Interessante la notizia postata da Simo, che riportiamo qui di seguito:
A proposito di siti web, il 1 aprile e' stato registrato il sito (con 3 diversi domini .biz .com .org) di una marca di abbigliamento con sede a Tirrenia, presso una villetta privata. Questi i dati pubblici della registrazione: http://whois.domaintools.com/giomila.com
Siamo andati a vedere la scheda della registrazione, e fra le cose interessanti che sono riportate, ci sono anche queste righe:
Admin Name: Claudia Gabriella Fullone
Admin Organization: Giomila srl
Admin Street: Via dei Gattici, 84
Admin City: Tirrenia frazione di Pisa (PI)
Admin Phone: +39.3465185582
Admin Email: giorgisergio@hotmail.com
Non c'è il minimo dubbio che il sito sia stato registrato dai Giorgi. Troppe coincidenze.
- l'indirizzo email giorgisergio (vi ricorda qualcuno?)
E poi c'è quel documento che si trova immediatamente, su google, digitando "Claudia Gabriella Fullone"... Potete dare un'occhiata scaricando il documento dal mio server, attraverso questo link (nella foto un piccolo assaggio, al link sottostante la delibera integrale):
Sussidi alla Signora Fullone Claudia Gabriella in Giorgi
- Restano da capire alcune cose... Ad esempio perchè i Giorgi non abbiano registrato, anche il dominio *.it
- Perchè i Giorgi non si siano avvalsi della facoltà di anonimizzare i dati sensibili, quali il numero di telefono e l'indirizzo email del "registrant"
Ma questi sono fatti loro, o derivano dall'insipienza di chi ne ha curato la registrazione dei domini. Come sanno cani e porci, chi procede alla registrazione di un dominio ha sempre a disposizione uno o più indirizzi email legati al dominio stesso, del tipo [email protected]
Che si siano affidati, per la registrazione del sito, ai servigi di qualche coppia di dilettanti allo sbaraglio?
Ma anche questi sono fatti loro. Però, pur non essendo fatti miei, ai "registrant" del dominio vorrei dedicare un ricordo storico, e un consiglio alla cautela.
MEMENTO BJORN BORG !!!
[...] È stato numero uno del mondo ed è considerato tra i più grandi tennisti della storia del tennis[2][3]. Tra il 1974 e il 1981 fu il primo professionista di sesso maschile a vincere 11 titoli del Grande Slam: sei al Roland Garros e cinque consecutivi a Wimbledon
La sensazionale ascesa di Borg iniziata quando era ancora adolescente, contribuì alla popolarità dell'intero movimento tennistico nel corso degli anni settanta.[5] Il circuito professionistico diventava via via più redditizio, e nel 1979 Borg divenne il primo tennista a guadagnare più di un milione di dollari di montepremi in una sola stagione. Il logorio psicofisico per una già lunga carriera lo portò ad abbandonare il tennis a soli 26 anni, causando sconcerto nel mondo tennistico
Nei primi anni novanta Borg tentò un ritorno al tennis professionistico, che fu un totale insuccesso. Borg scelse di riprendere a giocare con le sue vecchie e superate racchette in legno e perse il match del debutto contro Jordi Arrese all'Open di Montecarlo. In seguito Borg subì una serie di cocenti sconfitte al primo turno contro giocatori di bassa classifica. Solo una volta, nel 1993, al primo turno del torneo di Mosca andò vicino al successo in una partita portando Aleksandr Volkov al terzo set ma anche in quella occasione perse al tie break per 9-7. Dopo il match si ritirò definitivamente limitandosi a giocare occasionalmente in tornei senior.
Dopo il ritiro investì i suoi guadagni sportivi in alcune attività imprenditoriali, tra cui una linea di abbigliamento che portava il suo nome e che era la seconda per numero di capi venduti in patria. Tuttavia nel 1989 il suo piccolo gruppo finanziario collassò e Borg si ritrovò esposto verso i creditori di oltre 1,5 milioni di dollari, ma riuscì a salvarsi dalla bancarotta.
Nel marzo del 2006 suscitò scalpore la notizia della messa in asta di alcuni suoi trofei e racchette usate in alcuni match importanti. Lo svedese giustificò il gesto per garantire sicurezza finanziaria alle persone a lui vicine
(Fonte: Wikipedia)
La morale??? Attenti a non pensare che sia sufficiente aver vinto il torneo di 's-Hertogenbosch, e di sculettare graziosamente, per creare un'azienda di successo nel campo dell'abbigliamento sportivo. Borg era di un'altra statura tennistica e finanziaria, eppure è riuscito a distruggere tutto il suo immenso patrimonio partendo - da basi alquanto più solide - ciò che adesso vuol fare la famiglia Giorgi. Partendo da una situazione economica che certo non è florida, e che con la rottura con la Fit, e col prize-money che langue, potrebbe diventare presto problematica.
La mamma disegna dei bei vestitini? Questione di gusti: a volte li trovo belli, a volte orribili. Ma la bellezza (eventuale) dei vestitini, col mercato dell'abbigliamento sportivo, non c'entra una mazza.
Il successo commerciale dei marchi non è legato al nome del campione che lo produce (funziona così anche per le caramelle... qualcuno comprerebbe un sacchetto di "Sugarpova" solo perchè promosse dalla "Ragazza al Meldonium"?)
Non c'è riuscita la Williams, fino ad oggi, a fare della sua linea di abbigliamento un successo commerciale. Ci riuscirà la Giorgi, reduce dall'epocale successo di 's-Hertogenbosch, di cui parla ancora oggi il mondo intero?
Vede, Giomila... nessuna delle prime cento giocatrici al mondo è sponsorizzata (e vestita) da aziende che fanno riferimento ad un giocatore. Non giocano a tennis Adidas, Nike, Fila, Lotto, Asics, e compagnia cantando... Il mercato non è fra le tenniste professioniste, che tanto ricevono caterve di tenute sportive dai rispettivi sponsors, e sono pagate per indossarli...
Funziona invece così: il mercato è nell'enorme serbatoio delle tenniste della domenica, che vogliono avere qualcosa delle loro beniamine. Così alcune signore non giovanissime vanno a comprare Adidas perchè vedono i vestitini indosso alla Pennetta o alla Ivanovic, o Nike perchè lo vedono indosso alla Vinci. La Adidas e la Nike lo sanno, sanno quanto valgono in prospettiva le tenniste che mettono sotto contratto in termini di empatia col pubblico, e di probabili passaggi televisivi in corso d'anno. E così Pennetta, Vinci, Halep, Muguruza, diventano ben retribuite testimonials, non produttori alla Borg o alla Williams. Afferrato il concetto?
Alternative? Premesso che l'abbigliamento disegnato dalla signora di Macerata a molti piace, consiglierei alla signora di non lanciarsi in iniziative imprenditoriali che sono già sbagliate in premessa. Si offra come designer alle grandi casi, non pensi di combatterle dalla villetta privata di Tirrenia, frazione di Pisa.
E magari, nel frattempo, i Giorgi si rassegnino ad accettare le proposte di sponsorizzazione che ancora vengano eventualmente offerte alla Giorgi, con la modestia che s'impone ad una top-50, che forse apparirà in TV - e solo a livello nazionale - una dozzina di volte all'anno.
Tafanus
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