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Scritto il 11 giugno 2020 alle 11:26 nella Satira | Permalink | Commenti (0)
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Scritto il 26 aprile 2020 alle 10:00 nella Satira | Permalink | Commenti (0)
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Il Ministro Tremonti ha fatto sapere che, per quanto lo riguarda, non riconosce l'esito del voto. In attesa si sapere se intenda dare vita a un governo provvisorio ad Avignone, o passare alla lotta armata, è giusto sottolineare una volta di più, quanto il ministro Tramonti ci sia superiore per tempra politica. Anche noi, nei lunghi anni in cui al potere c'erano Tremonti e i suoi amici, ritenevamo semplicemente impossibile che gli italiani, a frotte, avessero votato per loro, e in particolare per il ministro Tremonti, invotabile a partire dal tono di voce. E però, probabilmente a causa del nostro carattere mollaccione, o peggio per la nostra ipocrita gentilezza, mai e poi mai ci siamo sognati di non considerare valido quel voto, per quanto triste ci apparisse.
Vedete, invece, quanto più schietta, più animosa, in definitiva più virile è la destra, ti guarda dritta negli occhi e ti dice che non riconosce l'esito del voto. La Cassazione? Pfui. La volontà degli elettori? Bleah. Così si fa. Imparate dai veri uomini, molluschi di sinistra. E la prossima volta che incontrate Tremonti, dimostrate finalmente di aver messo a frutto la lezione di sincerità che il centrodestra ha impartito al paese e ditegli, con un bel sorriso: si levi di torno, o la faccio rimuovere dai vigili. (Michele Serra)
Scritto il 13 aprile 2020 alle 11:58 nella Satira | Permalink | Commenti (0)
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Anno di dis-grazia 1973: a Napoli arriva il colera. In alcune città della civilissima Padania, spuntano cartelli e murales di tifo per "'O vibrione nnammurato", e di incoraggiamento al "Mitile ignoto". Il divertimento dura poco, perchè i napoletani sconfiggono l'epidemia in due settimane. Per confronto, la civilissima Barcellona ci impiegherà due anni.
Non sono napoletano. Lo dico per evitare che qualcuno pensi che questo post sia dettato da partigianeria campanilistica. Ma a Napoli ho trascorso alcuni degli anni più belli della mia vita, avendo studiato nella Università napoletana, con un corpo insegnante che non ha riscontri, ad oggi, in nessuna università italiana. Qualche esempio? A Chimica Generale c'era il Prof. Giordani, Presidente del CNR, affiancato durante gli esami dalla compagna 90enne di Bakunin; a Fisica c'era il Prof. Carelli, allora Presidente della RAI non per selezione politica, ma perchè la RAI stava iniziando a sviluppare la rete di comunicazioni (trasmettitori, antenne, ripetitori), ed aveva bisogno di qualcuno che se ne intendesse; Analisi Infinitesimale? Il prof. Renato Caccioppoli, alla cui "geniale follia" si è ispirato il film sul "Matematico Napoletano"; last but not least, il Prof. Scherillo (Mineralogia, e relatore della mia tesi su "Ricerca e prospezione dei minerali uraniferi"), diventato pochi anni dopo Presidente della Associazione Europea di Mineralogia.
Ma l'Università era solo una parte del tutto: il giorno. Poi, intorno alle dieci di sera, la "banda" di amici si ritrovava senza essersi data appuntamento, e si cominciava a discutere: "Cosa facciamo stasera?". Avete presente il film "Amici miei"? Bene, noi siamo stati precursori di quasi tutte le zingarate elencate in quel film. Ma di questo parleremo quando ci tornerà la voglia di scherzare.
Ora, motivato dalle uscite razziste dei Feltri e dei Salvini, voglio solo ricordare - a loro ed ai razzisti da stadio e da osteria, ma anche a quelli da "salotto tivvù", un FATTO: a Napoli, città brutta, sporca e cattiva, il colera del '73 è stato debellato in due settimane, e ha fatto 12 morti (meno di quelli già attribuiti in Padania al "corona-vairus"). Ovviamente non gioisco dei morti nel Lombardo-Veneto, ma sarei stato felice se non avessi mai letto osceni cartelli inneggianti al vibrione del colera ed al Vesuvio.
Non proverò io a descrivere l'evento, ma lo farò fare all' Archivio Storico di Repubblica
Quando a Napoli scoppiò 'o vibrione
NAPOLI - [...] Correva l'anno 1973 e nella Napoli attaccata dal colera 'o vibrione, il germe della malattia, divenne l'oscura metafora del Male. Quei giorni torridi di fine agosto sono impressi nella memoria della città: sedici vittime, in gran parte anziani, duecento persone colpite dall'infezione, oltre mille ricoverate negli ospedali, cinquecentomila vaccinate in un sol giorno nelle scuole, nelle piazze, nelle cliniche private, perfino nelle caserme dei vigili del fuoco e nei depositi dell' Atan, l'azienda di trasporti pubblici.
E poi l'allarme sanitario, la paura, una sorta di psicosi collettiva che materializzò l'avversario da distruggere soprattutto nelle cozze, di cui fu vietata la vendita nei ristoranti. 'O vibrione è nei mitili, si disse. E al posto dei proibitissimi frutti di mare qualche trattoria, chissà perché, servì ai clienti petali di garofano fritti. Forse l' effetto sorpresa impedì una diagnosi tempestiva del morbo: svanito il ricordo della tremenda epidemia del 1884, con migliaia di morti a Napoli, si stentò a credere che il colera fosse tornato quasi novant'anni dopo. Invece era di nuovo lì, nella metropoli definita dal Time "la più sporca d' Europa".
E con il morbo, inspiegabile paradosso, tornò pure l'ordine. I testimoni più lucidi di quei giorni descrivono una città compassata e responsabile, smarrita eppure presente a se stessa, in cui nessuno, dal netturbino all'impiegato all'autista, abbandonò il posto di lavoro. Se barricate vi furono, esse sorsero contro l'immondizia abbandonata in strada. Una celebre foto ritrae centinaia di napoletani disciplinatamente in fila davanti alla sede della Croce rossa in via San Tommaso d'Aquino, in attesa della vaccinazione, e poi ancora in fila appena svoltato l'angolo.
Maurizio Valenzi, che divenne sindaco delle giunte rosse due anni dopo, nel ' 75, ricorda una di queste ordinatissime code all' ingresso di Palazzo San Giacomo, il municipio. "Esiste nei napoletani - commenta Valenzi - una coscienza della vita civile insospettabile, viste le abitudini individualistiche di questo popolo". A Valenzi capitò qualcosa di simile qualche anno più tardi, la sera del terremoto dell'80: era al San Carlo, dopo la scossa gli spettatori uscirono in lenta fila dal teatro, silenziosi, senza ressa.
"E' colera", titolò a tutta pagina L' Unità il 29 agosto del ' 73, primo giornale a dare la notizia ufficiale. (ATTENZIONE! trattavasi dell'Unità - Giornale dei lavoratori - fondato da Antonio Gramsci, non dell'Unirenzità affondata da Matteo Renzi. NdR)
Quell'articolo era firmato da Eleonora Puntillo, che descrisse l' incertezza di quei giorni, quando sette morti improvvise a partire dal 23 agosto alimentarono l'atroce timore che si trattasse di colera. "Il primo caso sospetto si verificò a Torre del Greco, lo venimmo a sapere da un medico", racconta oggi la Puntillo. Poi seguirono altri decessi. Si parlò di gastroenteriti acute, alla fine una commissione del ministero della Sanità fugò ogni dubbio. Allo stupore collettivo seguì il terrore. Il clima politico mutò di pari passo all' Evento. A Napoli si fronteggiavano l' agguerrita Dc dei Gava e il Pci. "Le sezioni del partito si mobilitarono per le vaccinazioni", spiega Valenzi. "La gente apprezzò, fu questa la ragione del nostro successo alle comunali del ' 75". I democristiani persero la città ma risposero con uno slogan divenuto celebre: "Il colera passa, i Gava no...". Le scuole rinviarono l' apertura. Il Cotugno, l' ospedale delle malattie infettive, fu preso d' assalto. "Sembrava il lazzaretto, arrivava gente per una semplice diarrea", dice il primario Giulio Tarro. L'allora presidente della Repubblica Giovanni Leone, aggiunge il virologo, "visitò le corsie con la mascherina in volto, e quella foto un po' ridicola fece il giro del mondo, perché il colera non è mica la peste che si trasmette attraverso i polmoni". Alla fine l' infezione passò. Rimase il timore di un nemico insidioso e nascosto: ' o vibrione.
E oggi? A poche settimane dall'inizio della tragicommedia "coronavairus", i politici di adesso, con sprezzo del ridicolo, stanno gestendo un problema serio come strumento, non già di proposta firmata dalla propria parte politica, ma come strumento di disprezzo e derisione nei confronti nei confronti dell'avversario politico pro-tempore.
Brilla come una Supernova, in questo bailamme, il "governatore" Fontana, la cui performance, inclusiva di mascherina in favore di telecamera e di annuncio di "quarantena auto-imposta" (ed inutile, aggiungiamo noi), è diventata virale, e si è sparsa sulla rete con velocità 1000 volte superiore a quella del coronavirus:
Oggi la Storia in parte consegna ai napoletani la loro piccola rivincita: dei tre infettati a Napoli, uno era reduce da un soggiorno a Milano; un secondo era stato qualche giorno a Codogno, e infine... il caso più emblematico: una donna ukraina che si è beccata il regalino a Cremona. Questa donna sarà presto un'icona del salvinismo, perchè è la dimostrazione - speriamo vivente - che sono gli immigrati a diffondere il vairus: dopo esserselo beccato nella Padania
Gli aforismi celebri
METASTASIO - "Un bel tacer non fu mai scritto"
JOHN FITZGERALD KENNEDY - "Signore Iddio, tu che hai posto un limite all'intelligenza degli esseri umani, perchè non hai posto un limite anche alla loro stupidità?"
PROFESSOR CIPOLLA - I cretini sono più pericolosi dei delinquenti. I delinquenti ogni tanto si pentono e si redimono. Il cretino è cretino per sempre. Per redimersi, dovrebbe intanto capire che è cretino. Ma se lo capisse, che cretino sarebbe?
Tafanus
Scritto il 27 febbraio 2020 alle 16:34 nella Criminalità dei politici, l'unirenzità, Media , Politica, Razzismo, Renzi, Satira, Scuola, Tafanus | Permalink | Commenti (0)
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Non è strano? Mentre tutta o quasi la redazione di Repubblica è appiattita da mesi sugli ordini di scuderia (ELOGIARE RENZI), fanno rumore gli unici giornalisti che dovrebbero costituire la normalità, e quindi non far rumore: Eugenio Scalfari e Federico Fubini, che "non si adeguano". Il primo può farlo per i privilegi dell'età e del ruolo; il secondo per la consapevolezza delle proprie elevate competenze, che gli consentirebbero di essere cacciato da Repubblica, e di lavorare dal giorno dopo da qualche altra parte al doppio dello stipendio. Uomini liberi, che i venditori di pentole possono chiamarli venditori di pentole, a prescindere dagli interessi del momento dell'editore di Repubblica.
Stanno facendo qualcosa di eroico? No, stanno facendo semplicemente il loro lavoro di giornalisti. Osservando la marchetta degli 80 euro, così com'è capitato a noi modestissimi blogger, hanno visto a colpo d'occhio l'assenza di coperture strutturali della marchetta, le possibili violazioni costituzionali, le inguardabili ingiustizie etiche a svantaggio dei ceti più poveri dei "beneficiati" dalla ignobile marchetta elettorale. Stamattina il Prof. Pasquino - che non è certo uno con l'eschimo e il passamontagna, ha assimilato l'ignobile marchetta alla "scarpa destra e scarpa sinistra" che Achille Lauro, 'o Comandante, dava agli elettori napoletani. Una scarpa prima del voto, la seconda a vittoria ottenuta.
Guarda caso, la marchetta di Renzi passa come DL in tempo per poterla rivendicare prima delle europee, ma dev'essere convertita in legge subito DOPO. Se Renzi vede cammello, popolo becero vede 80 euro. Altrimenti, qualcuno provvederà a far decadere l'ignobile decreto-marchetta.
Scalfari nei giorni scorsi aveva scritto - in modo molto più autorevole, preciso e informato di noi - più o meno le stesse cose. Pier Carlo Padoan si era affrettato a replicare, chiarire, spiegare... Il fatto è che certe cose sono dure da chiarire. Quindi ieri, con mia grande sorpresa, fuori dall'abituale "posizionamento" domenicale dell'articolessa di Scalfari, abbiamo trovato questa sua risposta (educata nei toni, molto critica nel merito) al Ministro Padoan. Crediamo di far cosa gradita riproponendone i passi salienti ai nostri lettori. Ovviamente, dato che qui - come spero di aver chiarito una volta e per tutte - non c'è obbligo di "cantare in coro" col padrone di casa, chi vuole è autorizzato fin d'ora a postare in replica, nei commenti, anche interi articoli di Sergio Menichini Direttore di Europa, e persino i links ai video di intere trasmissioni di Myrta Merlino che elenca tutti i tweet mattutini di Matteo Renzi.
La lettera aperta di Eugenio Scalfari a Pier Carlo Padoan
Caro Padoan, facciamo gli scongiuri... Tutto riposa sulla presunzione che gli 80 euro in busta paga aumenteranno la domanda, cioè i consumi. Una presunzione non è però certezza (di Eugenio Scalfari)
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, mi ringrazia per averlo esortato a chiarire più diffusamente la politica economica da lui adottata per ridare speranza agli italiani modificando positivamente le loro aspettative ad un futuro meno buio del loro disagiato presente e per recuperare un'equità fin qui decisamente trascurata. A mia volta lo ringrazio per averci esposto la sostanza, il metodo e gli obiettivi che egli si propone di realizzare e che daranno frutti tra due o tre anni sostituendosi allo "spot" degli 80 euro nelle buste paga dei lavoratori dipendenti con redditi superiori agli 8 mila euro annui, fino ad un tetto di 24-26 mila euro.
Ciò premesso c'è un paio di questioni che desidero qui richiamare e che il ministro ha accennato sorvolandole un po' alla lontana. Mi sembra invece che occorra tenerle ben presenti e sottolinearle.
La prima riguarda appunto l'equità. Lo spot degli 80 euro ha trascurato i non capienti sotto gli 8 mila euro di reddito, i pensionati con modestissime pensioni, le partite Iva dei cosiddetti autonomi. C'è un buco non colmato che forse lo sarà nel 2015 senza però che ve ne sia certezza, così come non v'è certezza d'una riforma degli ammortizzatori sociali, cioè del nuovo welfare he dovrà sostituire l'antico spandendosi su una platea molto più vasta dell'attuale Cig. Padoan ammette che l'attuale taglio del cuneo fiscale è stato realizzato con coperture in larga misura posticce, che saranno trasformate in un vero e proprio programma che lui ha già in mente ma sul quale è stato giustamente sobrio di notizie. Siamo tutti speranzosi e fiduciosi che sarà un buon programma. Perciò crepi il lupo e grideremo evviva a lui e al premier Matteo Renzi.
Quanto alla maggior flessibilità dell'Europa verso una politica di crescita, Padoan ne è certo. L'Italia lo chiede fin d'ora e il ministro ci informa che i presupposti ci sono già per quanto riguarda gli investimenti motivati dal lungo ciclo di depressione economica che non dipende da noi ma dall'intero mondo occidentale. L'Italia può sforare il bilancio perché quegli investimenti sono da tempo autorizzati dal trattato in vigore e non intaccano il paletto del 3 % rispetto al quale resteremo al di sotto.
Questa affermazione non è del tutto esatta e lo conferma il fatto che, con apposito voto del nostro Parlamento, il governo è stato autorizzato ad informare la Commissione europea degli investimenti che si accinge ad effettuare per rilanciare nei limiti del possibile la crescita e l'occupazione giovanile. Saremo senz'altro autorizzati sempre che la Commissione ne approvi la quantità e le modalità nonché le riforme che aumentino la competitività e semplifichino opportunamente le istituzioni. Qualora però l'esistenza di queste condizioni non fosse ravveduta dalla Commissione non credo che il governo possa prenderle senza subirne alcune sanzioni. Se così non fosse non si vede il perché dell'informazione che l'Italia ha trasmesso alla Ue. Perciò aspetteremo e anche qui crepi il lupo poiché se non crepa lui qualcun altro creperebbe in sua vece e non sarebbe un bel vedere.
La seconda questione riguarda invece il pagamento di 20 miliardi dei debiti dello Stato, dei quali 8 alle aziende e gli altri ai Comuni e Regioni debitrici. È un flusso di liquidità preziosa per l'economia italiana, cui si aggiunge l'impegno che d'ora in avanti Stato ed Enti locali dovranno saldare i nuovi debiti a 60 giorni dalle relative fatture, non ricadendo nell'accumulo di altri pregressi. Benissimo, ma dove prenderanno i soldi i debitori per rispettare quel limite di tempo? Questo Padoan non lo dice e resta un sospetto tutt'altro che marginale.
Ma c'è un altro punto sul quale il sorvolo non mi sembra giusto: le banche sconteranno i debiti certificati pagando le aziende in soldi contanti. Benissimo. Ma a loro volta le banche vanteranno un credito nei confronti del Tesoro. È un debito fuori bilancio e non intacca il paletto del 3 per cento, questo lo sappiamo, ma è pur sempre un debito dello Stato e nasconderlo sotto il tappeto non serve a nulla, il debito c'è e prima o poi dovrà essere onorato, non è vero?
Infine: tutto riposa sulla presunzione che gli 80 euro in busta paga aumenteranno la domanda, cioè i consumi. Una presunzione non è pero una certezza. Molti beneficiari potrebbero invece di spendere risparmiarli quei soldi investendoli in impieghi monetari o tenendoli in contanti sotto il materasso per spese straordinarie che si presentassero in futuro. E se fossero molti di quei 10 milioni di beneficiati? Se fossero la maggioranza? I consumi aumenterebbero molto poco. Qui non si tratta di far crepare il lupo, se a settembre i consumi non avranno registrato aumenti sensibili il governo dovrà andarsene a casa e sarebbe un vero guaio per tutti. Speriamo fortemente di no. I sondaggi dicono positivo, ma i sondaggi non sono un fatto, sono la scommessa che un fatto avverrà.
Caro Padoan, facciamo i debiti scongiuri e intanto diciamo insieme evviva la Roma, che però sarà seconda. Noi speravamo di più ma non è accaduto.
Eugenio Scalfari
Scritto il 25 aprile 2014 alle 22:03 nella Economia, Politica, Renzi, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (11)
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Scritto il 15 marzo 2014 alle 21:23 nella Satira | Permalink | Commenti (6)
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"Battiam battiam le mani, arriva il Direttor"
Grande Orchestra del Maestro Cinico Angelini
Cantano: Gino Latilla e Carla Boni
Il canto servile dei poveri figli di Siracusa (di Francesco Merlo)
La canzone era così stupidamente servile che avrebbe messo in imbarazzo persino i nordcoreani. Perciò il giovane Renzi, che ha fama di disobbediente (“sono un po’ bullo” diceva di sé, ricordate?), avrebbe dovuto fermare, liberare, fare discoli e mandar fuori a giocare al pallone quei poveri figli di Siracusa che gli cantavano “facciamo un salto / battiam le mani / muoviam la testa/ facciam la festa”.
