato deve essere calcolato al netto e non al lordo delle imposte e dei contributi pagati dai parlamentari allo Stato stesso. Considerando un'indennità netta di 5 mila euro mensili per ciascun parlamentare (a cui sommare tutti i rimborsi esentasse), il risparmio annuo che si otterrebbe con la riforma in questione si riduce a 37 milioni per la Camera e a 20 milioni per il Senato.
Il risparmio netto complessivo sarebbe quindi pari a 57 milioni all'anno e a 285 milioni a legislatura, una cifra significativamente più bassa di quella enfatizzata dai sostenitori della riforma e pari appena allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana.
Questo non significa necessariamente che i risparmi non siano giustificati, ma occorre metterli in proporzione anche rispetto a dichiarazioni, come quelle del vicepremier Di Maio, secondo cui con questa legge "si tagliano privilegi ai politici e si restituisce al popolo".
Le fake-news che descrivono l'Italia come il peggior paese del sistema solare in termini di numero di parlamentari, sono destituite di fondamento, e servono solo ad alimentare il populismo da un tanto al chilo dei partiti fascistoidi di opposizione, al quale purtroppo rischia di allinearsi il PD del pavido Zingaretti, timoroso di veder sparire - nel caso dovesse sostenere il NO - l'attuale, incestuosa alleanza col M5S, che è peraltro in caduta libera.
Coi numeri attuali, l'Italia è il sesto paese più "parco" in termini di parlamentari in rapporto al numero di abitanti: sesto su 27. Con la vittoria del SI diventerebbe il primo in assoluto, con un risparmio annuale previsto uguale quasi al furto con scasso della lega (49 milioni), e con una caduta verticale del diritto di rappresentanza riservato anche alle forze politiche minori. In calce, la tabella di openpolis che certifica l'abituale amore del 5 Stalle per la disinformazia (e non me ne fotte niente di capire se di tratti di malafede ingenua, o di ignoranza crassa):
I 49 MILIONI RUBATI DALLA LEGA (e la cronica allergia dei giornalisti italiani, TUTTI, all'uso della calcolatrice)
Dall'agosto dell'anno scorso (per un anno intero) TUTTI i media, nessuno escluso, ci hanno ripetuto che era stato raggiunto un concordato fra tribunale di Genova e Lega Ladrona, secondo il quale la Lega avrebbe dovuto restituire la refurtiva in comode rate ottantennali. (la "full story" del furto del secolo su QUESTO LINK )
Ora, già la restituzione in 80 anni è un provvedimento scandaloso, perchè carica il costo della "comoda rateizzazione" su ben tre generazioni di italiani. E cosa c'entrino le mie figlie, i miei nipoti e i loro figli coi furti di Bossi e Belsito (e forse di altri "beneficiati) è cosa difficile da capire.
Il capitolo degli interessi legali non è neanche sfiorato. Pazienza... Visto che dall'anno scorso è stato ridotto quasi a zero (per l'esattezza, è stato fissato allo 0,05% all'anno), possiamo calcolarlo a spanne intorno ad un milione di euro, Ma stiamo ai 49 milioni. Dalla lettura di qualsiasi articolo di qualsiasi giornale in qualsiasi data, si evince che la Lega Ladrona dovrebbe restituire i 49 milioni accertati come rubati in 80 anni.
E' COSI' ????
Neanche per sogno. Nel concordato non c'è scritto da nessuna parte. Nel concordato c'è scritto che la Lega "dovrà versare allo Stato, a titolo di risarcimento, 100.000 euro ogni sei mesi per 80 anni".
Fatti i conticini??? Dunque la Lega, dopo aver rubato 49 milioni, dovrà restituire... vediamo la calcolatrice da due euri del "cinese":
100.000 x 2 x 80 = 16.000.000
Non ci potevo credere! Condannata la LEGA LADRONA a restituire in 80 anni solo un terzo della refurtiva??? E a nessuno dei nostri informatissimi giornalisti è venuto in mente di fare questa piccola moltiplicazione?
Domanda finale: se rubo 100.000 euro, posso fare anch'io un "concordato" che mi impegni a pagare in comode rate semestrali da 208 euro per 80 anni?
Sono trascorsi esattamente tre mesi da quando alcuni cari amici (alcuni citandomi esplicitamente, altri parlando "in generale"), hanno trovato il modo di "denudarsi". Capita, più spesso di quanto non si immagini.
Come sa chi frequenta questo blog da oltre 15 anni (un record di longevità, nel settore), conosce il principio informatore del blog stesso; polemismo, ma supportato dai fatti. Tradotto nel volgarissimo motto: "I Fatti separati dalle Pugnette". Iniziamo dal "reminder" dei FATTI, e cioè dai NUMERI al momento di questi inconsapevoli autogoal:
Dunque, al 15 marzo, quando il peggio doveva ancora arrivare, i morti in Italia per covit-19 avevano raggiunto la bella cifra di 31.610, e a questo numero la Lombardia - campionessa di produttività - contribuiva con 15.411 morti (la bazzecola del 48,8%).
In questo contesto (fatti, non opinioni) alcuni amici se ne uscivano con affermazioni (cito a memoria) del tipo: "... mi ritengo fortunato di abitare in Lombardia..." Che dire? Anch'io risiedo in Lombardia, insieme alla quasi totalità dei miei "congiunti fino al quarto grado" ed ai miei "affini fino al terzo grado" (come recita un celeberrimo DPCM). E pur essendo reo confesso di essere nato in Calabria Saudita, e residente in Lombardia da 58 anni, non me la sono sentita di definirmi "fortunato" per il fatto di risiedere nella peggior regione italiana del terzo peggior paese al mondo, in quel momento. Ma non sono neanche saltato, alla vigilia del lock-down, sui "treni dei cretini" che correvano al Sud solo per infettare genitori, nonni e primi cugini.
Perchè ne parlo adesso? perchè gli ultimi dati in mio possesso (vedi tabella in alto, e quella relativa ad oggi, pubblicata in calce)) sono emblematici di quanto possano confliggere gli striscioni delle tifoserie coi fatti.
Dati ad oggi 20 agosto
Come chiunque può constatare, nei tre mesi e 5 giorni considerati in Calabria Saudita sono morte 2 persone (DUE), e in Eccellenza Lombarda sono morti in 1435. Un rapporto terrificante, che dovrebbe aprire gli occhi persino alle più bieche tifoserie. Un rapporto da uno a 716.
Con questo dato rispondo anche ad alcuni amici che a metà marzo ipotizzavano "centinaia di migliaia" di "terroni" in fuga dalle regioni del Sud (per non dire della Calabria) verso il paradiso lombardo. L'esodo non c'è stato, e non ci sarà. Niente paura. Nessuno turberà la nostra tranquilla felicità lombarda. Rilassiamoci tutti.
Se una volta eravamo la quinta potenza mondiale, e ora siamo 26mi in un'Europa a 27, ci deve pur essere una ragione.
Noi siamo quelli che a botte di difese gelose delle proprie competenze fra comuni, regioni e Stato, siamo riusciti a fare tutto male e tardi. Abbiamo impiegato giorni per decidere gli inevitabili blocchi a Codogno, ad Alzano Lombardo e in tanti altri posti. Imposto il non-uso di mascherine al personale del Trivulzio per non impressionare i pazienti. Abbiamo imposto l'uso delle mascherine introvabili, e multe salatissime anche a chi non l'aveva trovata, fino ad autorizzare "surrogati" come sciarpe, strofinacci e federe.
Siamo riusciti a salire sul podio dei primi tre paesi più infetti al mondo e a restarci a lungo. Poi, grazie al senso civico del 99% degli italiani, sembrava che fossimo riusciti ad uscirne. E siamo stati subito invasi a tutte le ore da messaggi a reti unificate tranquillizzanti. Troppo tranquillizzanti, tanto da convincere larghi strati della popolazione ad abbassare la guardia, e ad autorizzare "classi digerenti", lobbies ed opinionisti da un tanto all'ora a premere per anticipare ed allargare il più possibile il "tana liberi tutti". Ma veniamo all'ultimo "decretino" - da voltastomaco - che non ha ballato una sola estate, ma solo mezza giornata: dalla mezzanotte del 1° Agosto a mezzogiorno... del 1°Agosto.
(Prima e dopo il de-cretino del 17 agosto)
17 Luglio 2020 - Esce l'ennesimo "de-cretino" (dpcm) col quale su decretineggia che dal 1° Agosto saranno liberalizzate cose indispensabili come le discoteche e le curve sud pallonare. E - udite, udite! - sul metrò e altri mezzi pubblici mezzi pubblici non si dovrà più usare sedili alterni e non contrapposti, ma si potranno occupare TUTTI i posti a sedere, e il 50% dei posti in piedi ufficialmente indicati come capienza massima (con tanti saluti al mantra del magico metro).
Credo che questo sia stato il do di petto del nostro Giuseppi. Il quale partorisce un documento che dovrebbe rinnegare, o dichiarare come estorto con la violenza da parte di ignoti. Scritto coi piedi (ne fornisco un piccolo estratto in calce), osteggiato da quasi tutti i media, da gran parte dello stesso governo (vedi retromarcia ordinata da Speranza, purtroppo solo dopo ore che il de-cretino era entrato in vigore), dai comitati scientifici, da virologi ed immunologi, e applaudito forse solo dalla moglie di Giuseppi e da Andrea Bocelli.
Giuseppi trascura di spiegarci CHI e COME sul metro controllerà linea per linea, treno per treno, vettura per vettura, fermata dopo fermata, quanti sono i viaggiatori in piedi, chi farà scendere i viaggiatori in eccesso, come li sceglierà... Organizzeremo delle riffe in ogni caso di questo genere? O ce la caveremo con delle nominations in stile "Grande Fratello"? E i "prescelti" potranno fare ricorso al TAR del Lazio?
Per massimo di sfiga, dopo il varo del decretino, e prima della sua entrata in vigore, in Italia i numeri dell'infezione ricominciano a crescere, facendo registrare i due dati peggiori proprio alla vigilia del 1° agosto. Ma Giuseppi è come il mitico Colonnello Damigiani, che "Un Vero Soldato non si arrende MAI, neanche di fronte all'evidenza".
C'è poi il particolare allucinante del testo. Si sarebbe potuto scrivere così:
"E' consentita l'occupazione del 100% dei posti a sedere e del 50% dei posti in piedi per i quali il mezzo è omologato. Queste disposizioni si applicano alle categorie elencate in calce:"
Invece, che ci crediate o meno, il de-cretino ripete mille volte la stessa regola, riscrivendola tale e quale per ogni specie e varietà di ogni mezzo possibile e immaginabile. Non ci credete? Ecco la prova nello screen-shot in calce (limitato alla sola prima pagina):
(N.B.: l'elenco del nostro screen-shot è incompleto)
Questa scrittura in politichese antico è ignobile. Ho citato qualche colta un celeberrimo aforisma di G.B.Shaw. Lo rifaccio:
"...chi usa 100 parole per esprimere un concetto che si potrebbe esprimere con venti parole, andrebbe messo in galera..."
Concordo pienamente, e non col senno di poi. Ma qui c'è l'aggravante del contenuto. Già un'ora dopo l'uscita delle prime indiscrezioni sul de-cretino del 17 Luglio, avevo scritto, a proposito del suo contenuto (e specialmente su discoteche e mezzi pubblici) che si trattava di una "stronzata pazzesca", E che in caso di ripartenza al galoppo della pandemia, chi ha voluto a forza questo idiotissimo mucchio di norme, andrebbe incriminato per "tentata strage". Talmente idiota, che è stato cambiato e di fatto CAPOVOLTO di 180° dai suoi stessi padrini. Qualcuno - ma forse più d'uno - deve aver minacciato dimissioni motivate qualora questa "cagata pazzesca" non fosse stata ritirata ad horas.
Ministro Speranza, io sono il suo aggettivo: "speranzoso", e avanzo l'ipotesi che in questa retromarcia con grattata lei abbia giocato il ruolo del "persuasore occulto".
PRIMA DELLA PISCIATINA - Bocelli viene colpito, insieme a dei familiari, dal coronavirus. Per fortuna sua e dei suoi, in forma molto lieve, quasi "strumentale". Insomma, soffre meno che per una normale bronchite di quelle che io mi becco almeno una volta ogni due anni: un po' di tosse, un po' di febbre, qualche antibiotico per una settimana, qualche "takipirigna" (copyright: Crozza featuring Briatore). Ma per Bocelli è quasi un dramma, come se fosse stato in terapia intensiva per un mese. Come tutte le persone normodotate, è molto "concerned", forse più su stesso che sulla gravità della situazione:
LA PISCIATINA - Bocelli e i suoi cari guariscono presto e facilmente. Ne siamo felici. Non hanno dovuto andare in terapia intensiva, e forse neanche in ospedale. Ma dopo la guarigione, devono restare in quarantena per un paio di settimane, e dopo, essendo cittadini italiani residenti in Italia (o a Montecarlo? non saprei...) DEVONO, come me, mia moglie, le mie figlie e il Presidente Mattarella, obbedire alle regole del lock-down. Come tutti.
