"...Voce dal sen fuggita più richiamar non vale; non si trattien lo strale, quando dall'arco uscì..."
(Pietro Metastasio, Ipermestra, Atto II, scena I)
A volte capita di farla fuori dal vaso. Un attimo di distrazione, et voilà!... Succede che due anni fa, ad una autorevole rivista sportiva - Vanity Sport" - sia scappato il piede dalla frizione, e abbia partorito questa demenziale pagina, che mostra le "Magnifiche Venti" dello sport italiano. Le "Magnifiche 20", che "quest'anno vogliono lasciare il segno"
Ora, io capisco che si possa mettere Sofia Goggia al n° 4 in questa classifica, Federica Pellegrini al n° 5, o Tania Cagnotto al n° 9. Guardate le tabelle in calce per capire cosa hanno vinto in carriera le summenzionate:
Sofia Goggia
Tania Cagnotto
Federica Pellegrini
Fatti i conticini?
Sofia Goggia: 39 medaglie
Tania Cagnotto: 69 medaglie
Federica Pellegrini: 66 medaglie
Ci starebbe anche una menzione alla Delai, non foss'altro che per il coraggio. Ma assegnarle il n° 1 in questa graduatoria? Non si può definire né un premio alla buona volontà ed ai buoni propositi, né alla carriera, della quale siamo sempre in attesa. Ecco... Assegnare la prima piazza in questa "Hall of Fame" ad una volenterosa giocatrice che finora ha vinto (e scusate se è poco) il prestigioso W15.000 di Solarino, a me è sembrata una cosa più ridicola che scandalosa. Con questo metro di giudizio, perchè Melania Delai e non, ad esempio, Lisa Pigato, che pur essendo di un anno più giovane ha vinto di più???
Purtroppo, anche se il prestigioso "VanitySports" non può essere oscurato (che facciamo, mandiamo al rogo tutte le copie cartacee messe in circolazione, e tutti i links in rete?), chi cura l'immagine di questa ragazza avrebbe potuto evitare di attrarre critiche come questa, risparmiandoci di trovare ancora questa perla in bella evidenza sul sito della Delai, due anni dopo la sua improvvida pubblicazione. Come scolpì, appunto, Metastasio...
"...Voce dal sen fuggita più richiamar non vale; non si trattien lo strale, quando dall'arco uscì..."
AGI - E adesso, pover uomo? È il titolo di un bellissimo e tremendo romanzo di Hans Fallada incentrato sulla perdita, di tutto o quasi. Temi certo assai più aspri e meno digeribili del divorzio Riccardo Piatti-Jannik Sinner; ma il concetto di perdita è quello dominante. Solo resta da chiarire chi sia il soggetto che perde, o almeno che perde di più: il coach Riccardo o il top player Jannik?
Il divorzio (non ancora annunciato ufficialmente ma quasi) è arrivato come un fulmine a ciel sereno ma diciamo che qualche nube all’orizzonte si era già vista. Reperto numero 1: Jannik che contro Tsitsipas a Melbourne (primo caso pubblico nella storia della loro partnership) dice a Piatti dal campo “calmati c…o)”. Reperto n. 2: Jannik che annuncia pubblicamente che ci sarà un supercoach che entrerà a far parte della suo team. Si favoleggia di McEnroe e della Sharapova che a Bordighera da Piatti si è allenata alcuni mesi prima di annunciare il suo definitivo ritiro. Riccardo che non la prende benissimo. Reperto n. 3: in un’intervista al Corriere della Sera SupeMac si dice pronto a consigliare l’italiano “per farlo diventare più cattivo”. Riccardo lascia trapelare (fatto unicissimo per lui) un certo disappunto.
Riccardo Piatti
Lo strappo fra i due ha il sapore ineliminabile di una uccisione del padre. Ruolo che Piatti ha rivestito nei confronti di Jannik da quando questi era un bambino. Il problema è che si tratta di un rischio enorme per il giocatore. Che a vent’anni sarà anche un top ten: ma il cui gioco necessita di urgenti interventi per evitare da un lato di diventare prevedibile e dall’altro di vedersi sorpassare da giovani ancora più potenti e fors’anche più dotati (vedi Alacaraz) che potrebbero sminuire l’appeal mediatico del nostro oltre che vincere titoli major prima di lui.
Riccardo ci perde? Certo. Negli ultimi anni l’Accademia di Bordighera è diventata Sinner-orienteed, nel senso che l’intera organizzazione del centro verteva sulle esigenze del suo giocatore più rappresentativo. Avrà voglia Piatti di ricominciare una nuova avventura con un nuovo allievo?
Che la rottura sia avvenuta per motivi di programmazione e strategia è possibile. Riccardo esigeva una schematicità di gioco che il giovane post-adolescente Sinner può avere alla fine mal sopportato. Il che però farebbe a cazzotti con la tesi, sostenuta da molti, che il giocatore avrebbe voluto Piatti al suo fianco sempre mentre Riccardo, si sa, già amava poco spostarsi quando aveva vent’anni di meno; figuriamoci oggi. Ma se vuoi staccarti da un padre non desideri di averlo in tribuna impegnato a teleguidare ogni tuo colpo, giusto?
