ATTENZIONE! Questo è un blog dedicato alla politica pornografica, o alla pornografia politica! Aprire con cautela!
Mentre da un anno e mezzo il leccaculismo di RAI Uno, RAI Due, Rete 4, Canale 5, Italia 1, RaiNew24, SKY News, TgCom24 (cioè della stragrande maggioranza delle reti nazionali, consociate nella "Cooperativa Tele-Meloni") continua a tentare di convincere il popolo dei semi-analfabeti di ritorno con la balla della destra che "nonostante tutto" manterrebbe invariato il vantaggio del consenso sul centro sinistra, i FATTI (che sono più testardi delle pugnette), raccontano un'altra storia.
I FATTI - Sono quella piccola cosa che periodicamente aggiorno, sotto il nome de "La lucina in fondo al tunnel". Si tratta di mettere a confronto i consensi ai partiti riferibili alla destra (FdI, Lega, FI), a confronto con la potenziale coalizione di centro-sinistra, che potrà nascere e consolidarsi solo quando il geniale M5S guidato da Conte capirà che de ALMENO il PD, il M5S e Sinistra/Verdi, se vorranno liberarci da questa destra post-fascista, dovranno mettersi insieme, senza tentare velleitarie lotte per la eventuale leadership sul nulla.
DA OLTRE UN ANNO, per monitorare l'andamento del vantaggio della destra sul possibile centro-sinistra (che ancora oggi i giornaletti di Tele-Meloni danno come "sostanzialmente stabile"), mi avvalgo di una mia elaborazione sui dati settimanalmente forniti dal dott. Lorenzo Pregliasco, Direttore di YouTred, che non produce sondaggi propri, ma settimanalmente consolida e media i dati dei 5 migliori sondaggi pubblicati negli ultimi giorni, nella ormai consolidatissima "Supermedia" dei sondaggi.
Questo sistema presenta un piccolo punto negativo: essendo la Supermedia elaborata su dati di 5 primari sondaggi già conclusi e poi pubblicati, ed essendo necessari almeno un paio di giorni per elaborare i dati, i dati di Pregliasco hanno inevitabilmente un ritardo di pochi giorni sui singoli sondaggi. In compenso, l'uso della media di più sondaggi attenua eventuali picchi strani, rendendo quindi più pluralista e affidabile il risultato finale.
Noi da più di un anno mettiamo i dati di Supermedia in grafico, non solo indicando il dato grezzo del vantaggio della Destra sul Centro-Sinistra (i dati cioè che quei buontemponi embedded in Tele-Meloni danno "sostanzialmente stabili"), ma aggiungiamo di nostro la c.d. "linea di tendenza polinomiale". Questo strumento ha il vantaggio di dare peso decrescente ai dati più vecchi, col risultato di essere molto sensibile ai numeri nel loro divenire.
E ora pubblichiamo l'ultimo aggiornamento, che ci offre davvero una bella lucina in fondo al tunnel. Non solo la linea di tendenza che rappresenta il vantaggio della destra sul Centro-Sinistra è in discesa (lo è sempre stata, a partire da due mesi dopo le elezioni politiche), ma mentre prima, per mesi, la discesa è stata lineare, adesso mostra, con la sua concavità, un netto processo di accelerazione del processo:
La lucina in fondo al tunnel
P.S.: Per ora accontentiamoci di questi dati. Dal settembre 2022 ad oggi il vantaggio è "rimasto stabile" (come da mantra di Tele-Meloni), passando grosso modo da 11 a 4 punti. Ad minora!
P.S.: Un paio di giorni di pazienza, e aggiungerò al post un grafico che indica l'andamento dei singoli tre polli in un pollaio: FdI, PD e M5S. Credo che anche quest'altro dato sarà sorprendente.
Tafanus
Scritto il 05 maggio 2024 alle 16:35 nella Media , Meloni, Politica | Permalink | Commenti (0)
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Il brano proposto questa settimana è uno dei classicissimi del jazz: "Falling in love with love" (Innamorarsi dell'amore?). La sua qualità è la prova del nove che l'idea geniale di Joan Chamorro, di mettere insieme bambini, ragazzi, vecchi marpioni del jazz, è stata l'idea vincente, che ha spostato la Mecca del jazz da New York a Barcellona, quartiere Sant Andreu.
Il segreto è sempre quello: creare una osmosi fra la fresca (e a volte ingenua) creatività dei ragazzini, con l'esperienza tecnica e sintattica dei "vecchi marpioni". Ecco il brano:
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SANT ANDREU JAZZ BAND
direttore Joan Chamorro, con:
Andrea Motis voce
Dick Oatts sax alto
Scott Hamilton sax tenore
Fredrik Norén tromba
Joe Magnarelli tromba
Joan Chamorro sax baritono e direzione
Joan Marti sax alto
Joana Casanova sax alto
Marçal Perramon sax tenore
Èlia Bastida sax tenore
Alba Esteban sax baritono
Jan Domench piano
Carla Motis chitarra
Miquel Casanova basso
Pablo Ruiz bateria
Buona domenica a tutti (tranne che ai venditori di Meloni)
Tafanus
Scritto il 21 aprile 2024 alle 16:16 nella Perle Musicali | Permalink | Commenti (0)
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Il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico interviene dopo la cancellazione del monologo dello scrittore sul 25 Aprile. Sul caso del monologo di Antonio Scurati censurato dalla Rai interviene il sindacato Usigrai con un comunicato di cui è stata chiesta la lettura nei Tg e Gr di oggi. Questa la nota:
“Il controllo dei vertici della Rai sull'informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante. Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal Governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile, in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori.
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E' doveroso ringraziare di cuore Serena Bortone, che ha fatto su RAI Tre un servizio su questo vergognoso episodio da MinCulPop, Ecco cosa scrive su Repubblica Giovanna Vitale:
Meloni attacca lo scrittore dopo la censura in Rai del monologo sul 25 Aprile: “Questione di soldi, nessun veto”. Serena Bortone legge il testo in tv (di Giovanna Vitale)
La denuncia della conduttrice su Instagram: “Ho appreso ieri per puro caso che il contratto era stato annullato”. La premier su Facebook posta l’intervento dello scrittore: “La sinistra grida al regime”. Corsini: “Solo questioni economiche”. La risposta dell’ex premio Strega:
l monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati bloccato dalla Rai a 24 ore dalla messa in onda, letto integralmente in serata, in apertura della puntata “Chesarà”, dalla conduttrice Serena Bortone che aveva denunciato il fatto: “Me lo ha regalato lo scrittore”, spiega. Un testo condiviso da Giorgia Meloni sul suo profilo Facebook con un post in cui assicura di non aver mai chiesto "la censura di nessuno". L'azienda spiega che non ci sono ragioni editoriali ma solo economiche. Alla fine, Scurati interviene. Ma con una lettera indirizzata proprio alla premier.
“Questa, gentile Presidente, è una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?”.
Insomma, due censure in un colpo solo. A due simboli della cultura democratica di questo Paese: il 25 Aprile e lo scrittore che avrebbe dovuto raccontarlo. Per non infastidire la destra che governa e ancora non riesce a dichiararsi antifascista. Accade in Rai, dove stavolta l’hanno fatta grossa.
La denuncia di Serena Bortone - “Chesarà”, il programma di Serena Bortone in onda su Rai3 tutti i weekend in prima serata, avrebbe dovuto ospitare Antonio Scurati, autore delle celebri biografie su Mussolini, con un monologo sulla Festa di Liberazione che cade fra qualche giorno.
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Ringraziamo di cuore Serena Bortone per la sua onestà intellettuale e per il suo coraggio. E ora aspettiamo con ansia che Tele-Meloni destini la Bortone "ad altro incarico" (la Fiera del Mobile? la Difesa del Caciocavallo?)
Questo governo è una vergognosa riproduzione dei vizi del "ventennio". Anche quell'epoca terribile, durata troppo, e terminata col disastro economico e morale dell'Italietta, ha iniziato così, con ridicoli e stralunati proclami di sovranismo. Come è finita la cosa, lo sappiamo tutti, tranne quel ceto politico che si rifiuta di dichiararsi antifascista, rifugiandosi dietro il paravento che "non si può dichiararsi contro qualcosa che non c'è più".
C'è ancora, SignoraMia, anche se ci sono personaggi come lei e tutti i suoi followers che fanno finta di non saperlo. Ma non si preoccupi. Lei resterà in sella ancora per molto, anche grazie alle opposizioni che lavorano per lei. Mandi una scatola di cioccolatini a Calenda, a Renzi e a Conte, che ancora non hanno capito che che il vostro non è revanscismo, ma re-fascismo, e che con la loro guerra interna per la spartizione delle spoglie evitano di fare una "alleanza di scopo", persino su un obiettivo minimo come quello di mandare a casa lei e tutti i "lollobrigidi" di cui si è circondata.