Diciamolo più chiaro: se fosse stato ancora lo stesso che, appena eletto segretario, scelse come inno “Resta ribelle” dei Negrita, Renzi avrebbe certamente intonato “prendi una chitarra e qualche dose di follia / come una mitraglia sputa fuoco e poesia”. E, con l’incitamento a contestare e a irridere i maestri, avrebbe coperto quei miagolii che dai maestri erano stati imposti: “presidente Renzi, da oggi in poi / ovunque vai, non scordarti di noi”
Non l’ha fatto e l’Italia intera lo ha visto ubriaco di lusinghe. Ha cominciato ad abbracciare tutti e “facebook non vale un abbraccio” ha detto, e pensate quanto sarebbe stato renzianamente bello sentirgli invece dire: “disobbedite, se volete il mio abbraccio”. Anche quel vezzo stucchevole di farsi chiamare Matteo più che da sindaco d’Italia sta diventando un tic da televisivo, non statista in versione Vasco Rossi ma imbonitore in formato Antonella Clerici, quella di “Ti lascio una canzone” che è appunto la fiera del bambino da salotto, tutto moine e mossette, che nessuno, soprattutto a sinistra, vorrebbe avere per figlio.
C’era in più, in quella filastrocca cortigiana, anche il tentativo del glamour, con il clap and jump, e persino con il blues, la disposizione in semicerchio, il gioco perverso di regolare gli evviva e gli applausi, la fatica ruffiana di tradurre e adattare un testo inglese. Tutto questo per aggiungere charme al solito immaginario canoro degli italiani: una spruzzatina del Sanremo di Fabio Fazio sui bimbi-scimmiette del Mago Zurlì. Ecco il punto: Renzi ha tutto il diritto di girare le scuole d’Italia, se è questa la sua cifra di politica popolare, ma per cambiarle, come aveva promesso, e non per degradarle a serbatoi delle sue majorettes.
Capisco che qui è facile il paragone con l’uso dei bambini nei totalitarismi, sul quale infatti si è banalmente esibito Beppe Grillo: i figli della lupa, gli avanguardisti della ventisettesima legione che salutavano il duce intonando Giovinezza, oppure “i battaglioni della speranza”, ragazzini dai dodici a quattordici anni che cantavano nelle parate dell’Est europeo. La verità è che anche in democrazia troppo si abusa dei giovanissimi, perché fa un sacco bello lasciare che i bambini vengano a noi e, come ha scritto Milan Kundera, “nessuno lo sa meglio degli uomini politici: quando c’è in giro una macchina fotografica si precipitano verso il bambino più vicino per sollevarlo in aria e baciarlo sulla guancia”.
A Siracusa dunque non c’è stata la manipolazione sordida tipica dei regimi ma la paideia, il tentativo di ridurre i bambini a protesi ornamentale, di formarli alla piaggeria e all’adulazione: “non insegnate ai bambini la vostra morale /è così stanca e malata potrebbe far male” cantava il Gaber citato da Renzi persino nei libri. Gaber li vedeva cantare e battere le mani e pensava che facessero “finta di essere sani”, Renzi invece li ha passati in rassegna dando a tutti il cinque.
Ma ieri a Siracusa ho visto di peggio. Un retroscena rivela infatti che nell’esibizione di quella scuola di borgata, vicina alla chiesa di Lucia, santa e sempre più cieca, non c’è stato solo l’accanimento politico – e ridicolo – del sindaco Giancarlo Garozzo. Ecco il colpo di scena: la preside Cucinotta, che è la vera regista responsabile dello spettacolino, e la sua vice Katya De Marco sono accanite militanti di Forza Italia. E dunque io, che da quelle parti sono nato, ci ho visto soprattutto la tristezza infinita di un Meridione che è ancora e sempre lo scenario naturale dello zio d’America, e mi sono ricordato che Silvio Berlusconi a Lampedusa fu accolto come un messia, come un conquistador. Perché sempre così viene salutato l’uomo potente che viene da fuori, l’uomo del cargo che può essere un capopartito, un cantante, un calciatore, un presidente del consiglio o non importa chi, purché venga appunto da fuori.
Renzi si rilegga, per risarcire l’Italia, Carlo Levi che racconta di quel tal Vincent Impellitteri che – cito a memoria – tornato dall’America, entra in paese (era la provincia di Palermo e non di Siracusa) su una lussuosa macchina scoperta, ed è accolto dalla gente in festa che lo tratta come uno sciamano: “’Tuccamu a machina, così ce ne andiamo in America’ gridavano i ragazzi del luogo”. Ebbene, Impellitteri non solo non li abbraccia e non dà loro il cinque. Ma si addolora e si rattrista al punto che si mette a piangere.
Così recitava il testo della canzoncina Arriva il Direttore negli anni Cinquanta, portata al successo da Carla Boni e Gino Latilla, dal Quartetto Cetra e da Natalino Otto. (Fonte: The FrontPage)
Scritto il 06 marzo 2014 alle 14:08 nella Politica, Renzi, Satira | Permalink
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Facciamo un salto... battiam le mani...
Muoviam ta testa... facciamo festa...
A braccia aperte ti diciamo "Benvenuto al Raiti!"
I bambini... gli insegnanti... i bidelli...
E poi l'orchestra lascerem improvvisar così...
...piripippi ppi...
Siamo felici... e ti gridiamo...
Da oggi in poi... dovunque vai...
Tu non scordarti di noi
Dei nostri sogni... delle speranze...
Che ti affidiamo, con fiducia, oggi a ritmo di blues
Le ragazze... I ragazzi... Tutti insieme
Alle tue idee e al tuo lavoro affidiamo il futuro
...piripippi ppi..
E poi di nuovo... Ancora insieme...
Noi camminiamo... Ci avviciniamo...
E un girotondo noi formiamo
sempre a tempo di blues
la nostra maestrina
con la più gran disciplina
tutti faceva filar
lei ci metteva in riga
gridando “fate attenzion
adesso marcerete
cantando questa canzon”
Battiam battiam le mani
arriva il direttor
battiam battiam le mani
all’uomo di valor
gettiamo tulipani
e mazzolin di fior
cantiamo tutti in coro
evviva, evviva
ed una coppa d’oro
doniamo al direttor.
E finalmente a vent’anni
dicemmo è finita
ora ci porta la vita
giorni di felicità
ma presto tutti quanti
dovemmo constatar
che per andare avanti
sempre si deve cantar
Battiam battiam le mani
arriva il direttor…..”
San Valentino 2014
Chi l'ha detto?
Il mio obiettivo non è far cadere il governo, ma fare in modo che lavori (9 dicembre).
Letta mangerà tanti panettoni (18 dicembre).
Il Presidente del Consiglio per il 2014 di chiama e si chiamerà Letta (22 dicembre).
Mi dicono: fai finta di candidarti a sindaco di Firenze e invece vuoi fare le scarpe a Letta. Ma non è così (7 gennaio).
Sì, certo, il governo proseguirà per tutto il 2014 (12 gennaio).
Le critiche non sono per fare le scarpe ma per dare una mano (16 gennaio).
E’ ingeneroso sentirsi dire per mesi che l’obiettivo è fare le scarpe all’esecutivo (20 gennaio).
Chi non mi ha mai creduto oggi deve prendere atto della realtà: nessuno trama contro Enrico Letta (21 gennaio).
C’è Letta, rimanga Letta (21 gennaio).
Grazie, Enrico (Fonte: Alessandro Robecchi)
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Lo sgub del Tafanus: siamo entrati in possesso del testo definitivo del "Giobatta" (il dettagliato programma di Matteo Renzi per il "Nuovo Rinascimento")
Scritto il 14 febbraio 2014 alle 11:46 nella Politica, Renzi, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (29)
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...chi ha detto che Renzi non è capace??? Renzi è un buono a nulla, capace di tutto... Adesso, già da domani, l'economia rifiorirà...
La tendenza "smart" del sindaco pié veloce (Fonte: Filippo Ceccarelli)
È la seconda volta in tre giorni che Matteo Renzi si aggira per i palazzi del potere — Quirinale, Palazzo Chigi e Nazareno — a bordo di una Smart. Vecchio modello, di colore blu bordato di grigio, con qualche graffio sul fianco e piccole incrinature sul retro. Al volante c’è spesso, ma non sempre, l’impetuoso segretario del Pd.
Con una velocità non proprio abituale per la Città Proibita, di norma intasatissima, la vetturetta è ieri sbucata in curva dietro la sede del governo, a via dell’Impresa, cogliendo di sorpresa un posto di blocco di giornalisti, fotografi e cameramen. Nel breve video dell’arrivo si sente distintamente uno di loro che esclama, si direbbe con ammirata e quasi stupita rassegnazione: «‘Mmazza, a tremila è arivato!».
Com’è ovvio, ci sono notizie che assai più di questa attraversano i destini collettivi. Ciò nondimeno, oltre che di uomini e duelli e problemi da avviare possibilmente a soluzione, l’odierna politica vive anche di simboli, e al giorno d’oggi un tipo di automobile lo è a sufficienza. Non solo, ma se questa carica simbolica proviene dal mondo delle merci, la faccenda della Smart si carica di senso: è leggera, veloce e un po’ prepotente; è giovane, poi, costosa e non italiana.
Insomma, è molto Renzi. O almeno corrisponde perfettamente al suo guidatore, come dimostra l’home page del Financial Times che ha riproposto l’immagine di questa macchina che l’onorevole Carbone ha acquistato dall’onorevole, pure renziano, Recchia. Per certi versi, non tutti, la Smart è il contrario dell’auto blu, che peraltro nel corso degli anni si è mimetizzata virando sul grigio metallico.
Ma è comunque lontanissima dalla Fiat Ulysse con cui nell’aprile scorso Enrico Letta è arrivato al Quirinale per ricevere l’incarico — e ancor più lontana, se è per questo, dalla modesta Ford Focus dalla quale nel cortile d’onore è sceso Papa Francesco.
La Smart è «fichetta», ma l’espressione è povera, così come il personaggio Renzi è qualcosa di più, ma anche di meno di un semplice «fichetto». Infatti spesso va anche in bici, modello eco-solidale; lo si è poi visto in motorino — come Rutelli a suo tempo fu brevemente a Roma «il sindaco col motorino»; quindi sul camper turbo-connesso delle primarie; e quest’estate, con il caschetto giallo d’ordinanza e gli occhiali da sole, addirittura alla guida di una scavatrice, per certi lavori di demolizione di manufatti abusivi.
Detta altrimenti: è dal cocchio dorato di Agamennone in poi che il teatro mette in scena l’arte del cambiare luogo, ma da una ventina d’anni il potere scimmiotta tali traslochi utilizzando i relativi mezzi di trasporto come risorse spettacolari. I media, come pure qui pare chiaro, seguono con un certo gusto tali espedienti, ma ieri anche i social network si sono sbizzarriti [...]
La quale Smart, forse proprio perché «incarna» l’innovazione, un futuro no-curves e una vaga gioia di vivere, già da tempo gorgogliava nell’immaginario del potere, e se proprio si vuole anche di quello meno simpatico, dalle rischiose scorribande di Marrazzo ai regalini di Berlusconi alle sue amichette (cinque vetture del modello «for two»), fino all’arrapatissimo portavoce del superministro che in un’intercettazione, parlando di una ragazza, la definiva «compatta come la Smart».
E pazienza. Nonostante la recentissima scomunica di Guido Ceronetti, che accusa Renzi di non difendere la lingua italiana rimpinzandola di parole inglesi, il leader del Pd usa con una certa frequenza proprio l’aggettivo che ha dato il nome alla macchina.
Smart sta per «intelligente», con una sfumatura di brillantezza. E Matteo ci dà dentro. Per esempio: «Dimostriamoci leader e non followers, il punto è rendere più smart l’Italia», eccetera.
Vero è che il segretario, più di ogni altro immerso nella dimensione post-ideologica, è assai sensibile ai consumi e ai marchi, vedi le lodi agli spot della Nutella e al marketing della Coca cola, la sviolinata sui piumini Moncler in borsa, la difesa anti-tasse di Google, il plateale rifornimento della segreteria presso Eataly (...il cui proprietario è sponsor e finanziatore di Renzi. Si può parlare di "marchetta" all'amico generoso? NdR).
E tuttavia, per le particolari caratteristiche della Smart, si può azzardare che arrivando al potere guidando quel prezioso autoveicolo egli abbia in qualche misura sdoganato una sorta di tabù che fa della Smart, e non solo a sinistra, la più odiata, ma forse anche la più invidiata automobile. Almeno a Roma.
Di questo complicato e inconfessabile stato d’animo si trova vivida e sintomatica traccia in una canzone del 2007 che il Trio Medusa e poi la «Gnometto band» hanno creato sull’aria del «Vecchio frac» di Modugno. S’intitola «L’uomo in Smart»:
...c’ha gli occhiali de Versace, la pelliccia sul giubotto
c’ha le scarpe de Paciotti, e le tiene sul cruscotto,
guida scalzo a zig-zàg, in velocità:
chissà ‘ndo va, quell’uomo in Smart?
Guida come n’assassino, per le vie del Tiburtino,
pe’ raggiunge su’ cugino, pe pigliasse un cappuccino.
Non se sa dove vien, né dove va
cazzo sta a fa’, co quella Smart?
Scritto il 13 febbraio 2014 alle 21:35 nella Politica, Renzi, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (19)
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...la mia saggia mamma ha cercato sempre di instillarmi il principio (da me purtroppo non sempre e non completamente assimilato), che "chi si loda, si imbroda"... Principio valido sempre, ma in modo particolare quando c'è una evidente discrasia fra la percezione che di noi abbiamo noi stessi, e la percezione che di noi hanno gli altri.
Ora, quando un politico come Enrico Letta (noto anche come "Il Nipote") caratterizza la propria azione politica per una serie continua di cedimenti e di calamenti di braghe (IMU, mancata iniziativa sul Porcellum, accettazione nell'esecutivo di nomi impresentabili, "bacio della pantofola" alla Merkel 5 minuti dopo aver ricevuto la fiducia, accettazione senza se e senza ma di idiozie come la costituzionalizzazione della parità di bilancio - unico paese in Europa - e dell'inapplicabile e folle fiscal-compact) rivendica non già il possesso di "palle d'acciaio", ma addirittura una attribuzione corale, esterna, autorevole di questa "virtù" da parte di altri, la risata corale è in agguato.
Peccato. A volte basta la minchiata di un attimo, per vanificare tentativi - durati per mesi e mesi - di auto-conferirsi una certa immagine di serietà.
No, Caro Letta. Non ci siamo. C'era già stato tale Umberto Bossi col "celodurismo", adesso arriva lei con le "biglie d'acciaio". La differenza? Bossi SI ATTRIBUIVA da solo una certa forma di priapismo. Lei cerca di convincerci che in Europa in questi giorni tutti i leaders non facciano altro che parlare della sua orchite. Se c'è, è frutto di "autocertificazione". Personalmente, pur seguendo abbastanza la stampa estera, non ho mai letto di nessun leader politico europeo che le abbia attribuito delle "palle d'acciaio".
Quindi la sua uscita rischia di farla passare alla storia - attraverso la satira - come colui che pensava di avere le palle (d'acciaio), e invece le raccontava soltanto. Scelte male, raccontate peggio. E grosso rischio di restarne soffocati
Tafanus
''Dicono che ho le palle d'acciaio...''. In una intervista all'Irish Times Enrico Letta rivela quello che le cancellerie europee pensano di lui dopo aver incassato la fiducia il 2 ottobre scorso, uscendo vittorioso dallo scontro frontale in Parlamento con Silvio Berlusconi. Per la precisione il quotidiano irlandese traduce l'espressione italiana in 'balls of steel', suscitando l'immediata reazione del Pdl (''i lavoratori dell'Ilva, se potessero, gliele fonderebbero all'istante'') e l'ironia di Beppe Grillo che dedica al premier un hashtag ad hoc.
In poche ore la frase del presidente del Consiglio apre le prime pagine dei siti on line e fa il giro dei social network. Ma non è la prima volta che gli 'attributi' irrompono nel dibattito politico. Sono lontani i tempi in cui Daniela Santanché polemizzava con i colonnelli di An additandoli come ''palle di velluto''. E nel 'celodurismo' della Lega di Umberto Bossi il riferimento alle parti basse era una costante del capo.
Poco importa se si trattava di 'strapazzare' gli immigrati o il malcapitato di turno. Nel mirino del Senatur sono finiti Gianfranco Fini e Mario Monti, tra gli altri. Nel dicembre scorso, in piena polemica sulle liste pulite del Pdl, le 'palle' furono protagoniste di un verace botta e risposta tra Angelino Alfano e Marcello Dell'Utri.
Al segretario del Pdl che archiviava l'ipotesi di una sua nuova candidatura, Dell'Utri rispose secco: ''I guai del Pdl, purtroppo vengono tutti dalla incapacità di Angelino, dalla sua insipienza. Alfano non ha le palle, non c'entra niente con noi''. A maggio, Dell'Utri è tornato protagonista, stavolta con un complimento rivolto proprio a Letta, nel frattempo traslocato a Palazzo Chigi: ''Letta? Ha le palle'', è ''l'unica possibilità che abbiamo, la migliore figura possibile'', disse.
Nel panorama delle citazioni colorite non poteva mancare Berlusconi, quando a febbraio si lanciò in una imitazione di Pierluigi Bersani: ''Questo Berlusconi, ogni giorno se ne inventa una, ma perché non vai in pensione invece di romperci le palle a noi?''. Nella storia, però, rimane la 'variante' più pittoresca: ''Chi vota a sinistra è un c...'', sbottò nella campagna elettorale del 2006. Per poi fare il bis nel maggio del 2011.
L'espressione non è a uso esclusivo degli uomini. Anzi, il falco pidiellino Daniela Santanché, non nuova a esternazioni un po' sopra le righe, ha 'tirato fuori gli attributi' il giorno successivo alla condanna in Cassazione di Berlusconi per frode fiscale nell'ambito della vicenda Mediaset. ''L'avete condannato? Pensate che la sentenza sia giusta e non politica? Abbiate le palle di mettere Berlusconi in galera'', ha tuonato la pasionaria pidiellina.
Santanché salì agli onori della cronaca anche quando diede del ''palle di velluto'' prima ai colonnelli di An troppo arrendevoli verso Fini e poi allo stesso leader di via della Scrofa. Il falco pidiellino usò più o meno la stessa espressione anche per punzecchiare l'ex pm Antonio Ingroia, candidato premier a capo della lista Rivoluzione Civile alle ultime politiche: '''Ingroia mi sta sulle palle per quello che ha fatto. Se non supera lo sbarramento, torna in magistratura e mette sotto inchiesta altri di noi e giu' con la galera...''.