Ma isso non è "tutti". Isso è Andrea Bocelli, perdio! Volete afferrare la differenza? Essere costretto al confino entro la villona di antamila mq coperti più parco privato da un trilione di ettari, farebbe ammalare chiunque di claustrofobia. E allora Andrea esplode. Non ci sta. Attacca lo stato cerbero che vorrebbe regolamentare la sua vita. Imporgli se uscire, come, quando, dove. Viene privato delle libertà costituzionali. E poi isso non ha mai conosciuto qualcuno che sia stato in terapia intensiva (quindi la terapia intensiva non esiste?). E non ha mai visto un morto (gli credo, visto che non potrebbe vederlo neanche se lo avesse in camera da letto). Ma non ha mai ascoltato un TG? I familiari non gli hanno detto niente delle autocolonne di camion militari che trasportavano salme da una regione nella quale non non c'era più posto per i morti, in un'altra regione? E quindi i 16.000 morti nella sola Lombardia in quattro mesi, pari al precipitare per quattro mesi di due aerei al giorno tutti i giorni, sono solo una fake-news creata per privare il nostro indignato speciale delle "libertà costituzionalmente garantite"? Così indignato, il nostro, che ha una botta di incontinenza, e piscia fuori dal vaso:
DOPO LA PISCIATINA - Il massacro sul web inizia subito. Gli sparano addosso (o gli fanno una innaffiatina?) ricchi e poveri, sani e malati, vecchi e giovani. Sono eserciti di messaggi e commenti di insulti, e NESSUNO in sua difesa. Persino suo figlio gli dice, con garbo, di lasciar perdere. Un signore gli scrive: "Neanche a me è capitato di vedere un morto per coronavirus. Eppure mi dicono che mio padre sia morto per quello. Ero all'estero, e quando son potuto rientrare ho visto solo un certificato di avvenuta cremazione. Quindi non l'ho visto. Come faccio ad affermare di averlo visto? Chissà... ,magari la bara era vuota. o c'era dentro una signora morta d'infarto... Chi può saperlo?
C'è un tale plebiscito, contro isso, che in un attimo è costretto a praticare uno degli sports più odiosi e più diffusi in Italia: quello della "rettifica" (it.), o della "retromarcia con grattata" (Gerg.); uno sport superato in popolarità e diffusione - forse - solo dall'insaputismo. Per ora la retromarcia non ha prodotto risultati, se non peggiorativi: gli insulti aumentano in misura esponenziale sia di numero che in "qualità"
Trump: “Vaccino contro Covid arriverà molto presto. Gli USA hanno già avviato la produzione di massa”
"Vinceremo la battaglia sul vaccino", assicura il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, commentando l'avvio della fase finale dei test dell'antidoto di Moderna contro il coronavirus. Trump conferma che gli Stati Uniti "hanno già avviato la produzione di massa" e assicura: "L'America svilupperà un vaccino molto presto, arriverà in tempi record". Trump è intervenuto sul tema del vaccino contro il Covid-19 in un centro biotech della Carolina del Nord, precisando che il vaccino di Moderna non è l'unico in arrivo.
Ormai, tutte le volte che Trumpatustra apre bocca per annunciare l'arrivo imminente di "magnifiche sorti e progressive" (M), la mia mano vorrebbe correre verso la parti basse. Così. A titolo di copertura assicurativa. Poi all'improvviso riaffiora il ricordo dell'ultima volta che mi sono confessato. Ero bambino, e un prete dalla faccia arcigna mi chiese se avessi commesso atimpuri. Non afferrai la domanda, e allora, sempre più arcigno, semplificò: "ti tocchi? tu ti tocchi? Quanto volte al mese?"
Tranquilizzato, confermai: "Certo. Mi tocco diverse volte al giorno". Pensavo a tutte le volte che mi lavavo la faccia, o le mani. Come avrei potuto farlo senza toccarmi?
Pensavo di essermi salvato, ma vidi la faccia del prete diventare sempre più dura, e quindi pronunciò la sentenza: dieci Ave e dieci Pater al giorno, per una settimana, da recitare in ginocchio. Per mia fortuna non si era ricordato dei ceci...
Solo molto più tardi il solito compagno di classe più scafato di me mi spiegò cosa fossero gli atimpuri, e da allora evito - tutte le volte che posso - di toccarmi, per non dare agli altri impressioni sbagliate. Così quando l'Idiota dei Due Mondi apre bocca e annuncia mirabilia, anzichè toccarmi, ricorro ad un meno rischioso sistema di prevenzione. Recito a bassa voce il napoletanissimo mantra salvatutto:
...occhio, malocchio, frutticielle a ll’uocchio, prutusino e ffenucchio [...] ...aglio, fravaglie e ffattura ca nun quaglia cap’ ‘alice e capa d’aglio, cuorno e bicuorno!...
Ma torniamo seri! Mica facile, parlando di questa macchietta! Nel giro di dieci secondi afferma che:
Il vaccino arriverà molto presto
Abbiamo già avviato la produzione di massa
L'America svilupperà un vaccino molto presto, arriverà in tempi record
Non è un vero miracoliere??? Pensate, ha già avviato la produzione di massa di un vaccino che è ancora allo studio, e quindi non c'è. Qualcuno provi a raccontargli la favola della consecutio temporum...
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è indagato dalla Procura di Milano per «frode in pubbliche forniture». La vicenda è quella della vendita alla Regione, da parte dell’azienda Dama Spa (di proprietà del cognato di Fontana, Andrea Dini, e al 10 per cento della moglie dello stesso Fontana, Roberta), 75.000 camici e 7.000 set sanitari, per 513 mila euro, nelle settimane più dure dell’emergenza-coronavirus.
Fontana, il 7 giugno scorso, aveva sostenuto di non sapere nulla della procedura di acquisto da parte della Regione e di non essere mai intervenuto in alcun modo.
Ma — come scritto qui — questa sua affermazione stride con due evidenze che vanno in senso opposto.
La prima: ad avvertire Fontana, da subito, fu il suo assessore, Raffaele Cattaneo, capo dell’unità di emergenza che stava cercando - in quelle settimane - camici ovunque fosse possibile recuperarli (In una intervista al Corriere del 9 giugno, Fontana disse: «In quei giorni la Regione ha chiesto camici e mascherine da chiunque li avesse»).
La seconda: il 20 maggio, la Dama Spa — con una mail alla centrale acquisti della Regione Lombardia — comunicava che la vendita si sarebbe tramutata in una donazione. Ma il giorno precedente, il 19 maggio, Attilio Fontana aveva deciso di versare 250 mila euro alla Dama Spa, proprio per rifondere alla società gran parte del mancato guadagno: mancato guadagno di cui nessuno, pubblicamente, sapeva ancora alcunché.
Il bonifico partì da un conto di Fontana in Svizzera, presso la banca Ubs Ag, del tutto lecito. Su quel conto, Fontana aveva fatto nel settembre 2015 uno «scudo fiscale» per 5,3 milioni detenuti fino ad allora da due «trust» (strumenti giuridici di stampo anglosassone per proteggere il patrimonio da possibili pretese). Il fondo era della madre di Fontana,Maria Giovanna Brunella, dentista, che era morta a 92 anni a giugno del 2015. I trust erano stati creati alle Bahamas nel 2005 (dopo inizio nel 1997) quando Fontana presiedeva il Consiglio regionale. La madre di Fontana era «intestataria» dei due trust; Fontana risultava in uno il «soggetto delegato» e nell’altro il «beneficiario economico».
Fontana provò a fare il bonifico andando all’Unione Fiduciaria, che amministra per lui il «mandato fiduciario misto» da 4,4 milioni di euro. Ma il bonifico venne bloccato in base alla normativa antiriciclaggio, perché non c’erano una causale o una prestazione coerenti con il bonifico, e il versamento era disposto da soggetto «sensibile» per l’incarico politico.
Il bonifico venne annullato l’11 giugno, da Fontana, dopo che il 9 giugno la Guardia di Finanza, attivata dalla Banca d’Italia (che aveva ricevuto la segnalazione dalla fiduciaria), aveva ascoltato come teste il «responsabile della Funzione antiriciclaggio» della fiduciaria stessa.
Fino a oggi, Fontana non ha modificato la sua posizione pubblica, relativa alla vicenda: di non averne saputo nulla, e di non essere intervenuto in alcun modo. (Ennesimo caso di giri di miliardi che avvengono "ad insaputa" di ufficiali pagatori ed ufficiali incassatori - NdR)
Stronzata N° 1 - TEHERAN - Ancora reazioni dal mondo islamico alle parole di Benedetto XVI su Maometto. La replica viene dal presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad: "L'Islam - ha detto, secondo l'agenzia Irna - è la religione più bella, la migliore per l'Umanità, l'unica via per la salvezza" e deve essere spiegata "molto bene" al mondo perchè "nessuno possa darne un'immagine distorta". E il leader del governo di Teheran, aggiunge: "Il pontefice deve rivedere e correggere rapidamente i suoi errori".
Ma la critica al Papa arriva anche dagli Stati Uniti. Il New York Times ha definito "tragiche e pericolose" le parole di Benedetto XVI e lo esorta a scusarsi. In un editoriale, il quotidiano statunitense ha ricordato che non è la prima volta che Ratzinger "semina la discordia" tra cristianesimo e mondo musulmano: lo fece anche nel 2004, quando era ancora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e si pronunciò apertamente contro l'ingresso della Turchia in Europa.
"Il mondo - si legge ancora nell'editoriale - ascolta attentamente le parole di ogni papa. Ed è tragico e pericoloso quando un pontefice semina il dolore, in maniera deliberata o per negligenza. (Benedetto XVI) deve presentare scuse profonde e convincenti, mostrando che le parole posso anche essere strumento di pace", conclude il giornale.
E, mentre nel mondo musulmano continuano le manifestazioni di protesta, arriva la condanna dello sceicco Mohammed Sayyed, responsabile della prestigiosa Università 'al-Azhar' del Cairo e massima autorità religiosa sunnita: Sayyed si è detto "indignato" per le parole pronunciate dal Papa. Certe affermazioni, ha denunciato lo sceicco all'agenzia di stampa ufficiale egiziana 'Mena', "tradiscono ignoranza dell'Islam e attribuiscono a tale fede cose che nulla hanno a che fare con essa"; inoltre, ha rincarato la dose il numero uno del clero sunnita, "non fanno niente per favorire il dialogo tra le religioni e le civiltà del mondo".
Di questa sortita non sentivamo proprio l’esigenza. Ci sono già tante ragioni di conflitto VERO col mondo musulmano. Forse se Ratzinger avesse tirato un sospiro profondo prima di parlare, ed avesse contato fino a dieci, sarebbe riuscito a stare zitto.
Stronzata N° 2 – Oggi che la Fallaci è morta, si è scatenata la gara a chi le voleva più bene da viva; a costo di andare controcorrente ed attirarmi le critiche di mezzo blog, voglio ricordare chi era la Fallaci degli ultimi anni, e chiedere, forse provocatoriamente: ma davvero devo rimpiangerl
Intervista choc della giornalista al "New Yorker": nel mirino gli islamici, ma anche i messicani, Prodi, Berlusconi. E Fellini
Fallaci, l'ultima provocazione: "Faccio saltare la moschea in Toscana"
dal nostro corrispondente ALBERTO FLORES D'ARCAIS
NEW YORK - Ce ne ha per tutti. Per Prodi e Berlusconi, liquidati come "due fottuti idioti", per gli immigranti messicani che manifestano con le bandiere del proprio paese ("mi disgustano"), per Chavez ("mamma mia"), per Fellini, di cui non ricorda l'intervista ma che non le piace, per l'olio di oliva fatto in New Jersey. Ma il suo obiettivo principale restano gli islamici: che non sopporta in generale, perché "non credo che esista un Islam buono e uno cattivo" e più in particolare perché non vorrebbe vedere mai la moschea che dovrebbe sorgere a Colle Val d'Elsa: "È vicino casa mia, prendo l'esplosivo e la faccio saltare" […]
A parlare è Oriana Fallaci, A farla parlare, attraverso un paio di colloqui diretti, delle email e soprattutto raccontando nei dettagli la vita di chi "per due decenni è stata una delle più pungenti intervistatrici del mondo", è il New Yorker: uno dei più prestigiosi settimanali americani di inchieste e cultura, sicuramente il più trendy, un giornale di area liberal.
L'articolo, lungo dieci pagine, è titolato The Agitator (l'agitatrice), "Oriana Fallaci indirizza la sua furia contro l'Islam". L'autrice, Margaret Talbot - giornalista conosciuta per i suoi articoli sul magazine del New York Times e su riviste quali New Republic e Atlantic Monthly - ricorda nelle prime righe quello che un altro giornalista (Robert Scheer) disse della Fallaci dopo averla intervistata nel 1981: "Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito dispiaciuto per gente come Khomeini, Gheddafi, lo Scià di Persia o Kissinger: tutti fatti oggetto della sua collera" […]
L'articolo è un ritratto piuttosto fedele della lunga carriera di giornalista e scrittrice della Fallaci; racconta con ammirazione i suoi incontri con i grandi del mondo e spiega così le sue posizioni attuali: "La magnifica ribelle Oriana Fallaci adesso coltiva, a quanto sembra, i pregiudizi della piccola borghesia. Si oppone all'aborto, a meno "di non essere violentata e messa incinta da un Bin Laden o da un Zarqawi". Si oppone con forza ai matrimoni gay ("come i musulmani vorrebbero che tutti diventassimo musulmani, loro vorrebbero che tutti diventassimo omosessuali"), è sospettosa dell'immigrazione in generale. Non amo i messicani, dice invocando il modo orribile in cui venne trattata dalla polizia messicana del 1968, se hai una pistola e ti dicono di scegliere chi è peggio tra i musulmani e i messicani avrei un attimo di esitazione; poi sceglierei i musulmani perché mi hanno scassato le palle".