Tafanus
Scritto il 21 aprile 2024 alle 12:49 | Permalink | Commenti (0)
Tag: Antonio Scurati, Giorgia Meloni, Serena Bortone
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Una mail del comandante del capitano di vascello Gianluca D’Agostino del comando delle Capitanerie di porto rivela le nuove disposizioni impartite a giugno 2022
Roma — C’è un documento che certifica una verità sconcertante: l’ingerenza del livello politico nella definizione delle regole di ingaggio per gli interventi in mare nell’ambito del fenomeno migratorio. Quelle regole di ingaggio a cui, davanti alla camera ardente per le 94 vittime ritrovate del naufragio di Cutro, fece riferimento l’allora comandante della capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloia per giustificare il mancato intervento della Guardia costiera in soccorso del caicco Summer love.
Il documento ridefinisce l’operatività in mare, dà priorità alle operazioni di law enforcement condotte dalla Guardia di finanza, ma - per la prima volta – limita espressamente l’intervento della Guardia costiera (unico corpo con mezzi e professionalità adatte) ai casi dichiarati eventi Sar, cioè di ricerca e soccorso. In altre parole, solo nei casi di imbarcazioni a rischio conclamato.
Le nuove regole di ingaggio - Eccolo dunque il documento, tirato fuori dalla trasmissione “Il Cavallo e la Torre” di Marco Damilano. È una mail firmata dal capitano di vascello Gianluca D’Agostino, capocentro operativo nazionale e dell’ Imrcc (il centro di ricerca e soccorso della guardia costiera) e inviata a tutte le capitanerie locali. È qui che, nero su bianco, viene tirato in ballo il «livello politico».Scrive il capitano di vascello D’Agostino: «A seguito di tavoli tecnici interministeriali sono state impartite dal livello politico alcune disposizioni tattiche per gli assetti della Guardia di finanza che, di fatto, in parte impongono alcune riflessioni sul nostro modus operandi. A far data dalla presente, le attività di intervento delle unità navali della Guardia costiera, in caso di eventi connessi al fenomeno migratorio, si dovranno sviluppare nel rispetto dei seguenti parametri».
Seguono una serie di disposizioni tecniche che prevedono che, di fatto, l’intervento della guardia costiera, sia entro che oltre le 12 miglia (limite delle acque territoriali), «potrà essere eseguito solo dichiarando evento Sar». Dunque, se una barca carica di migranti non viene classificata come evento Sar (classificazione che attiene alla sala operativa del centro di ricerca e soccorso di Roma), le motovedette della guardia costiera restano in porto e l’intervento è di polizia ed è di competenza della Guardia di finanza.
La ricostruzione di quella notte - Esattamente quello che è avvenuto la notte tra il 25 e il 26 febbraio del 2023 quando, arrivata la segnalazione dalla sala operativa di Frontex di quel caicco evidentemente carico di migranti ma mai dichiarato a rischio navigazione nonostante il meteo proibitivo, i mezzi della Guardia di finanza uscirono in mare e poi rientrarono con il peggiorare del tempo mentre quelli della Guardia costiera, adatti alla navigazione con ogni tipo di meteo, rimasero tranquillamente in porto. «Abbiamo operato secondo le nostre regole di ingaggio che non promanano neanche dal nostro ministero (quello delle Infrastrutture e trasporti) ma da quello dell’Interno. Ci sarebbe bisogno di specificare molte cose, dovreste conoscere le regole che ci sono a livello interministeriale», le parole dette nell’immediatezza dei fatti dal comandante della capitaneria di porto Aloi (mesi dopo trasferito ad altro incarico) che l’ufficiale non ha mai più voluto (almeno pubblicamente) chiarire. E che adesso questo documento, datato sette mesi prima della strage di Cutro, potrebbe bene spiegare.
Le conseguenze delle nuove disposizioni - La mail firmata dal capitano di vascello che dà conto delle nuove disposizioni «impartite dal livello politico» è del 27 giugno 2022: sono le ultime settimane del governo Draghi di unità nazionale a cui partecipa la Lega. Al ministero dell’Interno c’è Luciana Lamorgese, suo vice il leghista Nicola Molteni.
Cosa significano queste nuove disposizioni nell’operatività in mare è evidente. Il livello politico modifica l’organizzazione del soccorso in mare rendendo di fatto discrezionale l’intervento della Guardia costiera che, per istituto, è sempre uscita in mare ovunque e comunque senza attendere il permesso di nessuno e senza mai condizionare il proprio operato a quello di un altro corpo di polizia, in questo caso la guardia di finanza.
Se e come queste disposizioni possano aver pesato in quello che è successo la notte tra il 25 e il 26 febbraio lo valuterà l’inchiesta sui mancati soccorsi della Procura di Crotone, con sei indagati tra Guardia di finanza e Guardia costiera, ormai in dirittura d’arrivo. I legali di alcuni familiari delle vittime hanno annunciato il deposito di questo documento agli atti dell’inchiesta.
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Chi ci governa - Questa è dunque la vera storia del mancato intervento della Capitaneria di Porto, che aveva uomini, competenze, coraggio e mezzi nautici. Questa è dunque la sporca storia del come e del perchè 96 disgraziati sono stati condannati a morte da regole insensate, e non dai comportamenti della Capitaneria (finora uno solo ha pagato il conto, col trasferimento ad altro incarico non meglio identificato.
NOVANTASEI MORTI - Una decina in più della strage alla stazione di Bologna. E mentre le salme di questi disgraziati erano ancora allineate in attesa di "destinazione", alcuni fra i veri responsabili del mancato salvataggio erano riuniti a festeggiare il 50° compleanno di Salvini, che con la Meloni e altri consimili , e - con sprezzo del ridicolo - erano impegnati in un karaoke da ubriaconi. Nel repertorio di quella sera la hit-parade vede in testa due canzoni scelte con indubbio buon gusto e senso dell'opportunità: "Sapore di Sale" e "La storia di Marinella"
Scritto il 14 aprile 2024 alle 14:09 nella Meloni, Salvini | Permalink | Commenti (0)
Tag: Cutro, karaoke, la storia di marinella. sapore di sale, meloni, salvini
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Se questa è una premieressa - Ogni volta che vedo all'opera questa "premieressa della Garbatella", aumenta il mio disagio. Ormai l'immagine dell'Italia sta scendendo al di sotto del già incommentabile livello dell'era del bunga-bunga. Siamo in presenza di una premieressa che non si vergogna di se stessa, ma costringe noi a vergognarci per conto-terzi.
La notizia, che è finita in tutti i giornali d'Italia e del "Globo Terracqueo", l'abbiamo presa di proposito, fra le tante fonti disponibili, dal giornale post-sfascista "Secolo d'Italia", tanto per certificare che la classe politica che ci governa non solo non capisce l'orrido di questo cabaret da quattro soldi, ma ne è addirittura orgoglioso. Tanto orgoglioso da non avvertire il bisogno di nascondere questa roba sotto il tappeto, ma la amplifica, pensando forse che la premieressa abbia fatto una cosa di buon gusto e persino intelligente, tanto da certificare che questa vergognosa cazzata era finita persino sul Wall Street Journal (noto giornale progressista)...
Persino??? Direi invece "Purtroppo"
Tafanus
Scritto il 21 marzo 2024 alle 18:20 | Permalink | Commenti (0)
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Dunque, la Meloni è nuovamente "soddisfatta" di se stessa. Il suo "sono soddisfatta" è ormai diventato un mantra, come il Tuca Tuca all'epoca della Carrà.
Di cosa è "soddisfatta" questa settimana? Dell'accordo - naturalmente STORICO, ça va sans dire, che a appena stretto con l'Egitto. E' l'ultimo, dopo quelli altrettanto storici stretti don la Libia , la Tunisia, la Turchia, l'Albania...
Diamole tempo. Ancora tre anni e mezzo di governo, e stringerà altrettanto accordi storici con tutti i paesi del globo terracqueo.
L'ultimo accordo precede di regalare all'Egitto ben 7,4 miliardi di euro, chiedendo in cambio solo l'impegno all'Egitto di contrastare il flusso di clandestini in partenza per l'Italia. Tanta roba. E qui entra la mia motivazione di raccolta-fondi per regalare a tutti i parlamentari di Fratelli, Sorelle e Cognati d'Italia una calcolatrice del cinese da 5 euro. Io hio fatto questo investimento decine di anni fa, e devo dire che non mi sono mai pentito.
