La finale degli US Open certifica in maniera definitiva due verità.
la prima verità è che Serena ha inferto un colpo mortale alla sua immagine, e che oggi ha avuto inizio ufficialmente la fine ingloriosa di una carriera gloriosa.
La seconda verità è che quando G,B.Shaw declamava: "L’America è il solo Paese ad essere passato direttamente dallo stato di barbarie a quello di decadenza, senza aver mai conosciuto la fase della civiltà" non insultava, si limitava a "constatare".
Tutti coloro che hanno visto la finale fra Serena Williams e Naomi Osaka sa di cosa stiamo parlando. Per chi non lo sapesse, riprendiamo il bell'articolo di Riccardo Bisti su "tennisitaliano.it"
Serena impazzisce, il pubblico anche, Naomi vince
Questa partita ci ha spiegato perché, da sempre, lo Us Open viene definito lo Slam più "ignorante". Per la prima volta, una tennista giapponese vince un torneo del Grande Slam. Però ricorderemo soprattutto la follia di Serena Williams. Sì, perché di follia si è trattata. L'americana ha totalmente perso il controllo delle proprie emozioni durante il 6-2 6-4 incassato da Naomi Osaka, straordinaria e meritata vincitrice.
Tutti ricorderanno i tre “warning” incassati da Serena, forieri di un penalty game che ha portato la giapponese sul 5-3 nel secondo set.
Ma andiamo con ordine. L'oggetto del contendere è un presunto coaching di Patrick Mouratoglou. Le norme prevedono che allenatori e giocatori non possano comunicare tra loro, pena un “warning”. In avvio di secondo set, Mouratoglou ha fatto un chiaro gesto verso la sua giocatrice. Il giudice di sedia, il portoghese Carlos Ramos, ha applicato alla lettera il regolamento. Ai microfoni di Eurosport, Mouratoglou ha raccontato la sua versione dei fatti: “Ho fatto dei segnali, ma il 100% degli allenatori fa così. In una finale Slam non viene mai dato un richiamo alla prima occasione. Bastava dire di smetterla, e io avrei smesso”.
Il secondo warning è arrivato quando la Osaka ha recuperato il break di svantaggio nel secondo set. Sull'1-1, Serena aveva trovato il suo miglior tennis, cancellando una palla break e poi giocando una straordinaria palla corta sulla parità. Sullo slancio, saliva 3-1 e il match sembrava poter prendere un'altra direzione. Nel momento del bisogno, la giapponese ha mostrato le stimmate della campionessa. Risaliva sul 3-2 e Serena spaccava la racchetta, prendendosi il secondo warning.
A quel punto, iniziava a protestare in modo vibrante con Ramos: chiedeva che le fosse tolto il primo richiamo, pretendeva le scuse dell'arbitro e tirava il ballo il fatto di essere una madre. "Non ho mai barato in tutta la mia vita". In preda a un delirio di scarsa lucidità, perdeva altri due game e finiva sotto di un break.
NAOMI VINCE, POI SI SCIOGLIE - La giapponese era intimidita da una situazione più grande di lei. Ha pianto dopo il matchpoint, ha pianto quando è andata ad abbracciare il suo clan, ha pianto anche nelle prime fasi della premiazione. È stata consolata da Serena prima di farfugliare due banalità a Tom Rinaldi, arrivando addirittura a ringraziare un pubblico che era stato profondamente irrispettoso nei suoi confronti. È finita così, con l'immagine che avrebbe dovuto essere nelle prime pagine e nelle home page, mentre probabilmente gli scatti delle sfuriate di Serena Williams avranno maggiore risonanza. Faceva tenerezza, Naomi, quando posava con il trofeo, con un plotone di fotografi davanti a sé. Non sapeva cosa fare, si guardava intorno spaurita. Per lei, ciò che conta è non aver tremato quando la palla scottava e la racchetta pesava quintali. Il tempo è galantuomo e le conferirà il giusto merito per aver giocato un grande match, soprattutto nel primo set, in cui ha spesso punito Serena con grandi soluzioni da fondo campo, ottima regolarità e una fase difensiva sorprendente. Perso il primo game, ne ha vinti cinque di fila facendo capire che sì, in campo c'era anche lei. E che aveva tutta l'intenzione di vincere. Ha dimostrato di essere grande nel secondo set, sia quando ha evitato che il match prendesse un'altra direzione (recuperando da 1-3 a 4-3), sia quando si è trovata a servire per il match in una situazione totalmente surreale. Ha messo in ghiaccio il cervello, salvo poi sciogliersi in modo infantile – e per questo tenero – quando ha realizzato che il suo successo non era stato apprezzato a dovere, che gli americani avevano stabilito che questa vicenda aveva un colpevole: Carlos Ramos.