I leader politici italiani non le piacciono, Prodi e Berlusconi vengono liquidati con un gergale "two fucking idiots", quanto alle elezioni politiche non ha votato, né in Italia né per posta da New York: "Perché la gente si umilia votando? Io non ho votato. No! Perché ho una dignità. Se a un certo punto mi fossi turata il naso e avessi votato per uno di loro mi sarei sputata in faccia".
Praticamente una caricatura del Bisi
Stronzata N° 3° - E dopo Gianni Riotta alla direzione del TG Uno, ecco il mozzarellaro di Mondragone alla Presidenza della Commissione di Vigilanza sulla RAI:
ROMA - Mario Landolfi (An) è stato eletto presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. Landolfi è stato eletto al primo scrutinio, con 25 voti favorevoli su 34 commissari presenti alla prima riunione dell'organismo bicamerale. L'esito della votazione era ampiamente atteso, ed era infatti già stato anticipato dalla stampa […]
Landolfi è già stato presidente della commissione di Vigilanza tra il 2000 e il 2001, nonchè membro fin dal suo esordio parlamentare. E' stato anche ministro delle Comunicazioni nel terzo governo Berlusconi, dall'aprile 2005 al maggio 2006 […]
…praticamente una garanzia… (per Berlusconi)
Landolfi, rispondendo a una domanda dei giornalisti, ha anche espresso valutazioni positive sulle nuove nomine all'interno della Rai: ''Si tratta di eminenti professionisti, così come sono stati eminenti professionisti quelli che hanno lasciato l'incarico'', a cominciare dal 'direttore del Tg1 Mimum che "ha raggiunto alla guida del tg dell'ammiraglia Rai risultati assolutamente lusinghieri''
Nel momento in cui Tronchetti Provera si sente in diritto di dare del “politico sudamericano” a Romano Prodi, reo di non essersi spellato le mani ad applaudire l’operazione di scorporo della Tim dalla Telecom, riteniamo non sia superfluo rinfrescarci le idee su chi sia Tronchetti Provera Intanto già il doppio cognome mi mette in ambasce, non meno di Brichetto Moratti e di Bianchi Clerici…)
Tronchetti Provera non è propriamente, tanto per cominciare, quello che può definirsi un “self made man”… Nasce nel 1948, ed è già ricco: la sua famiglia è fatta dagli armatori della “Sogemar” che non è esattamente l’ultima arrivata nel settore armatoriale.
Nel 1971 si laurea alla Bocconi in Economia e Commercio: ha 23 anni ed è già bocconiano, bello, ricco e famoso. Viene immediatamente selezionato per fare una carriera manageriale in una grande azienda armatoriale: la “Sogemar” (…chissà quali ardue competizioni avrà dovuto sostenere…)
Nel 1986 altra tappa del suo percorso da grande imprenditore: sposa Cecilia Pirelli, figlia di Leopoldo Pirelli, e viene immediatamente scelto, dopo una durissima selezione fra decine di candidati, e cooptato nella dirigenza Pirelli.
Nei primi anni ’90 Leopoldo Pirelli, dopo aver fallito (nonostante l’apporto del nuovo, prezioso collaboratore) l’acquisto della tedesca Continental, abbandona. La guida dell’azienda non viene affidata al Tronchetti, ma ad Alberto Pirelli, il quale poco dopo, saggiamente, sopraffatto dal pensiero dei debiti accumulati dalla Pirelli (nonostante l’apporto manageriale del Tronchetti stesso) abbandona l’azienda.
A questo punto (siamo nel ’92) il rampante rampollo si fa avanti, e diventa Presidente ed Amministratore Delegate del rottame. Narrano le patrie compiacenti gazzette che Il Grande Manager riuscirà a risollevare in parte le sorti dell’azienda: approfittando della bolla speculativa, nel 2000 riuscirà a vendere la divisione cavi per TLC del gruppo (la Corning) alla americana “Optical Technologies”
Grande operazione… il Tronchetti Provera è felice come una Pasqua: porta nelle casse dell’azienda 7.000 miliardi di lire, ma non ha più la gallina dalle uova d’oro (la divisione cavi), però ha sempre il rottame (la Pirelli). Da Grande Manager, credete che pensi di portare questa liquidità a diminuzione dei debiti Pirelli, o ad investimenti?… macchè… il Grande Manager ha adocchiato l’affare del secolo, che lo renderà immortale; la telefonia…
Nel frattempo (scusate, ma la memoria non ci soccorre) il Tronchetti si è separato dalla Cecilia, ed è convolato a seconde nozze con non sappiamo chi (fine dell’amore? La Cecilia non era più “funzionale” alla carriera? A saperlo)…
L’anno 2001 è un grande anno, per il Tronchetto… non solo acquista la Telecom (fisso e mobile) coi soldi delle banche, ma cambia di nuovo moglie, lascia (o è lasciato, non sapremmo) la seconda moglie, e sposa la terza (ovviamente anche lui dev’essere uno di quelli alla Berlusconi, alla Fini, alla Casini: la famiglia per loro è talmente bella e sacra che se ne fanno più d’una).
La telefonia è un grande affare? …forse solo per chi innova, non per i “suiveurs”… non è più un monopolio, nel mobile stanno entrando in tanti, tutti agguerriti; le società si sono dissanguate per le licenze UMTS, che, alla fine, capiranno di aver pagato uno sproposito; le tariffe del mobile sono in calo costante grazie alla concorrenza; il monopolio del “canone” del fisso è destinato a cessare; su Internet Alice riesce a conquistarsi rapidamente l’immagine di un supplier totalmente inaffidabile; poi ci sono gli incidenti dell’azienda coinvolta, più o meno “consenzientemente”, negli scandali dei dialers e dei numeri speciali, che non contribuiscono a migliorare l’immagine aziendale… Per uscire indenni da questa situazione, ci vorrebbero le palle. Invece…
Nel 2004 il gruppo ha debiti per 50,587 milioni di euro (98,000 miliardi di lire!) e un passivo netto di 148 miliardi di lire. In compenso, Tronchetti si aumenta lo stipendio (per merito?) fino a 5,9 milioni di euro: il terzo manager più pagato d’Italia.
Sempre nel 2004, la grande idea: accorpare in una azienda unica il fisso ed il mobile; alcuni esperti di finanza sospettano che l’operazione sia servita solo a nascondere i debiti sotto il tappeto. Valutare i bilanci di una “conglomerata” è sempre più difficile che valutare i bilanci di singole società operative.
Oggi, la nuova grande idea: scorporare il fisso dal mobile; il perché? Gli esperti dicono che voglia vendere, ancora una volta, i gioielli di famiglia; nel frattempo le azioni Telecom valgono la metà di quanto valevano all’epoca del collocamento (Tronchetti si darà un bonus, per il brillante risultato?) …i mercati sono nervosi, Prodi è incazzato, e il Tronchetto della Felicità si indigna e tuona “politici sudamericani !”
Peccato che Prodi, che dice di essere stato informato solo in parte, e con molte omissioni, sia in grado di esibire i verbali degli incontri, ed il Tronchetto no; peccato che, verbali o non verbali, da Prodi mi sentirei di comprare un’auto usata, e da Tronchetto no… come andrà a finire? Intanto è finita male per i piccoli azionisti; poi forse finirà male per parte dei dipendenti. Noi speriamo che questa ennesima storia di “capitalisti senza capitali” finisca male per Tronchetti, e non per l’Italia, visto che il “buco” che lascerebbe questo astro dell’industria, della finanza e del gossip, sarebbe devastante per l’economia italiana, già devastata dai furbetti del quartierino, e dai furboni della politica berlusconiana.
In anteprima su Huffpost, la risoluzione di maggioranza. Toni durissimi. "Prevalgono gli interessi nazionali", no ai tagli a ricerca e giovani, no agli sconti ai ricchi e a Orban.
E ora gli eurodeputati vogliono trattare sul bilancio Ue Il Parlamento europeo “accoglie” l’intesa dei capi di Stato e di governo sul Recovery fund, ma “non accetta” l’accordo politico sul bilancio pluriennale dell’Ue 2021-27. E anzi “condanna” il fatto che “gli interessi nazionali abbiano compromesso la ricerca di soluzioni comuni nell’interesse generale” dell’Unione, “avverte che i tagli apportati al bilancio pluriennale vanno contro gli obiettivi europei”. E’ durissima la risoluzione di maggioranza che domani sarà messa ai voti del Parlamento europeo. Gli eurodeputati chiedono di avviare “subito negoziati costruttivi con il Consiglio Ue per migliorare la proposta” sul bilancio, sul quale l’Eurocamera ha potere di veto. A leggere il testo della risoluzione che Huffpost ha visionato in anteprima, sbiadiscono gli entusiasmi dei leader dopo la firma dell’accordo.
Ecco un estratto del testo:
Il bilancio, che il Consiglio europeo ha circoscritto a 1.074 miliardi di euro, meno di quanto proponevano Parlamento e Commissione, deve essere approvato entro la fine dell’anno. I negoziati andranno avviati dal capo negoziatore del Parlamento Ue e presidenza di turno dell’Unione, che fino a dicembre è tedesca. La risoluzione che anticipiamo è firmata dalla maggioranza delle forze politiche in Parlamento: Popolari, Socialisti, Verdi, Renew Europe, la sinistra del Gue.
Il testo ‘bastona’ i leader Ue per la scelta di tagliare i fondi alla ricerca, Erasmus, digitale, immigrazione, per non aver pensato a un meccanismo “ponte” per rendere il recovery fund immediatamente disponibile (lo sarà dal 2021), per non aver deciso un calendario preciso per l’introduzione di risorse proprie, “unico modo per ripagare il debito europeo” che la Commissione Ue accumulerà per emettere i bond del recovery plan. E infine anche per aver accettato un meccanismo di “governance” dei fondi che assegna ai governi nazionali il controllo delle risorse: metodo “anti-democratico” , sostengono i parlamentari europei ricordando che l’Eurocamera è “l’unica istituzione eletta dell’Ue”.
Si legge ancora: l’Europarlamento “sfida i leader a spiegare i tagli a ReactEu, Horizon Europe, Eu4Health in piena pandemia, quelli su InvestEu e Just transition fund in piena epoca di Green deal”.I tagli ai programmi sulla sanità e la ricerca – si legge nel testo – sono pericolosi nel contesto di una pandemia”. Quelli apportati al settore della “istruzione, trasformazione digitale e innovazione compromettono il futuro delle prossime generazioni europee”. I tagli che il Consiglio propone sui “programmi per la riconversione delle regioni dipendenti dal carbone vanno contro il Green deal”, quelli su immigrazione e asilo “mettono in pericolo la posizione dell’Ue in un mondo volatile e incerto”.
La risoluzione contiene anche accuse precise ai leader europei che, si legge, “hanno fallito” sul piano per ripagare il debito che la Commissione Ue accumulerà per emettere i recovery bonds. L’unico modo per ripagare questo nuovo debito comune europeo, senza gravare sugli Stati membri, è “istituire nuove risorse proprie” dell’Ue. Non solo la tassa sulla plastica, che l’intesa dei leader prevede a partire da gennaio. L’Eurocamera chiede un “calendario vincolante” per l’istituzione di nuove risorse proprie nei prossimi tre anni almeno: tasse sulle emissioni nocive, ‘carbon border tax’ per chi esporta in Europa prodotti di industrie inquinanti, digital tax sui giganti del web, tassa sulle transazioni finanziarie.
Il testo chiede anche di “mettere fine ai rebates”, gli sconti sui contributi al bilancio per gli Stati che non usano molti fondi Ue, sconti che invece l’intesa in Consiglio ha addirittura aumentato su richiesta dell’Olanda e degli altri paesi frugali.
E poi, sul piano dei diritti, la risoluzione “contesta duramente la scelta dei leader di annacquare le condizionalità che legherebbero l’erogazione dei fondi al rispetto dello Stato di diritto. Chiede che un meccanismo di “maggioranza qualificata inversa” (gli Stati decidono a meno che non ci sia una maggioranza contraria) per poter bloccare i fondi di fronte ad una “minaccia sistematica” dei valori contenuti nel Trattato dell’Unione europea.
L’Eurocamera, continua la risoluzione “non si limiterà a fare un copia e incolla dell’accordo siglato” ed è pronto a non approvare il bilancio senza una “intesa soddisfacente”. Tra le altre richieste anche una che riguarda la parità di genere. L’Eurocamera chiede “l'introduzione di una dimensione di genere e obblighi di impatto di genere (bilancio di genere) sia nel regolamento del bilancio che nel regolamento del Next generation Eu’; ritiene pertanto che una metodologia di tracciamento trasparente, completa e significativa dovrebbe essere adottata rapidamente e adattato, se necessario, durante la revisione intermedia del bilancio”.
Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli in conferenza stampa difende l’intesa ma chiede che i negoziati per “migliorare il bilancio” inizino subito, che il Parlamento abbia voce in capitolo sulla governance delle risorse, chiede di rimediare ai tagli su ricerca, giovani, immigrazione. “Noi vogliamo migliorare la proposta sul bilancio – dice - Se vogliamo scommettere sui giovani, non possiamo tagliare la ricerca, il programma Erasmus. Non possiamo tagliare i fondi per immigrazione e asilo. Abbiamo la necessità di aprire i negoziati per arrivare ad un bilancio più utile alla vita dei cittadini europei”.