Dunque, la Meloni si accinge a promuovere lo sviluppo economico dell'Egitto (un paese così collaborativo con l'Italia sull'affaire Regeni), regalando a quel paese ben 7,4 miliardi di euro. Un grande impatto. Dunque, l'Egitto è un paese che contava 109 milioni di abitanti del 2021 (purtroppo non ho dati più freschi), e la sua popolazione viaggia con tassi di incremento spaventosi (vedi grafico in calce):
Stiamo parlando di uno "storico di +1,3 milioni di abitanti all'anno dal 1960, in accelerazione, quindi non è escluso che oggi dovremmo essere intorno ai 113 milioni di abitanti. E questo governo di esperti cosa fa?
Meloni Risolve Problemi nel Globo Terracqueo
La Meloni regala 7,4 miliardi all'Egitto del caso Regeni. Una cifra significativa. Qui entra in ballo la mia calcolatrice, che mi spiega perchè è una cifra risolutiva per risolvere le partenze dall'Egitto: stiamo parlando di ben 65 euro per abitante. Al mese? NO; all'anno? NO. Sessantacinque euro una tantum, e cambieremo lo stile di vita degli egiziani
La Meloni è soddisfatta, e tutti siamo sò disfatti, da non poterne più. Oggi tutti i canali di Tele-Meloni non parlavano d'altro che di questo accordo. Storico, of course.
Tafanus
Scritto il 18 marzo 2024 alle 13:13 | Permalink | Commenti (2)
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Protesta dei centristi dopo l’accordo dem-5S. Guerini: “Una scelta incomprensibile”. L’ex premier grillino: “Vogliono distruggerci”. Voci di rinuncia del candidato appena designato, Lacerenza. Prodi: “Se volete perdere, continuate così”
Roma — Regalare il centro alla destra? Fatto. È quel che è accaduto in Basilicata, dove le conflittualità locali associate a quelle dei leader nazionali hanno portato all'esclusione di "Azione" dal perimetro progressista.
Complice lo stop del M5S ad Angelo Chiorazzo, il candidato governatore suggerito da Roberto Speranza, Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno infine chiuso l’accordo sull’oculista Domenico Lacerenza, il nome alternativo indicato dal re delle cooperative bianche per ritirarsi dalla corsa. Scelta che però ha scatenato un putiferio tale — sul territorio e nel Pd — da costringere la segretaria dem a un supplemento di riflessione e lo sfidante in pectore a frenare: «Sono stato catalputato in questa impresa, mi servono 24 ore per orientarmi», le parole a caldo del primario.
Preludio, si vocifera, a una possibile ritirata. Sospinta sia dall’indignazione popolare per un candidato «calato dall’alto», sia dalle proteste di Carlo Calenda, infuriato con Schlein: «L’avevo sentita poco prima dell’annuncio e non si è neppure disturbata a comunicarmelo. Ormai è chiaro che la leadership del centrosinistra ce l’ha il capo dei 5S. Ha messo un veto sulle forze riformiste, recepito dal Pd», accusa l’ex ministro dello Sviluppo. Pronto ora a «valutare» il sostegno a Vito Bardi, l’uscente di rito forzista che è «un moderato europeista, un uomo delle istituzioni, non il Trux», ovvero l’uomo imposto da Meloni in Sardegna. Anche se è più probabile che, se i giochi non si riapriranno, il segretario di Azione lancerà in pista Marcello Pittella, l’ex governatore lucano in realtà già proposto alla coalizione, ma respinto con perdite. Perciò poi Calenda avrebbe deciso di rompere.
Un mezzo pasticcio, che ha subito riacceso i malumori all’interno del Pd. Sebbene nella squadra dei negoziatori ci fosse Davide Baruffi, responsabile Organizzazione del partito e braccio destro di Stefano Bonaccini, l’area riformista è di nuovo in subbuglio. Lorenzo Guerini, in missione a Ramallah, ha risposto lapidario ai tanti che l’hanno chiamato allarmati per l’estromissione dei centristi: «Una scelta incomprensibile, una conventio ad escludendum non solo sbagliata, ma anche dannosa». Per la prospettiva nazionale, soprattutto: la costruzione di uno schieramento ampio, in grado di gareggiare alla pari con il centrodestra. Lo dice chiaro il potentino Salvatore Margiotta, prendendo in prestito lo slogan di Schlein: «Testardamente unitari per me vale anche per Azione e Iv. Tenerli fuori in Basilicata è un grave errore politico, oltreché masochismo elettorale».
Posizioni che rilanciano la critica sempre contestata alla segretaria dal correntone di Bonaccini: schiacciarsi sul M5S non fa bene ai Dem e nemmeno al campo dell’alternativa perché, senza i moderati, il centrosinistra è più debole. Da qui l’appello di Alessandro Alfieri: «Bisogna lavorare fino all’ultimo momento utile, senza veti reciproci, per mettere in campo la compagine più competitiva per battere la destra. Serve per le prossime regionali e anche per le politiche». Lui, che è di Varese, dà voce a una preoccupazione diffusa nel Lombardo-Veneto: al Nord i 5S non esistono, allearsi soltanto con loro potrebbe significare perdere un pezzo importante di Paese. Ottica che non cambia neppure se vista da Sud: «Da oggi alla presentazione delle liste sforziamoci di riunire tutte le forze di opposizione che fra l’altro condividono la battaglia contro l’autonomia differenziata, letale per il Meridione», incita Piero De Luca, coordinatore di Energia popolare. «Non lasciamo il centro alla destra».
Un tumulto che Schlein non può ignorare. Tanto da far filtrare, alla fine di una giornata di passione, un messaggio teso a rassicurare: «Nessuna preclusione ad allargare la coalizione, ancora una volta il Pd farà valere le ragioni dell’unità». Tuttavia la strada appare in salita. Anche perché Conte non sembra aver voglia di tornare sui suoi passi. «Noi non esprimiamo veti, nel nuovo corso c’è una politica col sorriso», si schermisce il capo grillino presentando il libro di Michele Ainis con Romano Prodi, «ma è difficile se devi lavorare con leader che dichiarano che il loro obiettivo non è una competizione sana, ma distruggere il M5S». Ci pensa il fondatore dell’Ulivo a rispondergli a tono: «Se volete vincere dovete mettervi d’accordo, se volete perdere continuate così».
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Come volevasi dimostrare - Avevo scritto qualche settimana fa che associare alla "banda larga" personaggi della levatura di Calenda e Renzi era un'operazione ad alto rischio, come i risultati abruzzesi hanno dimostrato. Credo che parecchi astenuti del centro-sinistra non sono andati al voto perchè trovavano indigeste queste candidature: Renzi per tutta la sua storia personale e presente (si sussurra che stia pensando di sostenere in Lucania un candidato della destra-centro); Calenda per le sue assodate inaffidabilità. Non ho dimenticato quando in meno di 48 ore ha rotto l'alleanza con Enrico Letta, perchè dall'alto del suo potenziale 2/3% pretendeva di avere il 30% dei candidati della coalizione. Renzi per TUTTA la sua storia, politica e personale. E' quello della "riforma costituzionale", della Corte dei Conti che ne ha censurato l'uso disinvolto della carta di credito di servizio per colossali spese sue e dei suoi famigli in ristoranti di lusso, del suo viaggetto a NY con tanto di amici ed aereo di Stato per andare a guadagnare una "foto opportunity" alla finale "win-win" tutta italiana degli US Open Pennetta-Vinci; quello che voleva costituire un servizio segreto da affidare all'amico che gli aveva regalato "in comodato gratuito" un cinque locali a due passi da Piazza della Signoria; quello del job's act, e della marchetta 80 euro... Last but not least, un "conferenziere" a botte di centinaia di migliaia di euro, generosamente pagategli dai mandanti dell'omicidio truce di Khashoggi . Per la serie "pecunia non olet"
Ora ci risiamo. il "calendismo" non è durato neanche una settimana, e Renzi si dice che stia pensando già ad appoggiare un candidato del centro-destra.. Calenda invece ha imbarcato un girovago di partiti, per la serie "al miglior offerente": Marcello Pittella, sul quale diamo qui di seguito uno stralcio del curriculum giudiziario, tratto da Wikipedia
Chi è Marcello Pittella, che dopo molte (troppe?) giravolte, è stato cooptato da l partitino di Calenda) - Il 20 agosto 2022 annuncia il proprio addio al PD, in polemica con la decisione del partito di non candidarlo alle elezioni politiche del 2022, e il proprio ingresso in Azione [17] con cui si presenta al Senato come capolista nel collegio plurinominale Basilicata senza essere eletto.
