Faccio un "copia e incolla" di un post di 3 anni fa, per esemplificare cosa intendo per "bande di suonatori di vuvuzelas" capaci di stroncare qualsiasi giovane tennista. Per fortuna le due sorelle Pieri sono si seguite da loro padre (come qualche Grande Promessa di nostra conoscenza), ma questo padre non è un Guerriero della "Maldivas" (come qualche trombettiere ha chiamato le "Malvinas" o Falkland), bensì un noto tecnico federale di TENNIS. Mi scuso coi gestori del sito - che peraltro ha il merito di aver seguito campionesse in erba di 12 anni - ma per il futuro segua un nostro modesto consiglio: eviti accuratamente di parlare delle "Sorerlle Williams italiane" per ragazzine che all'epoca avevano 12 e 14 anni. Non porta bene. L'esempio di tenniste nostrane non più giovanissime, che straparlano da anni di Agassi e di Sampras, dovrebbe suggerire atteggiamenti più cauti.
Tafanus
E’ una giornata storica per la famiglia Pieri: le sorelle Tatiana e Jessica si sono giocate nello stesso giorno due diversi titoli italiani. Le nuove Williams parleranno toscano? 12/09/2011 (Fonte: grantennistoscana.it)

E’ una giornata da ricordare per la Toscana, e in particolar modo per la famiglia
Pieri. Le due sorelle
Tatiana e Jessica, nello stesso giorno, hanno giocato due finali per il titolo italiano individuale in due differenti categorie giovanili nazionali: alla fine è arrivata una vittoria su due, ma si tratta comunque di un evento storico, che (almeno a memoria) non si era mai verificato in passato nel nostro paese.
Tatiana, la più piccola, ha trionfato nel Campionato Italiano Under 12, la “Coppa Porro – Lambertenghi”, quello che è considerata, dagli addetti ai lavori, il più prestigioso trofeo esistente a livello giovanile. Dopo aver sconfitto in semifinale la favorita ligure Debora Ginocchio, Tatiana si è ripetuta in finale superando dopo una lotta al cardiopalma la campana Rosanna Maffei, testa di serie numero 3 (46 62 75).
Qualche centinaio di chilometri più a sud, allo Sporting Club Parma, Jessica Pieri si giocava la quarta finale individuale italiana negli ultimi quattro anni nei Campionati italiani Under 14. Verena Hofer si è imposta per 63 64 64 al terzo set con la nostra giovane tennista stremata, vicina ad un successo che avrebbe trasformato questa giornata da storica a leggendaria.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Ivano Pieri, che oltre ad essere il padre delle due “sorelle terribili”, è il loro allenatore e Tecnico nazionale presso il Ct Lucca. “Per me è una soddisfazione enorme e sono orgoglioso di entrambe. Partendo da Tatiana, ti dico che il suo match è stato difficilissimo. L’avversaria giocava solo di rimessa quindi puoi capire quanto sia stato complesso scardinarla, ricordando che parliamo di bambine di dodici anni. So di sembrare di parte, ma Tatiana sta facendo cose straordinarie: sa fare tutto con la racchetta, è molto coordinata, ha un occhio fantastico, una resistenza ottima e un coraggio raro per la sua età. Passando a Jessica – prosegue Ivano Pieri – questa stagione ha vissuto dei mesi tribolati a causa della pubalgia, quindi il risultato ottenuto ha Parma è ottimo. Lei è meno dotata dal punto di vista tecnico ed cordinativo rispetto a Tatiana, però ha doti straordinarie sotto l’aspetto emotivo (coraggio e capacita di soffrire), gioca un tennis molto aggressivo però manca di forza quindi alcune soluzioni risultano ancora leggere. Questo tuttavia può essere un aspetto positivo, perchè possiede grandissimi margini di crescita.”
Che cosa ci dobbiamo aspettare dal loro futuro? “Io credo che entrambe abbiano realmente molte chances da giocarsi per diventare tenniste professioniste, sperando che riescano a sfruttarle senza perdersi nel passaggio dal tennis giovanile a quello adulto. Senza dimenticare ovviamente che stiamo parlando di ragazzine di 12 e 14 anni che dovranno lavorare sodo ma senza perdere di vista i giusti valori anche fuori dal campo.”
Una mia breve considerazione:magnifica la risposta di Pieri padre. Ci senti il tecnico, e non il montato paranoico. Non parla ddelle figlie come delle future Federer o McEnroe, e nemmeno di "Sorelle Williams". Ne parla, con sapiente prudenza, come di ragazzine il cui traguardo è quello di entrare nel circuito professionistico. Tatiana è nel ranking wta già dall'anno scorso, e nel giro di 15 mesi (da dicembre 2013, quando ne era fuori, ad oggi) ha guadagnato oltre 400 posizioni. Ma mi piace riportare brani di una INTERVISTA dell'anno scorso di Roberto Commentucci (Federtennis) al "non guerriero" papà Pieri, per capire certe "piccole differenze":
Tatiana Pieri: finale ITF a 14 anni: "Piccolo è bello, la forza della normalità"
Tatiana Pieri
Questa storia inizia in un’aula del Centro Coni dell’Acqua Acetosa, a Roma, una dozzina di anni fa. Roberto Lombardi, indimenticato Direttore della rifondata Scuola Maestri, che oggi porta il suo nome, sta consegnando i diplomi ai candidati che hanno ottenuto la qualifica di Maestro Nazionale. Sorriso, stretta di mano, pacca sulla spalla, frasetta di circostanza. A un certo punto però, Roberto infrange il protocollo, e si mette a parlottare fitto fitto con uno dei neo Tecnici. “Mi raccomando Ivano. Anche se hai rifiutato l’impiego alla Scuola Maestri, io mi aspetto molto da te. Tu sei il migliore allievo che io abbia mai avuto. Sei nato per insegnare tennis. Ce l’hai nel sangue. Non sprecare il tuo dono. Cerca la qualità, e non solo i facili guadagni. Ciao e in bocca al lupo”.