Un team di medici e astrofisici italiani ha analizzato il rapporto tra andamento dell’epidemia e quantità di raggi solari nei vari Paesi: la correlazione appare evidente. Un dato che potrebbe suggerire come risolvere il problema nei luoghi chiusi
I raggi ultravioletti hanno un effetto sull’epidemia di Sars-CoV-2? La risposta è sì, secondo un team italiano composto da medici e astrofisici che sta facendo un grosso lavoro sull’argomento (uno studio è disponibile in preprint a questo indirizzo, altri tre sono in preparazione). Gli autori fanno parte dell’Università degli Studi di Milano (dipartimento “Luigi Sacco”), Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e Istituto nazionale dei tumori. Mario Clerici, primo firmatario dei lavori, è professore ordinario di Immunologia all’Università di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.
Professor Clerici, come siete arrivati a definire l’efficacia dei raggi ultravioletti nei confronti di Sars-CoV-2? «Dapprima abbiamo utilizzato delle lampade a raggi Uv di tipo C, quelli che non arrivano sulla Terra perché bloccati dall’atmosfera. Per capirsi, sono simili ai dispositivi usati per purificare gli acquari. Nell’esperimento sono state posizionate sotto le lampade gocce di liquido di diverse dimensioni (droplet) contenenti Sars-CoV-2, per simulare ciò che può essere emesso parlando o con uno starnuto. Abbiamo valutato una dose bassa di virus (quella che può esserci in una stanza dove è presente un positivo), una dose cento volte più alta (che si può trovare in un soggetto con forma grave di Covid-19) e una quantità mille volte più alta, impossibile da trovare in un essere umano o in una qualunque situazione reale. In tutti tre i casi la carica virale è stata inattivata in pochi secondi al 99,9% da una piccola quantità di raggi UvC: ne bastano 2 millijoule per centimetro quadrato».
Avete fatto lo stesso esperimento con i raggi UvA e UvB, ovvero quelli che arrivano sulla superficie terrestre?
«Sì, e i risultati sono molto simili, ma li stiamo sistemando e quindi non sono ancora disponibili per la comunità scientifica. Partendo da questi dati ci siamo poi chiesti se ci fosse una correlazione tra irraggiamento solare e epidemiologia di Covid-19. Il lavoro degli astrofisici è stato raccogliere dati sulla quantità di raggi solari in 260 Paesi, dal 15 gennaio a fine maggio. La corrispondenza con l’andamento dell’epidemia di Sars-CoV-2 è risultata quasi perfetta: minore è la quantità di UvA e UvB, maggiore è il numero di infezioni. Questo potrebbe spiegarci perché in Italia, ora che è estate, abbiamo pochi casi e con pochi sintomi, mentre alcuni Paesi nell’altro emisfero — come quelli del Sud America, in cui è inverno — stanno affrontando il picco. Un caso a sé stante è rappresentato da Bangladesh, India e Pakistan dove, nonostante il clima caldo, le nuvole dei monsoni bloccano i raggi solari e quindi l’epidemia è in espansione. Sottolineo che, nell’analisi dei colleghi astrofisici, sono state prese in considerazione anche altre variabili, come l’uso della mascherina e il distanziamento interpersonale».
Secondo i vostri studi, quindi, potremmo stare tranquilli in spiaggia, anche senza mascherina? «I nostri esperimenti portano ad affermare questo, senza dubbio. Le goccioline che possono essere emesse da un eventuale soggetto positivo vengono colpite dai raggi solari e la carica virale è disattivata in pochi secondi. Il discorso potrebbe valere anche per superfici di ogni genere».
Sarebbe possibile utilizzare lampade a raggi Uv per disinfettare i luoghi chiusi? «Assolutamente sì, la quantità di raggi emanati dai dispositivi potrebbe disinfettare completamente ambienti chiusi, con quantità minime di Uv e in tempi brevi. Potrebbero essere utilizzate nei cinema, negozi, uffici e anche nelle scuole».
Che i raggi del sole abbiano un potere disinfettante lo si sapeva, qual è la novità dei vostri studi? «È la prima volta che ne viene valutato l’effetto su Sars-CoV-2. Il virus che abbiamo utilizzato negli esperimenti ci è stato fornito dall’Istituto Spallanzani di Roma: si tratta di germi altamente patogeni, tratti da campioni biologici di pazienti. Un terzo studio lo abbiamo poi dedicato al rapporto tra quantità di raggi solari e influenza stagionale, analizzando un arco temporale di un secolo. L’influenza scompare con l’arrivo della stagione calda, per ricomparire poi da ottobre a marzo. E ciò non è dovuto alla comparsa di immunità di gregge, in modo molto simile a quanto stiamo osservando con Sars-CoV-2».
Secondo lei rischiamo una seconda ondata di Covid? «Credo di sì, ma ridotta perché il virus sarà indebolito. Il virus che vediamo oggi è lo stesso di febbraio e marzo, non ha subito mutazioni nel suo genoma, se non minime. Dunque è sempre “cattivo”. La differenza è che i raggi solari lo inattivano, rendendo molto più difficile la trasmissione da un soggetto all’altro e anche la replicazione all’interno di un organismo. Sars-CoV-2, come tutti i virus, si adatterà all’uomo ma oggi, in Italia, il rallentamento dell’epidemia è dovuto principalmente a motivi ambientali».
Il Ministero della Salute ha sottolineato che le lampade a luce Uv che vantano potere sterilizzante «non sono efficaci per combattere il coronavirus», perché «oltre a poter presentare rischi per la salute, risultano anche inefficaci». Inoltre il Ministero afferma, nella sezione online «Attenti alle bufale», che «non devono essere utilizzate per disinfettare le mani o altre aree della pelle perché le radiazioni Uv possono causare irritazione alla pelle e danneggiare gli occhi». Che cosa ne pensa? «Per ora l’utilizzo di lampade è suggerito per la disinfezione di ambienti e oggetti (sono già presenti negli aeroporti). La luce solare è un’altra cosa. Le lampade che abbiamo attualmente a disposizione, sfruttando i nostri dati, possono già essere usate per eliminare il virus da ambienti chiusi. Per esempio, per disinfettare le aule in breve tempo, prima dell’ingresso degli studenti, stiamo cercando di progettare lampade con lunghezze d’onda che eliminino qualunque tipo di potenziale tossicità per l’uomo».
Il documento dell’Iss
Anche in un rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss) del 15 maggio si parla di efficacia delle radiazioni Uv contro diversi virus. «La radiazione UvC ha la capacità di modificare il Dna o l’Rna dei microorganismi, impedendo loro di riprodursi e quindi di essere dannosi — si legge nel documento “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza Covid-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento” Studi in vitro hanno dimostrato chiaramente che la luce UvC è in grado di inattivare il 99,99% del virus dell’influenza in aerosol. L’applicazione a goccioline (droplet) contenenti Mers ha comportato livelli non rilevabili del virus dopo soli 5 minuti di esposizione. Se però le superfici sono esposte a una radiazione Uv non sufficientemente intensa, ciò potrebbe comportare una disinfezione inadeguata e conseguenti problemi di sicurezza. La radiazione UvC può essere utilizzata in sicurezza per disinfettare le superfici o gli oggetti in un ambiente chiuso. Basta un contenitore di plexiglas o vetro per schermare efficacemente la radiazione e proteggere le persone. Viceversa, i sistemi tradizionali con lampade UvC installate a parete o a soffitto, che generano luce in assenza di protezione, rappresentano un potenziale pericolo: la radiazione nell’intervallo 180 nm-280 nm è in grado di produrre gravi danni a occhi e cute ed è un cancerogeno certo per l’uomo. Studi recenti hanno evidenziato che esistono specifiche lunghezze d’onda in grado di inattivare efficacemente patogeni batterici e virali senza provocare citotossicità o mutagenicità alle cellule umane».
Nel mentre ringraziamo innanzitutto gli autori della ricerca, e insieme a loro i media che ne hanno dato notizia (incluso il Corsera dal quale abbiamo tratto queste informazioni), auspichiamo che al più presto vengano fornite notizie pratiche: adottare o meno questa tecnologia? è possibile produrre una lista di apparecchi reperibili in commercio, verificati in termini di utilità e di non dannosità? E' dannoso per l'uomo sanificare un ambiente alla volta della propria abitazione o dell'ufficio, del negozio etc..., evitando ovviamente di stare in quell'ambiente ad apparecchio uv in funzione? Quanti minuti? Non sarebbe il caso che gli sperimentatori dessero una sorta di "certificato" agli apparecchi adatti allo scopo?
Roma, gemelle siamesi di 2 anni unite per la testa separate al Bambino Gesù: è la prima volta al mondo
30 specialisti, 18 ore per l'ultimo intervento
Un'operazione incredibile, riuscita a Roma. Unite per la testa dalla nascita, nuca contro nuca, e ora finalmente sono in grado di guardarsi negli occhi e abbracciarsi. È la nuova vita di due gemelline siamesi di 2 anni, Ervina e Prefina, giunte a Roma dalla Repubblica Centrafricana e separate grazie ad un intervento straordinario preparato in oltre un anno di studio e in più fasi chirurgiche dall'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Le gemelle siamesi erano craniopaghe totali, una tra le più rare e complesse forme di fusione cranica e cerebrale. Avevano in comune le ossa dell'area posteriore del cranio e il sistema venoso. Ora stanno bene, sottolinea l'ospedale. Il loro «è il primo caso in Italia - e probabilmente l'unico al mondo (in letteratura non sono descritte operazioni simili) - di intervento riuscito su una coppia di craniopagi totali posteriori», precisano i medici dell'ospedale del Gianicolo. Le due bimbe hanno «tante cose in comune, ma non la personalità, diversa e distinta: Prefina è giocherellona e vivace, Ervina più seria e osservatrice - raccontano i sanitari - Per farle conoscere, e riconoscere, anche attraverso il contatto visivo prima della separazione, nell'ambito del percorso riabilitativo è stato utilizzato un sistema di specchi». L'intervento finale è durato 18 ore ed è stato preparato anche con diverse operazioni intermedie pianificate da un team multidisciplinare con l'ausilio di sistemi di imaging avanzati.
Posizionate nuca contro nuca, le bimbe «avevano in comune la scatola cranica e gran parte del sistema venoso - ricordano i chirurghi del Bambino Gesù - Oltre un anno di preparazione e di studio con l'ausilio sistemi di imaging avanzato e di simulazione chirurgica è culminato in tre interventi delicatissimi. L'ultimo, la separazione definitiva, il 5 giugno scorso, con un'operazione di 18 ore e l'impegno di oltre 30 persone tra medici e infermieri». A un mese di distanza le bambine «stanno bene, hanno appena compiuto 2 anni e sono ricoverate nel reparto di Neurochirurgia in due lettini vicini, una accanto all'altra, insieme alla loro mamma. Hanno superato operazioni difficilissime, le ferite impiegheranno del tempo a rimarginarsi e il rischio di infezione è ancora presente», avvertono i sanitari. I controlli post-operatori «indicano che il cervello è integro. Il sistema ricreato funziona, il flusso di sangue si è adattato al nuovo percorso. Si trovano in una condizione - spiegano i medici del Dipartimento di Neuroscienze - che darà loro la possibilità di crescere regolarmente sia dal punto di vista motorio che cognitivo, e di condurre una vita normale, come tutte le bimbe della loro età». Per affrontare il caso di Ervina e Prefina bisognava studiare ogni aspetto, pianificare il minimo dettaglio, sottolinea il team del Bambino Gesù.
«Con questo obiettivo, è stato formato un gruppo multidisciplinare composto da neurochirurghi, anestesisti, neuroradiologi, chirurghi plastici, neuroriabilitatori, ingegneri, infermieri di differenti aree specialistiche e fisioterapisti», ricostruisce il Bambino Gesù. Poi «viene coinvolto il Comitato Etico che condivide un percorso terapeutico che possa dare a entrambe le bambine le stesse chance di qualità della vita. Sulla base dell'esperienza maturata con i precedenti casi di siamesi separati con successo, l'équipe del Bambino Gesù mette a punto il programma». «Nel corso dei mesi anche le gemelline vengono preparate alla separazione - ricordano i medici - con la neuroriabilitazione raggiungono un livello di sviluppo cognitivo e motorio analogo a quello delle loro coetanee; con l'ausilio di numerosi sistemi posturali, che le aiutano a trascorrere le giornate nella migliore posizione possibile, affrontano le complesse fasi del trattamento; con il sistema di specchi imparano a riconoscere il voltoe le espressioni dell'altra e a stabilire una relazione visiva». Prima di procedere con le fasi chirurgiche, il complesso caso delle gemelline di Banguiè stato presentato e discusso anche a livello internazionale, a Nuova Delhi, in India, dove nel febbraio 2019 si è tenuta la prima conferenza mondiale nel campo della chirurgia dei gemelli siamesi.
Permettetemi poche, brevi e confuse dichiarazioni. Ciò che hanno fatto al Bambin Gesù è qualcosa di incredibile e commovente. Un anno di preparazione, affinchè fosse chiaro dall'inizio come compiere ogni singolo, piccolissimo step del processo, e come fronteggiare ogni possibile incidente di percorso. E oggi c'è una mamma i cui occhi brillano di riconoscenza e di felicità, e due bambine che possono finalmente guardarsi negli occhi, sorridersi o girarsi dall'altra parte, o giocare con i medici e gli infermieri, giustamente orgogliosi di ciò che hanno fatto. In fondo, sono un po' anche loro genitori di queste bimbe.
