Siamo grati al giornaletto della FIT (pardon... FITP) che ogni tanto si accorge che anche fuori da Tirrenia, da Volandri e dalla Garbin nasce qualcuno.
Una FIT che ha gettato al vento 300 milioni di lirette (si dice...) come "prestito sull'onore" ad una mediocre giocatrice che da 11 anni molti espertoni (non solo tifosi da Bar dello Sport, ma anche giornalisti come Semeraro) attendono come quasi certissima n° 5 e vincitrice si slam. Lo ripetiamo, con immutato rammarico: con la decima parte di quella cifra la FIT avrebbe potuto rendere possibile l'acquisizione della cittadinanza italiana a Tale Ludmilla Samsonova (che vive in Italia da quando aveva sei mesi, e tennisticamente è frutto SOLTANTO della scuola italiana: (prima Piatti, poi altri).
Se qualcuno vuole conoscere a fondo quali possano essere i vertici di cialtroneria toccati dai governanti italiani del tennis, può leggere la dettagliata storia della Samsnova su questo articolo di Ubitennis. Noi la riproporremo in un altro post, per non appesantire questo, dedicato a Federico Cinà, ed all'interesse - finalmente precoce - della FIT.
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Federico Cinà palermitano, classe 2007, è cresciuto a pane, palline e racchette.
Non poteva che giocare a tennis. Federico Cinà palermitano, classe 2007, è cresciuto a pane, palline e racchette. Figlio d’arte, entrambi i genitori, Susanna e Francesco, con un ottimo passato tennistico e con l’ultimo storico coach della tarantina Roberta Vinci.
Talento cristallino, Federico, per tutti “pallino” è uno dei prospetti più interessanti del panorama internazionale nella sua categoria. Vanta già alcuni successi in singolo e doppio a livello Tennis Europe e nella classifica itf under 18 ha collezionato i suoi primi punti lo scorso settembre al torneo di grado 4 al Ct Palermo. Inoltre ha vestito la casacca azzurra nel corso delle competizioni in ambito della Winter Cup.
A livello nazionale invece, spicca la doppietta alla Coppa Lambertenghi nel 2019 e il titolo italiano di doppio conseguito lo scorso anno a Forlì insieme al romano Andrea De Marchi contro il quale ha perso al terzo set l’ultimo atto del singolare, giocato punto su punto nonostante un fastidioso problema alla mano.
Il giovane tennista palermitano adesso è proiettato al 2021 che tuttavia è iniziato con un piccolo intoppo che ha rallentato la lunga preparazione invernale svolta sui campi del Country Time Club presso l’Accademia guidata proprio dal padre Francesco.
“L’off season è stata più lunga del solito, a causa delle difficoltà di giocare all’estero in virtù delle problematiche legate al Covid che purtroppo ho contratto a inizio gennaio, e pertanto mi sono dovuto fermare per qualche settimana – racconta Cinà – adesso sto molto meglio e non vedo l’ora di iniziare la stagione che nel mio caso prenderà il via con un torneo Tennis Europe ad Istanbul (cat.2) a metà marzo”.
Il tredicenne siciliano si allena presso la Cinà Tennis Institute. La parte tennistica è a cura del padre e da uno dei maestri dell’Accademia, Claudio Garda, mentre a curare la parte atletica è Marco Salerno.
“Sto lavorando duramente sia in campo che fuori dal campo, nello specifico sul servizio, sugli appoggi e sulla forza. Sono consapevole di dover migliorare su molti aspetti, da quello tecnico a quello fisico e mentale. Sono solo all’inizio di un lungo e faticoso percorso che spero mi porti verso grandi traguardi. Solo lavorando duro si arriva a giocare ad un buon livello”.
Nonostante la giovanissima età, Federico ha avuto modo di visitare tantissime località in Europa e nel mondo, in virtù del fatto che spesso era a fianco del padre durante la sua militanza come allenatore di Roberta Vinci.
“Ho avuto la fortuna di viaggiare molto e di vedere sempre tennis di altissimo livello, in particolare apprezzavo il modo di giocare il doppio da parte di Roberta e Sara (Errani) e non a caso amo molto questa disciplina [...]
Da un palermitano cresciuto sul rosso ci si aspetterebbe una risposta scontata su quale sia la sua superficie prediletta..
“Adoro il cemento indoor, so che è bizzarro per un ragazzo del sud, tuttavia sono del parere che un buon giocatore debba adattarsi a tutte le superfici”.
Federico si sta affacciando al mondo del tennis in uno dei periodi di massimo splendore a livello di giocatori italiani, tre in particolare sono tra i suoi prediletti.
“In questo momento sono tutti fortissimi, ho avuto l’onore di guardare dal vivo lo scorso dicembre Sinner quando sono andato al Piatti Tennis Center, ammiro anche Musetti e Fognini che conosco da diversi anni. In ambito straniero invece il mio riferimento e Nole Djokovic per il suo modo di giocare e per il suo atteggiamento. E’ un grande professionista dentro e fuori il campo”.
Troppo facile scegliere questo sport con papà e mamma entrambi con un passato da giocatori di ottimo livello.
“La scelta è venuta in automatico, sono cresciuto sui campi da tennis, vedendo fin da subito tanta qualità e questo ha influito a far crescere in me l’amore per questa disciplina. Mio padre mi dà tanti consigli, in particolare quello di allenarmi con la massima concentrazione e poi mi ripete spesso che le partite vanno giocate per provare a mettere in pratica quello che si è fatto in allenamento, senza dare importanza al risultato” [...]
E veniamo all'oggi. Mentre i maggiori siti di tennis erano intenti a certificare "magnifiche sorti e progressive" ai nostri supercampionissimi, siamo fuori da TUTTO (singolari e doppi, maschili e femminili). E mentre stiamo ancora discutendo di quanto fosse probabile magari avere una finale degli AO tutta italiana, ci accingiamo a vivere una settimana che sarebbe di "vuoto spinto", se il nostro interesse per il tennis non fosse tenuto in vita da due giovanissimi.
Parlo (con speranza più che con certezze) di Federica Urgesi, del suo tennis classico, delle sue scelte tattiche quasi sempre perfette, del suo modo di stare i campo, senza pugnetti e senza com'on.
E parlo (con certezze più che con speranze) di Federico Cinà, che grazie a Discovery+ per la prima volta vedo giocare in video di alta qualità. Il ragazzo sta mantenendo le promesse che per una volta la FIT aveva correttamente pronosticato. Federico è un Figlio d'Arte. Suo padre è Francesco, per anni impagabile coach di Roberta Vinci, ed ex giocatore a livello 500 ITF; e sua madre è Susanna Attili, ex 400 wta in singolare, e 131 in doppio. In questa situazione, il modello ispiratore di Federico non poteva che essere Roberta Vinci, da anni professionalmente figliastra di questa coppia.
Oggi Federico ha 15 anni e 10 mesi, è ancora in corsa in doppio agli Australian Open, e sta giocando un tennis superlativo. Dai colpi che gioca, e da certe impagabili scelte tattiche, rivedo la Vince n° 7 all times di doppio al mondo per permanenza al n° 1 al mondo della specialità.
Ho prodotto un pot-pourri dell'ultimo doppio di Federico Cinà in doppio agli AO. Spero che Eurosport e Discovery+ mi perdonino questo furto, visto che non hanno prodotto gli HL della partita (attendere circa un minuto perchè il video sia caricato):
I colpi più belli di Federico Cinà
Tafanus
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