Anche un intellettuale di sinistra come Massimo Cacciari è arrivato a citare gli 'attributi' per esprimere un giudizio sulle vicende giudiziarie del Cav. E' accaduto questa estate, quando l'ex sindaco di Venezia sentenziò: ''Cinicamente, mi auguro che assolvano Berlusconi da tutto, perché tanto, politicamente, è una persona che ci siamo già tolti dalle palle...''.
Scritto il 08 novembre 2013 alle 15:04 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (4)
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...a tanto ammonta, infatti, il tasso di presenza del senatore a sua insaputa Berlusconi in aula a Palazzo Madama. Una presenza (UNA) su 1403 sedute, pari allo 0,07128%. Finora nessun berlusclone aveva avvertito l'indispensabilità della presenza in aula del pregiudicato. Ora, improvvisamente, sembra che senza Berlusconi Senatore le Istituzioni (maiuscolo) non potranno più funzionare. Vulnus alla Democrazia?
No, vulnus al cervello delle bernini, biancofioresse, e santedeché. Tutto rigorosamente minuscolo, of course.
Tafanus
Scritto il 05 ottobre 2013 alle 12:55 nella Berlusconi, Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (4)
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- Il Pd è peggio del Pdl, afferma nell’aula di Montecitorio un
oratore dei Cinquestelle, Di Battista. E la presidente Boldrini subito
lo interrompe: non offenda.
Tre volte - non offenda, non offenda, non offenda - per sottolineare la gravità inaudita del paragone. Dopo avere consultato l’ufficio Arrampicata sugli Specchi siamo pronti a credere alla teoria dell’equivoco: l’imperativo che Boldrini ha intimato con la consueta voce marmorea dai riflessi color ghiacciolo era rivolto al tono del Di Battista più che al contenuto. Altrimenti dovremmo pensare che il nome di uno dei partiti rappresentati alla Camera da lei presieduta sia da considerarsi un insulto.
«Pdl a me? Badi come parla: Pdl sarà sua sorella». «Sai che hai proprio una bella faccia da Pdl?». Oppure uno spauracchio da utilizzare con i bambini più impressionabili. «Se non mangi la verdura, da adulto diventerai un capogruppo del Pdl». «Se non smetti di piangere, chiamo una Pdl con la faccia di plastica e la scopa di pitone».
Naturalmente ciascuno può avere sul Pdl l’opinione che crede. Berlusconi, per dire, ne ha una talmente pessima che ha deciso di rottamarlo. Però rimane il fatto che alcuni milioni di italiani lo hanno votato. Questo accidente, piuttosto frequente in democrazia, non giustifica - per quanto ne so - un trattamento preferenziale per qualche leader di quel partito che eventualmente incappasse in una sentenza di condanna definitiva. Ma dovrebbe indurre i rappresentanti delle istituzioni a una forma elementare di rispetto. Dire che il Pd è peggio del Pdl non è un insulto. Anche se, dal punto di vista politico, non è nemmeno un complimento.
Scritto il 11 settembre 2013 alle 21:23 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (2)
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...e noi lanceremo uova marce...
P.S.: Attendiamo con ansia che Pierferdi lanci il "Grande Centro", e che Maurizio Lupi lanci la "Democrazia Cristiana". Non escludiamo la possibilità che la Boniver possa lanciare il "Partito Socialista Italiano", e che quualcuno stia provvedendo a registrate il Partito Monarchico
Scritto il 04 settembre 2013 alle 21:58 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (7)
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Come tutti ben sappiamo, Flavia Vento una ne fa e cento ne twitta. Nell’ultimo periodo la showgirl sta dando davvero il meglio di sé sul social network dei cinguettii grazie anche ad un’improbabile discesa in campo politico con un movimento di suo conio: quello dei Figli dei Fiori. La notizia poteva benissimo essere una boutade per attirare l’attenzione e invece, purtroppo o per fortuna, quelle di Flavia non erano parole al Vento. Ora sappiamo con certezza quando il suo progetto comincerà a prendere vita e anche chi, naturalmente a sua insaputa, ne è stato l’ispiratore.
Andiamo con ordine: la biondissima ex valletta di Teo Mammucari ha annunciato trionfalmente su Twitter che il Movimento Figli dei Fiori vedrà la luce a settembre. Manca quindi pochissimo a suo esordio (che poi tanto esordio non è visto che la nostra si era già affiancata in tempi non sospetti dapprima a La Margherita di Rutelli e poi a La Destra di Storace finendo per importunare anche Beppe Grillo) in politica e noi gliene siamo grati. Sì, perché un personaggio come Flavia è ciò di cui l’Italia tutta ha davvero bisogno. Ma volete mettere le risate? Ok, atteniamoci ai fatti. Eccovi il tweet con la lieta novella:
Una nuova Era di cui vi avevamo già raccontato i punti programmatici principali (no, non c’è bisogno di ringraziare ma apprezzo molto che lo stiate facendo lo stesso). Sia come sia, come avrà fatto la nostra amatissima Flavia a sviscerare in modo così chirurgicamente perfetto i problemi dell’Italia tutta? Senza nulla togliere al suo fiuto politico (e magari anche alla fortuna del principiante) è chiaro che debba esserci stato lo zampino di qualcun altro, un individuo avvezzo alle logiche politiche e magari pure esperto di comunicazione. E infatti questo personaggio esiste davvero e, senza di lui, Flavia non avrebbe trovato la giusta ispirazione per dire di voler liberare tutti gli animali dagli zoo e che le automobili vanno abolite.
In un’intervista a TgCom24 Flavia la nostra l’arcano. Dietro la sua discesa in politica si nasconde niente meno che Matteo Renzi. Ma, prima di stupirvi, leggete bene come sono andate le cose:
La notte prima di annunciare su Twitter il mio nuovo progetto politico ho sognato Matteo Renzi. Mi piace molto, al momento in Italia ci vuole una persona come lui, anche se il Pd lo teme. Già mi ha ispirata in sogno, magari mi darà una mano a farlo diventare realtà…
Se il Pd teme Matteo Renzi, chi ha paura di Flavia Vento?
(Credits: Emanuele P. per la segnalazione - gossipblog.it per la fonte)
Scritto il 23 agosto 2013 alle 17:08 nella Politica, Renzi, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (2)
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Matteo Renzi, Rottamatore Ruspante
«Una città è bella non solo quando costruisce cose nuove ma anche quanto abbatte opere - ha spiegato con la semplice maglietta bianca che ha indossato per l'occasione, occhiali da sole scuri e caschetto giallo da cantiere - Il potere salvifico della ruspa, insomma!».
EX DISCOTECA- L'edificio era rimasto abbandonato dopo l'incendio doloso del 2008 che lo aveva reso inutilizzabile. «Al Meccanò tanti ragazzi fiorentini hanno passato le loro nottate, e per loro è un ricordo piacevole. Però oggi era diventato un luogo di degrado nel cuore del parco per cui è partito un progetto di demolizione totale», ha dichiarato Renzi.
(Fonte: Corsera-ANSA del 10/08/2013)
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...ah... questi "uomini del fare... Sono capaci di sfidare tutto, anche il senso del ridicolo... Dopo Alemanno spalatore di neve, ecco a voi Matteo Renzi demolitore. Come tutti sanno, infatti, non è compito del Sindaco limitarsi ad emettere l'ordinanza di demolizione, ma addirittura di mettersi alla guida della ruspa, con tanto di ridicolo caschetto, e non senza aver prima convocato i fotografi dell'ANSA, per immortalare l'uomo del fare in azione. Ormai abbiamo superato i limiti del "Salone Margerita".
A me sorge anche una piccola curiosità spicciola: ma il Bischero di Frignano ha la patente necessaria a manovrare ruspe? Non ci manderebbe, cortesemente, una scansione della sua patente di "Ruspante"?
Sono sicuro che stanotte alcuni frequentatori del Tafanus, fra i più colti e pronti a cogliere i punti salienti del profilo dei nuovi politici, si masturberanno guardano le foto di Renzi che manovbra la ruspa. Renzi il Ruspante.
Tafanus
Scritto il 11 agosto 2013 alle 00:26 nella Politica, Renzi, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (5)
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...è morta la mamma di Bambi, come sembrerebbe da questo magnifico filmato, o la madre dei "bamba"?
(Credits: ringrazio Alessandro Duma per la segnalazione)
Scritto il 03 agosto 2013 alle 22:11 nella Berlusconi, Satira | Permalink | Commenti (3)
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Scelta Civica sarà guidata da un comitato di presidenza dopo che l'ex premier ha ottenuto il passo indietro del coordinatore Andrea Olivero, difeso dai deputati cattolici. Lo scontro ha portato stanotte alle dimissioni, poi ritirate, del professore. La resa dei conti prevista a settembre
(Fonte: Alberto d'Argenio - Repubblica.it)
Sono le due di notte quando Mario Monti si dimette da presidente di Scelta Civica. E’ il penultimo atto di una riunione fiume che probabilmente segna la fine del partito dell’ex presidente del Consiglio. L’epilogo è il passo indietro del leader, che ritira le dimissioni. Ma la frattura tra laici e cattolici, addirittura accusati di «necrofilia», ormai sembra definitiva. Si parla di settembre come mese del big bang. Anche se qualcuno ieri sera ha già annunciato le dimissioni dal partito. Che ora sarà retto dal comitato di presidenza che prende il posto del coordinatore Andrea Olivero, silurato da Monti. A poco sono serviti gli sforzi dei pacificatori guidati dal ministro Mario Mauro.
Per capire come sono andate le cose bisogna tornare indietro di una settimana, a venerdì scorso, quando alcuni deputati cattolici di Sc hanno organizzato un convegno con i colleghi dell’Udc. Il partito di Casini ha rotto l’alleanza con Monti e i suoi parlamentari presto usciranno dai gruppi comuni di Camera e Senato. Il coordinatore Andrea Olivero, dalla nascita di Sc fedelissimo di Monti, ha partecipato all’incontro facendo letteralmente infuriare l’ex premier, che lo ha accusato di tradimento. Tra i laici di Sc infatti Casini è sospettato di voler rubare parlamentari cattolici del partito per fare gruppi autonomi a Montecitorio e Palazzo Madama. Ieri due incontri tra Monti e Olivero, che da giorni ripete di essere andato al seminario per tenere uniti i civici, non sono riusciti a rasserenare gli animi. Monti chiedeva le sue dimissioni, ma poi consapevole che rischiava la scissione (i cattolici a quel punto minacciavano di andare davvero con l’Udc) ha provato una mediazione. Così in serata con il suo staff l’ex premier ha preparato un comunicato che sarebbe dovuto uscire subito dopo l’assemblea dei parlamentari. «Entro le dieci di sera», garantiva il suo più stretto collbaoratore. Ma quel comunicato è uscito solo stamattina. Nel mezzo l’inferno.
La riunione slitta e inizia dopo le dieci. Monti (accusato poi di toni sprezzanti ed eccessivi) attacca i cattolici, in particolare il capogruppo alla Camera Dellai, e propone: soppressione della carica di coordinatore (Olivero), gestione collegiale da parte del Comitato di presidenza del quale fa parte anche Olivero. Che guiderà anche un “Progetto di Cultura politica” per dare un’identità a un partito dilaniato dalle correnti. Olivero accetta ma ammonisce: se non troviamo una sintesi andare avanti non sarà possibile. Allude alla scissione. Tutti guardano a settembre, quando ci sarà un seminario ad hoc sull’identità del partito. O al più tardi al Congresso di ottobre.
Quando tutto sembrava risolto con una vittoria di Monti, ecco il caos. Prendono la parola i parlamentari cattolici che non ci stanno, difendono Olivero, chiedono che resti coordinatore. Il sottosegretario Mario Giro parla di «purghe staliniane». Sberna, uomo di Sant’Egidio annuncia che lascerà il partito. Dellai rimanda al mittente le critiche dell’ex premier. L’onorevole Gigli chiede di azzerare tutti gli organi del partito per riequilibrarne il peso politico, visto che senza Olivero coordinatore i cattolici non si sentono più garantiti. Anche il motezemoliano Di Maggio attacca Monti: dov’è la democrazia interna? Sei inadeguato. C’è chi chiede all’ex premier di domandarsi come mai ha rotto con tutti i soci fondadori del partito (Casini, Riccardi, Montezemolo) e perché voglia far fuori l’ultimo, ovvero Olivero. I laici - si registra una parziale saldatura tra montiani doc e i montezemoliani di Italia Futura - rispondono. Causin arriva a dire che chi vuole andare con l’Udc è «un necrofilo».
Si va avanti fino alle due di notte, quando un Monti definito furioso dice che «molti interventi che ho ascoltato questa sera sono sgradevoli. Sono disgustato, vergognatevi». E ne trae le conseguenze: si dimette da presidente di Scelta Civica. In sala cala il gelo. Tutti sanno che è la fine del partito. E sanno anche che i ministri e sottosegretari civici a quel punto si dovrebbero dimettere, mandando nel caos il governo proprio nel giorno della sentenza Berlusconi. Bombassei prende da parte Monti e cerca di convincerlo a tornare sui suoi passi. Non è il solo. Pochi minuti dopo Monti ritira le dimissioni e il deputato siciliano Andrea Vecchio, imprenditore antimafia, si alza e riconoscente gli bacia platealmente la mano. Ma i cattolici sospettano che le dimissioni siano state un gesto studiato per metterli nell’angolo.
La riunione si chiude dopo le due di notte. Ma in molti questa mattina danno ormai il partito per morto. «Non possiamo restare a lungo qui, ora ci servono i tempi tecnici per organizzarci», confessa più di un cattolico.Un parlamentare vicino a Olivero dice che «ora noi cattolici e i liberali dovremmo avere capito che Monti non è più il garante del partito, non è la persona tramite la quale si controlla il movimento. Abbiamo un mese per cercare un accordo tra noi da far accettare a Monti oppure dividerci. Ma sono scettico». Probabilmente il divorzio arriverà a settembre, con la nascita di un nuovo soggetto forse composto da Casini e transfughi montiani e una Scelta Civica ridimensionata nei numeri, con Monti che poggerà sui fedelissimi e sui parlamentari che provengono da Italia Futura.
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Confesso che fa una certa impressione... Potremmo iniziare questa storia col celeberrimo incipit "...c'era una volta..."
Mai uomo politico (o secredente tale) ha fatto una fine così ingloriosa in così poco tempo. "C'era una volta il Grande Centro". Non quello mitico di Pierferdi Marcoré, che è esistito sempre e solo nella testa del "Devoto alla Madonna dal Velo Azzurro". No... Quello che era nato - e faceva paura a tutti - intorno al mitico ex Commissario Europeo, al Rettore della Bocconi, al Grande Consulente... Tutti in cerca di un "cavallo di razza", al quale attaccare anche il proprio carrettino...
Casini, Fini, Monte Prezzemolo, il patetico Bonanni, il mancato prete Oliviero, l'imbucato Oscar Giannino plurilaureato a Harward... Insomma, un incommestibile Circo Barnum, e noi - testardi - a chiederci: "ma a chi sarà affidato il Comando Supremo"?.
Già, perchè Mario Monti, specie dopo gli epocali insuccessi come uomo di governo, era ormai ridotto al ruolo di locandina. Ma gli altri (i Casini, i Fini, che avevano guidato strutture vere - anche se non enormi) erano pronti a farsi rispettosamente di lato, per lasciare al solo Monti il ruolo di Commander in Chief? Noi, presuntuosi as usual, avevamo sollevato questo problema fin dal primo giorno.
Poi erano arrivati i sondaggi vincenti. Casini che andava in TV a sparare che alle politiche un risultato di coalizione del 15% sarebbe stato il minimo accettabile, un 20% un risultato quasi soddisfacente. Ma era chiaro che il Devoto della Madonna puntava molto, ma molto più in alto. Ora Casini, che aveva un partito del 6/8% di cui era Capo Indiscusso, scopre di essere sparito all'1,5%. E non all'interno di un Grande Centro Vincente, ma all'interno di una coalizione che, sommando tutti, arriva al 6,3% (Scelta Cinica 4,6%, UDC 1,5%, FLI 0,2%, Giannino cacciato anzitempo, Montezemolo desaparecido...).
Casini - che è il più furbo e democristiano fra tutti, ha capito che è in via di estinzione (ma forse è già estinto), e si sfila. Va bene Monti, ma solo come membro paritario di una coalizione. Oliviero esegue, e viene cacciato da Monti. I cattolici si incazzano per la cacciata di Oliviero. Monti continua a non capire. Crede ancora di avere i gradi, e alle due di notte si dimette. Da cosa, non si sa. Non c'è più nulla da cui dimettersi. Poi, dopo 5 minuti, constatato che delle sue dimissioni non frega niente a nessuno, ritira le dimissioni.
Ora - anche se stanotte non lo ha detto nessuno in chiaro - tutti i reduci di Scelta Cinica si sono messi già alla ricerca di un alloggetto purchessia. Ma il guaio è che nessuno, per ora, li trova appetibili come coinquilini. E Monti - l'unico che non si è ancora accorto di non aver nulla di cui essere Leader Maximo, continua pateticamente a camminare col pettino in fuori e lo scolapasta in testa, in attesa che qualcuno lo risvegli, con cautela, da questo attacco di sonnambulismo. Svegliatelo, ma con molta cautela.
Tafanus
Scritto il 01 agosto 2013 alle 15:50 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (6)
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Scritto il 12 giugno 2013 alle 11:24 nella Razzismo, Satira | Permalink | Commenti (0)
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Scritto il 11 giugno 2013 alle 13:22 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (16)
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Scritto il 02 giugno 2013 alle 08:03 nella Renzi, Satira | Permalink | Commenti (2)
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...e perchè no? visto che non c'è più il Partito Fascista...
Vero o falso? o "falso ma verosimile"? In fondo, cosa ci sarebbe di strano? Da una che ha fatto la riforma "Exodus", possiamo aspettarci di tutto. Tafanus
Scritto il 03 aprile 2013 alle 15:23 nella Berlusconi, Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (14)
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Intervistato da un giornalista di Ballarò, il neo eletto Paolo Bernini rivela il complotto: "I microchip nel corpo umano servono per il controllo della popolazione" (fonte: Libero)
"Un microchip sotto la pelle per controllarci nella vita di tutti i giorni". Il neo deputato grillino Paolo Bernini è preoccupato. Lui vede complotti ovunque. Ormai lui ha paura di tutto. La sua visione del mondo è dettata dal Movimento Cinque Stelle. E durante un video mandato in onda a Ballarò, Bernini spiega la sua visione del mondo: "Il movimento mi ha fatto vedere il mondo in modo completamente diverso. I media non fanno solo informazione ma dirigono anche le scelte”. Il popolo secondo Bernini è manovrato dai fili di un potere alto:
“Ci sono tre capitoli: religione, Undici settembre e massoneria”, e poi arriva il piatto forte: "Non so se lo sapete ma in America hanno già iniziato a mettere i microchip nel corpo umano per registrare, per mettere i soldi, per il controllo della popolazione ”. Bernini è preoccupato perché le persone “non sanno a cosa vanno incontro lasciandosi impiantare il microchip” e afferma: “Con internet queste verità stanno venendo fuori e noi andremo a portare la voce dei cittadini”. Ormai siamo spiati da tutto e da tutti. Parola di onorevole grillino.
