Vero che le colpe dei padri non possano ricadere sui figli, ma è anche vero che ai figli nessuno impone di inventarsi storie fantasiose per sminuire un comportamento ignobile dei padri. E Djokovic figlio questo ha fatto: una arrampicata su uno specchio insaponato per difendere n comportamento indifendibile del padre, Srdjan, immortalato dai media come entusiasta partecipe di un gruppo di tifosi filorussi e pro-Putin agli Australian Open.
Un gruppo che - tanto per toglierci ogni dubbio - esibiva anche una enorme "Z", simbolo della "Operazione Speciale" contro l'Ukraina. Caro No-vacs Djokovic, smetta di difendere l'indifendibile. Il suo paese si è già distinto una volta per crudeltà. Conosce la storia del suo paese? No? E allora si comperi un bignamino che le spieghi cosa significa nella storia moderna la parola "Srebrenica"...
Non ha tempo per queste quisquilie? Glielo ricordiamo noi, così non sottraiamo tempo ai suoi leciti festeggiamenti:
Il massacro di Srebrenica è stato un genocidio di oltre 8000 ragazzi e uomini musulmani bosniaci, avvenuto nel luglio 1995 nella città di Srebrenica e nei suoi dintorni, durante la guerra in Bosnia-Erzegovina.
La strage fu perpetrata da unità dell'Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina guidate dal generale Ratko Mladić, con l'appoggio del gruppo paramilitare degli "Scorpioni", in quella che al momento era stata dichiarata dall'ONU come zona protetta, e che si trovava sotto la tutela di un contingente olandese dell'UNPROFOR. I fatti avvenuti a Srebrenica in quei giorni diedero una svolta decisiva al successivo andamento del conflitto.
Una sentenza della Corte internazionale di giustizia del 2007, nonché diverse altre del Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia, hanno stabilito che il massacro, essendo stato commesso con lo specifico intento di distruggere il gruppo etnico dei bosgnacchi, costituisce un "genocidio". Tra i vari condannati, in particolare Ratko Mladić e Radovan Karadžić (all'epoca presidente della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina) sono stati condannati in due momenti diversi , il primo all'ergastolo, e il secondo a 40 anni di reclusione. La Corte penale internazionale dell’Aia ha poi applicato la pena dell’ergastolo anche a Karadžić. Fonte: Wikipedia
Si, lo sappiamo, in quell'anno lei aveva sette anni, quindi è innocente. Ma avrà pure letto qualche pagina della storia del suo paese, vero? Ed è anche vero che in quell'anno suo padre era un uomo, capace di intendere, di volere e di vedere, no?
Per farle un piacere, e toglierle il disturbo di documentarsi, le mostriamo noi le immagini della partecipazione a sua insaputa del suo papi alla baldraccata dei tifosi dei massacratori dell'Ukraina:
Ma se il video non è sufficiente a farle capire cosa stesse facendo suo padre - e con chi - ecco la cronaca testuale tratta da fanpage.it
Il padre di Djokovic in posa con bandiere pro-Putin e simboli banditi: “Lunga vita ai russi”
Polemiche in Australia per il video che immortala il padre di Novak Djokovic in posa con alcuni tifosi russi con magliette con la Z e bandiere pro-Putin [...]
(A cura di Marco Beltrami - fanpage.it)
Novak Djokovic sta lasciando letteralmente le briciole agli avversari agli Australian Open. Il tennista serbo ha conquistato quasi in scioltezza la semifinale del primo Slam stagionale concedendo pochissimi games anche al russo Rublev, quasi impotente di fronte allo strapotere del suo avversario. A conquistare la scena nelle ultime ore fuori dal campo e per una questione che con il tennis non ha nulla a che fare, è stato anche il padre del giocatore ex numero 1 al mondo Srdjan, alle prese con una situazione inopportuna.
L'episodio svelato dai media australiani sarebbe andato in scena proprio dopo il confronto dei quarti di finale tra Nole e Rublev, all'esterno dell'impianto di Melbourne in cui il torneo è arrivato alla sua fase finale. Djokovic senior in un video che ha fatto capolino su Youtube e sui social, è stato immortalato al fianco di alcuni sostenitori russi. Questi ultimi, come mostrato dalle immagini, hanno con sé vessilli e simboli banditi a Melbourne Park dopo l'invasione della Russia all'Ucraina.
Nel video Srdjan Djokovic posa accanto ad un uomo che ostenta una bandiera russa con in primo piano il volto di Putin e soprattutto indossa una maglietta nera con la lettera Z, diventata il simbolo dell'operazione militare scatenata dalla Russia contro l'Ucraina. Secondo quanto confermato da The Age e The Sydney Morning Herald, anche il padre di Nole si è unito al coro "lunga vita ai russi", fatto partire dai fan presenti. Nelle ultime ore gli organizzatori del torneo, ovvero i vertici di Tennis Australia, hanno ribadito che continueranno a lavorare duro con la sicurezza per far rispettare le regole di ingresso al Melbourne Park.
Caro No-vacs,
comprendiamo la sua difficoltà ad accettare quanto svelato dai media australiani, SENZA POSSIBILITA' DI EQUIVOCI, ma lei cerchi di capire anche le nostre difficoltà a capire chi difende un uomo (sia pure suo padre) che dopo aver vissuto le atrocità di Srebrenica per colpa del proprio paese, si mette a fare un tifo da stadio a favore del boia dell'Ukraina.
Tafanus
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