Cominciamo dall’attualità. Coach Massimo Sartori entra a far parte del nutrito team di Melania Delai, la tennista che entro cinque anni a partire da ora diventerà la regina di Wimbledon. E se non dovesse succedere, ma succederà, noi di Ticino Notizie – parafrasando Rino Tommasi, il nostro Maestro – la smetteremo di raccontare il tennis. Considerando quanto ci piaccia farlo, si può comprendere la fiducia che riponiamo in lei e in chi ne orienta il cammino.
A me questo "impegno" di Leo Parini ricorda il Matteo Renzi che si impegnava a lasciare poltrona e politica se non avesse vinto il suo referendum costituzionale. Vogliamo ricordare le sue parole testuali?: “Se vince il No finisce la mia storia politica”, “cambio mestiere e non mi vedrete più”, “con che faccia potrei restare?”, “il Pd si troverà un altro segretario”.
Il Massimo Sartori coach della Melly non è stato avvistato da nessuno su nessun campo, e ora non figura neanche più nello "staff" della Melly sul suo sito ufficiale, peraltro fermo a marzo 2021 (fermo da 17 mesi).
Gaudenti in Church Road, allora, ci strafogheremo di fragole sommerse da panna o sorseggeremo del tè britannico con una venatura di latte, versato per primo nella tazza alle cinque di pomeriggio in punto, mentre dall’alto del campo centrale più famoso del tennis, in compagnia, forse, di Gianni Clerici e sicuramente di mamma Monica, osserveremo una bella storia di sport e di vita, che poi sono la stessa cosa per chi ha compreso i segreti di entrambi.
Qui siamo alla poesia... Passi per il fatto che dopo aver letto questa articolessa Gianni Clerici abbia deciso di morire... Passi anche per il fatto che le fragole con panna non sono una specialità di Church Road (dove non ricordo che ci sia un solo baretto che le vende)... Resta Mamma Monica, addetta-stampa della figliola...
Per i non addetti ai lavori, dunque solo parzialmente assolti, Melania detta Melly è una giovane tennista professionista classe 2002 che nel corso di questa stagione riscritta dal virus ha compiuto almeno tre passi giganti verso ciò che verrà.
Uno: a Roma, sui campi degli Internazionali d’Italia, si è presa lo scalpo, il primo che non si scorda mai, di una giocatrice inclusa tra le migliori cento del ranking mondiale, certificando un sopraggiunto livello di gioco che per una diciottenne, o quasi, odora diffusamente di gloria.
Il "parafrasatore" di Tommasi non ci dice il nome della tennista di vertice battuta dalla Melly. Non lo ricorda, o vuole sorvolare? Rimediamo noi: il portento battuto dalla Melly è Nao Hibino. attualmente precipitata - con una discesa senza momenti di pausa, al ranking di 251. Interessante saper da chi abbia subito le ultime 10 sconfitte: Noskova 112, Bara 112, Jani 134, Selekhmeteva 170, Cadantu 172, Alves 236, Osuigwe 311 (due volte), Kinyu Gao 754, Kinyu Gao 760... Insomma, una diversamente imbattibile.
Due: Robertina Vinci, la più talentuosa giocatrice italiana da quando il tennis lo si vede a colori, si è innamorata di lei al punto da scendere in campo nelle vesti di allenatrice, amica e consigliera. [...]
"Allenatrice" ??? Melania ha trascorso con Roberta Vinci ben TRE GIORNI. Lo dice il cattivo "tafanus"? No. Lo dice il sito di Melania Delai: "Melania ha avuto l’opportunità di trascorrere tre giorni in campo con Roberta Vinci. Esperienza molto interessante e motivante per la 17enne n.24 del mondo junior che dentro e fuori dal campo ha raccolto tanti utili consigli". TRE GIORNI e si diventa "allenatrice, amica e consigliera" ???
Tre: l’interessamento dei media, la crescente popolarità e i risultati lusinghieri ne hanno accentuato i lati distintivi del carattere. Era umile, disponibile e gentile, prima, e adesso lo è ancora di più. Controtendenza che inorgoglisce in un mondo, quello della competizione, funestato da spacconi e cattive maniere. Che dire, dodici mesi forieri di certezze, ma lo sapevamo già.
Leo Parini sa sempre tutto in anticipo. Fortunati noi ad averlo scovato. L'interessamento dei media??? Cercando su google quali e quanti siano i media che mostrano "crescente interesse" verso la Melly troviamo innanzitutto Supertennis.tv, con una articolessa di tale Cristian Sonzogni che di mestiere, per sua stessa biografia, è impiegato nella famosa Dabrigum Italia: Vendita all’ingrosso di materiali da costruzione.
Poi gli altri elementi trovati nella prima schermata di google sono il sito web della Melly, la pagina facebook della Melly, la pagina twitter della Melly, e - a sorpresa - un un post del tafanus che si occupa della articolessa di "ticino news".