Speriamo porti in parlamento una proposta di legge per abbassare il costo del tagliando per il microchip che portiamo sotto pelle. Costa troppo...
Questa uscita di uno che da oggi guadagnerà a spese mie 14.000 euri al mese avrebbe dovuto farmi incazzare. E invece, lo confesso, mi ha procurato un momento di irrefrenabile ilarità. Perchè se questi sono i cazzoni che vogliono "fare la rivoluzione", siamo messi abbastanza bene. Basta non accettare caramelle microchip dagli sconosciuti.
Ma - lo confesso - c'è anche un personale motivo egoistico, dietro la mia euforia. Il tizio mi ha ringiovanito di alcuni decenni, e mi ha riportato nella Milano degli anni '70. Una boccata di gioventù.
Lavoravo in centro, in via Cusani (Largo Cairoli), e quando il tempo era bello mangiavo qualcosa coi miei amici nel dehors di un baretto. Puntuale come la cometa, ogni giorno passava LUI. Il Mitico C.T. Era uno svitato simpatico, che girava con un carrettino a pedali. Aveva eletto a sua zona di operazioni il triangolo "Cordusio-Cairoli-Cadorna". Portava a spasso sul suo triclico due enormi cartelli. Due versioni della stessa "teoria del complotto".
Uno dei due (nella foto) recitava:
Carlo Torrighelli, in arte CT, il guru milanese di Parco Sempione che predicava contro l’operato della religione è tornato alla ribalta grazie al remix dei suoi slogan realizzato da Vittorio Merlo. La chiesa uccide con l’onda è infatti diventata una sorta di cult della rete.
Un clamore che oggi ha ricordato a Flavia Alman che nel lontano 1973 aveva realizzato come operatrice video una bella intervista a CT che è stata resa disponibile in rete. Nove minuti in cui Torrighelli racconta le sue lotte contro le onde invisibili, una piccola perla di memoria milanese (FONTE)
Noi, in fondo, al mitico C.T. dobbiamo molto. E' il padre putativo di tanti nostri giornalisti "di vaglia" (in che senso, scusi?)... da Giulietto Chiesa a Claudio Messora, a Formigli, agli "insiders" delle scie chimiche e delle scie sismiche (anche questi "uccidevano coll'onda"). Ora, finalmente, anche il Mò Vi Mento a 5 Palle ha il suo complottista ufficiale, l'uomo dei microchips.
Benvenuto nel mondo dell'intelligenza (artificiale) a Paolo Bernini. Tafanus
Scritto il 06 marzo 2013 alle 11:46 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (47)
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La Prima Bolla Imperiale avrebbe aumentato la quota di raccolta fiscale da tenere in loco al 75% delle entrate. Ma anche se non l'hanno detto chiaramente, era già negli accordi che l'Euro sarebbe stato sostituito dalla più antica Palanca. Ogni Patano avrebbe avuto il diritto di stabilire da solo il proprio livello di tassazione (d'altronde c'era un illustre precedente: da anni il Papi Nobile ha deciso che per "diritto naturale" (?) ogni bravo cittadino può evadere tutte le imposte che superino il 33,3 periodico di imposizione).
Avrebbero anche ufficializzato che la Sede Imperiale sarebbe stata istituita a Monza, dove già i Patani dispongono di una bellissima sede (temporaneamente inutilizzata) di tre locali e cesso, in piena Reggia di Monza. Unico neo: i mobili in truciolato massello fatti arrivare da Catania (Africa).
Era anche definito che ogni Patano avrebbe avuto diritto ad un prosciutto Rovagnati al mese, una carta ricaricabile (la Patan Card) con 1000 Palanche a settimana, e il diritto naturale a sparare ad immigrati, zingari, meridionali e froci. C'è anche da perfezionare il capitolo "più figa per tutti", ma si tratta solo si mettere a punto qualche dettaglio. Ad esempio: un Patano di pura razza Patana può accoppiarsi con una somala, o con una filippina, o una napoletana? Bel problema... specie per il fidanzato di una napoletana...
Ma i Patani a volte fanno le pentole, ma si dimenticano di costruire gli appositi coperchi. Nella fattispecie, man mano che evaporavano i fumi del metanolo che li aveva sorretti durante la "Settimana Costituente", si sono accorti che mancavano alla costituzione dell'Impero due tasselli fondamentali:
Capita anche ai Migliori: trovare in un fiat l'accordo sul colore della carta da parati, e poi andare a sbattere su dettagli come quello del consenso (non scontato) dei servi della gleba, e della scelta dell'Imperatore. Di fatto, mentre i due ubbriaconi (in senso metaforico, per carità...) disegnavano le linee-guida dell'Impero, ognuno dei due aveva in mente di giocarsi, al tavolo del Monòpoli, il proprio Candidato Imperatore, sicuro che l'altro avrebbe accettato senza battere ciglio.
Ma c'è un piccolo problema... Ognuno dei due ubbriaconi aveva un diverso Imperatore di Riferimento. Ecco come i malevoli fogli clandestini che ancora (ma solo per poco) circolano nell'Impero, descrivevano la situazione (uno per tutti, il ciclostilato che - nonostante la decisione già presa di costituire l'Impero, continua provocatoriamente a definirsi Repubblica) :
Maroni: "Stimo Alfano, ma meglio Tremonti" - Berlusconi lo boccia: "Giulio non fa squadra"
Il segretario della Lega commenta l'accordo con il Pdl in una conferenza stampa. "Dopo le elezioni daremo il via all'euroregione del Nord" con Piemonte, Lombardia e Veneto allineate sotto la guida del Carroccio. Battibecco a distanza con l'alleato sulla guida di Palazzo Chigi
Berlusconi annuncia: "C'è accordo con la Lega. Forse Alfano premier, io ministro dell'Economia". L'alleanza con il Pdl è cosa fatta. Ma per farla digerire a militanti e colonnelli Maroni insiste sulla necessità di far di tutto per vincere in Lombardia. E si gioca tutto sull'escamotage di Silvio non candidato premier, ma solo capo della coalizione. "Silvio Berlusconi ha suggerito come possibile candidato premier Angelino Alfano, persona che stimo e con cui ho lavorato, non mi dispiace. Io mi permetto di indicare un'altra candidatura che è quella del ministro Giulio Tremonti". Così il segretario del Carroccio in conferenza stampa nella sede del partito in via Bellerio a Milano. Ipotesi che provoca subito la reazione stizzita del Cavaliere, a dare già il passo di un'intesa che si preannuncia tutt'altro che serena.
Il leader del Carroccio ribadisce ancora una volta il ritiro della candidatura del Cavaliere, una delle condizioni su cui si regge l'accordo con il Pdl. "E' un fatto rilevante - dice Maroni - voglio esprimere la soddisfazione e la riconoscenza per questo gesto di Berlusconi. Non c'è il candidato premier, verrà indicato congiuntamente dalle due forze politiche se vinceremo le elezioni" (...avete capito bene. I Sudditi saranno chiamati a votare senza sapere per chi. L'Imperatore sarà nominato "di comune accordo" - che per ora latita - DOPO aver vinto le elezioni. De minimis non curat praetor... NdR)
In serata, a Telelombardia, l'ex premier descrive Tremonti come "persona particolare, molto intelligente ma difficile. Come ministro dell'Economia in Italia ce ne è uno solo migliore di lui: il sottoscritto". Tuttavia, nella veste di premier Berlusconi non vede bene Tremonti: "gli manca il talento di tenere unito il gruppo. Dopo poco che ci parli, capisci che Tremonti pensa: 'lui è un cretino e io sono intelligente', questo non fa fare squadra". Dunque, tra Tremonti ed Alfano "meglio Alfano". E in un rimpallo televisivo ad alto tasso di asprezza, Tremonti da Piazzapulita rintuzza il Cavaliere: "Lui all'Economia? E' ministero molto complicato, lo vedrei allo Sviluppo: potrebbe dimostrare le sue effettive capacità di imprenditore".
L'Euroregione del Nord. L'alleanza con il Pdl è necessaria per vincere in Lombardia e realizzare il nuovo sogno del Carroccio, l'Euroregione del Nord, con Piemonte, Lombardia e Veneto allineate sotto la guida leghista. "Creeremo una macroregione - spiega Maroni - dove il 75% delle tasse sarà trattenuto in modo che le amministrazioni regionali le possano restituire ai loro cittadini sotto forma di servizi. La prima cosa che faremo è abolire l'Irap. E poi c'è da intervenire "sull'Imu, abolire il bollo auto, completare il collegamento con Malpensa" (...Maroni non lo ha detto per pudore, non ha voluto anticipare anche i progetti di abolire l'IVA, l'IRPEF, i pedaggi autostradali, il prosciutto Rovagnati e il tema esistenziale di "più figa per tutti". Le buone notizie devono essere centellinate. NdR)
Maroni sicuro di vincere. "Non temo nessuno", continua Maroni a proposito delle elezioni regionali. "Albertini è destinato a un modesto piazzamento, ricordo che qualche settimana fa disse "se Maroni vince gli regalerò una Ferrari", gli dico di prenotarla. Non temo né lui né Ambrosoli dei due perché sono sicuro di vincere".
"Io sono io, e voi con siete un cazzo (e non rompetemi i maroni)"
(dalla tragicommedia "Il Marchese di Varese")
Scritto il 08 gennaio 2013 alle 14:31 nella Berlusconi, Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (10)
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Oggi sono sinceramente grato al sito di Camila Giorgi (lo dico senza ironia) perchè mi ha regalato momenti di autentica ilarità. Dunque, sono entrato nel sito, per passare in rivista la quotidiana rassegna-stampa degli insulti dei soliti noti (che colleziono con amore, come medaglie al valore), e sul penultimo post del sito ho trovato un nuovo adepto. Suonatore di vuvuzelas? PEGGIO! Un madrigalista da bigliettini dei Baci Perugina. Una cosa di una sdolcinatezza da estratto di vaniglia. Più che un messaggio dolce, un messaggio dolciastro.
Non ho niente contro i madrigalisti alla vaniglia. Ognuno, in fondo, ha il diritto di scegliere in che modo rendersi ridicolo. Ma vediamo il commento di questo nuovo commentatore alla vaniglia:
Alex
PRIMO PERUGINA:
Adelaide.. hai il sole negli occhi. I riflessi dei colori nei paesaggi,
umidi di pioggia, di Neruda. La raffinatezza di Baudelaire.
L'astrattezza colorata di Verlaine. La luna, tempestosa e romantica, di
Shelley.. Non mi sono riferito, casualmente, ad alcuni dei miei poeti
preferiti, perchè tu sei la più pura, essenziale, sensuale
sequenza di poesia, che sia mai stata concepita.
SECONDO PERUGINA:
con ogni tua foto, sei stata capace di regalarmi un'emozione diversa..
un'emozione, vera, viva.. e poi hai il più bel taglio di occhi e
lineamneti del viso, che abbia mai visto..:) Adelaide.. semplicemente
splendida!
Alex
ps adoro il tuo look.. sei una ragazza veramente glam (3 anni fa)
Ma non è finita, perchè lo stesso bigliettino Perugina (nella prima versione) lo manda alla escort Milena Cavalli ...
Ora noi, che siamo stronzi ma
generosi, vorremmo indire una colletta, affinchè Alex possa comprare una
nuova scatola di Baci Perugina, e rinnovare la biblioteca dei suoi
madrigali (oltretutto i Baci Perugina di tre anni fa saranno anche
scaduti, no?) Insisti, Alex... vedrai che prima o poi qualcuna
abbocca... Tafanus
Scritto il 03 gennaio 2013 alle 18:11 nella Satira, Tafanus, Tennis | Permalink | Commenti (5)
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Si parva licet, ma per completare il poco incoraggiante elenco, occorre riconoscere che dopo alcune storiche nuotate nel golfo di Taranto, con il debito accompagnamento sonoro che nel format della sua tv Antenna 6 alternava "Momenti di gloria" alla Cavalcata delle valchirie, nel 2009 Giancarlo Cito è riuscito ad attraversare lo Stretto di Messina. Come spesso capita in questi casi, non è facilissimo ricostruire le ragioni di questa impresa, mentre al contrario resta impressa nella memoria la scritta della maglietta che l'ex sindaco di Taranto indossava al momento di annunciarla: "In culo alla balena" - e così fu.
Quanto a Grillo, domani suoi proseliti calabresi lo accompagneranno a Cannitello e accoliti siciliani lo accoglieranno, dopo tre orette, a Punta Faro di Messina. Nel corridoio marino in cui è prevista la traversata ci sarà, come sempre accade, una barca d'appoggio, più vari ed eventuali natanti destinati a ospitare ulteriori seguaci, fotografi e telecamere.
Una volta sull'isola, sperabilmente non nello stesso giorno, il tribuno-nuotatore abbandonerà cuffia, occhialetti, muta e si farà podista: e allora il programma elettorale prevede che egli comincerà a correre in compagnia "come Forrest Gump", ha già notificato a chi volesse raggiungerlo su quelle strade. E dunque, anche all'insegna della grande fiction, tra acqua e terra, schizzi e polvere, bracciate e sudore, il marketing del corpo del leader pianta dietro di sé un'altra pietra miliare.
Nel vuoto di ideali e nel deserto di speranze e progetti, la carne si mette in mostra come estrema risorsa per un consenso elementare, ma fino a un certo punto. E suonerà pure eccessivo, ma nella traversata elettorale grillina, come in tante altre prestazioni, rischia di avversarsi ciò che diceva Nietzsche: "C'è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza".
Scritto il 09 ottobre 2012 alle 12:38 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (34)
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Scritto il 11 agosto 2012 alle 00:36 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (3)
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Tutti in rete! tutti in rete! magari senza sapere come usarla, e cosa farne! Sentivamo un bisogno lancinante della nascita di una nuova "minchiata 2.0", dopo quelle di Renzi & Civati, di Grillo, e di tanti altri che ormai appiccicano un "2.0" persino alle brioches che comprano al mattino. Voglio una vita spericolata. Una vita 2.0
La notizia ce la da il Fatto Quoridiano, che a sua volta ha una edizione 2.0, curata da Peter Gomez 2.0. E tutti questi due punto zero mi ricordano l'era felice della quotazione in borsa di "qualsiasicosa-dot-com", di cui ancora oggi paghiamo prezzi salati (pedaggio alla bolla internet). Ecco come riporta l'ideona di Maroni il Fatto Quotidiano:
Il profilo sul sito di microblogging inaugurato con l’hashtag #primailnord è stato salutato dall'ex ministro dell'Interno con un post sulla sua pagina Facebook: “Poteva mancare alla squadra un profilo su Twitter? Grazie ragazzi: siete forti! Prima il Nord”
La Lega 2.0 sbarca anche su Twitter (@LegaNordPDN). A darne notizia è stato il segretario del Carroccio Roberto Maroni, che nella giornata di ieri ha lanciato una serie si iniziative che puntano ad accrescere l’appeal della Lega sulla rete. Il profilo Twitter, inaugurato con l’hashtag #primailnord, è stato salutato da Maroni con un post sulla sua pagina Facebook:
“Poteva mancare alla squadra un profilo su Twitter? Grazie ragazzi: siete forti! Prima il Nord”. In un giorno ha raccolto poco più di un centinaio di followers, pubblicando una ventina di tweet. Non propriamente un inizio con il botto, ma certamente dimostra la volontà di esserci in tutta la galassia social. Maroni infatti non si è limitato a cinguettare, ieri ha anche lanciato il profilo di Google+, sempre tramite la sua celebre finestra sul web ha scritto: “Senza tregua!! Anche su Google+…” (...caspita! persino su Google+!)
Ma non è tutto. L’operazione compiuta ieri dalla Lega assomiglia a qualcosa di simile allo sbarco in Normandia. Dopo quelli di Twitter e Google+, Maroni ha postato un altro link, dando il suo “personale benvenuto su FB alla rinnovata pagina ufficiale della Lega Nord Padania” che ha raccolto circa 650 like nella sua prima giornata di vita, salutando la nuova pagina come: “un ulteriore strumento di crescita e di dibattito per tutti coloro che credono nei nostri ideali e ne condividono il programma politico! Grazie sin d’ora a chi ha fattivamente collaborato alla sua realizzazione in così breve tempo! Prima il Nord!”. A questa va ad aggiungersi la pagina ufficiale della Lega Nord Senato: “Senza tregua – ha scritto ancora Maroni -. Dopo il profilo ufficiale della Lega Nord Padania, ancora una volta, con molto piacere vi comunico che è attiva su FB la pagina ufficiale della Lega Nord Senato”. Quest’ultima, a dirla tutta, appare molto compassata.
Accanto a queste lunga serie di pagine ufficiali, a partire proprio dal profilo di Bobo, sulla rete ce ne sono una marea tra inattive, non riconosciute o locali. L’obiettivo dichiarato della Lega di Maroni è quello di riuscire a fare una sintesi di tutto il magma digitale di pagine e profili che popolano i social network per concentrare gli sforzi, dare un indirizzo comune, condiviso e massimizzare il risultato.
Tuttavia non sarà un lavoro semplice. Su Twitter, dove lo stesso Maroni ha un account seguito da 2250 persone (@maroni_leganord), bisogna fare i conti con profili attivi da tempo, come @LegaNordPadania, fermo dal 12 giugno 2009, che conta 3120 followers e si presenta con il vecchio simbolo, quello che riporta il nome di Bossi. Una pagina che può creare confusione e che, prima o poi, qualcuno potrebbe anche pensare di riattivare. Oppure c’è @LegaNord2_0, che si presenta come “Account ufficiale Lega Nord su Twitter”, ma che, ammesso lo sia mai stato, evidentemente da ieri non lo è più. A questi si aggiungono le leghe locali, le sezioni, i personaggi, i simpatizzanti che a vario titolo parlano in nome del movimento, ciascuno esprimendo il proprio punto di vista e le proprie istanze prima ancora di quelle del movimento. Un altro profilo twitter che non viene più aggiornato da tempo è quello di Renzo Bossi (@renzobossi), fermo dal 17 gennaio con un bagaglio di 4341 followers (il doppio di Maroni!).
Su Facebook, dove Roberto Maroni è attivo dal dicembre 2011 (caspita... ce ne hanno messo, di tempo, as accorgersi dell'esistenza di facebook... NdR) con un profilo personale che ha raggiunto subito la capienza massima di contatti, le cose sono ancora più articolate e complesse. Qui i profili attribuibili alla Lega Nord, tra seri e meno seri, si sprecano. Alcuni contano una manciata di amici, altri possono vantare migliaia di adesioni e anche in questo caso non sempre c’è univocità nella scelta dell’immagine del profilo. Qualcuno preferisce gli slogan di matrice maroniana, altri espongono ancora l’effige del Senatùr o il vecchio simbolo, con il nome di Umberto Bossi. In alcuni casi si scade nel culto della persona, come la pagina “Bossi la lega che unisce”, nato il 17 gennaio ha appena 230 “mi piace” e una lunga sequela di video e immagini che ritraggono il Bossi dei tempi andati. (Il Fatto Quotidiano)
Povero Bobo! dal tamburello e dalla tastiera alle media-strategies! Deve aver orecchiato, senza capirla, l'opera di tale Marshall McLuhan, che ha teorizzato la prevalenza dei contenitori sui contenuti. La celeberrima sintesi "Il medium è il messaggio". Che non significava affatto che se scrivi una rivista su carta patinata (prendiamo un giornale a caso; "Capital"), questo diventi ipso facto più autorevole di (prendiamo un altro giornale a caso: "Cuore"), che era stampato sulla più schifosa carta riciclata reperibile in commercio. Esattamente come mandare una diretta di wrestling su RaiSport lascia la qualità e l'immagine di questo sport esattamenente dove si trovava quando a mandarla in onda era solo Tele Pantegana.
