Ieri, in un baretto dove stavo mangiando qualcosa, trovo la Gazzetta dello Sport, e leggo un trafiletto di poche righe sulla sconfitta di Roberta Vinci, a Madrid, per mano di Simona Halep. Non sono le parole esatte, ma il concetto che Roberta esprimeva era, sostanzialmente, questo:
"...Naturalmente perdere dispiace sempre, ma sono contenta del gioco che ho espresso..."
Poteva sembrare una dichiarazione azzardata, ma non lo è. Oggi Simona Halep, che per un pelo non ha ceduto a Roberta nel secondo turno, accede alla semifinale del torneo di cui è campionessa in carica, rifilando a Coco Vandeweghe un 6/1 6/1, parente di primo grado di una "bicicletta. Interessante notare come, ad oggi, Roberta e Samantha Stosur siano state le uniche a perdere con punteggi dignitosi dalla Halep. In particolare, Vinci è stata la migliore delle perdenti, chiudendo l'incontro con 15 games vinti, contro 15 games vinti dalla Halep. Chi volesse farsi un'idea, può trovare tutti i risultati di Simona nel torneo:
Halep b. Kristina Pliskova 12/ 3
Halep b. Roberta Vinci 15/15
Halep b. Samantha Stosur 16/14
Halep b. Coco Wandeweghe 12/ 2
Vedo solo oggi su Repubblica, una bella intervista a Roberta Vinci. L'intervista è di Paolo Rossi (redazione sportiva di Repubblica) di un cui articolo durante il Roland Garros vinto dalla Schiavone avevo scritto - a ragione - peste e corna. Oggi, con la stessa indipendenza di giudizio, dico di aver apprezzato molto l'intervista del 25 aprile che riporto in calce.
Roberta Vinci, fantasia in campo: "Sfido la diva Sharapova con colpi d'altri tempi"
(Intervista di Paolo Rossi a Roberta Vinci)
L'omaggio della campionessa del passato Gabriela Sabatini non ha lasciato indifferente Roberta Vinci [...] Le parole di Gabriela Sabatini, intervistata ieri da Repubblica ("Roberta Vinci e Francesca Schiavone ricordano il tennis dei miei tempi, che oggi è diventato piatto e fisico") hanno ulteriormente motivato l'azzurra. "Ringrazio Gaby. Sono molto contenta di sapere che mi vede come un modello e che apprezza il mio stile di gioco".
Sabatini, una che di gesti tecnici, se ne intende...
"Bravissima, lei. Io e Schiavone abbiamo un tennis diverso, è bello che a dirlo sia una del suo calibro. Ma penso che anche i tifosi apprezzino esteticamente i nostri colpi".
Come si sopravvive in un tennis sempre più potente?
"Allenandosi tanto. Perché il gioco di noi fantasiste è più dispendioso. Non è un semplice "bum bum'". E per vincere dobbiamo essere molto intelligenti in campo, e questo comporta lo sforzo di molte energie, fisiche e mentali".
E non sempre funziona.
"Proprio così. Qualche volta va bene, e altre volte no. Ma che soddisfazione vedere queste ragazzone in difficoltà di fronte al mio modo di giocare...".
Toccherebbe tornare a giocare con le racchette di legno.
"Ah, che meraviglia sarebbe! Tutta un'altra storia. Io sarei sicuramente nelle prime dieci della classifica!".
Beh, non è che poi sia andata così male, essendo stata settima in classifica.
"Sì, certo. Ma che bello sarebbe tornare a giocare in modo che siano la fantasia e l'estro ad avere la priorità. Invece per il futuro vedo sempre più potenza".
Altre Vinci non nasceranno?
"E chi lo sa? La vedo dura, ma non è poi detta l'ultima parola. Mai dire mai".
A proposito di potenza, l'attende Maria Sharapova.
"Sabato sono atterrata a Stoccarda, ho acceso il telefono e ho letto: "Sharapova, mercoledì"'. Volevo ritornare in Italia, quattro giorni di attesa...".
E che attesa.
"Accidenti, un evento. Una roba mediatica incredibile. Se ne parla da giorni, sembra che tutti attendessero questo. E la patata bollente tocca a me. Ma alla fine mi rende orgogliosa".
In fondo ha già fatto piangere qualche altra numero uno.
"Eh, il match con Serena Williams resterà. Ma domani sarà tutta un'altra storia".
Perché? Che partita sarà?
"Non so cosa aspettarmi. Dovrò estraniarmi da tutto quello che c'è intorno
alla diva. Lei non ha nulla da perdere, la pressione è tutta mia".
Ha detto diva. In fondo la russa è una specie di azienda.
"È giusto. Ha saputo bucare il video, diventare testimonial di se stessa. E così fa parlare di tennis, anche se certe volte ritengo sia meglio non esagerare, perché troppo è controproducente. Ma che devo dire, da Serena a Maria: evidentemente è il destino che lo vuole".
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