Un passo indietro fino all’estate del 2016. Melania a quel tempo è una ragazzina di sole quattordici primavere che a tennis, a ben pensarci, non gioca poi da così tanto tempo. Non è, insomma, una di quelle che dismesso il biberon hanno imbracciato la racchetta. Prima, infatti, altri sport ne hanno arricchito le giornate: basket, pallavolo, nuoto, ginnastica artistica.
Non ero a conoscenza dell'attività della Melly anche nel basket e nel volley. Sorprendente... Anche perchè per aver praticato il basket col CUS Napoli per un paio d'anni, ero convinto che per giocare a basket serva una struttura fisica diversa da quella della Melly (vale anche per il volley). Lo scemenzaio continua poi così:
[omissis] Sono due i pugni al plesso solare che ci stordiscono. Anzi tre. Melly, tanto per cominciare, ha una velocita di piedi e una coordinazione da ballerina del Bolshoi: questione cromosomica, o ce l’hai impressa nel patrimonio genetico o con il lavoro non è lecito attendersi miracoli. Di più, Melly ha una pulizia tecnica da scuola cecoslovacca, e chi ha ammirato visceralmente la divina Hana Mandlikova o qualche sua meravigliosa erede, Petra Kvitova per dirne una, sa di cosa stiamo parlando. Forza – così teorizza Newton – è prodotto di massa, pochina quella di Melania, e accelerazione (di braccio), molta. Morale, la palla fila come un treno, dritto e rovescio con la dovuta simmetria moderna, e risulta pesante, per chi la riceve, e leggera nel fuoriuscire dall’attrezzo. Dicotomia di non facile comprensione ma garanzia di rara non ordinarietà. Delai, annotiamo sul taccuino.
Collaboratore, in quei giorni, della prima rivista web di tennis in Italia, succede che mi gioco due spicci di credibilità investendo, moralmente s’intende, e forse per primo, un vanto, su quella giovane tennista scoperta per un caso fortuito e il risultato è una bella intervista ‘tripla’ che chiedo e ottengo di pubblicare per Natale, a mo’ di regalo per il contagioso entusiasmo ricevuto [...]
Peccato, davvero, che Teo Parisi non ci dica quale sia "la prima rivista web di tennis in Italia". E sorprendente che un simile collaboratore di una simile rivista si accorga per caso sdell'esistenza della Melly solo nel dicembre 2020 (cioè 20 mesi fa...) Già, noi che non collaboriamo né alla prima, né alla decima rivista web sul tennis, abbiamo scritto della Melly già nel 2012 Nel 2012, la Melly aveva 10 anni, e non i 18 del dicembre 2020... La più grande rivista di tennis e i suoi collaboratori avrebbero potuto scoprire la Melly prima dei 18 anni, o no?
Conosco Monica, che è la versione affabile di Judy Murray; donna, quindi, di inesauribile energia che si occupa di tutto ciò che non è strettamente connesso al playground [...]
La conosciamo anche noi... Quindi la poetica descrizione che ne fa Teo Parisi ve la risparmiamo. Poi arriva il peana sul coach:
Alessandro [Bertoldero] è uomo esigente, dunque affascinante per definizione, pochi fronzoli quando serve e un fil rouge di saggezza non solo tennistica. Ha accompagnato per mano, in passato, atleti di tutti i livelli e ha visto in Melania doti per le quali allenare è un appagante privilegio e, anche per questo, dedica tutto quel che ha in questo ambizioso progetto. Entrambi, Monica e Alessandro, si assicurano che il tennis resti per Melania intanto una gioia prima che una professione, questione di amore, rispetto per la vita e le sue fortune e tutela [...]
Anche se Teo Parisi ci informa del proposito che "il tennis resti per Melania intanto una gioia prima che una professione", dobbiamo annotare - dall'elenco sterminato di sponsorini della Delai, che anche "la professione" non viene del tutto disdegnata. Ma è giusto così, ed è invece sbagliatissimo, caro Parisi, immaginare che si possa andare in giro fra il Veneto e Monastir "per la gioia". Poi l'intervista-favola prosegue così:
[...] Tornando ai giorni nostri, sembra ieri ma sono passati già quattro anni intensi di esperienze sul campo – all’Accademia di Rafa Nadal a Manacor, per esempio [...]
Per esempio. All'accedemia di Nadal era stata annunciata la permanenza di almeno un mese. C'è rimasta una settimana scarsa, per poi correre a Monastir per un torneino. Peccato che dall'ambigua narrazione del Parisi un lettore distratto potrebbe evincere che la Melly abbia frequentato l'accademia di Nadal per anni; e peccato che questo narratore non si renda conto che chi dovesse immaginare la Melly per anni all'accademia di Nadal, difficilmente potrebbe fare una sana comparazione coi risultati raggiunti... L'articolista poi prosegue citando anche la "preziosa esperienza con Nargiso a Sanremo, senza preoccuparsi di informarci quanti mesi, o settimane, o giorni, o ore sia durata. Però ci dice quanto queste esperienze siano state...