La Lega può diventare 2.0 (ma che cazzo significa), e potrà persino diventare, col tempo, 3.5, e persino 12.7.3 , ma finchè il medium ospiterà gli alti pensieri di Maroni, di Giorgetti, di Salvini, di Borghezio e di Gentilini, resterà ciò che è sempre stata: un ammasso di razzisti coi congiuntivi bisognosi di un tagliando, col motore grippato, e con la carrozzeria vecchia ed anmmaccata. Insomma, una cagata 2.0
Auguri, Bobo 2.0! Tafanus 0.0.1.
Scritto il 21 luglio 2012 alle 11:45 nella Media , Politica, Satira | Permalink | Commenti (1)
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IL PARTITO DEI CARINI - Una rete sul territorio. Mille facce nuove. Montezemolo inaugura il grillismo chic. E si prepara alla sfida elettorale. Pensando a una donna candidato premier. E tenendo per sé il ruolo di regista
(di Marco Damilano - l'Espresso)
Si riunirono per la prima volta, tra gli stucchi e gli arazzi di palazzo Colonna, il 7 ottobre 2009, la data cruciale della legislatura: quel giorno la Consulta bocciò il lodo Alfano e il governo Berlusconi cominciò la lunga corsa verso l'autodissoluzione. Muniti di braccialetto rosso con la scritta "Italia Futura" si aggiravano sotto l'affresco della battaglia di Lepanto i Malagò, i D'Urso, gli Abete, i Vanzina più altri 800 invitati. E qualcuno si lasciò scappare una perfida battuta: "È il momento giusto per fare shopping ai Parioli. Le strade saranno deserte, sono tutti qui" (...insomma, l'ennesimo "partito popolare", attento ai bisogni dei ceti meno abbienti... NdR)
A distanza di tre anni il think tank di Luca Cordero di Montezemolo non è più (solo) il circolo degli amici dei quartieri alti divisi tra il Natale a Cortina e l'estate a Sabaudia. Il Partito dei Carini, crudelmente sbeffeggiato da Maurizio Crozza, ha fatto proseliti. "Ci sono mille nomi. Selezionati in questi mesi con colloqui, incontri, individuati con un criterio: avere qualcosa a che fare con il cambiamento. Mille potenziali candidati pronti a rinunciare alle loro attività, a cambiare la loro vita e a entrare in politica quando sarà il momento", si esaltano nel quartier generale del presidente della Ferrari, in un tranquillo e borghese appartamento della Roma sabauda, a due passi dal Cupolone. Per ora sono top secret e sembra uno schema già sentito, la berlusconiana discesa in campo (...io quest'anno ho cambiato solo il PC e l'olio alla macchina... può bastare, per essere accolti mel"partito del cambiamento? NdR)
Ma gli uomini di mister Ferrari anticipano l'obiezione: "Non abbiamo Publitalia alle spalle. Non siamo il partito dei padroni: tra di noi la percentuale di imprenditori è inferiore ad altre categorie. E soprattutto non c'è l'uomo solo al comando. Montezemolo non è Berlusconi: il suo pregio è saper fare squadra" (...certo, non hanno Pubblitalia, alle spalle... solo la Fiat e mezza Confindustria. Per il resto, sono uguali uguali a noi. SAnche loro - salvo eccezioni - hanno due gambe e due braccia - NdR)
E allora vanno visti da vicino questi Mille pronti all'impresa, ora che le elezioni si avvicinano e che la macchina messa su da Montezemolo si prepara finalmente ad accendere i motori dopo un'attesa sfiancante di anni. A partire dal cambio di strategia delle ultime settimane, reso obbligatorio dal crollo del Pdl ma anche della Lega al Nord e dall'irresistibile avanzata nei sondaggi del Movimento 5 Stelle.
Beppe Grillo, chi l'avrebbe mai detto? I consiglieri di Montezemolo studiano le sue mosse, le tecniche di comunicazione e di reclutamento, non nascondono l'ammirazione e perfino la vicinanza su alcuni temi (...azz... i venerabili maestri partono dal comico bollito... Chi l'avrebbe mai detto? NdR)
Per esempio, il fascino per gli strumenti di democrazia diretta come i referendum confermativi quando si tratta di riforme istituzionali, leggi elettorali o leggi che riguardano la politica come il finanziamento pubblico, o la possibilità di revocare il mandato al parlamentare assenteista e voltagabbana, l'anglosassone istituto del recall. "Noi siamo liberali in economia, ma nelle istituzioni siamo estremisti democratici", spiega Carlo Calenda, un passato a fianco di Montezemolo come direttore dell'area Affari internazionali di Confindustria e come manager della Ferrari, oggi direttore generale di Interporto campano, presieduto da Gianni Punzo, uno dei più vicini all'ex presidente della Fiat. "Non abbiamo mai accusato Grillo di anti-politica. In una società aperta chi si candida ha ragione. E ha buoni motivi per farlo anche chi si astiene: alle regionali del 2010 siamo stati i primi a dichiarare che di fronte allo scadente cine-panettone della politica italiana i cittadini avevano il diritto di non andare a votare" (...peccato che Grillo non si sia candidato. Vero, Calenda? NdR)
Prima lezione di Grillo: fare rete. Con un ben dosato mix di territorio, gruppi locali motivati a organizzarsi per gli appuntamenti elettorali, a fare raccolta fondi, e di campagne on line (...oddio NO!... un altro partito "dot.org"!)
L'uomo incaricato di mettere su i circoli di Italia Futura è il quarantacinquenne Federico Vecchioni, già presidente di Confagricoltura, con una rete capillare di iscritti in tutta Italia. È lui a raccogliere le adesioni. Sono 3 mila i gruppi modello meet up (sic!) e 50 mila gli aderenti. A coordinarli c'è un direttivo nazionale, con un altro manager ex Confindustria e ex Ferrari, Simone Perillo, e Giacomo D'Arrigo, rappresentante degli amministratori under 35 dell'Anci.
Seconda lezione: largo alle facce nuove. Il Pdl berlusconiano vorrebbe mascherarsi da lista civica, il Pd è tentato dall'idea di affiancare al tradizionale simbolo di partito un rassemblement con esponenti della società civile. In Italia Futura si cercano i potenziali Pizzarotti, gli sconosciuti da pescare nelle realtà locali. "Portare nell'agone politico persone che ora non ci sono", traducono i montezemoliani.
Personaggi come Diego Della Valle, attivo nel backstage ma ben attento a non farsi vedere sul palcoscenico. E guai a parlare di federazioni, alleanze, destra e sinistra, tutto antiquariato da mettere alle spalle. Tra i montezemoliani con pedigree politico abbondano i delusi della rivoluzione liberale berlusconiana e i nostalgici del Pd veltroniano, vagheggiato al Lingotto e subito abortito. "I riformisti", li chiama lo storico Andrea Romano, primo direttore di Italia Futura, un passato a sinistra nella fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema. Come Calenda che ai Ds era iscritto nella sezione Mazzini, la stessa di Baffino.
Terza e ultima lezione imparata dal boom di Grillo: dopo il disastro berlusconiano gli elettori non ne vogliono più sapere dell'uomo della Provvidenza. È più facile far vincere una squadra di nomi interamente nuovi che portare a votare per l'ennesimo Salvatore della Patria. E dunque, sarebbe questa la novità più clamorosa, non è affatto scontato che sia Montezemolo il candidato premier di Italia Futura. Anzi: l'ex presidente della Fiat sa bene di non poter predicare l'innovazione del sistema politico e poi proporsi come guida del governo a 65 anni compiuti e con un curriculum sterminato. Meglio fare il testimonial, come Grillo con i suoi ragazzi. E sponsorizzare una figura che dimostri la carica di novità necessaria per vincere, magari una giovane donna. Come Irene Tinagli, 38 anni, docente all'Università Carlos III di Madrid, economista esperta di sviluppo, innovazione e creatività, già testata di fronte al pubblico televisivo con le sue apparizioni a "Ballarò" e a "Servizio Pubblico" (...qualcuno potrebbe spiegarmi come si diventa "esperti di creatività"? Sono imbarazzato, perchè pensavo che la creatività fosse un dono di natura, non una materia d'insegnamento...Dove posso specializzarmi in "creatività"? NdR)
Un grillismo chic, ben pettinato e molto educato. D'altra parte il Montezemolo anti-Casta del 2007, l'ultimo intervento da presidente a un'assemblea di Confindustria, fece arrabbiare i partiti ben più del Grillo del Vaffa-day, che arrivò qualche mese dopo. "Ma la nostra è una lista costruttiva e inclusiva al posto di un populismo distruttivo", distinguono in Italia Futura. Aperta a intellettuali, imprenditori ma anche ai politici di professione. I ministri del governo Monti? Tutti amici, per carità, compreso quel Corrado Passera che abbandonò il gruppo dei fondatori di Italia Futura dopo un richiamo di Giulio Tremonti, Montezemolo non l'ha dimenticato. Ma anche i tecnici appartengono già al passato. "C'è l'occasione di costruire una forza riformista che in Italia non è mai esistita, sempre travolta dai populismi di destra e di sinistra", si proietta verso il 2013 Romano. "Abbiamo l'occasione di portare al governo le eccellenze del Paese". I Mille di Luca hanno poco tempo per aspettare. Tra poco si parte. Parioli addio
...oddio...non vorrei che MontePrezzemolo usasse il termine "eccellenze" con lo stesso significato dato al termine da Roberto Formigoni in relazione alla sanità lombarda...
Tutto OK, Luca Cordero di Savoia Montezemolo Viendalmare. Ma siamo sicuri che un partito che prende a modello il "Mo' Vi Mento" di un comico bollito, qualche cascame di Confindustria e dell'UdEur di Mastella, e qualche altisonante tri-cognome, sia ciò che il Mondo si aspetta? Comunque, non creda che sia così facile. Tutte le volte che si è aggiunto un cazzaro al desco dei populisti (più o meno colti), il buffet è rimasto quello che era, e le porzioni sono diventate via via più piccole.
Poi, con calma, ci illustri il suo programma. Qualche altisonante aggettivo in meno, magari, e qualche tabella in più coi numeretti. Tafanus
Scritto il 02 giugno 2012 alle 19:28 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (0)
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Berlusconi già nominato Presidente della Repubblica: da Angelino Alfano
Scritto il 26 maggio 2012 alle 10:57 nella Berlusconi, Satira | Permalink | Commenti (3)
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Oggi Angelino Alfano - al quale nessuno ha avuto ancora il coraggio di comunicare il raggiunto stato di coma vegetativo - ci parlerà della preannunciata Più Grande Novità Politica Degli Ultimi 150 Anni. Di che si tratta? Del ritorno al Lombardo-Veneto? al Regno delle Due Sicilie? al Ducato di Parma e Piacenza?
Niente di tutto questo! Si tratterebbe di "affiancare" al defunto PdL di Alfano-Berlusconi un Lista Civica Nazionale, guidata dal "nuovo che disavanza" Berlusconi, che si affiancherebbe al "nuovo-che riavanza" Luca Cordero di Monteprezzemolo in Fenech (classe 1947), che si affiderebbe (?) al ggiovane vecchio Matteo Renzi maritato Gori (quello che "gli altri dopo due mandati devono tornare a coltivare il campicello").
Insomma, una marmellata. I fottuti della Prima e della Seconda Repubblica già stanno mandando il curriculum all'Ufficio del Personale della Terza Repubblica (fondata a Sarego addì 22 Maggio 2012 da Giuseppe Rag. Grillo)
Luca Cordero di Montezemolo (Bologna, 31 agosto 1947), di professione "Collezionista di Poltrone e Sofà", di mogli e di onorificenze - Un uomo del Popolo, alla guida del Popolo (visto che alla guida della Ferrari ha lasciato alquanto a desiderare...)
Un uomo che ama molto la famiglia. Infatti ne ha avute già quattro. Ma dove Monteprezzemolo è davvero insuperabile, è nel ruolo di collezionista di Poltrone e Sofà (tanto che a un certo punto, per rompere la dipendenza da fornitori esterni, ha comprato anche la Frau (la Società, non una poltrona). Non disdegna neanche la collezione di "onorificenze", mentre per il momento snobba la collezione delle figurine Panini. Lui non raccohglie le figurine Panini, lui E' una figurina Panini.
LE UMILI ORIGINI
Primogenito dei tre figli di Massimo Cordero dei marchesi di Montezemolo (Rosignano Marittimo 23 dicembre 1920 - Roma 14 maggio 2009) e di Clotilde Neri (nata a Bologna il 26 agosto 1922),[2] Luca di Montezemolo appartiene a un'antica famiglia piemontese per generazioni al servizio di Casa Savoia,[3] della quale sono rappresentanti il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo e il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo
LA COLLEZIONE DI POLTRONE & SOFA'
Presidente della Ferrari; Amministratore Delegato della Ferrari; Presidente della FIAT; Presidente della Fiera Internazionale di Bologna; ex presidente della Luiss; Presidente di NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori); Consigliere di Amministrazione de "La Stampa", del Gruppo PPR SA (Pinault/Printemps Redoute), di Tod's del mastelliano Diego della Valle, di Indesit, di Campari, ex presidente della Maseratimembro del Consiglio Direttivo e della Giunta dell'Assonime. Membro dell'International Advisory Board di Citi Inc.. Fondatore di Charme, proprietario di "Poltrona Frau", di Ballantyne, di Cappellini, Thonet e Gufram. Ex presidente della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) e degli Industriali della Provincia di Modena, consigliere di amministrazione di Unicredit Banca d'Impresa, TF1, amministratore delegato della RCS Video, della Cinzano International e della Itedi. Ex presidente di Confindustria. Presidente di Telethon. Amministratore Delegato della Cinzano International, Responsabile America's Cup di vela con l'imbarcazione Azzurra. Direttore Generale del comitato organizzatore della Coppa del Mondo di Calcio Italia '90. Vicepresidente esecutivo della Juventus. presidente onorario del Bologna Calcio
LA COLLEZIONE DI FAMIGLIE
Dopo essere stato marito di Sandra Monteleoni, è stato il compagno di Barbara Parodi Delfino, e poi dell'attrice Edwige Fenech; Ludovica Andreoni
LA COLLEZIONE DI ONORIFICENZE
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - Cavaliere del Lavoro - Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - Cavaliere della Legion d'Onore - Ufficiale della Legion d'Onore (ad opera di Chirac) - Commendatore della Legion d'Onore (ad opera di Sarkozy)
LA COLLEZIONE DI LAUREE
Gli sono state conferite quattro lauree honoris causa: in Ingegneria Meccanica dall'Università degli Studi di Modena, in Gestione Integrata d'Impresa dalla Fondazione CUOA di Vicenza, in Ingegneria Gestionale dall'Università degli Studi di Genova, in Ingegneria del Design industriale dal Politecnico di Milano. Gli è stato conferito, inoltre, un dottorato honoris causa in Fisica dei Materiali della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste
LA SCARNA COLLEZIONE DI CARICHE POLITICHE
Nel luglio del 2009 è cofondatore dell'associazione Italia Futura di cui è l'attuale presidente.
LO STATO DI INGIGENZA
Nell'anno 2009 è stato il quarto manager italiano per stipendio.
(Fonte: Wikipedia)
Scritto il 25 maggio 2012 alle 11:33 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (26)
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Oggi parliamo di cose serie: di Grillo
Chiamerà Solange anche per farsi aiutare nella stesura del programma? Lo farò assumere come consulente di Pizzarotti a Parma? Si farà dare i numeri al lotto? Certo che tutto questo è molto, ma molto ggiovane e moderno!
(Cortese segnalazione di JeSuis Stephanie)
Scritto il 23 maggio 2012 alle 00:12 nella Satira | Permalink | Commenti (11)
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I sosia
Ci vuole niente a passare dalle buone intenzioni al surreale. La richiesta di curriculum per vagliare «assessori a 5 stelle», avanzata dal candidato sindaco grillino di Parma, è di quelle che non avrebbero sfigurato nella commedia all’italiana. Ma prima ancora bisogna soppesare questa storia degli «assessori a 5 stelle». Non solo partendo dal fatto che, come sosteneva il carosello di una marca di salumi (e un mirabile cantautore in una delle sue più belle canzoni), «le stelle sono tante, milioni di milioni» – tenuto conto dell’abbondanza, Parma potrebbe ritrovarsi con più assessori di quanti guerrieri di terracotta (circa ottomila) ebbe l’antico imperatore cinese. Non è questo, non è il rivangare in lode la società civile e il rimestare in letame quella politica: i ladri! i corrotti! i figli di mignotta! – di là; la gente! gli onesti! i poveri figli di mamma! – di qua! Sobrietà, soldi pochi, integrità – braccino corto sempre. Ottime intenzioni. Bene.
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Grillo è uno. Tutti gli altri son nessuno
Ormai nei talk show si parla solo dei grillini, che poi non vogliono essere chiamati così, ma allora devono fornirsi di un altro nome, perché francamente movimentocinquestellisti richiede uno sforzo esagerato. Non per dare ragione al presidente Napolitano, ma almeno dalla nostra postazione televisiva, il «boom» dei grillini non lo abbiamo sentito neanche noi. Abbiamo però conosciuto tre nuovi personaggi, giovani e simpatici, ma abbastanza deludenti dal punto di vista politico.
Il primo dei tre è già sindaco di Sarego, paese noto per essere sede del parlamento padano, inesistente come la padania tutta. Si chiama Roberto Castiglion e ha l’aria gentile di quello che una volta si sarebbe detto un ragazzo dell’Azione Cattolica. A precisa domanda di Andrea Vianello, conduttore di Agorà, non ha voluto dire per chi ha votato nelle elezioni precedenti, ma siccome lo aveva già dichiarato in una intervista, abbiamo saputo che in passato ha votato un po’ per tutti, tranne che per la Lega. È già qualcosa.
Altro grillino, altra storia: Paolo Putti, laureato in fisica, molto votato a Genova. Purtroppo, nell’entusiasmo delle prime ore di esposizione televisiva è incappato in un fantozziano «se andessimo» che non possiamo proprio perdonargli. Meglio un vaffanculo alla Grillo.
Terzo grillino conosciuto in tv: Federico Pizzarotti di Parma, ancora in corsa nel ballottaggio. Anche lui, come gli altri, fa un gran parlare di «stare tra la gente» e ascoltare tutti, ma secondo noi della vecchia scuola, la politica deve anche saper dire la sua, perché se no rischia di fare la fine della Lega: si parte dal territorio e poi si comprano le lauree in Albania. In conclusione, ha ragione Beppe Grillo, che di spettacolo se ne intende: i grillini in tv farebbero meglio a non andarci, se non vogliono sembrare uguali agli altri. Magari anche un po’ peggio.