Procedimenti giudiziari - A gennaio 2015, per i rimborsi illeciti ottenuti tra il 2009 e 2010, Pittella è condannato dalla Corte dei conti di Potenza a «risarcire il danno prodotto alla Regione Basilicata» per l'ammontare di 6.319,84 euro[18].
"Rimborsopoli" (2016)
La Corte dei Conti - nell'ambito dell'inchiesta sull'utilizzo illecito dei rimborsi pubblici da parte dei consiglieri regionali lucani - ha condannato Pittella a risarcire l'Erario per una somma pari a 20.000 euro, a fronte dell'indebito percepimento di denaro pubblico[19].
Concorso in falso e abuso d'ufficio (2018)
Il 6 luglio 2018 finisce agli arresti domiciliari, con l'accusa di aver commesso i reati di concorso in falso ideologico e abuso d'ufficio[20], come conseguenza di un'indagine della Guardia di Finanza riguardante concorsi truccati e nomine pilotate nella sanità lucana. Viene successivamente sospeso in attesa di giudizio definitivo dalla carica di presidente di Regione per effetto della legge Severino[21]. Il 24 settembre torna in libertà, ma il GIP dispone il divieto di dimora a Potenza[22], che il 30 gennaio 2019 viene revocato dal GUP a seguito delle dimissioni da presidente della Regione Basilicata presentate il 24 gennaio.[15]
Il 23 settembre 2021 il PM Salvatore Colella avanza la richiesta 3 anni di carcere per Pittella assieme a 17 imputati. Ma il 22 dicembre dello stesso anno, quasi 3 anni dopo le dimissioni, il Tribunale di Matera assolve Pittella da tutte le accuse mosse a suo carico; sono stati invece condannati 7 dirigenti sanitari con pene fino a 5 anni.
Tafanus
Scritto il 15 marzo 2024 alle 15:07 | Permalink | Commenti (0)
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Scritto il 14 marzo 2024 alle 22:30 | Permalink | Commenti (0)
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Domani in Abruzzo si vota, e gli abruzzesi potrebbero far "svoltare" l'Italia melonara. Ci sono almeno tre indizi che fanno aprire cuore e cervello alla speranza:
-1) Il voto della Sardegna, che ha rispedito a casa il candidato fortemente voluto dalla premieressa, nonostante le vocine, le battutine, i vestitini.
-2) Il "Disastro Sanità" in Abruzzo, tutto imputabile a Marsilio e alla sua balia asciutta.
-3) La grande performance squadrista di Pisa, col pestaggio feroce a una pericolosa banda di ragazzini.
Il tutto si è innescato su una tendenza che solo la Tele-Meloni non vedeva, e continuava a spiegare che nonostante gli ingiusti attacchi dei comunisti, la luna di miele continuava senza problemi, e che tutto va ben, madama la marchesa...
Si da il caso che PRIMA della Sardegna, e PRIMA di Pisa, in data 16 febbraio io avessi pubblicato il grafico di tendenza del gap fra destra-centro e centro-sinistra. Lo ripubblico in calce, ma al disotto pubblico il grafico - sempre fondati sulla "Supermedia" di YouTrend del dott. Pregliasco, per rendere evidente cosa sia cambiato in tre settimane:
I NUMERI NON RACCONTAVANO UNA STORIA DI INVULNERABILITA'
NOTA BENE: I dati fotografano in maniera più intellegibile il lavoro della "Supermedia", che abbiamo integrato alla curva di tendenza polinomiale. la "curva" era una linea retta, che mostrava persino agli Italo Bocchino che il vantaggio del destra-centro sul centro-sinistra è in chiara e continua diminuzione da un anno e mezzo. Una tendenza lineare alla discesa, senza soste, ma anche senza accelerazioni.
E ora diamo uno sguardo al grafico di tendenza aggiornato al 7 febbraio:
LA "LUNA DI MIELE" peggiora in maniera esponenziale, non più lineare
La linea di tendenza mostra un fatto che lascia ben sperare: da linea retta si è trasformata in una curva concava, che denuncia un processo in accelerazione. Il gap fra destra e centro sinistra è passato in un anno da circa 9 punti a 2,7 punti. Non solo. Dalle elezioni politiche in poi, abbiamo confrontato i numeri della destra coi numeri di una coalizione "stretta" del centro-sinistra, limitata ai solo tre partiti che ragionevolmente avrebbero potutu (e dovuto) trovare un modus vivendi, per non crepare: PD, M5S e Verdi/Sinistra. Anche i dati sono costruiti cogli stessi protagonisti, ma nel frattempo fino a diventare un "campo largo". Se oggi dovessimo fare l'esercizio di ragionare aggiungendo i numeri del "campo largo" vedremmo un netto "sorpasso in curva" della alleanza abruzzese sulla triade post-sfascista. Ma va bene così. Per scaramanzia, lascio fuori dai miei numeri sia Calenda (inaffidabile al 100%, come hanno dimostrato i fatti pre-elezioni politiche del '22), sia - e principalmente - Renzi, uomo di destra a tutto tondo, e mcon un concetto dell'etica politica tutto suo.
Coraggio, dunque, amici abruzzesi. Leggete il confronto che questo blog ha pubblicato pochi giorni fa fra Marsilio e D'Amico, e fate le vostre scelte valutando l'abisso culturale ed etico che separa i due contendenti. Spero che il "campo largo" vi aiuti, perchè una vostra vittoria gioverebbe a tutta Italia.
Tafanus
Scritto il 09 marzo 2024 alle 19:16 | Permalink | Commenti (0)
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A qualcuno di voi sarà capitato di imbattersi nelle mie opinioni sulla c.d. "Intelligenza Artificiale". Inatteso, arriva in soccorso questo scritto dell'amica Annamaria Gallone
Annamaria riporta il pensiero di un personaggio che di Intelligenza Artificiale può parlare. Ecco cosa linka Annamaria sull'argomento:
Noam Chomsky a 95 anni, è il cervello vivente più giovane al mondo...dice questo sull'intelligenza artificiale:
"La mente umana non è, come ChatGPT e i suoi simili, una macchina statistica e avida di centinaia di terabyte di dati per ottenere la risposta più plausibile a una conversazione o la più probabile a una domanda scientifica". Al contrario... "la mente umana è un sistema sorprendentemente efficiente ed elegante che opera con una quantità limitata di informazioni. Non cerca di danneggiare le correlazioni dai dati, ma cerca di creare spiegazioni.
Smettiamola di chiamarla allora "Intelligenza Artificiale" e chiamiamola per quello che è e fa: un "software di plagio" perché "Non crea nulla, ma copia opere esistenti, di artisti esistenti, modificandole abbastanza da sfuggire alle leggi sul copyright.
Questo è il più grande furto di proprietà intellettuale mai registrato da quando i coloni europei sono arrivati nelle terre dei nativi americani. "
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Personalmente, ho sempre trovato blasfema l'attribuzione di intelligenza ad un macchinone che è solo - come scolpiva Umberto Eco: un "idiota veloce". Decodificando: un super-iper computer capace solo di immagazzinare fantastiliardi di informazioni, ma sarà sempre l'uomo a DIRE al computer quali deduzioni trarre su un certo problema, e il cretino veloce darà una risposta obbediente alle direttive ricevute (Dall'Homo Non Sapiens).
Qualcuno ricorda ancora i miracoli che dieci anni fa tutti si aspettavano dalla c.sd. "Second Life"? Non si parlava d'altro OGGI scommetto che il 90% dei lettori non si ricorda neanche di averne mai sentito parlare.
Il caso della sedicente IA è ancora più drammatico, da quando la Presidenta Gioggia si è innamorata della definizione, e ne parla a sproposito ovunque (in tutto il Globo Terracqueo) dall'alto della sua cultura costruita in una scuola professionale alberghiera. Oppure della Ministra Santanché, che butta via un fracco di soldi (nostri) per far tradurre le quattro minchiate dell'orrendo spot "Open to Meraviglia" da una società autoproclamatasi esperta di Intelligenza Artificiale, che poi traduceva un nome di località (Camerino), con "Cabinet", e fiumi di altre perle del genere.
Last but not least: questi "Nuovi Esperti" di IA non si sono mai presi la briga di dare uno sguardo a cosa scrivono gli esperti veri sulle fantastiche macchine necessarie all'idiota veloce: i super-iper computers destinati a diventare "intelligenti a comando", sono talmente potenti, e idrovori (per necessità di raffreddamemto), da impegnare - qualora fossero realizzati con la ineluttabilità ipotizzata - del 40% delle risorse idriche del pianeta.
