Alcuni passaggi di questo recente articolo di Teo Parini, dell'autorevole TicinoNotizie, sulle "magnifiche sorti e progressive" di Melania Delai, fanno il paio con l'articolessa di Semeraro su La Stampa del 2/7/2012 dedicato ad un mostro sacro nascente: Camila Giorgi, titolare del prestigioso traguardo di un quarto turno a Wimbledon, nell'ormai lontanissimo 2012. Quarto turno ottenuto battendo al primo turno una Pennetta già sulla soglia della sala operatoria, e di una Petrova decisamente avviata sul Viale del Tramonto.
Dello sciocchezzaio di Semeraro annata 2012 parleremo in fondo al post: per ora vi basti sapere che nelle sue articolesse del luglio 2012 riportava - culturalmente "arrapato" - di una ineffabile Giorgi che dava per inevitabile il fatto che sarebbe stata presto, molto presto, la numero uno al mondo. E Semeraro, anzichè liquidare questa dichiarazione con una risata, la prendeva sul serio, e scriveva articoli che erano dei veri e propri madrigali d'amore.
Ora la storia si ripete con la diciannovenne Melania Delai (incolpevole, perchè non è stata lei a dire la sciocchezza di turno, ma il famoso giornalista Teo Parini), che è pronto a mettersi in gioco personalmente, pronosticando la Delai sicura vincitrice di Wimbledon. ENTRO 5 ANNI. Non uno di più. E ci crede talmente tanto, che promette: se sbaglio, mi ritirerò dal giornalismo sportivo. E a me viene in mente tale Matteo Renzi da Frignano sull'Arno, che aveva giurato: "se perdo il referendum costituzionale, mi dimetto non solo da Presidente del Consiglio, ma anche dalla politica". Come è sotto gli occhi di tutti, Renzi non si è dimesso da nulla, ma "è stato dimesso dalla politica" dagli elettori: dei 40,8% dell'epoca "marchetta 80 euri", ne sono rimasti 2,8%. Un trionfo.
Lo scrivo per l'ultima volta: non sono e non sono stato io a volere il male dei nostri giovani virgulti, ma sono e saranno, sempre, i beceri fans' club, e gli incensatori troppo frettolosi come i Semeraro, i Panatta, i Parini, gli Spalluto. Il motto del Tafanus è sempre stato questo:
I FATTI separati dalle PUGNETTE
Ma veniamo ad alcuni passaggi di questi dannosi madrigali, iniziando dal recentissimo sonetto di Parini (in color seppia le mie osservazioni).
DA TEO PARINI - Cominciamo dall’attualità. Coach Massimo Sartori entra a far parte del nutrito team di Melania Delai, la tennista che entro cinque anni a partire da ora diventerà la regina di Wimbledon. E se non dovesse succedere, ma succederà, noi di Ticino Notizie – parafrasando Rino Tommasi, il nostro Maestro – la smetteremo di raccontare il tennis.
Iniziamo con lo smontare una balla sesquipedale: l'idea che Massimo Sartori "sia entrato a far parte del nutrito team di Melania Delai" è di una stupidità abissale. Diciamo, per separare i fatti dalle pugnette, che la Delai è entrata nella Accademia Horizon di Sartori, che conta su una decina di giovani allenatori? Vede, geniale Parini, Sartori, parlando della sua Horizon, fa tre soli nomi di giocatori "coached" la lui: Seppi, Cecchinato, Fabbiano. Controlli, se crede, su QUESTA INTERVISTA rilasciata da Sartori a Supertennis. La Melly frequenta l'accademia Horizon di Sartori, come altre decine di giovani tennisti. Coach è chi segue le sue tenniste in quasi tutti i tornei (Furlan per Paolini, Santopadre per Berrettini, Cinà per la Vinci, etc.). Mi riesce difficile vedere Sartori al 15.000 di Monastir a fare il coach di Melania Delai. Cerchiamo di non perdere il senso delle proporzioni. Segue il madrigale:
Considerando quanto ci piaccia farlo, si può comprendere la fiducia che riponiamo in lei e in chi ne orienta il cammino. Gaudenti in Church Road, allora, ci strafogheremo di fragole sommerse da panna o sorseggeremo del tè britannico con una venatura di latte, versato per primo nella tazza alle cinque di pomeriggio in punto, mentre dall’alto del campo centrale più famoso del tennis, in compagnia, forse, di Gianni Clerici e sicuramente di mamma Monica, osserveremo una bella storia di sport e di vita, che poi sono la stessa cosa per chi ha compreso i segreti di entrambi.