(Maria Novella Oppo - Fronte del Vodeo - l'Unità)
Scritto il 10 maggio 2012 alle 10:32 nella Razzismo, Satira | Permalink | Commenti (2)
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...eppure dovevavo vincere tutto-ma-proprio-tutto: scudetto, Champions League, Coppa Italia, Coppa del Nonno, e persino il Trofeo Topolino... Ora a Galliani rimane solo quella foto del goal fantasma sul telefonino...
Senza quel goal fantasma Galliani avrebbe vinto anche la Coppa Davis, la Fed Cup e la Coppa ai Frutti di Bosco. Invece, come direbbe Mou...
Zero Tituli
Scritto il 06 maggio 2012 alle 23:53 nella Satira, Sport, Tafanus | Permalink | Commenti (6)
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Scritto il 25 aprile 2012 alle 14:15 nella Berlusconi, Criminalità dei politici, Satira | Permalink | Commenti (0)
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...quanto è trash quel candidato... (di Natascia Gargano - FpS Media & l'Espresso)
Surreali video autoprodotti e caricati su YouTube, improbabili jingle con karaoke, testimonial senza nessun senso del ridicolo, riferimenti sessuali come se piovesse. Mentre al Governo ci sono i tecnici, nelle piccole liste ci si inventa di tutto per un po' di visibilità
Che sarà, che ne sarà dei partiti dopo Monti chi lo sa. Di sicuro la convalescenza della nomenklatura italiana post governo tecnico sarà lunga e faticosa. Anche perché la fiducia degli elettori nei confronti dei partiti tradizionali è ai minimi storici. In attesa delle elezioni politiche dopo i professori, il prossimo 6 e 7 maggio oltre mille comuni andranno al voto per l'appuntamento con le amministrative. E qui è tutta un'altra storia: lontano da Montecitorio, nei municipi italiani è un fiorire di micro partiti, liste civiche e autopromozioni fantasiose, tra lotte all'ultimo manifesto elettorale, confronti a luci rosse, sindaci senza veli, indipendentisti di ritorno e immigrati 2.0. Ed è sul web che si nascondono le migliori performance dei candidati fai da te.
Come quella di Alfonso Restivo, meglio conosciuto in città come Fonziu Purtusu, il "Paladino per Agrigento" che ha annunciato la sua candidatura a sindaco, poi sfumata, con un'improbabile presentazione su YouTube. Venticinque punti in programma, tra cui sostituire i templi con i grattacieli e far sgorgare "vinu e gazzusa" da una fontana del centro storico. Il tutto declamato con tanto di fascia tricolore e toni apocalittici. In quanto a megalomania elettorale, prima di lui fece Claudio Piras, candidato per le comunali di Porto Torres del 2010, tra inni personali in versione karaoke e fotomontaggi con Obama e Ghandi a sostegno della sua candidatura.
Memorabili performance multimediali anche quelle di Claudio Moro, esponente di Razza Piave, in versione Chuck Norris su YouTube. Ma la chicca di queste amministrative è la micro lista civica di Mario Cipolat Mis, 30enne candidato sindaco di Aviano (Pordenone). Online ha presentato la sua discesa in campo (durata del video: 1:00:06), su YouTube ha dato le sue "risposte agli avianesi" e con un promo artigianale ha formato la sua squadra di governo: "Ehi tu, dico a te", esordisce il candidato con un primo piano alla I want you for Us Army, "lo so che sei in gamba". Ed ecco comparire l'arto di un manichino in braccio al sindaco, che poi passa alle presentazioni: "Lei si chiama Vittoria", indicando una donnina ammiccante, e di cognome "alle elezioni". Per qualche secondo si potrà anche godere dello spettacolo del candidato in déshabillé di fronte alle telecamere.
Ma gli elettori delle amministrative 2012 hanno rischiato di trovare ben altri aspiranti sindaci senza veli. Prima Ilona Staller, la fu Cicciolina già parlamentare radicale negli anni '80 e habitué della candidatura a prima cittadina, che per un pelo non ha sfidato la Lega a Monza con la sua lista "Democrazia, Natura, Amore". Poi la collega Emilia Cucciniello, in arte Milly D'Abbraccio, candidata per Torre del Greco. Peccato per i cultori della porno politica, entrambe hanno dato forfait all'ultimo. Restano a bocca asciutta anche gli oltre 2mila fan di Rocco Siffredi sindaco di Palermo: il gruppo Facebook dove l'attore hard metteva a disposizione i suoi "mezzi" si è rivelato una bufala. Si sono concluse in un nulla di fatto pure le candidature a luci rosse di Taranto, con ben due pornodive a caccia di poltrone, Luana Borgia e Amandha Fox. E' calato il gelo su una corsa che si preannunciava bollente.
Dici Puglia e non puoi non pensare alla lotta a colpi di manifesto elettorale di Lecce. "Ciao Casalinga, sono Paolo Perrone. Alto, brizzolato, slanciato, tennista. Cucino, lavo, stiro...Se vuoi conoscermi sono sempre in Comune. Astenersi perditempo. Si accettano anche comuniste". Lui è l'attuale sindaco della città salentina, candidato al secondo mandato ed eletto con una lista civica sostenuta dal centrodestra. Una sorta di Silvio al cubo, che già nella precedente campagna aveva dato sfogo al suo estro da affissione, comparendo in mutande nei manifesti elettorali. Le reazioni non si sono fatte attendere, prima fra tutte quella della sua principale avversaria, Loredana Capone: "Paolo Perrone è sicuramente un bell'uomo, usciteci pure a cena, corteggiatelo, fatelo sentire speciale. Saprà stirare e cucinare, ma non è molto bravo con la gestione della cassa: i conti del Comune li conoscete tutti, sono disastrosi". Touché.
Ma mister affissione 2012, già vincitore 2011, è Armando Siri. Il leader del Pin, Partito Italia Nuova, ha tappezzato con il suo volto autobus, pensiline e palazzi di Genova, città dove si presenta come sindaco. Il candidato itinerante ha fatto il bis: l'anno scorso aveva riempito di manifesti elettorali Milano, dove aveva tentato di sfidare Giuliano Pisapia. Sempre nella città della Lanterna, menzione speciale per la lista civica degli immigrati "Fratelli e Fratellastri" e il videomessaggio elettorale del candidato sindaco Simohamed Kaabour, che inizia così: "Caro concittadino leghista e cara concittadina leghista". Una specie di Maurizio Crozza (stessa parlata) in versione musulmana. Da queste parti i genovesi rimpiangono ancora il top of the pops dell'autopromozione via web: Sandro Biasotti, candidato governatore nel 2010, e il suo testimonial d'eccezione Marino D'Angelantonio, volto noto delle tv locali per la pubblicità di una ditta d'arredamento, berretto di lana con pon pon e jingle agghiacciante. Frontiera trash del video elettorale autoprodotto.
Lungo la Penisola prossima al voto si incontrano altre originalità elettorali, come quella dell'associazione Il Grembiule, pronta a presentarsi alle amministrative di Maniago (Pn) con il candidato sindaco Valerio Zago, dopo aver riunito i tartassati di Equitalia e aver tentato di fare un falò del fantoccio della società di riscossione tributi. Obiettivo comune ai colleghi indipendentisti sardi dell'iRS - indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, che ci vanno giù più pesante, dalle occupazioni alle sedi di Equitalia fino agli scioperi della fame contro le ingiustizie fiscali. Infine un chiaro messaggio alla vecchia politica arriva dal rinnovato fronte autonomista friulano Front Furlan, con il suo slogan "vonde monadis!". Un appunto che suona più o meno così: "Basta ca..ate!".
FpS Media
Scritto il 10 aprile 2012 alle 07:59 nella Media , Politica, Satira | Permalink | Commenti (2)
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Scritto il 09 aprile 2012 alle 13:52 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (12)
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I mistici di tutto il mondo lo stavano aspettando. Casini, con la sua tipica espressione rassicurante (quella del tizio che a un funerale guarda di nascosto l’orologio) lancia il suo ascetico monito ai futuri alleati dell’Udc: i partiti di centrodestra e quelli di centrosinistra (al mare, Casini era il classico tipo che si innervosiva perché quando si rispondeva ai test psicologici dei rotocalchi non si potevano barrare tutte le caselle).
Casini sollecita tutti i partiti ad approvare la riforma del lavoro senza chiedere modifiche «altrimenti si rischia la rottura». «C’è chi tira da una parte e chi tira dall’altra», ha dichiarato incredulo, non potendo capacitarsi che ancora esistano partiti così nostalgici da prendere posizione.
In Italia Casini non gode della fama che merita, ma in oriente è una leggenda. In India, nella zona del Karnataka, i seguaci di Balyogi Baba, un mistico che è stato in bilico con una gamba alzata per quattro anni, hanno abbandonato il santone per dedicarsi al culto di Casini Baba, che da vent’anni è in bilico tra maggioranza e opposizione senza cadere mai. Come i grandi mistici sopravvivono per anni senza cibo, Casini è l’unico leader che sopravvive senza essere segretario di partito. Come i grandi mistici ha il dono dell’ubiquità.
A differenza dei vecchi democristiani dorotei e morotei, che sapevano solo stare al centro inclinandosi un po’ a destra e un po’ a sinistra, Casini riesce a stare contemporaneamente a destra e a sinistra, a manifestarsi nello stesso momento sia in una coppia di fatto che al Family Day. Per Casini, i partiti devono comunque sostenere il governo, sia ora che stravolge l’Articolo 18 sia prima, quando assicurava di non voler toccare l’Articolo 18 perché la priorità era la crescita. Recita il mantra di Casini Baba: «La crescita è per il governo quel che la dieta è per gli italiani: sempre rinviata a lunedì».
Che mi crediate o meno, LO GIURO! Non ho mai invidiato un grande ricco, o un attore famoso, o un grande atleta miloiardario... Ma ho sempre invidiato (e continuerò a farlo) chi suona il piano come Bill Evans, o chi suona il sax come John Coltrane, o chi riesce ad essere... piacevolmente velenosa come Francesca Fornario: una penna al curaro che ho sempre sognato di possedere, senza mai riuscirvi. Ecco perchè rubo questo scritto a Francesca (che mi sono premurato di avvertire): perchè sposo il suo post come fosse mio, senza cambiare neanche una virgola. Tafanus
Credits: ringrazio nonnaMana per la segnalazione dei questa perla.
Scritto il 27 marzo 2012 alle 16:15 nella Politica, Satira | Permalink | Commenti (4)
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Richiedete per email al Tafanus i pratici sacchetti anti-vomito
Non ci volevo credere... eppure è tutto rigorosamente vero, tratto dal sito ufficiale del PdL...Sullo "Spazio Azzurro", in un empito di entusiasmo, tale Annamaria Belli scrive:
“inno bellissimo entusiasmante commovente vorrei poterlo sentire ogni giorno ciao a tutti”
Cara Annamaria, non vorrei vederla soffrire per una crisi da astinenza... se mi manda in forma riservata il suo indirizzo, me masterizzo una copia e glielo spedisco su CD o DVD. Mi dica lei cosa preferisce...
Ma ecco i testo integrale del nuovo inno, scritto dalla deputata Mariarosaria Rossi (vedi foto), organizzatrice di "cene eleganti" per Silvio, donna molto amata da Emilio Fede e Lele Mora (non c'è male, come credenziali vero?)
"Gente che ama la luce, che non prova invidia e odiare non sa.
Gente che non ha rancore e ha come valore la sua libertà
e porta insieme una bandiera nuova, che non si arrende e non si arrenderà,
che lotta per la verità, é questo il popolo della libertù
Grande sogno che ci unisce, un sogno si realizzerà,
grande la forza che ci chiama, la forza che ci dice che il bene vincerà per sempre.
Grande la voglia di votare, la voglia di cambiare l'Italia che verrà.
Noi siamo il popolo della libertà.
Gente che crede e che lotta, che crede nel sogno della liberta',
gente che prende la mano, che guarda lontano, che resisterà
e porta insieme una bandiera nuova, che non si arrende e non si arrenderà,
che lotta sempre per la verità.
E' questo il popolo della libertà.
Grande é il sogno che ci unisce, il nostro sogno che si realizzerà,
grande la forza che ci chiama, la forza che ci dice che il bene vincerà per sempre.
Grande la voglia di lottare, la voglia di cambiare l'Italia che verrà.
Noi siamo il popolo della libertà, noi siamo il Popolo della libertà
Grande zziu Sirviu...Già alla seconda riga, c'è una frase che é un'ode a Sigmund Freud... eccola:
...Gente che non ha rancore e ha come valore la sua libertà...
Non è fantastico??? ...ha come valore la sua libertà... per la nostra, c'è tempo...
...e un ras del PdL parla (e scrive) dello sfascio: "Il PdL è morto. Congressi inutili, e dirigenti fermi"
(l'Unità)
«Son tornato da Roma a pezzi. Vado a fare l'avvocato (per fortuna che lo so fare) col cuore gonfio. Berlusconi che vuol fare il listone per Monti. Averlo detto corrisponde alla volontà di disintegrare il Pdl. Mentre noi facciamo i congressi in articulo mortis e nessuno dei leader si muove per salvare il centrodestra. Era meglio se in vita mia pensavo più a me che alla politica e alla gente. Prima Fini poi questi qui...».
Uno sfogo accorato. Quanto significativo. Visto che l’autore, che lo ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, non è un peone colto dallo sconforto bensì il vice-tesoriere del partito in via di liquidazione coatta. Maurizio Bianconi, aretino, 66 anni, è il numero due di Rocco Crimi, gestore delle casse di via dell’Umiltà, e l’uomo forte di Altero Matteoli in Parlamento.
Fino a questo momento, la prova vivente che una sinergia tra ex An ed ex forzisti era possibile. Uno che, all’apice dello scontro al calor bianco tra Berlusconi e Fini sull’appartamento di Montecarlo, si era spinto ad accusare il Quirinale di «tradimento della Costituzione». Uno che, da uomo di legge, aveva difeso a spada tratta il Cavaliere finanche nel delicato passaggio di Ruby certificata nipotina di Mubarak dal Parlamento.
Adesso Bianconi si arrende. Dà voce allo smarrimento degli ex An, dei parlamentari allo sbando, dei dirigenti pidiellini sul territorio che si dedicano alla stagione congressuale mentre Berlusconi dall’estero archivia partito e nuovo segretario. Così il vicetesoriere, un tempo falco, protesta contro il canto del cigno del suo partito.
Nota a margine: in questo post sono affiancati lo sfascio della musica, lo sfascio del botulino, lo sfascio di un partito, e lo sfascio di un uomo allo sfascio. Tafanus
(credits: ringrazio nonnaMana che ha segnalato la pubblicazione dell'inno ufficiale)
Scritto il 03 marzo 2012 alle 19:13 nella Berlusconi, Musica, Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (24)
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Monza, il governo Monti chiude i ministeri - Calderoli: «Sarà guerra senza quartiere»
L'ufficio del Pres. del Cons. della Panzania - Uno schermo da PC spento, i ritratti di Umberto Bossi e Giorgio Napolitao alle pareti, e sulla scrivania Alberto da Giussano con lo spadone di latta, ma neanche una matita o un post.it... D'altronde, a cosa servirebbe una matita, nel Paese di Panzania?
Le sedi distaccate dei ministeri per la Semplificazione e per le Riforme nella Villa Reale di Monza sono state chiuse con la nascita del governo Monti. Lo ha riferito mercoledì pomeriggio alla Camera il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. Il ministro ha ricordato che la presidenza del Consiglio era stata condannata il 9 novembre per comportamento antisindacale per l'apertura di queste sedi, e ha annunciato che lo scorso 9 febbraio, Palazzo Chigi ha rinunciato ad opporsi a questo decreto del Tribunale di Roma, perché nel frattempo era cessata l'operatività delle sedi.
Giarda ha aggiunto che sono state dismesse le utenze, sono stati ritirati i beni immobili che erano stati messi a disposizione e l'immobile (Villa Reale) è rientrato nella «piena disponibilità» del proprietario. Il ministro ha anche osservato che «nessuna unità di ruolo di comando o comandata ha mai preso servizio presso le sedi distaccate dei dicasteri» [...]
LA RABBIA DI CALDEROLI - «Questo Governo ancora una volta prende a schiaffi il Nord privandolo di quella minima rappresentatività derivante dai ministeri decentrati di Monza», ha scritto in una nota il Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli. «Del resto - aggiunge - non c'era altro da aspettarsi da un Presidente come Mario Monti, nato in provincia di Varese, residente a Milano, che a precisa domanda della stampa dichiara di abitare a Roma e a Bruxelles, rinnegando pubblicamente le proprie origini. La chiusura delle sedi ministeriali di Monza è l'ultima goccia che il popolo del Nord ha dovuto subire: d'ora in poi sarà guerra senza quartiere».
Breakin' News - Dobbiamo segnalare che la guerra senza quartiere dichiarata dal Ministro della Guerra della Panzania Roberto Calderoli all'Italia è già cominciata, con una manifestazione che ha visto scendere in piazza alcuni milioni di Patani scesi dalla Val Brembana, armati di tutto punto. Ma questo è solo l'inizio. Domani il Governo della Panzania richiamerà a Cassano Magnago l'ambasciatore patano presso il Governo Romanocentrico per consultazioni. Tafanus
Scritto il 16 febbraio 2012 alle 07:59 nella Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (6)
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Grande successo della petizione lanciata 5 giorni fa da Mariano Giunta per l'uscita dell'Italia dall'euro. Su un obiettivo di 10 milioni di firme, in cinque giorni ne sono già state raccolte due (la sua, e un'altra).
Con questo andamento, si calcola che l'obiettivo dei dicei milioni di firme potrà essere raggiunto già fra 138.886 anni. Tafanus
Scritto il 13 gennaio 2012 alle 22:47 nella Satira | Permalink | Commenti (2)
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...piangiamoci su...
Scritto il 07 dicembre 2011 alle 12:42 nella Satira | Permalink | Commenti (1)
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...questa storia è ambientata in Grecia, ma potrebbe accadere ovunque...
E' una bella giornata in un piccolo paesino della Grecia. Le strade sono quasi deserte, perché i tempi sono difficili, tutti hanno solo debiti e cercano di sopravvivere come possono.
Arriva un turista tedesco e si ferma in un alberghetto locale. Chiede al proprietario di poter vedere qualche camera, per pernottare forse un paio di notti. A titolo di garanzia, mette sul bancone una banconota da 100 euro. Il proprietario gli dà un paio di chiavi.
Mentre il cliente si trova al piano di sopra per ispezionare le camere, il proprietario prende i soldi e corre dal macellaio per pagare i debiti.
Il macellaio con i 100 euro si fa tutta la strada a piedi fino all'azienda dell'allevatore, a saldare le forniture.
L'allevatore, incassato il denaro, va subito a pagare il conto in sospeso con il centro frigo di stoccaggio.
L'addetto al magazzino prende i soldi e li consegna ad una prostituta che lavora in un bar, con la quale aveva un debito.