Quel giovane tecnico Nazionale, un buon passato di seconda categoria, è un toscano verace, di Lucca. Si tratta di Ivano Pieri, il padre di Tatiana, la protagonista della nostra storia.
Come sempre Robertino Lombardi aveva visto giusto. Negli anni successivi, presso il suo circolo a Bagni di Lucca, Ivano diventa una sorta di Re Mida della racchetta. Appena tocca un allievo lo trasforma in un piccolo gioiello. La prima ragazza di talento che gli passa per le mani è subito un crack: Jasmine Paolini, classe 1996. Ivano le plasma la tecnica in modo perfetto, e oggi la ragazza, passata ad allenarsi presso il Centro Nazionale di Tirrenia, è una delle nostre juniores più promettenti. Poi tocca alle sue figlie.
La primogenita Jessica, classe ’97 vince tre edizioni consecutive dei campionati italiani individuali (under 11, under 12, under 13) prima di vedere la sua ascesa rallentata da un fisico fragile, con tendenza a infortunarsi.
Ma il motivo principale per cui ci stiamo occupando di Ivano è, come dicevamo, la sua seconda figlia: Tatiana, classe ’99. Una ragazzina che in questi giorni è sulla bocca di tutti per aver compiuto un’autentica impresa. Ad appena quattordici anni, al suo secondo torneo professionistico, a Santa Margherita di Pula, ITF da 10.000 dollari di montepremi, la piccola lucchese ha superato le qualificazioni, ha battuto al primo turno, in due set, la testa di serie n. 2 del tabellone, la promettente francese Jade Suvrijn, numero 380 del mondo, per poi arrampicarsi, in un entusiasmante crescendo, sino alla finale in cui si è arresa alla svizzera Karin Kennel. Exploit come questi sono ormai rarissimi nel tennis attuale, dove l’età di ingresso nel circuito pro è sempre più ritardata. E fanno immediatamente nascere negli appassionati una irrefrenabile curiosità: ma com’è questa Pieri? Come gioca? Come fa a vincere negli ITF a 14 anni?
Ebbene, ecco come stanno le cose, raccontate direttamente da Ivano: “Tati ha iniziato a giocare a 4 anni, tanto minitennis e tanto divertimento. Ho visto subito che aveva un gran timing e che vedeva il gioco in anticipo, e allora abbiamo continuato. Ma senza esagerare con carichi di lavoro eccessivi, e soprattutto cercando di farle vivere una esistenza il più possibile normale”.
In che senso Ivano? “Beh, in tutti i sensi. Intanto la scuola: Tatiana frequenta un Liceo Linguistico Statale, la mattina va a scuola e il pomeriggio si allena. Un paio d’ore di tennis e un’ora, un’ora e un quarto di preparazione atletica”.
Evidentemente, tuttavia, la ragazzina deve avere un certo talento: si aggiudica i campionati individuali under 14 giocando da under 13, con un anno di anticipo rispetto alla sua classe. Chi capisce di tennis giovanile sa quanto sia difficile, a quella età, battere le migliori d’Italia di un anno più grandi.
Ma il vero spettacolo, con Tatiana, è quando la vedi in campo. In apparenza, un insignificante scricciolo di poco più di un metro e 60, tutto ossa, senza l’ombra di un muscolo, con la racchetta che pare più grande di lei. Ma quando la vedi in azione, la musica cambia completamente, e si resta stupefatti. La ragazzina ha un tempo sulla palla benedetto, intuisce in anticipo la direzione dei colpi avversari, e ha due piedi velocissimi. Non perde mai campo, difende sempre dalla riga di fondo, e sa già fare praticamente tutto: un diritto preciso e penetrante, che non si capisce dove prenda la forza per tirarlo. Un rovescio bimane fluido e profondo, alternato a improvvise, insidiose rasoiate in back, staccando la mano. E soprattutto, un istinto tattico innato, che la porta sempre a fare la cosa giusta, pescando dal suo amplissimo repertorio.
Palle alte e senza peso, improvvise accelerazioni, palle corte mortifere, perfetti attacchi in contro tempo, conclusi con tocchi al volo precisi e vellutati [...] Evidentemente, per costruire tanto ben di Dio, quelle due ore al giorno di lavoro tecnico devono essere di strepitosa qualità.
Ivano però non ha nessuna fretta di bruciare le tappe: “Ora ci dedicheremo ai tornei juniores italiani, a partire da Firenze, fino al Bonfiglio. Poi giocheremo qualche altro torneo pro, tenendo presente che lei al massimo ne può fare otto. E a fine anno si tireranno le somme. Ma senza stare a farsi prendere dall’ansia del risultato. A questa età, la cosa più importante è la qualità del lavoro di costruzione. E la fretta è cattiva consigliera”.
Ci piace pensare che Roberto Lombardi, da lassù, in questi giorni si stia fregando le mani dalla soddisfazione, al vedere i frutti dei suoi insegnamenti. Come sempre, ha avuto ragione lui.
(di Roberto Commentucci)
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