Ora aspettiamo con ansia le reazioni del Maiale Felpato, che non tarderà a rimproverare a chiunque non sia leghista - e possibilmente anche patano - il costo del tutto (un milione di euro). Non vedo l'ora di sentirlo, per ricordargli che coi 49 milioni rubati allo Stato dalla Lega, si potrebbero far rinascere 98 bambini siamesi; e che altri 82 bambini siamesi potrebbero rinascere coi 41 milioni spesi dal governo leghista della Lombardia se non si fossero buttati nel cesso con l'inutile monumento a se stessi di Fontana&Gallera. E, per carità, teniamo accuratamente nascosto al Felpa Pig che le due bimbe non sono neanche italiane, e sono addirittura "negre"! La Lega potrebbe addirittura "richiamare alle armi" i famosi 300.000 armati di mitra della "Brigata Val Brembana"!
Ultima considerazione: il romano "Bambin Gesù" ha portato a termine un intervento inaudito, mai tentato prima; tre ricercatrici precarie dello Spallanzani, pagate come cameriere ad ore, hanno isolato per prime al mondo il genoma del coronavius; per non dire della Campania, dove l'ospedale napoletano Cotugno è stato nominato (non da una giuria napoletana, ma inglese) "miglior struttura europea"per il trattamento del coronavirus".
Un vecchio adagio recita: "Chi si loda, si imbroda". Ecco, per il futuro, ho fatto un sogno: che finisca per sempre il vezzo di alcune regioni di definirsi "eccellenze". Nessuna regione può autonominarsi "eccellenza"; la cosa, oltretutto, porta sfiga, come hanno dimostrato casi recenti, e casi ancora in corso.
Noi ad Alma facciamo un solo augurio: quello di continuare a fare quello che ha fatto, come lo ha fatto finora.
Alma è uno dei prodotti migliori della scuderia del "mago" Joan Chamorro", che è riuscito a fare della Catalogna un immenso vivaio di giovanissimi jazzisti. Chamorro accetta nella sua scuderia giovanissimi fra i 7 e i 17 anni. Poi i migliori restano - se vogliono - nei vari gruppi che compongono l'universo di Chamorro (dalla sua grande orchestra, che a volte è diventata ancor più grande, dando fantastici concerti in associazione con l'Orchestra Sinfonica di Barcellona, ai gruppi più piccoli, fino ai quartetti e al trio.
Parte integrante della storia personale di Alma è la sua sorellina Elsa (di tre anni più giovane). E' commovente vedere - in un documentario QUI LINKATO - la "grande" (Alma, allora 8 anni) impegnata ad insegnare i rudimenti della tromba ad Elsa (5 anni). Sembra un gioco, ma a sei anni ritroviamo Elsa "solista" di tromba, in un teatro di Barcellona grande come uno stadio, letteralmente "sommersa" da due jazzisti di colore da 150 chili ciascuno...
Alma sempre con la faccia tranquilla di chi non teme, già da bambina, di sbagliare un solo passaggio (che stia cantando, o suonando la tromba, o il sax). Elsa - per ora - solo tromba e voce, ma arriverà senz'altro qualcosa d'altro. Per ora, l'ho sempre e solo vista in jeans e maglietta del gruppo. Anche Alma ha la stessa semplicità. L'ho vista con qualcosa di più "studiato" addosso solo in qualche concerto ripreso dalla TV.
L'aria perennemente "problematica" della piccola Elsa è di una simpatia così trascinante, che di una sua immagine ho fatto il motivo di sfondo del desktop del mio PC. Perchè? Perchè quando accendo il PC, e mi appare quella immagine, non riesco a trattenere un moto di simpatia e di allegria...
Ma torniamo ad Alba: questo numero speciale de" Le Perle Musicali" che le dedico con immenso piacere per il suo compleanno non mi è riuscito di concentrarlo linkando uno o due pezzi. Nonostante la giovanissima età, Alma ha già prodotto una quantità incredibile di video e di CD. Ho deciso quindi di inserire uno o pochi video cliccabile per ogni anno crescente di attività, e di mettere insieme anche i links contestuali a pezzi non inseriti con immagine.
Insomma, questo post per gli appassionati di jazz, e per i semplici amanti della buona musica, non va necessariamente consumato in una sola "abbuffata", ma va centellinato, come lo scaffale di una vostra raccolta di dischi di casa.
Credo che questa scelta sia quella giusta, perchè per una bambina che a 19 anni è già sulle scene da quando ne aveva sei o sette, è estremamente interessante osservarne lo sviluppo - rapidissimo - delle capacità tecniche ed interpretative. Una voce ed una sintassi musicale che sembrano progettate per il jazz, a anche per la bossanova.
Nessun essere umano che non sia un pazzo come me potrebbe ascoltare tutti i pezzi in sequenza ma - credetemi sulla parola - non ce n'è uno che meriti di essere cestinato. Quindi ascoltateli TUTTI, magari a rate. E se volete, fatele gli auguri di buon compleanno.
Anno 2010 - E a sorpresa, iniziamo da Elsa (affiancata per un attimo da Alma), e dal suo primo concerto pubblico: Elsa 6 anni ed Alma - 9 anni - in un brevissimo affiancamento... (al Festival del Jazz di Terrasa)
Anno 2011 - Alma cresce. Ha 10 anni, e il pezzo che segue ("Sing me a swing song") lo canta in un contesto incredibile: un grande teatro, una grande orchestra, un contorno di jazzisti di grande caratura, e dei ballerini che ci ricordano come il jazz non sia nata come musica colta, ma anche (non solo) come musica da ballo. Alba già disinvolta, per niente impressionata dal contesto. E ogni tanto si intravede la sorellina Elsa (sette anni) nel ruolo di tromba di fila...
Ma il 2011 è un anno importante anche per la sorellina Elsa, che esordisce anche lei in un contesto importante. Elsa ha sette anni. Emozionatissima, ma quando si inizia a suonare, Elsa lascia da parte le sue emozioni, non sbaglia un tempo, non sbaglia una nota, suona con la scioltezza di una veterana ancora "Undicided" - uno standard famosissimo col quale non puoi concederti un solo errore. Non se lo concede. Il tutto finisce con una standing ovation.
Anno 2012 - Elsa ha 8 anni, e la ritroviamo impegnata, come solista, in un pezzo tanto conosciuto qanto a maggior rischio di critica: MOOD INDIGO, di Duke Ellington.
Anno 2014 - Alba ha 13 anni, e artisticamente è cresciuta: eccome, se è cresciuta! In questo brano (I don't mean a think) passa con bella disinvoltura dal canto ad un fantastico assolo di tromba, degno per qualità del paragone coi grandi di questo strumento. A 13 anni è già una grande anche lei.:
Anno 2015 - Scopriamo per la prima volta Alba Armengou cimentarsi con un classicissimo della bossanova: Agua de março, e crollano le nostre certezze: eravamo convinte che Alma fosse nata per il jazz, e adesso ci viene il dubbio che sia invece nata per la bossa... E se fosse nate per entrambi i generi, spesso così vicini? Nell'immagine si intravedono altre tre perle della scuderia di Joan Chamorro: Carla Motis alla chitarra elettrica, la fantastica Magali Datzira al basso (capace di farlo marciare indifferentemente a 50 chilometri all'ora o a 200), e Rita Payes, piacevole cantante, ma grande solista di trombone.
E' dello stesso anno una bella esecuzione di "All of you" con Alma in veste di vocalist
Ma il 2015 è un anno importante anche per la sorellina Alma - ormai undicenne - che per la prima volta di esibisce sia come cantante che come trombettista in una festa di strada, eseguendo When you are smiling
Anno 2016 - Un anno "storico", perchè per la prima volta vedo Alma, quindicenne, vestita da femminuccia, nella esecuzione di I've got a date with a dream
Ma per quell'annata le mie preferenze vanno - forse per il debole che ho sempre avuto per la bossanova, alla bella esecuzione che Alma fornisce di "Triste", una composizione di Carlos Jobim; ma forse c'è anche una componente campanilistica, visto che la performance di Alba precede un grande assolo di sax de'italiano Luigi Grasso.
Anno 2017 - Un anno in un certo senso di svolta. Alma ha 16 anni. Si produce in una difficile interpretazione di "Embraceable you", eseguita su un tempo lentissimo. In questo pezzo c'è il cocktail di una voce che talvolta denuncia ancora - com'è più che normale alla sua età - alcuni timbri acerbi, ma l'interpretazione del testo è perfetta.
Ma questa non è l'unica perla d'annata. E' un anno prolifico, per Alma. Aggiungo in calce i link alle altre perle dell'anno:
Anno 2018 - Suona strano parlare di anno della maturazione a 17 anni, ma tant'è... calca le scene da più di dieci anni, con una progressione di qualità tecniche ed interpretative impressionante, e adesso si aggiunge anche un timbro vocale più vicino a quello di una donna che di una bambina. Il mio pezzo preferito dell'anno? Eccolo: "Meditaçao". Di nuovo bossa, e per prodursi in una interpretazione vocale perfetta e in una improvvisazione alla tromba sontuosa, Alma non ha bisogno neanche del sostegno del pubblico: sono in sala di registrazione.
Ma il 2018 è davvero un anno di grandi cambiamenti per Alma, e non posso cavarmela con una sola pagina di copertina.Non posso non citare questa "Dança de solidao", bellissima versione anche grazie al grande apporto del flauto di Joan Marti. E la gamma della voce di Alma si amplia sempre più verso toni bassi e caldi, da donna. Ma ha ancora e solo 17 anni!
Così come non si può non dare una "copertina a questa stupenda e inquietante versione di "Outra ves", nella quale La voce di Alma raggiunge profondità incredibili:
Non mi riuscirebbe neanche facile rinunciare al "take two" di Meditaçao, questa volta col calore del pubblico in teatro, con un tempo diverso, e con l'apporto del magnifico assolo sella sua amica Alba Esteban al sax baritono
E completiamo il quadro coi links attivi alle altre perle del 2018:
Anno 2019 - Alba ha 18 anni. Iniziamo con un'altra bossa che la vede affiancata a Joan Chamorro (il creatore del jazz in Catalogna), e ad altre mie due preferite: Carla Motis (chitarra, banjo, voce), e Elia Bastida (violino, voce, sax, clarinetto):
Parlando di coronavirus, vorrei ogni tanto potermi occupare di altro dalla Lombardia, ma purtroppo questa regione è sempre più protagonista, e non posso ignorarla. So che qualcuno mi sparerà virtualmente addosso, ma non posso farci niente. E' già accaduto. Avevo messo in fila, da un paio di mesi, numeri e grafici, e giorno dopo giorno avevo previsto, con precisione quasi millimetrica, cosa sarebbe successo.
Avevamo previsto con largo anticipo il raggiungimento del vertice dell'infezioni in Italia. Abbiamo sbagliato di un paio di giorni. Poi, quando si è iniziato a parlare di fase due, ho bestemmiato in tutte le lingue conosciute (e anche in qualche lingua inventata) per il cedimento del governo alle lobbies di vario genere che avevano imposto il "tutti o nessuno". Il governo avrebbe dovuto sfoderare i coglioni e spiegare che non si poteva applicare lo stesso criterio alle regioni col una quota di infetti giornalieri variabile fra il 50% e il 75%. Lo hanno fatto.
Il risultato? Per qualche giorno, dopo l'inizio della fase due, la variazione dei nuovi positivi giornalieri ha continuiauo la sua discesa. Dopo pochi giorni la discesa ha rallentato la corsa, e la curva di tendenza delle variazioni giornaliere sta passando rapidamente da discesa in accelerazione a discesa frenata. Continuiamo così, e fra due settimane l'Italia, grazie all'efficientissimo contributo della Lombardia e delle sue eccellenze, ritornerà in area crescente. Peccato, perchè con una politica seria l'Italia era riuscita a scendere dal podio delle tre regioni più infette al mondo, e in un giorno o due potrebbe uscire dal grafico che pubblico quasi giornalmente, e che per ragioni di leggibilità contiene solo la graduatoria dei 25 paesi più infetti. Oggi l'Italia è il 25° paese:
Considerazioni? Ognuno faccia le sue. Oggi l'Italia (fino alla fase due "uguale per tutti), è scivolata dal 1° posto al 25° distanziando tanti paesi che ci davano lezioni: lo UK con la sua politica di "immunità di gregge", la Svezia frugale che contava sul senso civico dei suoi abitanti, il ricchissimo Lussemburgo, Singapore per settimane beatificata per la sua bravura (e ora precipitata dall'80° posto al 6°). Tutto scontato, ma allora perchè ne scriviamo ancora? Semplice: perchè l'abissale differenza fra i numeri della Lombardia e quelli del resto d'Italia ha tpccato oggi un nuovo "all times record": oggi la Lombardia ha generosamente contribuito al totale dei nuovi infetti (303) con i suoi 259 casi, pari ad un mai registrato prima 85,5%. Abbiamo tutta la nostra comprensione per questa regione (nella quale peraltro viviamo con il 90% del parentado), ma continuiamo a non capire come le istituzioni politiche e sanitarie non facciano niente per capire cosa stia succedendo in Lombardia. Forse lo capiranno troppo tardi (vedi Svezia e Singapore)
Oggi i numeri ci dicono che le sei regioni italiane peggiori hanno 23,5 volte il numero di attualmente positivi per milione rispetto alle sei regioni migliori. Per non dire della Calabria, battuta dalla Lombardia per 84 a 1. Di fronte a questi numeri, capisco sempre meno la spocchia di certe tifoserie da "curva Nord". E chiudiamo in bellezza coi dati odierni della Protezione Civile:
Questi dati ci dicono che in Lombardia ci sono stati 17,9 morti per cento ammalati, e nel resto d'Italia ce ne sono stati 6,9.
questi dati ci dicono che in Lombardia ci sono stati 1, 95 morti per tampone effetrtuato, e nel resto d'Italia i morti per tampone sono stati 0,80.