E questa notizia, in tempi ormai certamente viaggianti verso panorami di iper-riscaldamento del pianeta,e di siccità, è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno
Tafanus
Scritto il 03 marzo 2024 alle 12:37 | Permalink | Commenti (0)
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PREMESSA - Da giorni, dopo la fallimentare scelta del candidato fortemente voluto dalla Meloni in Sardegna, Tele-Meloni spiega a reti unificate 150 volte al giorno che in Abruzzo le cose saranno diverse.
Sono d'accordo. Le cose saranno diverse. Non solo perchè finalmente le opposizioni hanno capito che andando avanti sparpagliati, resteranno all'opposizione per trent'anni, ma anche perchè vedo che gli ultimi sondaggi, PRECEDENTI l'esito delle elezioni in Sardegna, e PRECEDENTI all'allargamento della coalizione di centro-sinistra, già davano, in termini di fiducia, un leggero vantaggio a Luciano D'Amico (candidato del CSX), rispetto al presidente uscente (spero per sempre) Marco Marsilio, candidato della destra-destra.
Spero che gli elettori abruzzesi, prima di entrare in cabina, trovino il tempo di mettere a confronto i curricula dei due candidati. Io l'ho fatto, e vi riassumo i punti salienti. In sintesi, siamo alle solite: da una parte un "topo di partito", dall'altra un uomo con grandi esperienze di lavoro, e un ricco curriculum professionale e culturale. A questo punto, gli abruzzesi facciano loro... Chi vincerà il confronto, deciderà le sorti del popolo abruzzese per i prossimi 5 anni.
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MARCO MARSILIO (CDX, Presidente uscente)
Nato nel 1968 a Roma, [...] si è laureato in Filosofia presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" ed è autore del saggio "Razzismo. Un'origine illuminista" per la Vallecchi editore. È stato, al pari del suo collega di partito Fabio Rampelli, docente a contratto di Estetica, Museologia e Marketing applicato ai Beni culturali presso l'Università Link Campus [...]
Dal 1996 al 2000 è vicepresidente di Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale. Promotore di molteplici iniziative sociali, ambientali e a difesa della memoria storica e dell'identità del territorio, dal 1993 al 1997 è stato Consigliere del Municipio Roma I (centro storico) di Roma. [Qualcuno può spiegarmi con poche e chiare parole cosa sia "la difesa dell'identità del territorio"? - NdR]
Ha fatto parte della commissione “circhi e spettacolo viaggiante” (WOW!) [...] Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto alla Camera dei Deputati, nelle liste del Popolo della Libertà. Nel corso della legislatura si è occupato anche dei seguenti temi: l'obbligo di inserire le impronte digitali nella carta d'identità elettronica per garantire maggiore sicurezza ai cittadini; l'inserimento nel piano energetico nazionale della ricerca e dello sviluppo nel campo del nucleare pulito da fusione; l'indennizzo agli italiani rimpatriati dalla Libia; la tutela del servizio taxi dalle proposte di liberalizzazione; misure di sostegno al trasporto pubblico locale [...]
A dicembre 2012 partecipa alla scissione del PdL guidata da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto che porta alla fondazione di Fratelli d'Italia (FdI), diventando il vice-tesoriere nazionale e portavoce della costituente regionale del Lazio. Alle elezioni politiche del 2013 è ricandidato alla Camera, con Fratelli d'Italia nella circoscrizione Lazio 1, ma risulta il primo dei non eletti. Da marzo 2014 è segretario amministrativo di Fratelli d'Italia e dal 2015 è Coordinatore regionale nel Lazio.
Vicende giudiziarie - Coinvolto nelle indagini relative allo scandalo delle nomine negli enti pubblici romani noto come Parentopoli ed emerso a fine 2010, Marco Marsilio è stato accusato dalla procura di Roma di aver favorito l'assunzione della sua compagna, Stefania Fois, presso l'azienda di trasporto pubblico metropolitano ATAC. Insieme ad altri due dirigenti, Fois era stata assunta su incarico fiduciario dall'amministratore delegato pro tempore Adalberto Bertucci, senza seguire una procedura concorsuale e con un costo complessivo di 769.000 euro. Marsilio si è difeso dalle accuse sostenendo che la loro relazione fosse relativamente recente e che non vi fosse motivo per cui i parenti o gli amici dei politici dovessero essere disoccupati. Inizialmente condannati in primo grado, tutti gli imputati sono stati assolti in appello nell'ottobre del 2020 in quanto il fatto non è previsto quale reato dalla legge italiana. A seguito dello scandalo, Fois ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni rinunciando alla dirigenza affidatale, sebbene abbia successivamente assunto ruoli in altri reparti dell'azienda [Insomma, ha solo cambiato poltrona... NdR]
Marco Marsilio è un laureato. Della famosa Università e-link Campus, origini maltesi [...]
UNO SGUARDO A QUESTA UNIVERSITA' - Controversie
L'inserimento dell'ateneo nel sistema universitario italiano, per decreto ministeriale approvato nel 2011 al termine del mandato del ministro Mariastella Gelmini, senza approvazione preventiva da parte dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, ha provocato critiche sulla stampa. Inoltre, secondo l'art. 2 del summenzionato decreto Gelmini, la trasformazione da università maltese a italiana sarebbe dovuta avvenire senza oneri a carico dei finanziamenti statali riservati alle università non statali. Dai dati pubblicati dal Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, risulta che l'università Link Campus University, direttamente o tramite la società "Gestione Link SpA", è destinataria di finanziamenti pubblici.
Soprattutto negli anni in cui Vincenzo Scotti era sottosegretario agli Esteri, hanno fatto scalpore i numerosi contratti stipulati dal Ministero con la "Sudgest Aid Scarl", società di servizi per la pubblica amministrazione e progetti per la cooperazione internazionale, nata nella Link Campus, e tuttora avente sede nel medesimo ateneo, all'epoca presieduta da Elisabetta Trenta che insegnava alla Link Campus.
Dal 2017 al 2018 ha fornito ospitalità a Roma a Joseph Mifsud, un professore universitario che in quei mesi era ricercato dall'FBI all'interno della vicenda Russiagate ed era ritenuto scomparso.
Nel maggio 2020, la procura della Repubblica di Firenze ha chiuso le indagini preliminari sui presunti "esami facili" della Link Campus, con 71 indagati per associazione a delinquere e falso. Per 69 degli indagati è stato successivamente richiesto il rinvio a giudizio. Tra gli indagati figurano il presidente Vincenzo Scotti, l'ex direttore generale Pasquale Russo, l'ex rettore Claudio Roveda, i vertici amministrativi dell'ente, docenti, ricercatori e studenti: fra questi ultimi anche decine di poliziotti e il segretario nazionale del Siulp Felice Romano. Secondo l'accusa, negli anni accademici oggetto d'indagine, gli studenti potevano farsi dare le domande d'esame in anticipo per cercare le risposte a casa, oppure potevano trovare le risposte su Internet durante l'esame. Altre accuse riguardano tesi di laurea copiate, crediti formativi universitari concessi facilmente, domande d'esame inviate in anticipo tramite WhatsApp, esami svolti senza professori in luoghi diversi dall'unica sede autorizzata (Roma), compilazione di verbali d'esame falsi contenenti nomi di studenti che in realtà non si erano mai presentati alle prove.
Allo stesso tempo, quattordici figure di vertice dell'università, tra cui i sopracitati ex rettore Claudio Roveda ed ex direttore generale Pasquale Russo, la presidente della società di gestione Vanna Fadini, il membro del consiglio di amministrazione e presidente della scuola per le attività undergraduate e graduate Carlo Maria Medaglia, sono anche indagati in un distinto procedimento penale per reati fiscali legati alla gestione dell'ateneo e per esecuzione di finti progetti di ricerca finalizzati a ottenere finanziamenti e vantaggi fiscali.
Secondo quanto riporta il quotidiano La Verità, l'anno prima della cessione alla famiglia Polidori, l'Agenzia delle entrate ha chiesto presso il Tribunale di Roma (proc. n. 2612/17) il fallimento della società promotrice dell'università, la quale aveva accumulato debiti con l'erario per 1.200.000 euro.
FONTE
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LUCIANO D'AMICO, L'AVVERSARIO (Ci sbrighiamo molto prima...)
Nato il 3 gennaio 1960 a Torricella Peligna, un piccolo comune nella provincia di Chieti, Luciano D'Amico cresce in una famiglia di contadini attivi nel piccolo commercio di prodotti per l'agricoltura. Dopo aver completato gli studi universitari con lode in economia e commercio presso l'Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio" di Chieti e Pescara, ha intrapreso una carriera in ambito accademico e professionale.
