Il tennis italiano vive ancora, anche senza Godot... Domani a Rio in finale ci saranno due italiani: Sara Errani e Fabio Fognini. Vecchia guardia, roba collaudata... E adesso affronto ancora una volta le ire di Matteo Veronese, che già una volta mi ha sgridato perchè avevo parlato di tennis maschile "tradendo la mission del blog" (sic!), che in effetti nel titolo recita:
Correrò il rischio, chiedendo perdono in anticipo a Matteo Veronese, ma intendo, ancora una volta, tradire la "mission", rendendo onore ai nostri vecchietti...
Sara Errani ha svolto - bene - il suo compitino:
Ordinata, precisa, ancora con grossi problemi di lancio di palla, ha fatto quello che co si aspettava. Ha vinto, e al di la dei numeri non ha mai dato l'impressione di poter perdere.
Fognini: "Clamoroso al Cibali"
Un Fognini in formato Davis/Murray. In tutti i parametri, i numeri di Fognini sono stati superiori a quelli di Nadal, tranne che nei gratuiti (Fabio ne ha fatto uno in più di Rafa!), e nei net-points (8 contro 9). In compenso ha servito meglio, risposto meglio, e fatto 32 vincenti contro 18. Inoltre, ha usato la racchetta più per giocare a tennis che per incrementare il PIL dei fabbricanti di telai, e questo non è poco!.
Adesso aspettiamo con ansia che si ristabilisca il nuovo che avanza, e che dopo la spalla, il dentino e l'influenza, non arrivi - Dio non voglia" anche il ginocchio della lavandaia!
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