Infine, ci dicono un'altra cosa: una decina di giorni fa le "istituzioni" ci avevano assicurato che erano pronti a fare 90.000 tamponi al giorno. Bene: abbiamo controllato il dato a dieci giorni da questo proclama. I tamponi effettuati in dieci giorni non sono stati 900.000, ma 461.768. Più o meno la metà.
Possiamo capire. Le Istituzioni sono così impegnate negli Stati Generali... come potrebbero occuparsi anche di capire se lentamente stiamo scivolando all'indietro?
Incredibile Alexa Tarantino! Fino a tre anni fa era spesso una sassofonista nella Orchestra del Jazz Lincoln Center creata e diretta dal grande Winton Marsalis (nella foto con Alexa). Due anni fa si esibiva (molto emozionata) in un lungo assolo accanto all'immenso Chick Corea (22 Grammy Awards in carriera). L'anno scorso creava un suo quartetto che ha subito sfondato.
Quest'anno ha esordito entrando, nell'annuale referendum di "JazzTime", fra i tre migliori alto-sax al mondo. Ha continuato - dopo lo scoppio dell'emergenza coronavirus - organizzando e gestendo un concerto settimanale in streaming, chiedendo 5 euro per la visione del concerto, da destinare ai vecchi jazzisti newyorkesi entrati in crisi economia.
Ed ecco dove siamo oggi - Questa cara amica, che non fa trascorrere mai un mese senza informarsi sulle mie condizioni, oggi siede a fianco di personaggi della statura di Winton Marsalis - che tutti gli amanti del jazz conoscono in Italia, e di Helen Sung (che pochi conoscono in Italia: una delle più grandi pianiste jazz della nostra epoca. Cercare "Helen Sung su youtube per capire di che stoffa sia fatta). Ecco cosa scrive Alexa oggi:
[...] Essentially Ellington Since 2008, Essentially Ellington has been an incredible part of my life as I transitioned from high school to college to my professional career. Above, I'm pictured with Wynton Marsalis after meeting him for the first time (!) when the Hall High School Concert Jazz Band participated as one of 15 national finalists in Jazz at Lincoln Center's Essentially Ellington Festival & Competition. Since this photo, I've toured with Wynton & the Jazz at Lincoln Center Orchestra, played the Jazz in Marciac festival with the Wynton Marsalis Septet, and received my master's degree under his direction at The Juilliard School. If you had told me this in 2008 I never would have believed you! This year, I am thrilled to sit on the Essentially Ellington Judge's Panel alongside Wynton Marsalis, Helen Sung, Riley Mulherkar, and Dennis Mackrel. Not to mention, Dennis Mackrel was one of my first mentors at the Skidmore Jazz Institute in the Summers of 2008 and 2009. As part of this year's festival - the 25th Anniversary of Essentially Ellington and the first Virtual International EE Festival, Wynton and I live-streamed a one-on-one discussion/Q&A on Livestream and Facebook Live yesterday morning. We discussed my time at Essentially Ellington, how I started Rockport Jazz Workshop, and more! [...]
Ed ecco l'altra notizia di qualche giorno fa: My new record, Clarity, with Posi-Tone Records, was officially released last week! Clarity is streaming on all your favorite platforms and available for purchase on my website.
This new record features Steven Feifke on piano, Joe Martin on bass, and Rudy Royston on drums. Thank you to everyone for tuning in to last weekends celebration livestreams. The Crowdcast Celebration of the release is still available on our Crowdcast page and can be streamed at anytime.
Ho ascoltato l'album (purtroppo solo in audio CD), e affermo che questa ragazza fa passi da gigante un mese dopo l'altro. Il download del CD è molto economico (meno di dieci dollari) e per ogni notizia pratica potete fare riferimento alsito di Alexa
In calce, un piccolo assaggio. Il CD contiene 9 brani, in un paio dei quali Alexa si esibisce non all'alto-sax, ma al flauto. Per gli appassionati di jazz, questo disco è come il maiale: non si butta via niente :-)
Abbiamo reiterato per 8'47" la disgustosa scena di un maiale che scarica i suoi 90 chili di lardo sulla gola di un povero cristo ormai inerme. Vogliamo sottoporre noi stessi e voi ad una prova: resistiamo, a fissare la scena per 8'47"?
Se proprio aveva voglia di ammazzarlo, non poteva più banalmente sparargli un colpo alla nuca? Vi incuriosisce il risultato del mio test personale? No. Non sono riuscito. Per me 8'47" sono un'eternità
I have a dream: che questo suino non sia ammazzato o tenuto in una cella singola per quarant'anni, ma che sia messo nella più lurida e violenta galera degli Stati Uniti, in una cella con dieci negri violenti, sadici, e dotati dello stesso patrimonio culturale e psichico del maiale in divisa,
Oggi niente di nuovo sotto il sole. I numeri italiani migliorano, ma restano pur sempre preoccupanti. Migliora anche la Lombardia, ma continua a peggiorare il rapporto fra le cifre delle sei regioni più infette.
Ho confrontato i dati regionali di oggi con quelli di un mese fa (7 maggio). Ebbene, le cose sono "leggermente cambiate. In peggio.
Un mese fa la Lombardia rappresentava il 35,7% degli attualmente positivi; oggi rappresenta il 55,1%
Un mese fa la Lombardia denunciava il 51,4% dei nuovi infetti giornalieri; oggi denuncia il 63,5%, ma negli ultimi dieci giorni ha superato per ben tre volte il 75%.
E, come ho denunciato e dimostrato sul mio account facebook, l'alibi "tamponi" è una sòla: la Lombardia sarebbe bravissima perchè fa più tamponi delle altre regioni, è solo una pietosa bugia, veicolata grazie all'incapacità (o alla disonestà?) di troppi pennivendoli che non sanno (o non vogliono) leggere i numeri correttamente. Di fatto, la Lombardia fa qualche tampone in più del Veneto, ma ha il doppio degli abitanti. In termini di tamponi IN RAPPORTO al nummero degli abitanti, il Veneto fa la bazzecola dell'80% di tamponi IN PIU' rispetto al numero di abitanti, ma ha dei numeri di nuovi infetti al giorno che trovate in tabella (UNO contro 125), e un numero di morti (ricordo che i tamponi non ammazzano ma analizzano) che dovrebbe essere la metà di quelli della Lombardia (8135) e invece si ferma a 1954, che è a casa mia il 76% in meno di quelli che dovrebbe avere ,
Su questa sòla dei tamponi ho dimostrato tutto quello che c'è da dimostrare, quindi non darò ulteriori risposte su questo argomento. Il mio tempo non è prezioso, ma neppure tanto inutile da indurmi a gettarlo via.
E veniamo alla comunicazione del TG DUX: stasera, con sprezzo del ridicolo, ha ribadito la sòla dei tamponi, e ha chiuso affermando che "i nuovi positivi in Lombardia sono sempre circa la metà del totale".
No, caro TG DUX, i nuovi casi in Lombardia non sono "sempre circa la metà". Se proprio volete parlare alla casalinga di Voghera in termini approssimativi ed ingannevoli, il 64,5% dei casi non è "circa la metà", ma "quasi i due terzi". Peccato che io non segua quasi mai il TG DUX (mi da la nausea) ma mi piacerebbe sapere come hanno dato la notizia nei giorni, quando la Lombardia ha generato oltre il 75% dei casi.
Ma cosa volete che importi al TG DUX di fare comunicazione corretta??? Loro sono li di passaggio. Il TG Due spettava una volta ai socialisti, adesso che i socialisti sono un reperto archeologico, questa rete è delle destre, e quindi si deve difendere l'indifendibile: notizie date con approssimazione "unidirezionale" da supercazzola.
Non credo che abbiano mai letto McLuhan, e il suo celeberrimo "The Medium is the Message". Credo che non lo abbiano letto neanche nella vergognosa traduzione italiana, nella quale siamo riusciti a ficcare uno strafalcione megagalattico già sulla copertina, nel titolo. Non ci credete? Guardate bene la foto della copertina della traduzione italiana. SIC. "Il medium è il massaggio". E ora non vedo l'ora di farmi massaggiare da un medium.
Qual era il "massaggio" centrale che voleva veicolare McLuhan? Esattamente questo: che un messaggio passa o non passa non già in relazione alla sua importanza e veridicità, ma in rapporto alla notorietà ed autorevolezza (vera o presunta) del medium che questo messaggio veicola.
Traduzione per il volgo: siamo cresciuti in una generazione di semianalfabeti di ritorno, per la quale non era possibile vivsezionare le notizie, cercare riscontri, approfondire.
La prova della verità della notizia era una, ed una sola: "L'ha detto la tivvù"
Va bbé... facciamoci due risate, giusto per alleggerire. Quando sento mitizzare la TV al limite della temerarietà, mi viene sempre in mente un episodio di quello straordinario personaggio che è stato Eduardo De Filippo: un giorno a casa sua squilla il telefono. La donna risponde, e poi corre col telefono in mano verso Eduardo, emozionatissima. Non riesce quasi a parlare. Poi finalmente ce la fa.
Il mio amico Vince mi segnala questo articolo di Alessandro Gilioli su "l'Espresso". E allora mi chiedo: se non si riesce più a trovare al mondo né una persona lucida, né un medium di qualsiasi colore politico, né un lombardo colto, né un leghista colto come solo un leghista può esserlo, ci sarà una ragione, oppure siamo in presenza di un complotto ordito dalla 'ndrangheta in collaborazione con la Spectre e col Gruppo Bilderberg? Aspettiamo lumi dal sito "bioblu", specializzato in complottismo.
Attacco alla Lombardia (di Alessandro Gilioli - L'Espresso)
È vero, c'è stato un attacco frontale alla Lombardia. Anzi, ce ne sono stati molti.
È stato un attacco alla Lombardia fare la miseria di 1.855 tamponi per 100 mila abitanti nell'ultimo mese, pur essendo da febbraio la regione più colpita dal virus, mentre molti di più ne hanno fatti regioni assai meno colpite come il Lazio (2.549), il Piemonte (2.331), il Veneto (2.419) ma anche il Friuli, l'Umbria, il Molise, la Basilicata, per non dire di Val d'Aosta e Trentino-Alto Adige.
È stato un attacco alla Lombardia ignorare i numerosissimi allarmi dei medici di famiglia, già a fine febbraio, basati su quello che vedevano nei loro territori.
È stato un attacco alla Lombardia non munire in tempo medici di famiglia (ma anche ospedalieri e nelle Rsa, e anche infermieri, lettighieri etc) di Dpi adeguati: un attacco a loro, alle loro famiglie ma anche a chi da loro veniva curato, un attacco che ha portato dozzine di loro a morire (e anche in questo c'è il primato nazionale).
È stato un attacco alla Lombardia fare pressioni sul governo affinché il lockdown delle aziende non essenziali fosse aggirato tramite le autodichiarazioni dei loro proprietari: oltre due milioni di mezzo di persone nella regione costrette a continuare a uscire nella fase peggiore per andare sui mezzi pubblici e al lavoro.
È stato un attacco alla Lombardia lasciare i contagiati accertati nelle loro case mentre i loro familiari dovevano uscire per andare a lavorare, quindi creare il combinato disposto tra contagio familiare e contagio esterno.
È stato un attacco alla Lombardia mandare altri contagiati nelle residenze per anziani (delibera regionale dell’8 marzo), un attacco frontale alla salute degli anziani lombardi che lì vivevano e che purtroppo in molti sono morti.
È stato un attacco alla Lombardia non fare la zona rossa nella bergamasca quando aveva già il focolaio più pericoloso d'Europa.
È stato un attacco alla Lombardia puntare tutto sulle terapie intensive (per chi quindi era già in gravi condizioni) anziché sul contenimento del contagio, sponsorizzando inoltre la costruzione milionaria di un ospedale in Fiera che non è servito a niente.
È stato un attacco alla Lombardia usare l'epidemia per creare un evento mediatico quotidiano di un assessore in cerca di visibilità per diventare sindaco di Milano.
È stato un attacco alla Lombardia comunicare ai lombardi che se incontrano un solo contagiato non si infettano, ce ne vogliono due: una comunicazione che, grottesca dal punto di vista scientifico, invita di fatto le persone a non premunirsi in alcun modo se stanno vicini a una sola persona per volta, anche se contagiosa.
È stato un attacco frontale alla Lombardia portare questa regione ad avere il tasso più alto del mondo per contagiati e decessi, una cosa che verrà studiata in tutti i libri di storia come in quelli di epidemiologia, una cosa che rimarrà scritta per sempre.
Tutto questo è stato un attacco alla città e alla regione dove sono nato e ho vissuto quarant'anni, dove ci sono i miei familiari e i miei amici di una vita, e dove ho affetto infinito anche per le strade, gli edifici, i quartieri, le campagne, tutto, tutto messo sotto un attacco violento, a tratti idiota e altre volte, purtroppo, perfino criminale.
Dopo la pausa salutare di un giorno, dedicato ai festeggiamenti possibili del mio compleanno, mi tocca tornare alla dura realtà. Prima di farlo, voglio ringraziare le centinaia di amici - reali e virtuali - che hanno voluto farmi gli auguri attraverso i social media, le email, i messaggi personali, il telefono, i gruppi.
Ovviamente non mi sarà possibile rispondere individualmente a tutti, e quindi chiudo i festeggiamenti (?) con un ringraziamento corale a tutti.