[...] impreziosite anche da una finale ITF a Heraklion, purtroppo non disputata per via di un piccolo infortunio [...]
Dunque, impariamo un'altra cosa: che certe esperienze possono essere anche impreziosite da una finale non disputata. Il massimo! Poi così prosegue:
[...] da qualche giorno è il Tennis Club Vicenza a fare da campo base per la preparazione invernale alla scalata del 2021 della trentina azzurra. La novità è, appunto, Sartori, storico allenatore di Seppi e poi di Cecchinato, che darà manforte e ulteriore esperienza al collaudato gruppo di lavoro [...]
Dunque, Sartori inserito d'ufficio nello "staff" della Melly. Notiziona rapidamente sparita dal sito... Forse perchè Sartori ha ricordato che la Melly frequentava la sua Academy, il che non vuol dire far parte del suo staff? O ha protestato Bertoldero, che a quel punto sarebbe diventato il portaborse di Sartori? Non si saprà mai. Certo che senza una spiegazione da parte della Melly o della sua portavoce, Mom Monica, Sartori è sparito dallo "staff" senza lasciare traccia, e senza uno straccio di spiegazione da parte della Melly o della Monica.
Si prosegue poi col cercare l'alibi all'assenza del "Grande Botto" da juniores, spiegando urbi et orbi che non è detto ci debba essere per forza una correlazione fra carriera da piccoli e carriera da grandi:
Alle spalle, ancora vivida, l’ultima stagione di transizione, ottima per tanti versi – lo si è già detto poc’anzi – tuttavia senza il risultato col botto nel mondo junior che, forse, qualcuno si sarebbe aspettato [...] C’è da dire una cosa: vincere, ma anche dominare, da junior non è affatto detto costituisca la cartina al tornasole di ciò che di bello accadrà poi. Ce lo insegnano le esperienze antitetiche di Jannik Sinner e, purtroppo, di Gianluigi Quinzi [...]
Vero... però la storia non è fatta solo da Quinzi e da Sinner, ma esistono - voglio stupire Leo Parini - anche molti esempi di giocatrici che pur avendo vinto gli US Open Juniores, non si sono fatte mancare niente da grandi, visto quello che sono diventate... Non sempre vincitrici di slam senior, ma quasi sempre approdate a dignitosissime carriere senior. Dicono niente i nomi di Katerina e Magdalena Maleeva, Zvereva, Capriati, Habsudova, Davemport, Bentivoglio, Cara Black, Dokic, Bartoli, Kirilenko, Azarenka, Pavlyucenkova etc. etc.? Non voglio stancare andando a riportare anche gli elenchi tratti dalle vincitrici degli altri tre slam...
Ma il nostro esperto in notizie ticinesi non sembra essere messo benissimo neanche con la lingua italiana...
[...] Jannik il rosso, non verrà certo ricordato per le mirabilie compiute tra i giovani [...]
Vero. Come è vero che in italiano non si compiono MIRABILIE, ma MIRABILIA...
[...] Fretta, dunque, la cattiva consigliera che Melania e tutto il suo staff hanno sostituito con la pazienza di chi, conscio delle proprie possibilità e fiducioso nelle tappe da compiere, tiene sempre in mente che in una grattacielo a contare sono le fondamenta più che i suppellettili [...]
...mamma mia... Dopo le mirabilie, arrivano i suppellettili... Leo, abbia pietà di noi... Abbiamo già dovuto sopportare per mesi un giornalista di RaiNews24 che ci ha ammorbato parlandoci della coronavirus, e intervistando politici di primo piano della Sega Nord che difendevano le partite-ive, e attaccavano la sanità per l'affollamento dei pronti-soccorsi, e per l'insufficienza dei posti-letti...
Visto lo stato del suo tagliano, quasi quasi saremmo disposti a sabotare la Melly, affinchè non vinca Wimbledon nei prossimi tre anni e mezzo, se questo è il prezzo da pagare per ottenere che lei smetta di scrivere...
E così Bertoldero si è preso – e si prende – il tempo necessario per arricchire di frecce la faretra di Melly. Per provare a scardinare in un futuro prossimo la Osaka, o la prossima campionessa di riferimento che verrà, sono due le strade percorribili: tirare più forte sbagliando di meno o avere più soluzioni di qualità per le mani; si può allora essere Gauff (fortissima) o essere Barty (abbacinante). Melly ha stabilito che il target è quello di saper fare, con qualità, più cose possibili, il piano B che invece non possiede la formidabile Camila Giorgi [...]
[...] I trofei verranno, ci abbiamo scommesso e avremo modo di tributarli, ma saranno solo un di più
Egregio, un ultimo insegnamento: è impossibile, in italiano, tributare i trofei. Al massimo - se proprio vuole fare sfoggio di cultura, si possono tributare riconoscimenti ai vincitori dei tornei
Tafanus
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