La prostituta corre all'albergo per chiudere un conto da 100 euro. Il gestore rimette i soldi di nuovo sul banco.
In quel momento, il turista tedesco ridiscende le scale, riprende la banconota dal bancone e se la rimette in tasca, dicendo che nessuna camera l'ha soddisfatto e che dunque non soggiornerà. Detto questo, lascia il paesino.
Nessuno ha prodotto nulla.
Nessuno ha guadagnato nulla.
Ognuno ha solo saldato i propri debiti, e guarda di nuovo con ottimismo al futuro.
Scritto il 25 novembre 2011 alle 12:26 nella Economia, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (15)
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Discorso semiserio di Charly Brown su un tema che non avrebbe raggiunto il grande pubblico senza il meritorio contributo di Beata Ignoranza MaryStar Gelmini. Grazie a lei, il mondo finalmente si interroga: i soldi spesi per il tunnel Ginevra - Gran Sasso sono stati spesi bene? E le innumerevoli multe comminate ai neutrini per eccesso di velocità saranno sufficienti a ripagare gli enormi investimenti? Grazie a Charly, oggi sappiamo... Tafanus
Immagina: Marystar si reca da un concessionario Maserati per acquistarne l’ultimo modello. Il concessionario, che la mette al corrente dei dettagli tecnici la informa che questo modello ha una velocita’ massima di 298 km/h. Al ritorno dal suo giro di prova, ha constatato che la velocita’ raggiunta dall’auto su alcuni tratti era di 306 Km/h. Ne informa il concessionario, il quale con un alzata di spalle le dirà che forse ha avuto il vento in poppa, o che ha percorso un tratto in lieve discesa. Niente di strano. In fin dei conti, la velocità massima data sulla tabella tecnica è una velocità misurata in condizioni normali, ciò non toglie che in altre condizioni, favorevoli o sfavorevoli, la velocità del bolide potrebbe differire da quella scritta sulla tabella.
Ora invece immagina Merystar che vive su un pianeta, in una galassia molto lontana da noi, in un epoca molto più evoluta e progredita della nostra. Si reca da un concessionario di astronavi interstellari per acquistarne l’ultimo modello. Quest’ultimo, dopo averla messa al corrente dei dettagli tecnici, l’informa che quest’apparecchio ha una velocita’ massima di 298.854,546 km/s. Al ritorno dal suo giro di prova, ha constatato senz’ombra di dubbio alcuno che la velocita’ raggiunta era di 306.000Km/s. Marystar lo fa presente al concessionario, il quale, seguendo una logica lineare, con un alzata di spalle le dirà che forse ha avuto il vento solare il poppa, o che viaggiando in direzione del sole, si è avvantaggiata dell’attrazione gravitazionale di questo. Niente di strano. In fin dei conti, la velocità massima data sulla tabella tecnica è una velocità misurata in condizioni normali, ciò non toglie che in altre condizioni, favorevoli o sfavorevoli, la velocità del velivolo potrebbe differire da quella scritta sulla tabella.
Se però Il secondo scenario venisse riproposto su questo pianeta, nella nostra attuale realtà, il concessionario di astronavi - alla notizia che il velivolo abbia potuto superare il limite massimo scritto sulla tabella - impallidirebbe, grugnendo fra i denti “impossibile”. Al che Marystar, non capendone la ragione solleciterebbe dal concessionario, in termini moooolto semplici, la spiegazione del "perchè” :
“Vede signora, il limite scritto sulla tabella tecnica, non è il limite di velocità dell’astronave, ma il limite di velocità assoluto raggiungibile da qualunque elemento materiale fornito di massa. Se davvero lei lo avesse sorpassato, o soltanto eguagliato, la sua astronave avrebbe assunto una massa infinita e il barattolo di pelati che ha comprato al mercato, che si è portata dietro, avrebbe trasformato l’universo in una salsa per maccheroni. Quindi lei signora Marystar, si deve essere sbagliata”
Tornando seri: è noto che la base portante della Teoria della Relatività di Einstein si fondi sul postulato della velocità della luce che rimane costante in qualunque condizione, anche indipendentemente dal fatto che la fonte si muova in direzione di chi osserva o viceversa. E di conseguenza il fatto che questo limite non potrà mai venire superato da qualunque massa maggiore di zero. Questo dato è pressochè rimasto inconfutabile per oltre un secolo di esperimenti effettuati in merito ai fenomeni di propagazione delle onde magnetiche.
Ha resistito alle migliaia di attacchi della dissidenza, che trovava assurde, illogiche e insostenibili le conseguenze “pratiche” che dall’elaborazione di detto postulato derivano. E non sono poche: dalle origini dell’universo, fondate sulla teoria del Big Bang, alla teoria dei buchi neri, alle difficoltà di eventuali viaggi interstellari, alla concezione di un tempo-spazio, alla contrazione temporale e all’elisir di lunga vita per chi avesse la fortuna di viaggiare a velocità vicine al limite assoluto e alla meccanica quantistica. E ho citato solo le cose più notevoli e più note.
Tutta la fisica moderna si è arrotolata su questa concezione come edera, costruendo castelli di spiegazioni fantasiose, ipotesi fumose e di spiegazioni per spiegare altre spiegazioni, senza mai pervenire ad un’immagine coerente e convincente per tutti gli aspetti che ne derivano.
Il 10 settembre 2010, venne inaugurato in pompa magna l’acceleratore di particelle di Losanna, costato al contribuente europeo quasi 8 miliardi di euro, impostato prevalentemente per la ricerca del bosone di Higgs (non scendo in dettagli tecnici); comunque, di una particella teorica il cui ritrovamento avrebbe potuto confermare le teorie correnti sulle origini dell’universo e che invece, il 31 ottobre scorso ha serrato i battenti sulla ricerca di qualcosa che quasi certamente non esiste. A completare il malessere, il 23 settembre scorso, dall’acceleratore di Losanna è partita in direzione del Gran Sasso una comitiva di neutrini (se abbiano usato il tunnel Marystar o meno, sembra ancora da accertare) che hanno percorso il tratto ad una velocita’ di circa 306.000 Km/s. E’ altresi’ acertato che a differenza di cio’ che si credeva in precedenza, i neutrini sono particelle materiali dotate di massa.
Il che significa, al netto di altri tecnicismi acrobatici - che non sono mancati e che non mancheranno nel prossimo futuro - che la Teoria della Relatività, e tutto ciò che ne consegue, è un pochino come la “Corazzata Potemkin” di fantozziana memoria.
(charly Brown)
Scritto il 20 novembre 2011 alle 14:00 nella Charly Brown, Satira, Scienza | Permalink | Commenti (18)
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Scritto il 12 novembre 2011 alle 19:09 nella Satira | Permalink | Commenti (50)
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Da alcuni mesi non arrivavano sul Tafanus insulti ed insegnamenti da un sito che, nei nostri confronti, era stato sempre prodigo non solo di insulti e pesanti ironie da Bagaglino, ma anche di preziosi insegnamenti su come si porti avanti con successo un buon blog...
La mia incommensurabile presunzione mi ha sempre impedito (per fortuna) di seguire gli insegnamenti del Giulivo. Oggi, insospettito da mesi di assenza sia di insulti che di insegnamenti, sono tornato rispettosamente in visita al sito-maestro, e, con grande dolore ed enorme sorpresa, ho potuto solo constatarne la morte clinica... Ecco cosa ho trovato:
Sospensione delle pubblicazioni
Il rischio di poter essere perseguito da questa magistratura, i recenti casi di condanna occorsi a Legno Storto e ad altre persone o siti schierati con Silvio Berlusconi, mi suggerisce la dolorosa scelta di sospendere le pubblicazioni de ilGiulivo.com
Un ringraziamento a tutti coloro che lo hanno animato, hanno stretto sincere amicizie e si sono riconosciuti in un'iniziativa di liberta' che vivra' sempre nel mio cuore.
Un grande abbraccio a tutti.
Edoardo
(Per qualche giorno sara' ancora possibile commentare sul sito)
25 febbraio 2011
Scritto il 09 novembre 2011 alle 22:33 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (10)
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...se per salvarci da Berlusconi dobbiamo sperare in una donnetta che ancora qualche mese fa si esaltava per il fatto che Berlusconi - mito dei suoi figli - riusciva a scopare come un mandrillo a 75 anni...
La Carlucci e il modello bunga bunga - L'impietosa memoria da elefante della rete
Gabriella Carlucci, 52 anni, da dieci deputato berlusconiano, dice a Radio 24: “Per i miei figli adolescenti Berlusconi è un mito perché parla una lingua che loro conoscono, racconta le barzellette ed è anche super potente da un punto di vista sessuale”. I figli della Carlucci hanno 14 e 15 anni.
“I ragazzini lo ammirano, come la maggior parte degli italiani che vorrebbero essere come lui. Quanti italiani a 70 anni si sognano di andare con le donne dalla mattina alla sera? Pochissimi! Berlusconi sta conquistando anche i giovani, davvero”
“I miei figli lo vedono come una persona che ha costruito dal nulla un impero, il Milan, un partito che ha vinto più e più volte le elezioni. Poi dicono anche: è uno che a 74 anni, all’età dei loro nonni, ha tutte queste donne. Loro non vanno a sottilizzare chi sono tutte queste donne…”
Il bunga bunga dello zio Silvio come modello per i figli adolescenti: beh, a simili vette finora non s’era spinto nemmeno Stracquadanio.
Del resto la Carlucci è sempre stata un Caterpillar. Ha appena proposto una commissione d’inchiesta sui libri scolastici troppo di sinistra. In tv, dove ha trascorso una vita intera (da Portobello al festival di Sanremo), la si ricorda soprattutto per le sfide estreme: una volta volle salire in groppa a François, un toro d’Aquitania di 900 chili, resistette sei secondi, quindi cadde procurandosi una contusione e uno stiramento. (Concetto Vecchio - Blog Repubblica - 19/04/2011)
Come diventare Gabriella Carlucci e vivere derisi e contenti/1
La cosa è relativamente semplice: mettiamo che di mestiere facciate il tassista, e vi mettiate a contestare sul loro terreno il Prof. Dulbecco, o Rita Levi Montalcini; oppure che facciate l’impiegato all’ufficio delle imposte, e vi mettiate a contestare Veronesi sull’oncologia. E’ esattamente quello che ha fatto la mitica Gabriella Carlucci, di professione “velinette”, problemi molto seri persino con la sintassi italiana, che si è messa a contestare nientemeno che sulla Fisica delle particelle (anzi, "della particella", una sola) il prof. Lucio Maiani, uno dei massimi esponenti mondiali in materia…
Ecco, il gioco è fatto: potrete immediatamente diventare un mito del web. Mentre scrivo (5 marzo, ore 22,00), sul sito della Carluccia, http://www.gabriellacarlucci.it/, solo sul post dedicato alla contestazione di Maiani, ci sono oltre 360 commenti. Tutti di scherno. Ma la Carluccia è come il colonnello Bottiglione di Alto Gradimento: è una che non si arrende mai, neanche di fronte all’evidenza. Abbiamo selezionato per voi i commenti più telegrafici e gentili.
Alberto scrive:
Ma perche’ non riporti quello che c’e’ scritto sull’articolo invece di riportare ritagli di frasi che sembrano uscite dal tg4 ? Dai documenti che pubblichi si evince solo che sei in malafede, oltre che un po’ isterica. Coraggio Gabriella, pensa che sei una persona fortunata. Vivi in un paese dove esiste un partito (il tuo) che con le persone come te riesce a fare miracoli e ti manda in televisione e in parlamento.
Bifido scrive:
Signora Carlucci, sono convinto che in Italia ci sia molto più bisogno di scienziati capaci che di onorevoli soubrette. se vuole fare un servizio al nostro Paese potrebbe almeno iniziare a studiare fisica. Lei dice: “se Maiani e i suoi amici sono, come Lei dice, luminari stellari stimatissimi in tutto il mondo, perché non hanno mai vinto il premio Nobel ?” Ma ha idea che vincere il Nobel non è come vincere il Telegatto?
Michele Apicella scrive:
Adesso, ovviamente, tutti si chiedono: “come mai una che fino a ieri vendeva padelle in TV ora si interessa tanto di fisica delle Particelle???” Ma secondo voi chi è che la sta imbeccando (anche se la risposta a Glashow è deve essere sicuramente farina del suo sacco)?
Federico scrive:
Ma perché insistere nella brutta figura? Anche nell’errore si può dare dimostrazione di intelligenza o di stupidità.
Giancarlo Albricci scrive:
Insegno Matematica e Fisica nelle scuole superiori e sono scandalizzato dalla pochezza intellettuale della signora Carlucci. Non contenta di aver diffuso notizie false e diffamatorie, non contenta di essere stata smentita dal Premio Nobel Glashow, continua insieme al quotidiano Libero in questa farsa, senza rendersi conto che gli Italiani non sono tutti dei cretini. O lei, signora carlucci, pensa questo? Abbia un po’ di pudore, chieda scusa alle persone che ha offeso e diffamato e torni a fare spettaclo laddove lo sa fare meglio.
Jarni scrive:
On. Carlucci (così detta…) perché non ci spiega dettagliatamente dov’è questo madornale errore di cui lei parla? Mi indica per favore la riga esatta dove è presente questo sbaglio? Io non riesco proprio a trovarla. Lo deve fare, On. Carlucci(sempre così detta), altrimenti quelle tre scansioni appiccicate là in bella vista rimangono solo un patetico tentativo isterico di scalare una montagna con i pattini a rotelle(chieda a sua sorella Milly…). FATTI, NON PUGNETTE!!!
Nikolino 77 scrive:
ahah ma per favore on.Carlucci… coraggio on.Carlucci… una figura di merda non è certo la fine del mondo :D..dio ma che roba..ma questa che presentava San remo si mette a parlare di fisica delle particelle... dio ce ne scampi
g45 scrive:
E’ incredibile come quelli che la stanno spingendo da dietro se ne infischino del fatto che ormai “On. Carlucci” è diventato sinonimo di “dabbenaggine irresponsabile”. Non ha la minima idea degli argomenti di cui parla e straparla, si rivolge ad un Premo Nobel con toni inqualificabili “..non dica bugie, saprò sorprenderla..”, insiste fino ai limiti estremi del masochismo invece di mandare a quel paese chi l’ha messa nei guai, chiedere umilmente scusa e dedicarsi ad altro.
franco scrive:
… consiglio acquisto di dizionario inglese-italiano per apprezzare il significato del termine distracted.
igenogigen scrive:
onorevolissima carlucci, non é chiaro se lei sia mal consigliata, in mala fede, mal informata o semplicemente non sappia leggere l’inglese (in tal caso sarebbe interessante investigare sulla sua conoscenza delle altre 4 lingue che dichiara di conoscere). […]
pi scrive:
Dottoressa Carlucci, possibile che non ci sia una persona a lei cara e che le vuole bene (il marito, i figli) che, con dolcezza le dicano “tesoro, cerca di capire, questa cosa che ti hanno costretto a fare più la rimescoli e più puzza, stai letteralmente sprofondando nella *****, lascia perdere la fisica e i fisici, soprattutto non confonderti mai più con ZiBo”. Tutti noi, per il suo bene, confidiamo in un suo sollecito ritorno al Bagaglino.
Nicola Tomassetti scrive:
Gentile Onorevole Gabrilla Carlucci, […] A causa della sua insistenza, questa vicenda è ormai diventata la barzelletta del web, e sicuramente motivo di grande imbarazzo anche per la Sua stessa parte politica che immagino non tarderà a prendere le distanze. Le consiglio, come suggerito anche da altri, di fare marcia indietro e portare le Sue scuse ai proff. Maiani e Glashow per i Suoi miserabili tentativi di diffamazione.Mi piacerebbe inoltre vederla tornare ad occuparsi di televendite televisive, cosa in cui ha sempre mostrato una ammirevole professionalità. Un suo sincero ammiratore.
Mattia scrive:
Gentile on. Carlucci, questa sua crociata contro Maiani è diventata il motivo di maggior risate per me e i miei compagni studenti di Fisica. Degli articoli che ha scannerizzato Lei sa leggere qualche parola? Temo proprio di no. Sono indignato che persone come Lei ci rappresentino in Parlamento […]
Tafanus scrive:
Gabriellina scrive: “…Pubblico i documenti apparsi sulla rivista NATURE, in cui si evince…” Gabriellina, massacri pure la fisica, se crede; si metta pure a disquisire di cose che non conosce, prese da Libbero e da Isabella Bertolini. Ma lasci in pace, per favore, la lingua italiana: just in case, “da cui” si evince, non “in cui” si evince. Gabriellina, fra una velinata e l’altra, ha avuto modo di completare le scuole dell’obbligo?
Edera scrive:
Non sono un fisico, però mi permetto di suggerire un’idea: invitiamo Gabriella Carlucci alla Sapienza, a un contraddittorio con Maiani & Co.. Ve lo immaginate? Per Professori, Ricercatori e Studenti sarebbe un momento fantastico: non credete che apprezzerebbero un paio d’ore di sano divertimento? Dai, meglio che andare al circo! Due ore di svago e comicità ai nostri Fisici: di soldi ne vedono pochini, almeno facciamoli divertire! Chi sottoscrive l’idea?
San Remo scrive:
Grazie. Ho passato una serata bellissima. San Remo in cuffia. I gialappas al commento su Radio Due. Mi sono letto tutti i suoi blog su Maiani e tutti i commenti. Fantastico. Non mi sono mai divertito tanto. Grazie di cuore. Adesso basta però: chieda scusa e si vada a nascondere.
franco scrive:
quante smentite devi ancora ricevere, cara Gabry, per ammettere di esserti ormai infognata? forse l’unica chance è una smentita direttamente dalla particella J/Psi?
Timido Stanco scrive:
Shledon Glashow, premio Nobel, John Ilipolous, Accademico di Francia, Alvaro de Rujula, probabilmente il piu’ grande fisico spagnolo vivente, hanno detto cosa pensano di Lei e del prof. Boschi. Sembra che Einstein abbia chiesto di organizzare una seduta spiritica, perche’ anche lui non riesce a trattenersi dal dirgliene quattro…
michelangelo scrive:
Giunti al 64mo commento, forse un pensierino dovrebbe cominciare a frullare per la testa dell’on carlucci: “Come e’ possibile che 64 commenti su 64 mi diano contro? Ma chi lo legge il mio blog? Dove sono i miei cari elettori? nessuno disposto, in qualche misura, non dico a darmi ragione, ma almeno a difendermi? Forse ho veramente preso una cantonata?”