Per i non addetti ai lavori, dunque solo parzialmente assolti, Melania detta Melly è una giovane tennista professionista classe 2002 che nel corso di questa stagione riscritta dal virus ha compiuto almeno tre passi giganti verso ciò che verrà. Uno: a Roma, sui campi degli Internazionali d’Italia, si è presa lo scalpo, il primo che non si scorda mai, di una giocatrice inclusa tra le migliori cento del ranking mondiale (per la cronaca, la 83 Hibino), certificando un sopraggiunto livello di gioco che per una diciottenne, o quasi, odora diffusamente di gloria.
Vede, amico, la Delai non è una "diciottenne, o quasi" , ma, essendo nata nell'ottobre 2002, è una diciottenne tout-court, non "quasi". La gloria non si conquista battendo una top-100, ma con la reiterazione di buoni risultati. Non ha conquistato la gloria Larcher De Brito (che ha eliminato a Wimbledon la miglior Sharapova al primo turno), e non l'ha conquistata tale Borroni, che aveva battuto a Roma Kafelnikov, per poi sparire. Ha battuto una top cento? Certo: la 83 Hibino. Ma dimentica di dire che per chi secondo lei vincerà Wimbledon, non è un ottimo viatico perdere, negli ultimi tempi, da Meliss 510, Vismane 520, Zheng 630, Hennesmann 867, Avdeeva 945, Kobayasui 1030, Khirin 1132... Signormio, conosce molte giocatrici top 1200 che abbiamo poi vinto Wimbledon? Ci faccia la lista.
Due: Robertina Vinci, la più talentuosa giocatrice italiana da quando il tennis lo si vede a colori, si è innamorata di lei al punto da scendere in campo nelle vesti di allenatrice, amica e consigliera. Come se per un aspirante chef, Barbieri decidesse di scomodare tre stelle del proprio inesausto sapere culinario, un’investitura.
Vede, signor mio... il grande rapporto con Roberta Vinci è stato un coaching di ben tre giorni. La fonte? il sito della stessa Delai
Tre: l’interessamento dei media, la crescente popolarità e i risultati lusinghieri ne hanno accentuato i lati distintivi del carattere. Era umile, disponibile e gentile, prima, e adesso lo è ancora di più. Controtendenza che inorgoglisce in un mondo, quello della competizione, funestato da spacconi e cattive maniere. Che dire, dodici mesi forieri di certezze, ma lo sapevamo già.
Signor mio... a proposito di spacconeria: non è da spacconi affermare che una 630, che perde spesso da ragazze classificate peggio di lei, "vincerà sicuramente Wimbledon entro 5 anni ??? Da dove ricava questa certezza? Atto di fede o assoluta incompetenza in materia tennistica?
[...] E così Bertoldero si è preso – e si prende – il tempo necessario per arricchire di frecce la faretra di Melly. Per provare a scardinare in un futuro prossimo la Osaka, o la prossima campionessa di riferimento che verrà, sono due le strade percorribili: tirare più forte sbagliando di meno o avere più soluzioni di qualità per le mani; si può allora essere Gauff (fortissima) o essere Barty (abbacinante). Melly ha stabilito che il target è quello di saper fare, con qualità, più cose possibili, il piano B che invece non possiede la formidabile Camila Giorgi [...]
(Camila Giorgi chi? Quella che troppo frettolosamente si era ed era stata pronosticata n° 1 al mondo? O quella che attualmente fatica a restare in 80ma posizione? Vede come possa portare sfiga fare certe affermazioni? Io, anche se fossi convinto che la Delai vincerà Wimbledon entro 5 anni, terrei per me questa convinzione: per non gonfiare la ragazza come una rana, e per scaramanzia...)
Un consiglio: preparate l’abito della festa. Il tempio di Wimbledon ha un inviolabile protocollo e farsi trovare impreparati è sempre un errore imperdonabile.
E ora veniamo alla storia che non insegna nulla
Giorgi, la nuova italiana -"Sarò presto la numero 1"L'esordiente oggi agli ottavi di Wimbledon

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