Lettera aperta a Matteo Arnaldi - Caro Arnaldi, chiariamo da subito un punto, prima che i soliti idioti saltino fuori a straparlare di hater, come hanno fatto per oltre dieci anni per il mio "odio" per una giocatrice di cui molti hanno avuto la fotina e il lumino sempre acceso sul comodino, e di cui ora NESSUNO, da oltre un mese, scrive più UNA SOLA PAROLA. Misteriosamente sparito quel nome sia dagli articoli che dai commenti del sitone succursale del defunto CamilaGiorgi.it
Dunque, difficile attribuirmi la qualifica di suo "hater", dal momento che di lui ho scritto solo bene da quasi due anni, e cioè da quando ha iniziato una rapida rincorsa verso rankings importanti, partendo da parecchio fuori dai primi 200 al mondo.
Sempre educato e bravo sia nel gioco, che nel modo di stare in campo.
Poi, all'improvviso, un mesetto fa qualcosa si guasta. Arnaldi (ormai top-30) perde il primo set contro tale Mayot, francese, classificato cento posizioni dietro di lui. Nel secondo set Arnaldi recupera, e nel terzo porta a casa set e match. Ma a partire dal secondo set, riappare l'Arnaldi che sa giocare a tennis, ma compare a sorpresa - e col disappunto di molti - un modo di stare in campo fra i più indecenti e ridicoli che ci siano nel circuito.
Accade che ad ogni punto vinto (e purtroppo anche su punti vinti grazie ad assists di Mayot, e talvolta persino grazie ad errori gratuiti di costui) Arnaldi si smarrisce in una crescente attività di accattonaggio di ovazioni, alzando sempre più spesso e sempre più in alto le braccia verso le tribune, per chiedere ovazioni. Ma anche quando le riceve, spesso si porta la mano all'orecchio (tipo megafono) perchè insoddisfatto del numero di decibel dell'ovazione tributatagli "a richiesta".
Ora vede, Arnaldi, le ovazioni non si chiedono. Si ottengono e basta, e normalmente arrivano - quando meritate - senza fare insopportabili gesti di accattonaggio. E la intensità in decibel delle ovazioni è quella che la gente si sente di produrre, non quella alla quale il giocatore ritiene di avere diritto.
Torni ad essere presto (the sooner, the better) l'Arnaldi che abbiamo conosciuto e apprezzato fino alla ridicola giornata-Mayot. Aspettiamo con ansia e speranza il ritorno dell'Arnaldi che abbiamo apprezzato e lodato senza che ce lo chiedesse lui.
Tafanus
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