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Rileggendo queste perle (mie e altrui), una domanda a Pierferrdi sorge spontanea: "ma devi proprio raccattare tutto e tutti? Passi mettere la mano sul fuoco per il mafioso Totò Cuffaro (in fondo, non si diventa il maggior partito in una regione come la Sicilia dove non si muove foglia che Totò (Riina? Cuffaro?) non voglia. (A proposito, sei guarito bene dalle ustioni?). Passi avere il Cesa come numero due. Ma la fisica della particella, ammiratrice, insieme ai suoi figli, del Bunga Bunga seriale, per un cattolico integralista come te, adoratore della Madonna dal Velo Azzurro!... Stammi bene, Pierferdi... E cerca di scopare più di Silvio, altrimenti perderai rapidamente il rispetto della carluccia, e dei suoi figlioli. TafanusScritto il 07 novembre 2011 alle 10:49 nella Satira, Scienza, Tafanus | Permalink | Commenti (14)
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SACCONI NEL SACCO - Che la minestra Sacconi non fosse una cima, lo si sapeva già. Ex socialista (si capisce ex post che socialista fosse!), poi forzista servo, quindi schiavo a pieno regime, per distogliere l’attenzione dal suo operato di minestra fallita e senza sale, ha messo le mani avanti e ha invitato qualche residuale terrorista a venire in soccorso del governo terrorista e omicida. Così, se qualcuno lo prende in parola, lui potrà dire: avete visto, io l’avevo detto. Io sono un profeta. Invece di criticare il governo che uccideva l’Italia bisognava prevenire il terrore.
Poveretto! Mi dicono che si sia convertito e che dialoghi con qualche cardinale all’uopo; ma se invece di convertirsi si ritirasse a vita privata a coltivare cavoli, non invidierei né i cavoli, né la povera moglie, se ne ha una. Con uno così, non può che essere aspirante al suicidio. La signora deve stare attenta perché con un terrorista per casa non si sa mai. Sacconi, come qualsiasi ignorante in fatto di economia, quando parla pontifica e vuole dare l’impressione di avere studiato a Oxford. Noi però sappiamo che ha fatto l’asilo con Craxi e poi dalle elementari fino al diploma di saccente ha frequentato la rinomata scuola privata di Arcore. Rien ne va plus!
LA SORA LEOPOLDA (OVVERO RENZO IL BISCHERO) - Non sapevamo, ma ora lo sappiamo, che la fidanzata di Berlusconi, quella segreta, ora ha un nome e cognome, svelata a Firenze. Si chiama Leopolda Renzi, la quale tanto per non smentirsi, si dice iscritta e appassionata del Pd, il quale Pd a sua volta ha la vocazione consacrata ad un solo obiettivo: salvare Berlusconi sempre, comunque e dappertutto. La Leopolda Renzi fornica con Berlusconi che lo aveva convocato ad Arcore per dargli «gratis» lezioni di berlusconismo populesco di seconda e terza mano. Dopo avere studiato bene la parte, cosa fa la Polda Renzi? L’unica cosa che non doveva fare: farsi ingravidare da B con l’inseminazione artificiale, vista l’impotentia coeundi dell’impotente di Arcore.
La Renzi appare innocua, pagnottella, e con uno strascico di parlata toscana che le dà un tocco di civettuolità che fa sempre un tono. Invece è un pirla, un bischero, un pallonetto gonfiato che crede di essere uno statista. Berlusconi è di nuovo alle corde, sta per cadere, deve andare in parlamento dove le trappole sono tante e forse questa volta ce la facciamo, siamo appesi ad un filo perché se riusciamo a spedire il mafioso corrotto e indegno alla Caienna, forse, anzi sicuramente salviamo l’Italia, le pensioni, i salari, il lavoro, la scuola e anche la cioccolata calda di sabato e di domenica... Ma no! Arriva la Leopolda Renzi a gettare lo scompiglio nel Pd con in vista una grave scissione, logicamente a destra. Berlusconi è salvo.
Già di suo Bersani sta cercando alleanze con Casini, Fini e Montezemolo: lui sta con tutti purché si faccia una svolta. Come dire: vado con chi mi paga meno. Poi in omaggio alla svolta, corrono in parlamento, e per senso di responsabilità votano o si astengono o sono assenti, in modo che i decreti, le leggi e gli interessi di Berlusconi passino a maggioranza. Ci mancava solo la Leopolda Renzi che, come si vede dalle reazione, è ben vista, elogiata, esaltata dalla destra che non sperava così tanto.
Non ci resta che aspettare qualche giorno o qualche mese, finché qualche magistrato non scopre in qualche telefonata di troppo che la Leopolda Renzi ha ricevuta qualche milione di euro Da Berlusconi per tramite di Lavitola o di qualche prostituta che passava di lì per caso. Il prossimo partito Berlusconi/Renzi si chiamerà «Casa chiusa aperta». Tra prostituti e ignobili ci si intende sempre.
Paolo Farinella, prete
Scritto il 04 novembre 2011 alle 16:00 nella Politica, Renzi, Satira | Permalink | Commenti (36)
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Oggi tutti chiusi in casa, intorno all'ora di pranzo. Sarà l'ora in cui sapremo. Un Big BloB emergerà da tutte le fessure catodiche, da tutti i siti, da tutti i Wiki del mondo, per rendere onore all'Inventore Telecomandato. Sappiamo già quanti saranno gli ingredienti del Big Blob: 100. Non uno di più, non uno di meno.
Se gli inventori con microfono cronometrato della Leopolda, inserorabilmente fermati dal Big Gong dopo 5'00", staranno spiegando e dimostrando di aver messo a punto la fusione fredda, saranno fermati. Esattamente come l'ennesimo che salirà sul palco formato tinello Ikea per spiegare che la soluzione di tutti i problemi italiani è "metà parlamentari a metà stipendio".
Ho resistito (lo confesso) allo streaming da Firenze per 22 minuti. Poi, ho ceduto. Mi sono arreso.
Purtroppo, da certe rape non si riesce a cavare nessun sugo. Inutilmente decine di giornalisti (ma che ci vanno a fare? cosa sperano di sentire?) hanno fatto a Renzi la domandina facile facile, quella che si fa a coloro ai quali si vuole dare il 18 politico: "Ti candidi o non ti candidi alle primarie"?. Niente da fare, da buon topo d'oratorio ha svicolato. Lo avete presente, il topo da oratorio, no? E' quello dal quale mai saprete se "si tocca". Perchè toccarsi è peccato, ma anche dire di non toccarsi, mentendo, è peccato.
Cento idee per la Big Marmellata. Non una di più, non una di meno. Mi ricorda tanto la "cultura" aziendale di stile anglosassone che tanto faceva arrapare, negli anni 60/70, noi provincialotti italiani, che ci affacciavamo alla cultura del management. Le tre regole d'oro. Le tre W. I decaloghi. The ten check-points for an effective advertising.
Io ero un provocatore anche allora, e mi divertivo moltissimo, non appena mi era possibile, a declinare le mie (eventuali) idee in 9 punti, o in 11, schivando accuratamente il mitico (ed insignificate) comandamento del numero 10. A volte mi divertivo ad accontetare l'amore viscerale degli americani per i numeri tondi, infilando al decimo posto il "NMTS". Alcuni, pensando a proprie lacune in glottologia aziendale, non osavano neanche chiedermi cosa fosse. Altri osavano confessare la loro ignoranza, e chiedevano chiarimenti. Spiegavo che il punto 10, "NMTS", era l'acronimo di "Nothing Meaningful To Say". Il gelo in sala riunioni era assicurato.
Altre volte, nei miei business-plans, non c'erano dieci idee, ma una sola, però vincente. La ficcavo all'undicesimo posto, lasciando di stucco l'uditorio, spiegando che era una idea piuttosto buona (e spiegando, ovviamente, il perchè). Però mi affrettavo ad aggiungere che era solo l'undicesima (fuori sacco), quindi eventualmente poteva essere stralciata, e tenuta magari di riserva per il business-plan dell'anno successivo.
Che ci crediate o meno, in alcuni luoghi canonici anglosassoni sono riuscito a guarire molta gente dal tic del "decalogo". Ora aspettiamo il "centalogo di Renzi", poi ne riparleremo. Andando a scoprire quali siano i tre punti fondamentali non toccati - o toccati male - e quali siano i 95 punti messi dentro per arrivare a cento, numero tonto.
Per ora mi fermo qui, non senza avervi fatto dono di alcune lettere di fiorentini al Corriere Fiorentino, imprudentemente scritte prima che gli schizzi del big Bang ricoprano i media. Tafanus
Messaggio a Renzi parafrasando La Fontaine
Grande non più d'un ovo di gallina
vedendo il bove e bello e grasso e grosso,
una rana si gonfia a più non posso
per non esser del bove più piccina. -
Guardami adesso - esclama in aria tronfia - son ben grossa?
Non basta,o vecchia amica...
E la rana si gonfia e gonfia e gonfia
infin che scoppia come una vescica.
Borghesi,ch'è più il fumo che l'arrosto,
signori ambiziosi e senza testa,
o gente a cui ripugna stare a posto...
quante sono le rane come questa!
Più vecchio lui dei rottami - gvizzola
Ma insomma, uno che se la prende con quelli del suo stesso partito, che sta attento a non attaccare Berlusconi (del resto è andato a cenare ad Arcore), uno che spara (anzi, fa sparare) proposte senza dire in fondo nulla di chiaro.... Uno così, non ricorda un po' troppo da vicino la vecchia DC? Forza Renzi!
Lettore_1112292
Quando vidi per la prima volta Berlusconi in televisione circa 18 anni fa ebbi una reazione fisica negativa che non posso descrivere.Renzi dice cose accattivanti in modo più serio di Berlusconi ma siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Non mi meraviglio dunque che ottenga - per ora - tanto favore tra gl'italiani, così come lo trovarono Berlusconi ed altri prima di lui. E' il momento dei nani
fvsimply
Poche parole, tante ne merita il personaggio. La sua arroganza aumenta dietro l'understatement esibito come marchio doc di giovinezza digitalizzata. Però non sempre si contiene, e le sue ultime uscite sulle pensioni enunciate con piglio manageriale, lo hanno rivelato per quel che è: un nano del pensiero che in mezzo all'attuale squallore politico crede d'essere un gigante. Proposte
Capricorno
(continua)
...ma come sono nuove e ggiovani, le Cento Idee...
Scritto il 30 ottobre 2011 alle 10:45 nella Politica, Renzi, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (13)
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...come si cambia, per non morire... la metamorfosi kafkiana del gestore del sito prossimaitalia.it - E' lo stesso che in gennaio di quest'anno (non un secolo fa...) ha sciolto i cani contro il Tafanus, reo di aver chiesto che fine avesse fatto Renzi... Ma oggi sono buono, e voglio fare pubblicità al blogghino di Paolo Cosseddu. Finito il tempo dell'ammore, ecco cosa scrive di Matteo Renzi. Sembra proprio il Tafanus! Benvenuto, Cosseddu, fra coloro che cominciano, seppur molto lentamente, a capire.
Per conto mio, quando il Big Blob di Firenze sarà finito, e che piaccia o meno ad alcuni lettori del Tafanus il fatto che io dedichi lo 0,69% del mio spazio a questa robaccia, ripercorrerò le tappe salienti di questo movimento di sfasciacarrozze che si stanno sfasciando a vicenda. Ma diamo la parola ai PROTAGONISTI, iniziando da quel Paolo Cosseddu per il quale solo 9 mesi fa toccare Renzi era come "nominare il nome di Dio invano". Ecco cosa criveva ieri:
Per cinque minuti, chi sale sul palco deve far finta di essere a palazzo Chigi, ma la scenografia è quella di una casa.Matteo, continui a fare confusione.
Alle 21 e 59 sale sul palco l’inventore dei Gormiti. Pensavo fosse uno scherzo, invece c’è davvero. Matteo li colleziona tutti, i suoi ultimi acquisti sono stati Fioroni e Bobba. Dopo l’introduzione di inizio serata di Davide Faraone, grande attesa in sala per il prossimo ospite in grado di dire Coca Cola correttamente. Forse domani, ci dicono dalla regia. Spezzone video con Albertazzi, nato a Fiesole, in provincia di Firenze. Allora ditelo. Intanto, vorrei ricordare che quest’anno la toscana è 52 due metri sotto il livello normale della sua toscanità.
22 e 17, si parla di startup. Dove l’ho già sentita?
(...si, Paolino... l'hai già sentita sul blogghe prossimaitalia, ed è una sezione, chiamata [Startup], dedicata alla raccolta delle "idee"... Peccato che in quasi un anno non ci sia neppure una idea. O, se ci sono idee, non sono pervenute... Quindi imprudente da parte tua citare questa faccenda fallimentare, poco intelligente da parte di quelli del Big BloB di Renzi copiarla... NdR)
Matteo annuncia lo stop ai toscani. Avevano già parlato tutti. Stavo per scrivere “beh, dai, i contenuti ci sono”. Poi una ha detto “la Rai ci inondi di fiction sulle donne”. E insomma, tra l’altro col livello medio della qualità Rai non è esattamente una bella prospettiva.
Dopo l’intervento femminista 2.0, Matteo ha ricordato le immortali parole “bisogna far girare la patonza”. E’ tanto sensibile, Matteo.
Date due fave da sbucciare a Faraone e Richetti, date un senso alla loro presenza, dopotutto è un tavolo da cucina. Noto che tutti hanno il cordino appesa al collo, ma nessuno ha il badge. Tanto, a parte Matteo, non è importante sapere chi parla. (Disclaimer: cattiva, ma abbastanza vera).
Vabbè, cose buone e altre meno, ma è normale. Come dissero i Beatles dopo che gli U2 tennero un live da un tetto: già fatto. Richetti e Faraone si fanno piedino da sotto il tavolo. La solitudine è una cosa tremenda, a volte.
22 e 52, sta parlando un petroliere. Ma sostenibile, eh? Si prepara intanto un commerciante d’armi. Ma mica quelle mine di una volta, vecchie e brutte, no, lui fa quelle che sembrano giocattoli… Mi chiedono di aggiungere che era un petroliere della fondazione Kennedy. Ah beh, allora.
Kindergarten alla Leopolda, come un anno fa. Ma quest’anno serve da fasciatoio per Richetti e Faraone.
Si parla di riforma della giustizia. Matteo, di già? «Siamo noi, siamo noi padri e figli». De Gregori fa capolino, travestito da Veltroni. «Se fossi io il Presidente del Consiglio, a proposito della riforma della giustizia…». Ma sì, diamogli anche dei suggerimenti.
Matteo legge un messaggio proveniente dalla Liguria alluvionata. Il cataclisma è stato organizzato da Bersani per dar fastidio alla Leopolda.
23 e 20, si ode uno schianto pazzesco. E’ la versione di quest’anno del gong, indica che il tempo dell’ospite che sta parlando è scaduto. L’anno prossimo si affitterà un plotone d’esecuzione. Tema: cosa faresti se fossi Gheddafi?
Si parla di “piattaforma politica”, anche se col microfono figo ad archetto, come neppure nel più vetero dei circoli dalemiani. Matteo, dietro le quinte, strozza gli autori. Fatto: dicono tutti, tutti le stesse cose che Matteo dice sempre. Solo, sono pettinati diverso. Ma diamogli tempo.
Saluti finali con Baricco. A seguire, Porta a Porta.
«Matteo mi costringe a parlare”, dice Baricco, sorpreso, dopo due mesi di annunci della sua presenza a Firenze su tutti i mezzi d’informazione compreso il bollettino degli ortodontisti. Scusate, mi dicono che dopo Baricco in effetti non c’è Vespa. Si passa direttamente a Marzullo. L’intervento di Baricco da l’idea che gliel’abbia scritto Matteo. Consiglierei l’inverso.
Sigla, e per stasera finisce qui. La morale la tiriamo domenica, magari. Spero sia stato divertente per i lettori di Popolino quanto lo è stato per me. Ma domani non replico, lo dico per tranquillizzare gli animi, nei commenti ne ho visti alcuni turbati e davvero non è il caso. Si stava solo cazzeggiando, comunque, e a un livello molto più artigianale dell’oggetto stesso del cazzeggio. Notte, e ricordatevi che quelle che fate sotto le coperte non sono Big Bang, sono puzze. (Paolo Cosseddu)
Devo, senza ironia, ringraziare il mitico Cosseddu. Un articolo scritto molto bene. Con tutto il livore che si dedica in genere alle fidanzate che ci hanno abbandonati... Grazie, Paolo. Io non avrei potuto scrivere di peggio. Non su una persona che fino all'altro ieri hai difeso, omaggiato, leccato.
Ma, come spesso ti accade, sbagli i tempi. Nessuno ti aveva avvertito che mentre tu sparavi a palle incatenate contro Renzi, il tuo capo Pippo Ciwati era già in macchima per una "comparsata di riavvicinamento" al fiorenzino? Ma come, il tuo padrone non ti informa neppure delle tue mosse? Oltre che scrivere, a volte conviene anche leggere, mittico!
Così oggi ti ritrovi spiazzato, ancora una volta. Ti gira la testa, e non è una forma di labirintite. No, amico, è qualcosa di diverso, e di peggio. E' come andare in macchina, guidata da un altro, per i tornanti del Sella, cogli occhi bendati, senza poter guardare la strada. Ci si sente male.
E ora, magari, prima di ricominciare a parlar bene dello statista Renzi, chetati per mezza giornata, e chiedi il permesso a Ciwati. Fosse mai che stia già pensando alla mossa del cavallo, e che tu ti debba ancora una volta ritrovare a fare "zig" mentre Pippo si accinge a fare "zag"... Prudenza, Paolo, Prudenza...
Con immutata disistima, Tafanus
Scritto il 29 ottobre 2011 alle 13:04 nella Politica, Renzi, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (9)
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...un po' per gioco, un po' per non morire...
Il Trota non capisce come Silvio possa pagare 50.000 Euro una Escort di 18 anni se la valutazione Quattroruote è di 500 Euro.
Il Trota quando il suo papi è caduto voleva chiamare il 118, ma non ricordava il numero...
Il Trota, per non far cadere il padre di notte dal letto, lo farà dormire di giorno.
Il Trota ha detto che suo padre predica bene e ruzzola male.
Il Trota ha detto che in un incidente si è rotto il braccio destro, ma non capisce perchè la polizia indaghi sul sinistro.
Leggendo i necrologi, il Trota ha detto che non capisce come fa la gente a morire in ordine alfabetico.
Il Trota ha detto che spiare le coppiette in macchina non è reato ma, fecondazione assistita.
Il Trota ha chiamato il suo cane stop perchè è un incrocio.
Il Trota non ha bisogno delle chiavi inglesi perchè non ha mai avuto una casa a Londra.
Il Trota ha detto che non capisce come mai tutti come password scelgono sempre solo asterischi !!!
Il Trota ha detto che se al reattore di Fukushima si è fuso il nocciolo, possono sempre sostituirlo con un mandorlo.
Il Trota ha detto che Garibaldi era un drogato perchè si faceva l'eroina !!
Il Trota per non ingrassare mangia solo il buco della ciambella !!
Il Trota prima di uscire di casa accende tutte le luci per vedere se sono spente ...
Il Trota ha detto che le rose senza spine vanno a batteria.
Il Trota ha detto che il poliziotto più sfigato è quello che muore al posto di Blocco, mentre il più fortunato è Blocco.
Il Trota ha detto che il Sahara è un deserto e su questo non ci piove...
Il Papa non vuole incontrare il trota perchè ha paura di cambiare idea sull'uso del preservativo...
Scritto il 21 ottobre 2011 alle 12:00 nella Politica, Satira, Tafanus | Permalink | Commenti (9)
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