E se fosse che altri fattori si sono agitati sottotraccia? Il prodotto Sinner è gestito da StarWing, società di management sportivo di proprietà di Lawrence Frankopan che cura fra gli altri anche gli interessi di Goran Ivanisevic, da “ombra” di Novak Djokovic. Il che potrebbe essere anche una coincidenza ma certo è che il primo obiettivo di una società che deve sottoscrivere contratti è fare in modo che il suo assistito abbia la massima visibilità possibile. E se un supercoach “globale” (McEnroe, Becker, Norman, Mouratoglu) fosse un’ipotesi assai ben vista dagli uomini di marketing ma certo assai meno accettabile da Riccardo?
Le domande sono tante e presto troveranno una risposta. Ma ce n’è una più pressante delle altre e che condizionerà presumibilmente il futuro del giocatore: se non c’è Piatti, chi consiglierà Sinner sulle mosse da fare per il domani? E chi lo farà avrà a cuore in primo luogo la crescita del giocatore? Bella domanda.
Ringraziamo Antonella Piperni per questa notizia - ancora da riscontrare - e ipotizzando che corrisponda a verità, non possiamo fare a meno di avere qualche dubbio, e di porci e porre delle domande.
-A) Piatti è magico? No, è un essere umano. Vero, ha portato Sinner in top-ten, ma è anche un coach che ha rotto unilateralmente il rapporto con Samsonova dopo Wimbledon 2016, quando Ludmilla navigava fra la 1000° e la 800° posizione, e ora è al n° 34 al mondo.
-B) Moratoglou??? dopo tutto quello che è successo fra lui e il clan Giorgi? Vi prego di leggere questo articolo, che dovrebbe uccidere in culla questa idea balzana. Moratouglou "ha già dato", e credo che non sia a caccia di altre follie. Moratouglou in vita sua credo che abbia seguito settimanalmente solo la fonte di lauti guadagni Serena Williams
-C) Ipotesi Sharapova, McEnroe, Becker??? Andiamo! Cerchiamo di restar seri! Innanzitutto non è detto che un ex grande giocatore debba necessariamente essere anche un grande coach. Chi ha guadagnato in carriera quanto il PIL di una media nazione, perchè mai dovrebbe - anzichè godersi i suoi soldi - mettersi a fare e disfare valigie per assistere da vicino chicchessia, col rischio di rompersi le palle, e di non portare a casa risultanti grandi come la loro immagine? Qualcuno mi può fare l'elenco dei giocatori e delle giocatrici ex top-five dedicatisi con successo, una volta appesa la racchetta al chiodo, al lavoro di coach vero?
-D) Sharapova??? Per far cosa? Per diventare esperti nell''uso (e nell'abuso) di Meldonium? E cosa mai dovrebbe imparare Sinner dalla Sharapova???? Questa è l'idea più balsana che sia circolata, e per trovarne una così è necessario cercare col lanternino nei corridoi bui di certi siti di tennis, che partoriscono a getto continuo ipotesi idiote, con sprezzo del ridicolo! Ma se l'ipotrsi Sharapova non suscita ilarità, perchè allora non ipotizzare Serena Williams? Ve li imaginate, Sinner e Serena, passare insieme una quarantina di settimane all'anno?
Diciamolo con franchezza: se fra Sinner e Piatti c'è qualche incompatibilità caratteriale, non ci sono valutazioni razionali che tengano. Se invece Sinner ha bisogno di una balia asciutta che lo segua anche a Portorose, allora non deve rivolgersi ad un 64enne, che ha anche il diritto di essere stanco, ogni tanto.
Come si può intuire, la situazione non è semplice. Sarebbe comico se Sinner facesse, all'incontrario, la strada della Raducanu. A buon intenditore, poche parole.
P.S.: Devo, per onesta, dire alla peraltro brava Antonella Piperni che ipotizzando una statura di Alcazar superiore a quella di Sinner, denuncia di non aver mai svolto un confronto analitico fra l'attività di Alcazar e quella di Sinner. Vogliamo vedere contro chi hanno vinto o perso nelle ultime 20 partite?
ALCAZAR - Ha battuto 12 giocatori con classifica media 132. Ha perso da 8 giocatori con classifica media 98. Il suo rapporto W/L è stato di 60/40.
SINNER - Ha battuto 16 giocatori con classifica media 95. Ha perso da 5 giocatori con classifica media 24. Il suo rapporto W/L è stato di 73/27.
Infine, per prevenire chi volesse ricordarmi che Sinner ha 21 mesi più di Alcaraz, sono andato ad analizzare le partire di Sinner più vecchie di 21 mesi, per rendere omogeneo il confronto per età. I dati di Sinner erano i seguenti: Rapporto W/L 70/30 - Classifica media degli sconfitti: 66 - Classifica media dei vincitori: 33.
P.S.: con calma (sono stanco) partorirò un controllo statistico sui risultati di Raducanu prima e dopo il frettolosissimo (e poco riconoscente) abbandono del coach Andrew Richardson, che la aveva accompagnata dal 2013 fino alla vittoria degli US Open, per Torben Bletz, "licenziato" dalla incostantissima Kerber. Dicono le cronache che nell'ultimo incontro disputato dalla Raducanu (e primo dell'era Bletz) la Raducanu abbia perso da tale Daria Seville, n° 611 WTA. Chi ben comincia, è alla metà dell'opra.
Sul Carneade Simone Vagnozzi (nuovo coach di Sinner) scriverò un post. Per ora mi limito a divertirmi grazie ad un impagabile articolo di Mediaset Sport, che celebra la vittoria di Sinner col titolone "Buona la prima", per aver battuto, con una fatica incredibile di quasi tre ore, in tre interminabili set, tale Davidovic Fokina, che gli paga una quarantina di posizioni nel ranking.
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