Rubo volentieri (sperando di essere perdonato) passaggi di questo articolo di gazzetta.it, rinviando al link di cui sopra per la lettura dell'articolo originale. Vorrei aggiungere una annotazione: a metà del 2023 Eleonora era sparita totalmente dalle classifiche WTA sia di singolare che di doppio, perchè era stata per ben 13 mesi senza scendere in campo. Le sono bastati poco più di tre mesi per tornare fra le mille in singolare, e in top-500 "live" in doppio (purtroppo in ITF i punti dei tornei di questa settimana, al contrario di quanto avviene nei tornei WTA, vengono conteggiati con una settimana di ritardo).
Eleonora sotto il profilo "infortuni" non ha avuto un passato da junior facile... A spanne, fra un infortunio e l'altro è stata ferma per circa metà dei quattro anni canonici. Nel 2022 (primo anno fuori dalla categoria juniores) ha vinto la finals delle pre-quali di Roma, battendo nella partita conclusiva Federica Di Sarra, tds n° Uno, che la precedeva in classifica di circa 900 posizioni. Indietro di due break al terzo set, Eleonora è riuscita a non disunirsi, e a vincere l'incontro senza neanche dover andare al tie-break... Bella prova di cazzimma...
Un paio di mesi fa, al W60 di Cordenons, Eleonora ha battuto una delle maggiori promesse italiane - Nuria Brancaccio - con un punteggio abbastanza severo. Le due erano divise da circa 900 posizioni nel ranking! Con Nuria si è ritrovata questa settimana a Santa Margherita di Pula dalla stessa parte della barricata: titolo di doppio incamerato. Linko i due full-matches dal mio account youtube. La qualità tecnica di SMdP è abbastanza scadente (come spesso accade nei 25K), Godibile invece l'incontro Alvisi-Brancaccio nel 60K di Cordenons:
Alvisi-Brancaccio_Abbagnato-Ferrara - SMdP (Full)
Alvisi-Brancaccio - w60 Cordenons (Full)
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L'ARTICOLO DELLA "GAZETTA" - La giovane tennista pugliese è stata ferma più di un anno a causa di un'operazione all'anca. Ma ora è pronta a ripartire di slancio dopo i successi ottenuti da Juniores.
Guardandola mentre parla di racchette e palline, di cemento e terra rossa, di servizi, dritti e rovesci, si vede chiaramente quanto le brillino gli occhi. Lei, che è dovuta stare lontana dal mondo del tennis per oltre un anno a causa di una delicata operazione all’anca. Lei che era sul punto di entrare nel mondo degli adulti dalla porta principale dopo aver vinto il Roland Garros Juniores. Eleonora Alvisi, classe 2003, è stata (e tornerà ad essere) uno dei talenti italiani più apprezzati nel circuito. Questo pit stop l’ha portata a lavorare ancora più duramente sui campi da tennis per ritrovare la magia di un tempo. La giovane atleta si è raccontata a Gazza Active in occasione del “Parma Ladies Open presented by Iren” organizzato da MEF Tennis Events e dal Tennis Club Parma: “Il tempo. Ne ho bisogno. Tutto procede nella maniera giusta. Sono passati meno di tre mesi dal mio rientro: le sensazioni sono positive. Io vorrei accelerare, sono sincera. Le persone intorno a me cercano di tenermi a freno. Capisco che hanno ragione, però la voglia è tanta. Sto cercando di giocare molti tornei, per riacquisire quella confidenza che, inevitabilmente, ho un po’ perso”.
Chi è stato fondamentale durante questo periodo delicato della sua carriera? - “Innanzitutto i miei genitori. E poi tutto il team di Formia, Giovanni Paolisso, Oksana Kyrylyuk , Vittorio Magnelli, Tathiana Garbin e Andrea Bracaglia. E non voglio dimenticare neppure il Professor Raul Zini che mi ha operato. Ognuno in base alle proprie peculiarità e mansioni ha avuto la sua importanza. Ho vissuto momenti complicati ma, anche grazie a loro, sono stati superati”.
Quanto è servita la sua forza di volontà? - “Quella è stata indispensabile perché penso che nessun aiuto esterno sia valido se non c’è la convinzione personale di poter superare l’ostacolo. Io non ho mai pensato di smettere di giocare a tennis. Nemmeno quando il ritorno sembrava lontanissimo”.
Già perché lei ha vinto il Roland Garros Juniores, 21 anni dopo l’ultimo successo azzurro griffato Vinci Pennetta. - “Altre due atlete pugliesi. Flavia è sempre stata il mio esempio, l’idolo sin da quando ero bambina. Mi piaceva vederla giocare. Cercavo di imitarla. Anche Roberta Vinci è nata nella mia stessa regione. Ma Flavia…”
Tornando al successo nello Slam? - “Totalmente inaspettato perché non avremmo dovuto giocare quel doppio. Era la mia prima presenza in un torneo prestigioso. La concentrazione è stata massima a ogni punto. Vedere tutti quei grandi atleti intorno a me, mi ha spronata a dare il meglio”.
Ora come si gestisce dal punto di vista della preparazione fisica? - “Dedico parecchio tempo al riscaldamento in modo da entrare in campo riducendo al minimo ogni rischio. Anche durante la settimana, lavoro tanto sui richiami di forza e rapidità, qualche volta riducendo l’attività con la racchetta in mano perchè penso sia un’attività molto utile”.
Che valore dà al riposo? - “È decisivo, sia quello mentale che fisico. Il motivo? Perché aiuta a migliorare la performance in allenamento. Quando posso, anche tra una sessione e l’altra, cerco sempre di rilassarmi”.
Parlando invece di alimentazione? - “Non posso mangiare come i miei coetanei. Sono una sportiva professionista. Vengo aiutata da una nutrizionista anche se, dopo tanti anni, so cosa conviene mangiare e cosa è meglio evitare. Un aspetto che bisogna sempre tenere in considerazione è reintegrare il nostro organismo con tutto ciò che serve per rendere al meglio. Sia dopo un match che dopo un allenamento”.
Ha qualche abitudine che non manca mai nei giorni delle partite? - “Innanzitutto mi piace quell’adrenalina che sento prima di entrare in campo perché so che, poi, si trasforma in grinta. Durante il riscaldamento pre-match ho una serie di abitudini che servono per “attivarmi”. In mattinata, di solito, parlo con mio padre. Dal vivo se è presente o al telefono se è lontano”.
È proprio dal papà che è nata la sua passione. - “Giocava a tennis anche lui. Mi è sempre piaciuto seguirlo e, sin da piccola, gli chiedevo di darmi la racchetta in mano. Anche mamma era una sportiva. Pallavolista per la precisione. Ma non l’ho mai vista giocare. Forse anche per questo, ho scelto il tennis”.
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