Difficilmente dimenticheremo questa finale. Di certo, Serena continua a non avere un buon rapporto con gli arbitri. Del putiferio del 2009 abbiamo già detto, poi ci sono anche i furti subiti nel 2004 durante la semifinale contro Jennifer Capriati (il match che diede un'accelerata all'utilizzo di occhio di falco), e la sfuriata contro Eva Asderaki nella finale del 2011 con Samantha Stosur, quando le fu contestata la violazione della “hindrance rule”, ovvero la “palla disturbata”. Questi match hanno avuto un unico comune denominatore: li ha persi. Per questo, avrebbe dovuto restare calma e non lasciarsi travolgere da un'onda emotiva inaccettabile per una giocatrice così forte ed esperta. L'aggancio a Margaret Court, dunque, è fallito ancora una volta. Ci proverà ancora. La stella di Naomi Osaka era già nata qualche mese fa: in un surreale pomeriggio a New York, invece, ha iniziato a brillare. Il tempo laverà via anche le nuvole. E tutti capiranno, anche gli avventori dell'Arthur Ashe.
(Credit Riccardo Bisti)
Caro Riccardo,
al tuo preciso, completo e puntuale diario di bordo, vorrei aggiungere alcune considerazioni sparse:
-a) seguo da tempo con simpatia Naomi, ed ero sicuro che avrebbe battuto questa Serana. Non è "senno di poi", e a chi volesse accertarsene sono disposto a spedire una scansione dalla mia pagina di scommessine su bwin: scommettevo sulla Osaka già da due giorni. Il perchè è presto detto: è da alcuni mesi che la Osaka fa - e lo fa bene - tante cosine che Serena, appesantita dagli anni, dalla maternità, da un lungo stop - non riesce più a fronteggiare come una volta. Una per tutte: o Serena chiude lo scambio su pochissimi colpi, oppure - se trova una precisa e potente nel disegnare il campo, come la Osaka - o non arriva sulla palla, o ci arriva male e butta la palla da qualche parte.
-b) Il tempo è dalla parte delle ventenni di talento. Gli anni regalano loro muscoli, resistenza fisica e psichica, capitale tecnico e strategico, e tolgono alle veterane fiato, fame, resistenza fisica. Credo che anche per Serena sia arrivato il momento di lasciar perdere.
-c) Sulla tamarraggine del pubblico americano concordo con quanto scritto dal mio "collega" G.B.Shaw sugli americani in genere, e su quello che hai scritto tu sul "pubblico più ignorante " (hai usato un linguaggio gentile, al quale non mi sento vincolato). Io, appena posso, di quel pubblico di vaccari arricchiti ricordo il peggio:
Ricordo ad esempio il 2013, quando la Divina Sculettante Camila Giorgi, opposta alla normale Roberta Vinci - aveva vemtimila vaccari daalla sua parte, pur essendo entrambe straniere per loro. Ma vuoi mettere??? Una sculettava esibendo il punto focale del lato B, l'altra giocava come fosse a Palermo, con un castigato abitino di serie della Nike... Applausi scroscianti dei vaccari anche sugli errori gratuiti della Vinci, e persino sui (pochi) doppi falli. La Vinci, frastornata, intimidita che in un amen va sotto 1/4. Poi "la frastornata" si incazza, decide di far vedere che c'era anche lei, e... ricordate come sia finita la partita? Vince "La Ragazza della Porta Accanto" 6/4 6/2. Il che, significa che da quando ha iniziato ad incazzarsi, in un amen ha inferto alla "Lolita 'de noantri" un parziale di 11 punti a 1: quasi una bicicletta... La Vinci è meglio non provocarla... Chiude la partita con un urlo bestiale, che molti trombettieri della Giorgi hanno deciso fosse rivolto tamarrescamente alla Divina, mentre era invece rivolto ai 20.000 che per più di un'ora l'avevano massacrata di tifo contrario). Ricordo una tizia che ci aveva provato per i primi quindici, con troppi "aide" e troppi "sorrisetti+piroetta" irridenti, a mandare la Vinci fuori di testa, uscire lei, alla fine, dal campo (Montreal 2012) con le lacrime agli occhi, e con uno 0/6 0/6 (unico assaggiato in carriera). La tizia si chiamava Ana Ivanovic.