Nel 1994, su incarico del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, D'Amico viene nominato responsabile dell'orientamento universitario abruzzese per il triennio seguente. Durante questo periodo, ha svolto attività di ricerca su temi istituzionali quali l'economia aziendale, il controllo di gestione, la storia della ragioneria e di accounting [...]
Membro dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, D'Amico è stato titolare di corsi in discipline aziendalistiche presso l'Università d'Annunzio, l'Università di Teramo, l'Università degli Studi Internazionali di Roma e la Libera Università Mediterranea di Bari. Ha inoltre collaborato con il nucleo di valutazione dell'Università Ca' Foscari di Venezia e dell'Università di Verona. È stato eletto rettore dell'Università di Teramo nel 2013, succeduto nel 2018 da Dino Mastrocola.
In ambito professionale, D'Amico ha diretto l'azienda Autolinee Regionali Pubbliche Abruzzesi (ARPA), nominato dall'assemblea dei soci il 13 agosto 2014. Durante il suo mandato, D'Amico ha guidato il processo di risanamento dei conti dell'azienda in un periodo di transizione culminato, nel 2015, nell'accorpamento alla Società Unica Abruzzese di Trasporto [...]
Nel 2024 diventa il candidato ufficiale del centro-sinistra alla carica di presidente della Regione Abruzzo in vista delle elezioni regionali dopo aver ricevuto un ampio sostegno da una coalizione composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra-DemoS, Azione e dalle liste civiche "Abruzzo Insieme-D'Amico Presidente" e "Riformisti e Civici" (PSI-IV).
Credit: per la biografia dei due candidati ci siamo avvalsi in parte rilevante di Wikipedia, della testata "La Verità", e di diversi altri siti minori.
Tafanus
Scritto il 01 marzo 2024 alle 21:52 | Permalink | Commenti (0)
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Mattarella: "L'autorevolezza non si misura sui manganelli"
Le immagini dei ragazzini colpiti dagli agenti a Pisa hanno scosso anche Sergio Mattarella che, con una mossa irrituale, ha chiamato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per fargli presente, "trovandone condivisione", che "l'autorevolezza delle Forze dell'ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni".
"Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento" è la chiusura della nota del capo dello Stato, una presa di posizione netta, in linea con l'opposizione che si è scagliata contro la gestione 'muscolare' delle manifestazioni mettendo sotto accusa il governo di centrodestra.
La maggioranza non ci sta e respinge gli addebiti: "le forze dell'ordine non si toccano", dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "La sinistra spalleggia i violenti", fa eco FdI. Lunedì, intanto, il ministro vedrà i leader sindacali, che hanno chiesto un incontro per salvaguardare il diritto a manifestare "che deve essere garantito a tutti", ha sottolineato il segretario della Cgil, Maurizio Landini
...non sempre vale il detto "homen, nomen"...
C'era una volta un capo della polizia che si chiamava Manganelli, ed era un gentiluomo
Di quei tipi, si è perso lo stampino. Ora abbiamo un capo della Polizia che non si chiama Manganelli, ma li ama
Scritto il 24 febbraio 2024 alle 22:45 | Permalink | Commenti (0)
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Terza puntata - Purtroppo, nonostante l'evidenza dei numeri - che sono più testardi sia delle opinioni che del leccaculismo - prosegue il mantra della Meloni che continuerebbe - nonostante tutto - a mantenere invariato il proprio distacco sull'opposizione.
I NUMERI RACCONTANO UN'ALTRA STORIA
NOTA BENE: I dati non sono parto della nostra fantasia, ma fotografano in maniera più intellegibile il lavoro della "Supermedia", stilata da anni da "YouTrend", creata e diretta dal dott. Lorenzo Pregliasco.
Pregliasco non è l'ennesimo sondaggista da riporto, ma ha avuto l'ottima idea di lavorare mettendo in fila la media dei 5 migliori sondaggi della settimana. Questo aiuta a schivare il pericolo di dar voce a un solo sondaggista, magari "embedded" agli amici o ai nemici della borgatara.
Noi abbiamo adottato i suoi dati grezzi, e li abbiamo messi in grafico, fornendo sia i dati puntuali, che la curva polinomiale di tendenza.
Abbiamo messo a confronto due coalizioni: una (quella che ci governa) fatta da tre partiti affamati di poltrone e strapuntini, che cerca di rimanere insieme "nonostante tutto"... Ricordate la Lega che parlava dei 300.000 mitra delle valli bergamasche, pronti a dare la caccia ai "fasci" casa per casa? Ora governano insieme. Pecunia non olet.
E di "Dio, Patria, Famiglia" vogliamo parlarne? Schiere di concubini, che forse non parlano delle LORO famiglie, ma di una famiglia immaginaria. Hanno dato l'addio all'amichettismo altrui, e hanno varato il cognatismo e il sorellismo. A cercar bene potremmo trovare anche trecce di cuginismo.
La coalizione dello scambio in merce. Io ti do il premierato a tte, tu mi dai l'autonomia regionale e il Ponte delle Meraviglie a mme. Siamo al baratto, al cambio merce.
Ora è tempo che anche fra i partiti di opposizione nasca l'idea che "uniti si vince, divisi si continuerà a perdere nei secoli dei secoli". La nostra "lucina in fondo al tunnel" è fondata sull'idea che i partiti più rappresentativi di "non-destra" capiscano la lezione. Non immagino nessun "campo largo", con dentro delle personalità dall'ego smisurato come Renzi e/o Calenda, ma una coalizione funzionale fra tre partiti sicuramente capaci di superare le soglie di sbarramento, e probabilmente capaci di unirsi sui temi sui quali concordano, e di mettere nel cesto delle trattative - possibilmente non eterne - su alcuni temi divisivi.
Il nostro confronto è quindi fatto fra la coalizione di governo esistente (FdI, Lega e FI), e una coalizione di centro sinistra con meno contraddizioni di quella che ci governa (PD, M5S e Verdi/Sinistra).
Guardate il grafico: stabilità della Meloni sticazzi. Alla vigilia delle elezioni politiche, il divario fra i due gruppi potenziali era di circa 11 punti percentuali. Tre mesi dopo eravamo a 9 punti. A metà marzo eravamo a 7 punti. Oggi, a metà febbraio, siamo a quattro punti.
E ora regalate un attimo di attenzione alla curva di tendenza. Fino alla precedente analisi, la curva era orientata verso il basso, ma con una leggere concavità verso l'alto. Significato? Trend del distacco in discesa, ma con una leggera attenuazione della tendenza alla discesa.
Oggi la "curva" è una linea retta: viaggia verso il basso, senza né decelerazioni, né accelerazioni. Ancora un mesetto, e - ci metto la faccia - la curva virerà verso una accelerazione della caduta del vantaggio.
Un'ultima considerazione, che è solo una opinione personale: né la Lega, né FI, saranno a lungo tanto pazienti da dare per scontato "tutto il potere" alla borgatara. Inizieranno i distinguo, e allora ne vedremo delle belle. La paralisi è dietro l'amgolo.
Tafanus
Scritto il 16 febbraio 2024 alle 20:53 | Permalink | Commenti (3)
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Da oltre un anno siamo torturati da un mantra, fatto proprio non solo da distratti e disinformati, ma anche da politici e teste d'uovo dei "giornaloni". Il mantra vuole che nonostante le cazzate seriali fatte dai post-fascisti, questi continuino a conservare intatto il loro enorme vantaggio sul centro-sinistra. Niente di più errato:
Per la fonte dei dati, abbiamo privilegiato la "Supermedia" curata dal sito Youtrend di Lorenzo Pregliasco, per due ragioni:
-1) Non fornisce i dati di un solo sondaggista, ma la media dei 5 più importanti sondaggi del periodo, e questo riduce il rischio di accettare come vangelo i singoli sondaggi, che dal più al meno sono tutti vittime di distorsioni metodologiche o - ancor peggio - ideologiche.
-2) Supermedia lavora su "medie mobili", il che produce un leggero ritardo fra le rilevazioni e la pubblicazione del dato prodotto, ma in compenso appiattisce eventuali picchi anomali e non consolidati.