E torniamo alla dura realtà dei numeri. Come è noto a chi mi conosce da alcuni lustri, non amo le curve sud e le curve nord, detesto tifoserie e campanilismi, ed amo invece i numeri, che sono più rumorosi, per chi vuol leggerli e tentare di capirli, della cacofonia delle vuvuzelas e delle trombette da stadio.
Vorrete quindi scusarmi se con partecipo al coro del "siamo usciti dall'emergenza", allo straparlare di "fase due" e di "fase tre", e di "coronavirus che sta "perdendo forza". E cominciamo proprio sa questa fake-new: il virus non sta perdebdo affatto forza, a livello mondiale. I nuovi enfetti sono passati, da due settimane fa ad oggi, da una media di 80.000 casi nuovi al giorno, agli attuali (ultima decade) 97.000. Secondo la mia calcolatrice cinese, un aumento del 21% nell'ultima decade:
Andamento casi totali nel mondo
Se qualcuno vuole trasformare questo grafico in un "wishful thinking", si accomodi. Non ci si illuda neppure del fatto che una micro-area del pianeta, avendo fatto registrare un certo miglioramento degli indici, abbia vinto la partita "per sempre". Il coronavirus viaggia con molti mezzi di trasporto, che non rispettano i confini dell'area Shengen. Ad esempio attraverso le efficientissime "polveri sottili".
In paesi che fino a qualche settimana fa ci venivano indicati con esaltazione come paradisi di efficienza (vedi Singapore) è bastato che un gruppetto di incauti turisti singaporiani facesse un viaggetto in Europa, et voilà... in un attimo, il paese-guida passa dall'80 posto al mondo al 5°. Paesi che sembravano abbastanza tranquilli (centro e sud America) stanno esplodendo.
La Gallina francese Lagarde, che due mesi fa spiegava all'Italia che l'abbassamento dello spread non rientrava nei compiti della BEI, appena ha subodorato area di crisi per la Francia ha cambiato idea. Ora è una accanita avvocatessa in "difesa della difesa" delle teorie di Draghi.
La belga Van der Leyen, teorica del mantra "i coronabonds non sono all'orine del giorno", da quando il Belgio mostra numeri peggiori di quelli dell'Italia (paese del Club-Med) ha "strambato" di 180°, e si è messa a tifare come una hooligan per coronabonds (solo che adesso li chiama "recovery-funds". Diamo anche il tempo ai "paesi frugali" di prendere qualche mazzatina da "distrazione", e capiremo se resteranno "paesi frugali".
Ma veniamo più specificamente ai fatti di casa nostra. Il pimo mantra delittuoso da smontare è quello della "parità di regolamentazione" per tutte le regioni. Trattasi di idiozia al limite della criminalità. Guardiamo due dati:
Ieri, per la prima volta, TUTTE le regioni hanno visto diminuire il numero di "attualmente positivi" per milione di abitanti. Ma il problema è che il numero medio di positivi per milione è una astrazione in stile "pollo di Trilussa": quando si dice che gli italiani mangiano un pollo a settimana, si dice il falso: ci sono alcuni italiani che mangiano un pollo al giorno, e altri che ne mangiano uno solo a Natale.
L'Italia è così. Le medie mettono insieme i numeri delle sei peggiori regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Marche, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo), con 1708 casi attualmente positivi per milione, con le sei più virtuose (Umbria, Basilicata, Calabria, Sardegna, Campania, Aosta).
Nessun "campanile. Non da parte mia. Non diciamo sciocchezze. Sono i NUMERI, implacabili, che dicono che la Lombardia è la peggior regione (e non di stretta misura) in Italia, ed una delle peggiori in Europa e nel mondo. E sono i NUMERI - che non rappresentano alcuna stupida tifoseria campanilistica, che mettono fra le peggiori regioni anche le Marche e l'Abruzzo (che non mi risulta siano regioni settentrionali).
E sono sempre i maledetti numeri (che non giocano a "Campanile Sera") a porre fra le migliori regioni italiane l'Umbria e la Val d'Aosta (che persino entro i limiti della mia limitata cultura geografica, non possono essere definite regioni meridionali).
Ancora una considerazione: i sostenitori di regole UGUALI per la Lombardia (2.433 casi per milione) e per l'Umbria (52 casi per milione), con la Lombardia che è messa 47 volte peggio dell'Umbria, andrebbe sottoposto ad un TSO.
Ma ora mi fermo, perchè è già ora di aggiornare i dati
Dunque, funziona così: qualcuno che non si firma, fa un bel copia&incolla totale e confesso, ma senza prendersi la briga né di dire chi sia, né di dire da quale fonte abbia preso questo pezzo da Prfemio Puilitzer. Ma andiamo con ordine.
Esce, non firmato, su una paginetta facebook anonima, questo scritto anonimo, di fonte anonima, che mi viene segnalato su watsapp: riporto in color seppia le mie correzioni, non sempre possibili:
PREMETTO: QUESTO TESTO L'HO COPIATO MA LO CONDIVIDO PERCHÉ DOPO AVER SENTITO MARCO TRAVAGLIO DA LOMBARDA MI INDIGNO .
Prima di sputare e insultare i lombardi leggete qui ...... Da Lombardo mi “tocca” difendere la Lombardia! Leggo, sento e vedo cose assurde, che in un paese normale sarebbero surreali! Semi Analfabeti (sic! questo Pulitzer voleva forse dire "semianalfabeti - NdR) che senza conoscere (sapere? NdR)sparano a 0 a zero? NdR) sulla Lombardia.Parliamo dei Contagi (contagi - nome comune)
Siamo la regione più popolosa D’Italia (d'Italia) ( oltre 10 milioni di abitanti); siamo quella con la più alta densità di popolazione, siamo la regione che ha 4 squadre in serie A che movimentano circa 300.000 persone a settimana! (escluse le coppe).
Questa ultima minchiata da"Semi Analfabeta"merita una demolizione a parte. Dunque, quattro squadre di serie A WOW! che "movimentano (e cchedè... la logistica Amazon???) 300.000 persone a domenica. Vediamo:il primo numero si riferisce alla capienza massima, il secondo alla presenza media (dati FIGC):
Atalanta (21.300 / 16.000)
Brescia (19500 / 15.000)
Inter (75.000 / 64.270)
Milan (75.000 / 56.050)
Dunque, a Milano si "movimentano" a settimane alterne 60.000 persone: per il 90% da Milano... a Milano;
A Bergamo 8.000 persone (16.000 a settimane alterne); per il 95% da Bergamo a Bergamo;
A Brescia 7.500 persone (15.000 a settimane alterne): per il 98% da Brescia a Brescia.
Fatti i conticini, Pulitzer? In Lombardia non si "movimentano" 300.000 persone a settimana per il calcio, ma neanche un terzo della cifra a cazzo che hai sparato)
La città Capoluogo ha 5 linee metropolitane che ogni giorno fanno confluire Milioni di Persone (milioni di persone. Minuscolo; confluire da dove? da Gorgonzola e da Assago? I dati ATM parlano di 500.000 utemti al giorno nei tempi belli) , la stessa città Capoluogo (capoluogo) della movida che ogni sera/notte fa incontrare migliaia se non milioni di giovani e non. (Cazzo! in una città da 1.360.000 abitanti "migliaia se non milioni" di "giovani e non" OGNI SERA/NOTTE vanno in movida! Non dormono, non lavorano, non pranzano, e forse neanche cagano!)
Nel Raggio di 50km abbiamo 3 aereo porti (aeroporti è meglio) che ogni giorno portano Milioni (milioni) di persone nella nostra regione!
Bene. Occupiamoci di quest'altra stronzata: abbiamo tre "aero porti" (come dice il nostro Pulitzer. Immagino che si riferisca a Malpensa, Linate e Orio. Il febbraio (prima dell'arrivo del coronavirus, questi tre aeroporti "movimentavano" in totale 3.116.000 passeggeri AL MESE (906.000 Orio, 1.647.000 Malpensa, 563.000 Linate). Cioè 103.867 passeggeri al giorno e non MILIONI! Dall'inizio del lock-down il traffico si è ridotto dell'89%, quindi i tre aeroporti "movimentano" ben 11.425 passeggeri al giorno
Se il Virus si trasmette col contatto sarà che tutto questo ha lievemente influito? (Si. Avrà influito. Ma se i milanesi fanno la movida, sarà colpa deik milanesi, no? o è colpa dei lucani, o dei calabresi?)
Sento Infamare (infamare) la nostra Regione (regione), Regione (regione) che ricordo sostiene annualmente quasi metà Italia pagando tasse a iosa per mantenere un sistema che senza la Lombardia ed i Lombardi (lombardi) sarebbe morto!
Insomma, i "Lombardi" siete una sorta di ente benefico. Coso, ascolta (e impara): il PIL italiano è di 1.753 miliardi; la Lombardia (10,5 milioni di abitanti) produce 383 miliardi di questo PIL, che è pari al 21,8% del totale, e non a "quasi la metà".
Il resto d'Italia (insomma... gli straccioni) producono 1370 miliardi di PIL, che non è pari a "poco più della metà del PIL italiano, ma al 78.2%.
La Lombardia produce 36.500 euro pro-capite, il resto d'Italia (quella "stracciona-non-lombarda) produce - per differenza - 27.400 euro pro-capite.
Coso, cerca di capire l'enormità delle cazzate che spari: se la Lombardia dovesse rinunciare - di colpo - ad un mercato italiano pari al 78,2% dell'attuale mercato italiano, pensi che sopravviverebbe più di due mesi?
Insieme al Veneto siamo il 25% del Pil Italiano ("produciamo", non "siamo". Tu noi "sei" Il PIL, ma lo produci. Ammesso che qualcuno ti paghi per le fregnacce cher scrivi) (Ricorderei che Siamo 20 regioni in Italia)
Sei un cialtrone analfabeta. Anzi: Semi Analfabeta, per dirla alla tua maniera. Lombardia e Veneto producono il 31% del PIL, e non. come dice Pulitzer, il 25%. Il Veneto, con meno della metà della laboriosa popolazione lombarda, produce il 10% del PIL italiano. Bravo quanto la Lombardia. Perchè vuoi privarli di un reddito pro-capite uguale a quello lombardo?
Siete e Siamo Parte di una Regione che ogni anno ospita e cura 130/150 Mila persone che arrivano da altre regioni, senza se e senza ma, e se 130/150 mila persone ogni anno si movimentano per venire a salvarsi la vita in Lombardia Forse ma Forse la nostra sanità non fa così schifo !
Coso, ecco in quanti arrivano in Lombardia" ogni anno per "salvarsi la vita":
LOMBARDIA 38.186 persone EMILIA-ROMAGNA 25.030 persone TOSCANA 12.920 persone VENETO 3.835 persone UMBRIA 3.136 persone FRIULI-VG 1.226 persone MOLISE 1.147 persone ALTO ADIGE 534 persone
Siamo La Regione (la regione) che in periodo di COVID ha Donato (donato) oltre 50 milioni di euro per costruire un ospedale ed ampliare le terapie intensive di quelli esistenti!
Egregio, avete "donato" a voi stessi: 41 milioni e non "oltre 50", per costruire un ospedale da 600 letti quando era già chiaro che le esigenze di terapia intensiva avevano imboccato la discesa. Oltretutto i letti per T.I. sono da buttare, perchè difettosi, e a rischio corto circuito. E già si parla di chiuderlo. Non avete donato un cazzo a nessuno, ma mi risulta che ALTRI abbiano donato molto a voi (Cina, Russia, Albania, USA, Germania, Cuba)
Mentre gli Alpini e gli ultras Atalantini costruivano un ospedale a Bergamo!Tutto questo senza chiedere aiuti allo stato ma tirando fuori i soldi dalle nostre tasche. (Coso, chi si infetta a causa dei propri errori, si salvi coi soldi che tira fuori dalle proprie tasche. Voi avete avuto gli aiuti finora pervenuti alle REGIONI esattamente in proporzione al numero degli abitanti, non in proporzione al livello delle scemenze fatte specialmente in Lombardia, da Codogno, ad Alzano Lombardo, al Pio Albergo Trivulzio)
Questa è la regione che ha dato e da una possibilità a tutti, giovani e vecchi , bianchi , neri , gialli , Cristiani , musulmani , Italiani , stranieri , analfabeti , laureati e si potrebbe continuare.. (Già. Salvini è un preclaro esempio di italiano molto accogliente.Potre citare esempi a decine)
Si Attacca il Sistema Lombardia?! Ma che Ca... Attaccate! Ma siete stati in altre regioni? Siamo i primi per Sanità - Moda - Spettacolo - Trasporti - Pil - Istruzione - Integrazione Ecc ecc !
Il tema sanità, dopo i bruciati vivi della Galeazzi, i poveracci ai quali nella clinica Santa Rita rubavano polmoni sani e spesso li ammazzavano, le mazzette e i morti per le valvole cardiache brasiliane da quattro soldi più mazzetta incorporata, il Divino Creatore della Eccellenza Lombarda in galera, altri eccellenti lombardi condannati all'ergastolo, altri suicidatesi, lo lascerei perdere.
