QUALI DOHA - Cominciamo dal più facile: sulla fogna cominciavano a gasarsi molto per la vittoria de lacami la Khromaceva, che in dodici mesi non ha vinto UNA SOLA PARTITA contro una top-70, ed è riuscita con intelligenza ed umiltà a restare fra le top 100 grazie ai punticini accumulati in un mare di ITF di fascia medio-bassa. Domani ha la Beck, e la cosa non sarà "plain as fresh water".
FED CUP - Grande partita della Vecchia Signora Francesca Schiavone, che ha addobbato alcuni errori dei suoi (banali e clamorosi) con un mare di perle. Trentasei anni, ma non li dimostrava, almeno oggi. Sara Errani si è invece offerta alla Sramkova sul servizio (tanto per toccare un argomento nuovo) subendo un mare di risposte vincenti, eppure è stata ad un passo dal farcela, nonostante i recentissimi malanni, forse non del tutto superati. Normalmente, nonostante non fosse in condizioni ideali, quando si riusciva ad entrare nello scambio, spesso portava a casa il punto. Troppo spesso ha offerto all'avversaria dei comodi assist sul dritto, che la ragazzina gioca con rapidità e velovità elevatissime.
Domani c'è da sperare in una sua vittoria contro Schmiedlova, che non ha i colpi devastanti della Sramkova, e in un miracolo della Vecchia Signora. Il doppio decisivo sarebbe un terno al lotto. Errani è stata n° uno, ma al fianco aveva una tale Roberta Vinci. Schiavone l'anno scorso ha giocato 5 doppi, perdendone 4.
La Paolini ha vinto qualcosa, ma a livelli competitivi diversi dal circuito maggiore. Trevisan non ha giocato un solo doppio in un anno.
Infine, un plauso a Paolo Lorenzi, che nonostante l'età è diventato una pietra miliare del tennis maschile: uno sul quale si può quasi sempre contare. Testardo come un mulo, non rinuncia ad inseguire fino in tribuna qualsiasi palla. A Quito accede alla finale dopo aver battuto con un secco 6/1 6/4 la tds n° 2 Ramos-Vinolas.
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