La pioggia lascia il passo ad una schiarita e finalmente puo' prendere il via questo quarto di finale, molto importante per noi, ma soprattutto per l'azzurra che ancora ci rappresenta nella seconda settimana di uno slam, come sempre più spesso ci ha abituati negli ultimi tempi.
Tuttavia è una partita che non mi appassiona. Termina nel modo esatto in cui ho immaginato già a fine primo set. Mi ricordo di essere un appassionato di tennis, prima ancora di essere italiano. Allora mi tolgo il cappello e applaudisco Andrea Pektovic, con tutta la sincerità che mi puo' venire dal profondo del cuore.
Poi mi siedo per riflettere in merito a quello che potrebbe essere mancato oggi, per coronare il sogno che Sara ha accarezzato per dieci giorni, e che invano ha cercato di tener vivo almeno per parte del match. Andrea non è stata ingiocabile. Appellativo cui spesso si ricorre per descrivere le prodezze di una tennista che domina. Andrea ha avuto il merito di saper leggere le intenzioni dell' italiana, dopo un avvio in sordina e dopo un parziale ritorno di fiamma dell' azzurra a inizio seconda frazione.
La chiave della sconfitta è stata in questo aspetto - se vogliamo scomodo per tutti - ma ineluttabile sotto il profilo tattico. Non era certo la prima volta che Sara affrontava la tedesca e tantomeno era al suo debutto contro questo genere di tennista, che fa del gioco propositivo la sua migliore caratteristica. Ed è proprio per questo suo modo di porsi in campo, che trova tanti appassionati che ne riconoscono i meriti, anche sulla scena internazionale.
Alla nostra Sara, è mancata la convinzione. Si è trovata piu' volte in situazioni analoghe, ma si è saputa ogni volta tirar fuori, grazie ad una grinta e una determinazione che oggi non erano li a farle compagnia. Oggi era sola, svuotata nella mente e nelle braccia, che troppe volte non hanno saputo restituire la palla nei modi imprevedibili ai quali ci ha abituati negli ultimi 24 mesi.
Non è stato un caso il suo ingresso nell' olimpo del tennis, e lei ha sempre saputo onorare questa sua presenza se pur a volte scomoda per alcuni, tirando fuori dal cilindro più di una volta, la PRESTAZIONE.
Forse la tensione accumulata nei giorni scorsi, complici commentatori e giornalisti troppo esigenti, ha finito per farla arrivare scarica mentalmente a questo appuntamento tanto importante e invidiato al tempo stesso da 124 tenniste, rimaste fuori anzitempo dalla competizione.
Adesso è tempo di riflettere. E' tempo di capire, che fare il gioco di alcuni equivale a giocare contro te stessa. Tu puoi rimproverarti ed è giusto che lo faccia. Tu e solo tu puoi capire e porre le basi per ritornare a credere nei mezzi che ti hanno permesso di arrivare dove tutti noi ti abbiamo visto. Il tempo gioca dalla tua parte, così come i relativamente pochi punti da difendere in questa seconda parte di stagione. Il rientro in top-ten, non è una chimera, ma è necessario ripartire con la giusta consapevolezza di avere nelle braccia la forza per vincere.
Puoi continuare a credere in te stessa perchè hai dimostrato al mondo che a tennis si vince anche partendo con modestia, con il giusto impegno e il giusto approccio mentale. Noi ti aspettiamo, certi che tornerai quella che è stata capace di sorprenderci! Con affetto.
Omar
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