Andate in altre regioni a curarvi e poi fatemi sapere ! - Andate coi mezzi pubblici in altre regioni e poi fatemi sapere! (Ci sono stato. A Bologna, dove hanno sperimentato anche i mezzi gratuiti per favorire il disinquinamento. E sono stato nel metrò di Napoli: secondo la CNN (e non secondo la Gazzetta di Merate) è la più bella al mondo. E dato che tu sei "Semi Analfabeta", ignori che l'Ospedale Cotugno di Napoli è stato citato da SKY UK come il moglior ospedale in Europa per il Covid-19. Pensa! Al Cotugno non si è infettato nessun medico, nessun infermiere. Guardati i numeri dei medici e infermieri morti ammazzati in Lombardia)
Ma con quale coraggio attaccate la Lombardia? (E perchè mai dovrei attaccarla io, cisto che con questa pandemia si è attaccata benissimo da sola, Con grappoli di medici e infermieri morti ammazzati, con la Bagina, e coi numeri che ancora contribuiscono a condannare l'Italia fra i peggiori paesi al mondo?)
Ringraziate il vostro Dio che siamo stati noi l’epicentro di questo maledetto Virus , perché da noi medici ed infermieri NON SI SONO MESSI IN MUTUA, MA HANNO RADDOPPIATO i loro turni per salvare la Vita delle persone!
La minchiata dei medici che in altre regioni "si sono messi in mutua" è stata fatta circolare dai vostri giornaletti stampati su carta igienica usata, e smentita in 5 minuti da ASL, Sanità e procure della repubblica. Ma non vi vergognate???? Erano medici che "npn si erano messi in mutua", ma erano stati costretti in quarantena per infezione. Eroi, non teste di cazzo come voi.
E pregate tutti i giorni che il sistema economico Lombardo riparta , perché non so come potremo salvare il resto del Paese se di ferma La Lombardia! (Il Sistema Lombardo è già ripartito; con la pandemia cge ricomincia a ricrescere. Non ti eri accorto? Due terzi dei nuovi casi italiani in Lombardia!)
Sono Lombardo d’origine (ma va??? curva sud o curva nord? Sai che non lo avevo sospettato?), e fossi in voi proverei vergogna nell’attaccare questa regione! (ma ahimè - e per nostra fortuna, non "sei in noi". Sei lontano anno luce. Sai... noi siamo normodotati, e prima di impugnare la tastiera studiamo! E quindi alla sparata di cazzate che segue non rispondo. Sono nauseabonde
Il Governatore Fontana ha Sbagliato? Probabilmente si !  Ma è più o meno Colpevole di chi : 1️⃣ E solo una semplice Influenza 2️⃣ Andiamo nelle scuole ad abbracciare i Cinesi 3️⃣ Andiamo a fare l’aperitivo sui Navigli 4️⃣ Chiudere le frontiere e da razzisti 5️⃣ Siamo Prontissimi E mi fermò per pudore ! 
Ora mentre Voi siete Impegnati a sputare sulla Lombardia, noi siamo impegnati a salvare il Paese col nostro fatturato! Quindi chiudete la bocca e tirate su le maniche perché c’è bisogno del lavoro di tutti ! Copiato e incollato!!!! da Lombardo non potevo non farlo!!!!! Forza Lombardia!!!!!😘❤️👏🏼
Noi siamo impegnati a lodare chi fa bene, e a criticare chi fa cazzate a ripetizione, e la Lombardia non è (perchè dovrebbe?) zona franca dalle nostre critiche. Non impegnatevi troppo a salvare il paese, perchè se lo salvate come state salvando la Lombardia dal covit-19, siamo fottuti. Per piacere, NON AIUTATECI! Siamo capacissimi di farci del male anche senza il vostro supporto.
L'articolo che ha dato la stura a questa serie immane di cagate pazzesche è un giornale(tto) online leghista (e ti pareva) La Lombardia - Merate online Date uno sguardo, solo per capire quanto si possa essere incolti nella ex terra del Manzoni.
Ci sono, ci sono... Spesso si sovrappongono, come profilo psicografico, a quelli che "non-sono-razzista-però". C'è un'altra Napoli. Anzi, ce ne sono tante. Non proverò neanche ad elencarle. Chi non ne ha mai sentito parlare (ma sa tutto sulle Vele di Scampia) probabilmente NON VUOLE sentirne parlare. Vuole conservare gelosamente i suoi gratificanti stereotipi, i suoi complessi di superiorità. E chi siamo noi per tentare di toglier loro il gratificante senso di superiorità?
Questo post non è destinato a far cambiare idea ai "non-siamo-razzisti-però" (mission impossible) ma a ringraziare quei napoletani coraggiosi che ogni tanto cambiano la storia. Per esempio a quei visionari che ben 180 anni fa (correva l'anno 1840) inaugurarono la prima ferrovia italiana: la Napoli-Portici.
Salvatore Fergola - Inaugurazione della Ferrovia Napoli-Portici (1840)
Oggi invece vogliamo parlare della Metropolitana di Napoli, e delle sue magnifiche stazioni che sono degli autentici musei "aperti e vissuti". La più bella metropolitana al mondo. Tranquilli, non lo scrive "Il Mattino" di Napoli, ma la CNN, e lo documenta questo video, ripercorrendone la storia. Di mio aggiungo solo una considerazione marginale: credo che il metrò orgoglio dei napoletani sia l'unico al mondo dove non troverete l'ombra di un graffito. Architetture coraggiose, pop-art coniugata con tradizioni storiche, percorsi strada-treno che non smettono mai di sorprendere, e di trasmettere sensazioni oniriche.
Abbiamo qualche dato positivo in giro per il mondo (incluso qualche dato parziale in Italia), ma i dati globali dicono che nel mondo fino all'altro ieri avevamo 80.000 nuovi casi a giorno, e adesso ne abbiamo 85.000. Per ogni paese che imbocca un percorso virtuoso, ce ne sono altri che conoscono paurose accelerazioni in ritardo (Brasile, Qatar ed altri) o riaccensioni della pandemia
Vicini ai sei milioni di positivi nel mondo
A livello di numeri nazionali, la situazione mostra forse discontinuità fra paesi. Questo l'aggiornamento dei casi per milione di abitanti delle 25 nazioni più infette al mondo:
L'Italia, a lungo sul podio delle nazioni più infette, scende al 13° posto. Strano, vero, vedere l'Italia otto posizioni dietro all'ex stato-modello di Singapore... E strano vedere il premier di un paese fascistoide come il Belgio - che ha 1200 casi per milione più dell'Italia - impartirci lezioni... Così com'è strano vedere l'altro paese filofascista, l'Olanda, messo peggio di Panama e della Russia (per non parlare della Cina), e vedere in posizioni critiche gli USA, la Svezia, il Lussemburgo, lo UK.
Credo che molti filofascisti sparsi per il mondo farebbero bene ad esercitare la critica verso gli altri paesi con un minimo di prudenza in più, perchè essere smentiti dall'evoluzione del quadro globale, ed essere proiettati verso figure di merda epocali, è questione di un attimo.
E veniamo alle questioni italiane: i dati nel loro complesso continuano ad inviare buoni segnali, ma in molte voci questi segnali migliorano, ma con qualche preoccupante rallentamento, e con la preoccupante situazione della Lombardia. Lo ripeto e lo confermo, e lo dimostro coi numeri. affrontando il rischio di sentirmi dire di nuovo che provo una sorta di piacere sadico nel criticare la sanità lombarda. Niente di tutto questo, e quando avrò tempo e voglia farò un bel "book" fatto di copia&incolla di elogi e ringraziamenti a PEZZI della sanità lombarda. Esattamente come non rinnego gli articoli critici scritti CONTRO pezzi dilettanteschi, e spesso addirittura criminosi, della stessa sanità. E mi scuso se per mia forma mentis, forse derivante dai miei studi di tipo scientifico, non riesco proprio a fare il gioco "guelfi-ghibellini", "curva-sud contro curva-nord", "Lombardia contro Calabria".
Niente da fare. Continuerò a scrivere bene e/o male della Lombardia, esattamente come farò ed ho sempre fatto per qualsiasi regione italiana, basandomi non su "wishful thinking" o su pregiudizi razziali, ma su fatti e numeri. E' il mio limite, e ne sono orgoglioso.
E sulla base dei NUMERI, che pubblico in calce, invito ognuno a fare le proprie valutazioni, come io faccio le mie:
-A) Un paese nel quale ancora oggi ci sono stati 669 nuovi casi positivi, di cui 441 (pari al 66% del totale) arrivano dalla sola Lombardia, non può proclamarsi "fuori dalla pandemia".
-B) un paese in cui la Lombardia, coi suoi 2.547 positivi per milione, ha un tasso di positività di oltre quaranta volte quello dell'Umbria, che può esibire un tasso di positivi per milione di 63, non è affatto in una situazione tranquillizzante. Le ripartenze sono in agguato. E una regione coi numeeri della Lombardia SBAGLIA nel pretendere parità di regole con l'Umbria. Sbagliano nei confronti delle regioni più "sane", e sbagliano nei confronti dei loro stessi cittadini, che rischiano di essere ri-precipitati in situazioni non piacevoli.
Infine,una annotazione sulla quotidiana diminuzione dei casi "attualmente positivi": è un dato che da una decina di giorni riguarda TUTTE le regioni, e da un paio di giorni anche la Lombardia. Ma ora date uno sguardo al grafico in calce, usando gli "occhiali da vicino":
Potrete verificare come da circa un mese il numero degli "attualmente positivi" decresce, ma negli ultimi 9 giorgi decresce sempre meno. Gli ultimi 9 dat giornalieri sono posizionati TUTTI peggio della curva di tendenza. Se le cose dovessero proseguire così, la diminuzione quotidiana diventerà sempre più piccola, la curva di tendenza diventerà sempre meno discendente, e potrebbe persino tornare su valori di crescita. E' una cosa che ovviamente non mi auguro, ma che temo.
L'antidoto? torniamo ad avere un po' di sana paura, e nessuna tolleranza per i cretibi di ogni ordine e grado.
In tutte le regioni i casi per milione sono in discesa, ma resta e si accresce la distanza fra le sei peggiori regioni e le sei migliori:
Vogliamo chiarire?
Oggi il numero di positivi per milione di abitanti passa a 1841 per le sei regioni peggiori, e a 184 casi per milione nelle sei regioni più virtuose: rapporto di 10 a 1; questo rapporto ieri era, per la cronaca, di 8,2 a 1.
E' ora di rinsavire, e di non ascoltare i predicatori del verbo "ormai ne siamo fuori"
Attacco alla Lombardia (di Alessandro Gilioli - L'Espresso)
È vero, c'è stato un attacco frontale alla Lombardia. Anzi, ce ne sono stati molti.
È stato un attacco alla Lombardia fare la miseria di 1.855 tamponi per 100 mila abitanti nell'ultimo mese, pur essendo da febbraio la regione più colpita dal virus, mentre molti di più ne hanno fatti regioni assai meno colpite come il Lazio (2.549), il Piemonte (2.331), il Veneto (2.419) ma anche il Friuli, l'Umbria, il Molise, la Basilicata, per non dire di Val d'Aosta e Trentino-Alto Adige.
È stato un attacco alla Lombardia ignorare i numerosissimi allarmi dei medici di famiglia, già a fine febbraio, basati su quello che vedevano nei loro territori.
È stato un attacco alla Lombardia non munire in tempo medici di famiglia (ma anche ospedalieri e nelle Rsa, e anche infermieri, lettighieri etc) di Dpi adeguati: un attacco a loro, alle loro famiglie ma anche a chi da loro veniva curato, un attacco che ha portato dozzine di loro a morire (e anche in questo c'è il primato nazionale).
È stato un attacco alla Lombardia fare pressioni sul governo affinché il lockdown delle aziende non essenziali fosse aggirato tramite le autodichiarazioni dei loro proprietari: oltre due milioni di mezzo di persone nella regione costrette a continuare a uscire nella fase peggiore per andare sui mezzi pubblici e al lavoro.
È stato un attacco alla Lombardia lasciare i contagiati accertati nelle loro case mentre i loro familiari dovevano uscire per andare a lavorare, quindi creare il combinato disposto tra contagio familiare e contagio esterno.
È stato un attacco alla Lombardia mandare altri contagiati nelle residenze per anziani (delibera regionale dell’8 marzo), un attacco frontale alla salute degli anziani lombardi che lì vivevano e che purtroppo in molti sono morti.
È stato un attacco alla Lombardia non fare la zona rossa nella bergamasca quando aveva già il focolaio più pericoloso d'Europa.
È stato un attacco alla Lombardia puntare tutto sulle terapie intensive (per chi quindi era già in gravi condizioni) anziché sul contenimento del contagio, sponsorizzando inoltre la costruzione milionaria di un ospedale in Fiera che non è servito a niente.
È stato un attacco alla Lombardia usare l'epidemia per creare un evento mediatico quotidiano di un assessore in cerca di visibilità per diventare sindaco di Milano.
È stato un attacco alla Lombardia comunicare ai lombardi che se incontrano un solo contagiato non si infettano, ce ne vogliono due: una comunicazione che, grottesca dal punto di vista scientifico, invita di fatto le persone a non premunirsi in alcun modo se stanno vicini a una sola persona per volta, anche se contagiosa.
È stato un attacco frontale alla Lombardia portare questa regione ad avere il tasso più alto del mondo per contagiati e decessi, una cosa che verrà studiata in tutti i libri di storia come in quelli di epidemiologia, una cosa che rimarrà scritta per sempre.
Tutto questo è stato un attacco alla città e alla regione dove sono nato e ho vissuto quarant'anni, dove ci sono i miei familiari e i miei amici di una vita, e dove ho affetto infinito anche per le strade, gli edifici, i quartieri, le campagne, tutto, tutto messo sotto un attacco violento, a tratti idiota e altre volte, purtroppo, perfino criminale.
Alessandro Gilioli - espresso.repubblica.it