La nostra teoria:
-1) I partiti d'opposizione, se vogliono scacciare il governo attuale (che sta producendo danni economici e assalti alla democrazia da "ventennio") non possono prescindere dalla necessità di costruire una coalizione fra gli oppositori "meno diversi" fra di loro, che crediamo di poter indicare in:
PD
M5S
Sinistra/Verdi
Lascerei al loro destino tutti i velleitari "ricostruttori del Grande Centro", che non esiste più da trent'anni. Parlo dei vari Calenda, Renzi, e sognatori di varia estrazione, che cercano solo di superare la soglia di sbarramento per la conquista della poltroncina.
E' chiaro che anche la coalizione di destra è fatta così, mettendo insieme sovranisti e autonomisti, e coi due fratelli minori sempre più intenti a togliere spazi e voti alla Premieressa. A questa coalizione, non si può opporre un partito, ma una coalizione, i cui membri dovranno tatuarsi nel cervello una celebre massima:
PRIMUM VIVERE, DEINDE PHILOSOPHARI
Bene... Trovo sconfortante il fatto che se già all'interno del solo PD esiste un'area pro-Schlein e una contro, non sarà facile allearsi con un'area del M5S dove esistono sub-aree più vicine a ideologie di destra o a ideologie di sinistra. Ma l'ideologia prevalente (o unica) per cacciare questi banditi incompetenti dal governo del paese richiede che ogni partito di opposizione metta temporaneamente in freezer i punti di dissenso, e sia cinico come lo sono stati i membri della destra, diversi su tutto ma uniti nell'auto-conservazione. Per l'appunto: primum vivere, deinde philosophari.
E ora guardiamo i dati del consenso a questa coalizione post-fascista, e del vantaggio su una eventuale coalizione di centro-sinistra:
Nel momento delle elezioni, il vantaggio della destra sulla potenziale coalizione di centro-sinistra era di 11 punti.
Dopo un promettente crollo post elettorale, a metà dicembre il vantaggio era risalito, ma a 9,2.
Nuova discesa, nuovo rimbalzino, ma a metà marzo il gap era diminuito a 8,8 punti.
Nuova altalena in su e in giù, ma la nuova differenza massima (intorno alla fine di giugno) era scesa a 7,1 punti.
Ultimi dati (25 gennaio): il vantaggio della coalizione sfascista si è ridotto fino a 4,2 punti
Di fronte a questi dati, mi viene da invitare i pessimisti a guardare la lucina in fondo al tunnel. Inviterei il PD ad evitare lotte interne fra fazioni pro e contro la segretaria. Intanto ha fermato la caduta del PD, che sembrava inarrestabile, e ha recuperato stabilmente almento tre punti dai minimi.
Infine, inviterei TUTTI a guardare il bicchiere mezzo pieno, e ad avere fiducia: la classe di governo POST SFASCITA è fatta di qualità e competenze talmente ridotte, che sta riuscendo a farsi male da sola. LASCIAMOLI LAVORARE.
Infine, inviterei ALMENO i giornalisti competenti e in buona fede, di non raccogliere ciecamente e biecamente dalla destra il mantra del "siamo sempre stabili", e di guardare ai numeri, e non ai caroselli e ai comizi nei talk-shows e nelle trovatine mediatiche della Meloni (l'ultima? l'aiuto di 5,5 miliardi di euro per l'Africa. Qualcuno capisca per conto proprio, e lo spieghi sui social ad amici ed avversari, che l'Africa è un continente di 1,5 miliardi di abitanti, e quindi il grande aiuto propagandato dalla Meloni consiste in ben 3,7 euro per abitante. Al mese? No. Una tantum
Cari africani, distrutti da guerre intestine, siccità, malattie... Abbiate fede. Arriva la Meloni, e vi lascia due "caffè sospesi". Al giorno? No. Una tantum.
Tafanus
Scritto il 31 gennaio 2024 alle 14:22 | Permalink | Commenti (0)
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Questo post non è originale. L'ho pubblicato quasi identico, per la prima volta, il 27 Gennaio 2007. Sono trascorsi più di tre lustri! Un Giorno della Memoria dopo l'altro, da anni. Per quanti anni ancora dovremo ricordare? Forse per sempre, finché in Italia e nel mondo ci saranno "fascisti dentro"
Un anno dopo l'altro, la memoria e la solidarietà si attenuano. Colpa del trascorrere del tempo, ma anche colpa di altri reticolati, di altri steccati, di altri muri che nascono. Quando a costruire questi muri sono i figli e i nipoti di coloro che di muri e di reticolati sono morti a milioni, la nostra solidarietà è sottoposta a dura prova, la nostra memoria si attenua.
Un anno dopo l'altro, la memoria commossa sulla shoah si attenua, ammazzata un anno dopo l'altro dalle nefandezze di chi la shoah ha subito. Ora è Israele ad adottare metodi da genocidio verso un popolo che ha ricevuto una Patria mezzo secolo fa, ma Israele non se n'è accorto,
Dall'anno prossimo, ci piacerebbe parlare della fine di un'altra tragedia, quella del "muro della vergogna" dentro il quale gli israeliani hanno "piombato" il carro bestiame di Gaza. A Gaza la misura è colma. Quando si ammazzano 26.000 persone in tre mesi (di cui la metà ragazzi e bambini) vuol dire che la nuova shoah è iniziata, a ruoli invertiti. Quando due milioni e mezzo di disperati vengono spinti con la violenza verso il confine egiziano - che ovviamente non è aperto a questa massa di disperati, ora privati di beni essenziali come il cibo, l'acqua, l'elettricità, un tetto, in minimo di assistenza medica, vuol dire che il criminale Netanyhau (e quelli che lo sostengono) hanno deciso di trasformare centinaia di migliaia di palestinesi in terroristi.
Quando la Premieressa vieta i cortei pro-palestinesi, ma non è neanche sfiorata dall'idea di vietare simmetricamente anche i cortei pro-israeliani, vuol dire che questo non è un governo di post-fascisti, ma di fascisti tout-court.
Quest'anno, questa celeberrima poesia di Primo Levi vogliamo dedicarla agli ebrei vittime della shoah, ma anche agli israeliani che "hanno dimenticato" il significato della parola "disperazione". Perchè anche a loro torni la memoria.
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Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)
27 Gennaio 2023: Giornata della Memoria. Quante ne abbiamo già celebrate? Oggi migliaia di blog tratteranno della shoah, e moltissimi apriranno con le pagine introduttive del libro di Primo Levi (Se questo è un uomo). Il Tafanus l’ha già fatto l’anno scorso, e a costo di apparire monotono, lo farà finchè esisterà. Lo farà perché alla perdita della memoria non dev’essere concesso alcun alibi. Un popolo che perde la propria memoria, è pronto a ripetere gli errori del passato. Il Tafanus non farà di questo post una raccolta di dati, che possono essere facilmente reperiti in mille siti (ve ne raccomandiamo a titolo esemplificativo uno che a noi è piaciuto molto, www.Binario21.org, ma la scelta è molto ampia.
Noi vogliamo piuttosto parlare della “nostra” memoria. La mia famiglia ed io riteniamo che un viaggio nei luoghi in cui l’uomo è diventato peggio delle bestie dovrebbe essere sentito come un dovere civico da tutti, così come, per altre ragioni, gli islamici sentono di dover andare, almeno una volta nella vita, alla Mecca. Noi siamo stati nei luoghi del disonore nel 2005 (nel complesso di Auschwitz-Birkenau); mia figlia è andata a Dachau e a Terezin, campo “specializzato” nel trattamento di bambini. A Terezin sono entrati, vivi, 15.000 bambini. Ne sono usciti vivi 100. L’uomo non dovrà mai più cadere nell’errore di pensare che certi orrori toccheranno sempre e solo gli altri. Una volta infranta la barriera fra umano e sub-umano, può toccare a tutti: agli ebrei e ai palestinesi, ai rom e ai brockers, agli omosessuali e ai comunisti. Ecco come l’indifferenza aiuta l’umanità a precipitare nell’abisso:
Prima vennero per gli ebrei…
" Prima vennero per gli ebrei,
e io non dissi nulla perché non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti,
e io non dissi nulla perché non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti,
e io non dissi nulla perché non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa."
Martin Niemoeller - (Pastore evangelico deportato a Dachau)
.
