I Misteri della fisica teorica: 2. Un fantasma chiamato “fotone”
(a cura di Charly Brown, alias Luciano Rota)
Intorno agl’anni ’30 nel mondo della Fisica ebbe luogo una vivace disputa tra Einstein e il danese Böhr, circa la composizione delle onde magnetiche (= propagazione della luce). Mentre Einstein si rifaceva letteralmente ai risultati sperimentali di James Maxwell, che nel 1865 aveva accertato che la luce si propaga in forma di onde, Böhr aveva scoperto che la composizione delle onde magnetiche comprendesse anche l’emanazione di particelle. La prima reazione di Einsten fu quella di bollare come “assurdità” le conclusioni di Böhr, il quale, infine, ebbe ragione sulla base di risultati inconfutabili.
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Oggi, nel bugliolo di tutte le contraddizioni della fisica moderna, si riesce a far convivere i due concetti di “onde” e “particelle” facendo finta di dimenticare che sono due concetti che fanno, in termini di logica concreta, a pugni fra loro. Insomma: che ricerca onde, trova onde. Chi ricerca particelle, trova particelle. Quest’ultime ottennero la vaga denominazione di “fotoni”. Ma c’era ancora un problema da risolvere, che la scienza ha, per così dire, nascosto sotto il tappeto. Vediamolo:
proviamo ora ad approfondire le “ragioni”del fotone, o comunque si voglia chiamare la particella responsabile della emanazione energetica. Dobbiamo supporre – e questa è anche l’opinione ufficiale – che queste particelle vengano emesse nello spazio ad una velocità di circa 300.000 km/s. La velocità della luce, insomma. Poiché come è noto, secondo la teoria della relatività, che una qualsiasi massa alla velocità della luce assumerebbe un valore uguale ad infinito, (di questo ne parleremo dettagliatamente in seguito) ci si trova nella necessità di opinare che codeste particelle debbano avere una massa uguale a 0. Sofistico, ma psicologicamente efficace: se Lei, gentile lettore, percepisse dal suo datore di lavoro uno stipendio uguale a 0 euro, sarebbe come dire che non percepisce nessun stipendio, né in euro, né in dollari e nemmeno in piastre cinesi. La differenza tra stipendio uguale a 0 euro e nessun stipendio, sta nel fatto sottile che, la prima proposizione esprime e mantiene un valore unitario reale : “euro”, mentre la seconda esclude l’esistenza di qualunque valore. Affermare che l’emanazione energetica implica un’emissione di fotoni di massa 0, o dire che l’emissione energetica non implica nessuna emissione è in termini logici la stessa cosa. Ad eccezione del fatto che nella tesi sostenuta dalla fisica teorica (particelle di massa uguale a 0) si mantiene astrattamente il concetto di “particella” conferendogli il valore matematico della non esistenza (0). Dunque, se i fotoni esistono, dovremmo avere la coerenza logica di conceder loro il diritto di esistere materialmente e quindi di possedere una massa. Sarebbe bello, ma poco rispettoso nei confronti della Fisica teorica, perché così facendo significherebbe buttare a mare uno dei riferimenti basilari su cui si fonda il lavoro di Einstein.
Charly Brown
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