Ricevo da Omar - che ringrazio - questo interessante spaccato sul mondo dei tornei ITF, affollati da ragazzine che sognano il tennis professionistico. Pochissime ci riescono, molte si perdono per strada. E non sempre (e non solo) per colpa loro. Tafanus
Spesso mi capita anche - fuori dal web - di vedermi porre domande sul mondo delle giovani tenniste di seconda fascia, che giocano stabilmente in tornei Itf. E' un mondo che conosco, e che mi appassiona molto. Fatto di addetti ai lavori che sovente svolgono la loro attività senza alcun tornaconto economico, e di ragazze che si impegnano dando il loro meglio, per cercare di emergere.
Vedere quelle ragazze costrette a cercarsi le palline fra un punto e l' altro, ti intenerisce e qualche volta ti fa rabbia, pensando al mondo dorato dei migliori palcoscenici mondiali!
E' questa una realtà diffusa si, ma non tanto come i piu' credono. Solo per partecipare alle qualificazioni di un modestissimo Itf, spesso non basta neanche essere una 4.2 o una semplice tesserata Fit! Comunque a livello mondiale è una realtà che rappresenta dignitosamente l' anticamera della Women Tennis Association. Basti pensare che per ogni torneo Wta, ogni settimana in giro per il globo terrestre, si disputano dai 10 ai 15 tornei Itf.
L'aspetto economico in questo mondo è davvero un baluardo talvolta insormontabile. Basti pensare che una tennista, per far fronte a tutte le spese legate alla sua professione, deve stazionare stabilmente fra le prime 150 al mondo, per poter vivere dignitosamente dei premi che vengono elargiti nei vari tornei. Sotto questa soglia, la vita delle tenniste a livello economico non è facile, se non si ha un consistente aiuto esterno. L'aspetto economico è sicuramente qualcosa che influisce molto anche sulla crescita professionale di una ragazza. Ma i motivi che ne possono ritardare il debutto a certi livelli, sono da ricercare anche in altri aspetti della loro vita.
Queste ragazze infatti, oltre che dedicare la maggior parte del loro tempo all' attività agonistica, devono a loro volta portare avanti gli studi che - soprattutto a livello universitario - rappresentano a volte un vero spartiacque fra il continuare o appendere la racchetta al chiodo definitivamente.
Un esempio molto vivo nella memoria è ancora rappresentato da Francesca Bentivoglio (1), che dopo la splendida e inaspettata apparizione agli Internazionali di Roma nel 1993, decise di togliersi definitivamente i panni della tennista di professione, a soli 17 anni, dopo aver rappresentato anche l' Italia in Fed Cup quando era ancora 16enne.
Motivo ricorrente del ritiro in queste circostanze: non ce la faceva a sostenere il peso di tutti gli impegni che gravavano sulle sue spalle! Tanto che decise di dedicarsi agli studi lasciando definitivamente la sua promettente carriera tennistica. Di Francesca Bentivoglio, nell' ambiente degli Itf, ce ne sono molte.
Quasi tutte le ragazze devono fare i conti con gli impegni scolastici ed universitari, che sovente impongono loro delle pause forzate nella programmazione, e che a noi comuni mortali, il piu' delle volte appare inspiegabile. Quindi le difficoltà, come accennavo, hanno radici diverse, e a volte sono comuni in ragazze più o meno talentuose. Partecipare a tornei che assegnano premi consistenti o anche solo dignitosi, è un lusso riservato a poche di esse, se non hanno la giusta classifica per prendervi parte. Se non ti chiami Donna Vekic o Belinda Bencic, che in soli 4 mesi ha già raggiunto quota 10000 dollari di premi vinti, per far fronte alle spese quotidiane che comporta girare il mondo alla ricerca del torneo piu' adatto alle tue caratteristiche, all'ingaggio di un allenatore, alle spese di un preparatore atletico e tanto altro ancora, puoi solo contare sugli aiuti federali, che non bastano di sicuro a coprire tutte le uscite.
Allora resta l' aiuto della famiglia e qualche sponsorizzazione secondaria, di attività per lo più localizzate nell' ambito del centro in cui si è tesserate. Una vita insomma tutt' altro che facile.
Coniugare i miglioramenti tecnici che necessariamente dovranno arrivare, con la gestione economica di un budget limitato e col fardello dei libri di scuola, che ti accompagnano in ogni dove, non è una vita da ragazza qualsiasi. E questo si riperquote a volte negli atteggiamenti in campo. Piu' di una volta mi è accaduto, guardando un match dal vivo, di vedere una ragazza imprecare dopo aver sbagliato un punto facile, contro allenatore e genitori, con esclamazioni tipo "vedete che non sono capace?"... oppure: "...che vi siete messi in testa... non fa per me!..."
E poi magari un minuto dopo si esibilscono in uno di quei colpi spettacolari che sono l' anticamera del talento!
Sono molte che ci provano quindi, spesso coinvolgendo famiglia e realtà commerciali a loro vicine. Ma sono poche quelle che arrivano ai piani alti delle classifiche, perchè per molte di loro, il tennis non sarà mai un'attività professionale e loro - spesso consapevoli - abbandonano anzitempo il borsone delle racchette, per tornare a studiare la Divina Commedia!
Non dimentichiamo poi gli addetti ai lavori, che organizzano e gestiscono questi tornei. Sono persone che lo fanno per pura passione, e sovente non hanno neanche un rimborso spese.
Non è un caso che una manifestazione Itf presenta sovente bilanci fortemente negativi, non avendo incassi diretti dalla vendita di biglietti o dai diritti televisivi o sponsorizzazioni di un certo livello.
Per concludere: quando una giovane tennista scompare a volte dalla scena per alcune settimane o mesi, o esce anzitempo da un torneo lasciando l' amaro in bocca a noi che le vorremmo vedere crescere piu' in fretta possibile, ricordiamoci della vita impossibile e ricca di sacrifici che affrontano quotidianamente. Senza rendercene conto, avremmo dato loro un piccolo contributo.
Omar
(1) Nel ringraziare Omar per questo articolo, dato che ha citato Franvcesca Bentivoglio, voglio segnalare un post del Tafanus del 2007 nel quale ho rievocato la storia di questa fantastica ragazzina. Dicono alcuni ben informati che Francesca non abbia retto alla pressione dei familiari, e che a un certo punto abbia deciso di privilegiare gli studi. Oggi mi dicono che Francesca sia una apprezzatissima biologa, in pace con se stessa e con le scelte compiute. Tafanus
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