Ricordo la mitica semifinale fra Serena Williams che aveva quasi raggiunto il sogno della vita (il Grand Slam era a due passi) e la stessa Vinci. Stesso tifo tamarro; la Vinci che perde in un attimo 2/6, e inizia sotto di un break anche il secondo set. Partita finita? Mai dire mai. Da quel momento, "aiutata" dai vaccari che le tifavano contro, la Vinci sfodera un tennis che nessuna "academy" potrà mai insegnare. E quando piazza quella mitica demi-volée smorzata, incrociata, lancia il suo urlo, che passerà alla storia: "Applaudite anche me, CAZZO!"... La Williams che ogni volta che azzecca - sempre più raramente - un vincente, lancia urla subumane, e la faccia diventa simile a quella di un rottweiler...La Vinci che infila dei colpi sempre più maestosi, e alla fine infrange il sogno della vita di Serena: 2/6 6/4 6/4, e storica finale "all italian" all'orizzonte". Eppure quella volta - non essendoci nessuna decisione arbitrale da assumere a pretesto della bagarre, i vaccari non fischiano e non fanno Buh. E alla fine saranno conquistati anche loro dalla spigliatezza, dalla simpatia contagiosa, dalla "recitazione" della nostra Anna Magnani con racchetta (ma erano già stati conquistati dal suo incredibile tennis)...
Ancora un attimo di pazienza, perchè non possono passare indenni le "pisciate fuori dal vaso" che ho sentito a profusione. Scegliamo fior da fiore
Serena Williams 1 - Il coaching non c'è stato, comunque io non l'ho visto - Signora Poco Serena, il coaching c'è stato, e persino Mouratoglou lo ha ammesso (ma solo dopo che il video è diventato virale in rete). Il regolamento non prevede (perchè non è possibile stabilirlo) se lei lo abbia visto o meno. Il regolamento dice che il coaching è VIETATO, e va sanzionato con un worning. E' quello che ha fatto Ramos, che non le ha rubato nulla. Avrebbe rubato invece qualcosa alla Osaka se non lo avesse fatto
Serena Williams 2 - Se fossi stato un uomo, non mi avrebbe dato il worning (teoria subito fatta propria dalla mummificata Jane Bill King, che ha risfoderato il suo vetero-femminismo) - Niente di più sbagliato. Ho visto dare worning a uomini e donne. Chi non desidera essere sanzionato/a, ha un metodo sicuro: rispettare il regolamento.
Serena Williams 3 - Al secondo worning per "racket abuse" (obbligatorio) la Poco Serena pianta all'arbitro un bordello immane, chiedendo che venga "rimosso" il primo worning. Ma la signora si è mai imbattuta nel regolamento WTA??? Non esiste, l'istituto della "rimozione". E poi, perchè avrebbe dovuto?
Serana Williams 4 - Pretende l'intervento del supervisor, che arriva, ascolta, e da giustamente ragione all'arbitro.
Serena Williams 5 - Non ancora paga, a questo punto da del ladro a Ramos, e arriva puntuale il terzo worning e il penalty point (obbligatorio). Il punteggio passa da 4/3 Osaka a 5/3 Osaka. Serve Williams e si va 5/4 Osaka; serve Osaka, e con un game impeccabile (che comprende un ace e due prime vincenti) si porta a casa gli US Open.
Mouratouglu 2 - Solo dopo essere stato smascherato dalle telecamere, questo tizio ammette di aver fatto coaching, ma ne inventa un'altra: non si da mai un worning al primo coaching... Ramos avrebbe potuto dirmi "birichino, non farlo più"... Mouratouglu non ci citerebbe l'articolo del regolamento che prevede il perdono al primo coaching?
Serena Williams 6 - la Poco Serena tira fuori la faccenda di essere madre. Lo sono in tante. Se essere madre e giocare le pesa, smetta. Altrimenti giochi, rispettando le regole che valgono per tutti.
Delusione Wilander 1 - Mats Wilander mi è piaciuto quasi sempre. Oggi NO. Ha infatti adottato una strana teoria: la colpa dell'insulto della Williams all'arbitro è in parte colpa sua, perchè avrebbe dovuto "tranquillizzare" la Williams", spiegarle "ma guarda che io ti sono amico", e belinate di questo genare. Mats, certi sistemi forse sono in uso in qualche campetto estivo della FIT, ma stiamo parlando di uno dei 4 maggiori tornei al mondo, te l'hanno detto? E qualsiasi trattamento "preferenziale" alla padrona di casa sarebbe stato un danneggiamento della sua avversaria.
Serena Williams 7°, last and least - Serena Williams, fra le prodezze di questa giornata infausta, può annoverare alche la peggiore, la più cattiva: quella di aver irrimediabilmente rovinato, nella vita di una ragazzina di vent'anni, quella che avrebbe potuto essere - e non è stata - la giornata più bella della sua vita.
Una promessa gliela devo, Signora Poco Serena: da oggi - per quello che gliene può fregare - sarò uno dei più attenti e feroci critici dei suoi prossimi exploit che certamente non mancheranno, visto che ritiene di essere l'azionista di controllo del tennis universale.
Tafanus
P.S.: Apprendo adesso che la USTA ha multato Serena Williama (e non Ramos) per 17.000 dollari. Avete capito bene: un terzo del prize-money che gli US Open pagano ai 128 giocatori che giocano il primo turno. Ce la farà la Signora Williams, a far fronte, o devo organizzare una colletta online?
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