Ormai è una regola non scritta, ma assolutamente da osservare. Ai cancelli d'ingresso di un qualsiasi torneo di tennis che si rispetti, ci si presenta col biglietto d'ingresso, il certificato vaccinale, e l'inguardabile cappelluccio-scolapasta. Qualcuno lo chiama "da baseball", qualcuno "da golf", qualcuno "da tiro a segno", pochi "da tennis", ma non ha importanza la destinazione. Non ha assolutamente nessuna utilità (se non per gli sponsors e i produttori e/o commercianti), essendo un supporto ideale - perennemente inquadrato in "PPP" (primo piano ravvicinato) - per il logo di produttori d'altro.
Hanno qualche utilità? Nessuna, che non possa essere gestita meglio da mezzi autarchici più semplici, utili, e meno dannosi. Non servono come parasole, visto che viene usato anche in giornate prive di sole, e visto che a questa funzione risponderebbe meglio una semplice visiera regolabile (e visto che tanti, mettendo lo scolapasta orientato all'indietro, certificano che per la visione sono solo un fastidio, che spesso limita la c.d. "visione periferica". Non servono a proteggere da temperature estreme, visto che chi è sotto contratto (o sotto schiaffo?) lo scolapasta lo porta sia sotto i 40 gradi di Melbourne, che sotto i 12 gradi di Belgrado. Serve a fermare l'invasività di una chioma troppo fluente? Tale Borg risolveva con una semplice fascetta si spugna elasticizzata, che fermava i capelli fuori dagli occhi, ma non l'aria, che poteva accarezzare beneficamente il cranio. Altri, con eleganti bandane autoprodotte...
No, lo scolapasta serve solo a chi lo produce, a chi lo vende, e a chi incassa "qualche dollaro in più" per sottomettervisi.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Qualche tempo fa, passando per l'ennesima versione del sito di vendite (tentate) online di Camila Giorgi (giomila.it), avevo scoperto (e ne avevo anche scritto) che la presunzione della ragazzotta sulla resistibile forza commerciale della propria immagine, aveva portato lei e i suoi cari a mettere in vendita gli orrendi scolapasta a prezzi superiori (e spesso di parecchio) ai 200 euro. Avevo consigliato al gestore (Amadeus Giorgi, noto come "fratello" e titolare del sito Giomila) di scendere a più miti consigli. Neanche un pazzo esibizionista in Italia potrebbe comprare uno scolapasta di quel genere a quasi mezzo milione di lire). Non avevo avuto risposta diretta, ma indiretta si. Dopo poche settimane, il sito di vendite virtuali mai realizzate aveva chiuso, ed avvertiva che sarebbe rinato più bello e più forte che pria.
Wait and see
Da qualche giorno il sito ha riaperto. E' sempre quello di prima, con una discreta ma insufficiente tendenza a ridimensionare il valore monetario dei propri scolapasta. Il prezzo di due mesi fa (cioè di quando ho spiegato ad Amadeus che non avrebbe venduto un solo scolapasta a 230 euro) è "crollato" (in alcuni casi di oltre il -70%). Crollato, ma non abbastanza, ove si pensi che Amazon è strapiena di scolapasta di marche ben più note di "Giomila", a prezzi che spesso non arrivano ad un terzo del prezzo del più economico degli scolapasta Giomila.
In calce, la documentazione fotografica di quanto affermo, tratta dal sito Giomila e da Amazon:
Gli scolapasta Giomila
E ora diamo uno sguardo al sito di Amazon, per vedere quale robaccia ci sia in vendita, e a quali prezzi da rapina:
Gli "scolapasta branded" di Amazon
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Non ci resta che chiederci come pensa Giomila di vendere scolapasta ad un prezzo minimo di 65 €, quando marchi accreditati da decenni di storia e di sponsorizzazioni sono in lotta fra di loro per vendere a 20 €, e talvolta a meno...
Ci siamo a lungo interrogati. Escludendo la possibilità che gli scolapasta Giomila siano prodotti in oro zecchino, restano solo alcune ipotesi: strampalate, ma non abbiamo altro:
-1) La Giomila punta sulla incomparabile simpatia della "prestatrice del nome": GioMila, alias Camila Giorgi: una fra le giocatrici più simpatiche e brave al mondo.
-2) La Giomila punta molto sul valore aggiunto dell'esistenza di una taglia unica (per capoccette e per capoccione).
-3) Che il real plus-point dello scolapasta Giomila sia allora nella preziosità del marchio??? Dietro "laserato" e davanti addirittura in palladio galvanizzato? Compreremo gli scolapasta Giomila col palladio come beni-rifugio?
Altri due o tre consigli ad Amadeus, Camila e Sergio:
-a) Non esiste capo al mondo (tranne le mutande) fatto per essere indossato in ogni stagione.
-b) Ci spieghi meglio la teoria della taglia unica fatta - generosamente - per non danneggiare belle pettinature. Alcuni malpensanti dicono che la taglia unica è fatta apposta per non danneggiare SOLO i detentori di quella taglia. Chi ha la capa più piccola o più grande è inevitabilmente danneggiato.
-c) Chi da mesi ha annunciato di voler scrivere un libro (ma ha per ora mantenuto il più stretto riserbo sul contenuto del libro stesso) dovrebbe sapere che non si scrive "per non danneggiare ne alterare belle pettinature", ma "né", con accento rigorosamente acuto.
Chiudo augurandovi la vendita di tantissimi scolapasta, specialmente della serie da 130 €. Fateglielo vedere voi, alla Nike, come si fa il marketing!
Tafanus
Ultimi commenti