Su alcuni siti molto tecnici, in vista della ripresa delle ostilità, è già ripreso il frastuono delle vuvuzelas. Purtroppo il panorama tennistico è più costellato da ritiri, infortuni, cadute, che non da miracolosi accessi alle top-questo-e-quello.
Quest'anno, oltre al triste abbandono di questa terra di Elena Baltacha, ed agli annunciati ritiri di Dinara Safina e Li Na, sono in molto probabile arrivo altri sette ritiri dalle scene:
Iveta Meltzer (best rank n° 25) per un troppo lungo infortunio alla spalla (un anno e mezzo);
Yvonne Meusburger, per scelta, dopo aver raggiunto quest'anno il n° 27;
Kristina Barrois, che si avvia ai 34 anni. Nest ranking 57° nel 2011;
Catalina Castaño, best ranking 35° nel 2006, colpita purtroppo quest'anno da un tumore ai polmoni;
Anne Kremer, due tornei WTA vinti, best rankinh n° 18 (il migliore di sempre per una giocatrice lussemburghese. Rimasta fuori dal giro nel 2014, ha annunciato il suo ritiro;
Mallory Burdette, una promessa di provenienza "college", terzo turno agli US Open 2012, best ranking 68°. Ha perso il 2013 e il 2014 per un infortunio alla spalla. Deve quindi prendere una decisione molto dolorosa;
Ashleigh Barty, forse la più grande "promessa" prematuramente annunciata. Dopo un fantastico 2013 in doppio (tre finali di Grand Slasm con Casey Dellacqua), ha iniziato malissimo il 2014, ed ha annunciato che dopo gli US Open potrebbe prendere un break, forse irreversibile. Peccato. Ma gli US Open sono molto distanti, e potrebbe cambiare il suo gioco, e di conseguenza il suo programma. (Fonte: WTAtennis.com).
Purtroppo nel tennis le cadute improvvise, per le cause più diverse, sono molto più frequenti dei casi di Deesse improvvisamente calate dal cielo ad illuminare il mondo. Il tennis è pieno di esempi di sedicenti future n° 10 sparite dalla circolazione, o piombate in aree grigie della classifica. Qualche esempio? Ecco come è facile fare clamorosi balzi all'indietro, più che sudati passettini in avanti (il che dovrebbe consigliarci di essere molto più cauti nel prevedere ad ogni piè sospinto "magnifiche sorti e progressive" a dritta e a manca)
Finiscono fuori dalle top 100: Vania King, Romina Oprandi, Yulia Putintseva, Larcher De Brito, Tamira Paszek, Hsieh Su-Wei, Htadecka, Melanie Oudin, Mattek-Sands, Ursuzla Radwanska, Maria Kirilenko.
Finiscono fuori dalle top 200: Katerina Bondarenko, Johansson, Barty, Khromacheva, Morita, Zvonareva, Voskoboeva, Arvidsson.
Finiscono fuori dalle top 300: Jamie Hampton, Meklinda Czink, Gallovits, Barrois, Dubois, Petrova, Camerin, Daniilidou, Parra Santonja
Finiscono fuori dalle top 400°: Sema, Medina Garrigues, Vera Dushevina.
Finiscono fuori dalle top 500: Corinna Dentoni, Julie Cohen.
Finiscono fuori dalle top 600: Alexa Glatch, Spears.
Finiscono fuori dalle top 900: Aravane Rezai, Laura Robson, Domachowska.
Un ulteriore elemento di riflessione: come tutti sanno (o dovrebbero sapere): le variazioni di classifica sono molto "points' sensitive" nelle zone basse della classifica, che non in quelle alte. Man mano che si cresce, la crescita ulteriore diventa sempre più difficile.
Per la cronaca: con 500 punti si passa dall'ultima posizione del ranking (1218°) alla soglia delle top 500; con altri 500 punti, si passa da 514° a 114°, guadagnando 400 posizioni. Partendo dall'alto. per passare dalla prima alla seconda posizione servono 1400 punti (più o meno quanti ne bastano per pasasare dall'ultima posizione alla soglia delle top 100. Per stare alle nostre top-100: con un international da 280 punti, in teoria possono fare i seguenti passaggi:
- Schiavone da 79 a 56 (+23)
- Knapp da 54 a 39 (+15)
- Vinci da 47 a 33 (+14)
- Giorgi da 34 a 29 ( +5)
- Errani da 14 a 10 ( +4)
- Pennetta da 12 a 10 ( +2)
Fra tre settimane, si lasciano i fantablog, e si scende in campo. Capiremo chi ha ancora grano da macinare, e chi ha esaurito le scorte. Chia ha fatto un lavoro serio, e chi si è avvalso di straordinari, innovativi sistemi di allenamento.
Tafanus
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