Il nostro “viaggio della memoria” era iniziato da una splendente Cracovia, splendente di sole, di bellezza urbanistica, di gioventù, di buone maniere. Il viaggio per il complesso dei lager non è lungo: circa un’ora di bus, attraverso una campagna non da cartolina; non è il Trentino o l’Engadina: davanti ai casolari galline e mucche non servono per fare cartolina, ma per mangiare. Si arriva ad Auschwitz quando inizia a piovigginare. E’ come te lo aspetti, con l’orrendo ingresso dei treni che arrivavano pieni e ripartivano vuoti, la scritta in ferro battuto “Arbeit Macht Frei” che sembra una bestemmia… il primo approccio è persino “deludente” per eccesso di leziosità. Piccole palazzine a due/tre piani, vialetti ordinati e persino qualche albero, niente baracche… insomma, chi non sapesse di trovarsi in uno dei luoghi più sinistri dalla storia della bestialità, potrebbe pensare di trovarsi a Crespi d’Adda, la cittadina – modello costruita dai Crespi per ospitare l’industria tessile dalla culla alla tomba (tutto insieme la fabbrica, le villette degli operai, le ville degli impiegati, le villone dei dirigenti, chiesa – ospedale – cimitero, tutto ordinato, tutto programmato… Poi qualcuno ti spiega che Auschwitz non è nata come campo di sterminio, ma come carcere per gli oppositori politici, poi gradualmente degenerato nel nucleo originario del luogo dell’orrore, il complesso Auschwitz-Birkenau, dove l’uomo ha perso il senso di se e ha trovato e fatto prevalere la bestia che si annida in ciascuno di noi…
Benvenuti nella prima palazzina: è persino bella, fuori. Ma appena dentro, inizia il viaggio nell’orrore. Il piano terra è occupato dalla mostra (raccolta differenziata) di tutto quello che veniva preso agli ebrei al loro arrivo, o dopo la “doccia” purificatrice; tutto suddiviso in stanze “specializzate”: le scarpe, i capelli, gli spazzolini da denti, le micro-valigette di fibra, gli occhiali da vista, le “protesi” (braccia, gambe artificiali)… montagne di tutto.
Il cielo fuori è sempre più plumbeo, ma cominciano ad affiorare tanti occhiali da sole, tanta gente che si soffia il naso… passi dagli oggetti alle presumibili storie sottostanti, e l’orrore diventa insopportabile. Le scarpe… dai uno sguardo, e individui centinaia di scarpine di bambini di due-tre anni, a fiorellini come un campionario di Fiorucci ante-litteram; scarpe piccolissime, quasi da bambola; colorate, graziose… cerchi di immaginare com’era fatta la bambina che le aveva ai piedi, e ti soffi il naso. Poi passi alla stanza successiva, che è piena di capelli: di tutti i colori, di tutte le età; in mezzo a masse informi di capelli, ogni tanto vedi dei “pezzi di umanità”: uno chignon bruno che ti fa immaginare una bella donna elegante, dei capelli grigiastri o bianchi, una lunghissima, integra treccia bionda… chissà se è la stessa bambina di quelle scarpine. E poi la stanza degli spazzolini da denti, quella degli occhiali, quella delle protesi… ma perché toglievano loro persino le protesi? E lo avranno fatto prima della “doccia” o dopo?
Le “facilities per gli interrogatori e le torture erano nel “basement”, dove fa freddo anche d’estate. Lo strumento-principe, geniale nella sua semplicità, era costituito da una serie di stalli, chiusi da mezze pareti, di un metro quadro; in questo metro ficcavano quattro deportati (da punire o da interrogare) completamente nudi, che potevano stare solo in piedi. Finestre senza vetri. Ogni tanto li bagnavano per affrettare i processi di idrocuzione, fiaccare la resistenza. Chi moriva non aveva lo spazio per accasciarsi al suolo. Un minimo di cibo veniva fornito, per allungare il piacere dell’agonia.
Facciamo un passo indietro, a quando “Il Treno” arrivava nel piazzale; Auschwitz non era attrezzato per contenere grandi masse, né per uccidere e cremare con grande efficienza. All’arrivo del treno, sul piazzale, c’era la prima brutale separazione: uomini da donne, bambini da adulti, sani da malati. L’80% in media degli arrivati (tutti i malati, gli anziani, gli handicappati, molte donne) venivano inviati direttamente “alle docce”, dove la morte con l’uso del Cyclon B arrivava in media dopo 20 minuti di atroci sofferenze. Poi serviva un certo tempo per “arieggiare” i locali, quindi le docce venivano evacuate da altri deportati, i cadaveri “smontati” per portar via qualsiasi cosa potesse tornare utile (capelli, denti, protesi). Ad Auschwitz non c’erano grandi crematori, quindi i cadaveri venivano ammucchiati in enormi fosse a cielo aperto, buttati dentro e bruciati. I fornetti di Auschwitz erano poco più che dei fornetti domestici, “monouso”. Ma l’allargamento di Birkenau, con le enormi baracche, i quattro grandi crematori che avrebbero mandato fumo acre, giorno e notte, per due anni, era quasi completato.
Birkenau è un’altra storia, già dal primo impatto visivo: intanto le dimensioni, enormi; baracche allineate per chilometri; chilometri di recinti doppi, elettrificati, con torrette di guardia ad ogni piè sospinto. Birkenau è una macchina per morire, con ordine teutonico; coordinamento con gli orari dei “treni”… man mano che la disfatta tedesca diventa ineluttabile, le esecuzioni aumentano; c’è sempre meno tempo, meno fabbriche in cui lavorare, meno risorse con cui sfamare questi disgraziati; e poi, perché sfamarli? In fondo li hanno portati a Birkenau per ammazzarli, non per sfamarli. Ormai solo pochissime categorie hanno qualche possibilità di allungare la vita (vita?) di qualche giorno; qualche ragazza giovane che possa sfamare gli appetiti sessuali delle bestie tedesche, qualche coppia di gemelli (materiale genetico prezioso, per gli studi comparativi del dottor Morte); per gli altri, una spaventosa catena di montaggio: arrivo – separazione – doccia - smontaggio dei ricambi, e poi via, attraverso i camini sempre fumanti dei quattro crematori.
A Birkenau tutto sembra studiato perché la gente “duri poco”, e perché quel poco sia vissuto nel massimo della sofferenza. Prendete i cessi. C’è una sola, enorme baracca adibita a cesso (come è fatta all’interno, lo vedrete in fotografia). Ma il problema è che la baracca-cesso non è sistemata a metà fra la prima e l’ultima baracca lager, ma ad una estremità. Quelli delle baracche più lontane, per arrivare ai cessi fanno quasi due chilometri fra la neve, con le scarpe che hanno o non hanno. Si defeca in tanti, alcune centinaia, tutti insieme: a contatto di natica. La gente la fa tenendosi ben stretti i pantaloni e le scarpe, perché se qualcuno ti ruba una di queste cose, sei morto. Altrimenti puoi farcela ancora per qualche giorno.
Verso la fine. Il nervosismo dei tedeschi, l’incendio continuo di documenti, l’accrescersi parossistico degli arrivi, lasciano intuire che la fine non è lontana. Il Tempo diventa prezioso. Qualcuno, forse, potrà farcela.
Auschwitz-Birkenau: la fabbrica dello sterminio – Note storiche
Situato al centro dell’Europa, il campo di sterminio di Auschwitz Birkenau divenne operativo nel 1941. Attraverso le ferrovie i nazisti vi deportarono, a partire dal 1942, gli ebrei provenienti dall’Europa occidentale e meridionale, dal 1944 essi venivano fatti scendere dai convogli direttamente all’interno del campo e passavano la “selezione” che determinava chi sarebbe sopravvissuto per il lavoro e chi, circa l’80%, sarebbe stato eliminato dopo poche ore dall’arrivo. I pochi scelti per il lavoro venivano immatricolati con un tatuaggio sull’avambraccio, e subivano ogni giorno appelli e torture. Alloggiavano in baracche, ricevevano poco cibo in attesa di passare loro stessi per le strutture di messa a morte per i motivi più diversi o semplicemente a causa della debolezza. I beni dei deportati venivano sistematicamente predati all’arrivo e smistati in una struttura del campo denominata Canada. L’eliminazione dei cadaveri divenne presto uno dei principali problemi per i nazisti che in principio e nei momenti di massimo “lavoro” bruciarono i cadaveri all’aperto seppellendoli in enormi fosse comuni. Dal 1943 vennero messe in funzione due coppie di edifici gemelli, i Krematorium 2 e 3, e 4 e 5, dove il processo di messa a morte e di smaltimento ed eliminazione dei cadaveri fu organizzato come in una moderna fabbrica a ciclo continuo. Le vittime dovevano spogliarsi in una grande stanza con l’illusione di essere condotte alle docce, poi in migliaia venivano stipati in una stanza con false docce nella quale veniva introdotto il gas che in circa 20 minuti ne provocava la morte tra orribili sofferenze . I cadaveri venivano poi estratti dalle camere a gas e spogliati anche dei capelli e dei denti d’oro. La fase finale avveniva nella sala forni dove i corpi erano ridotti in cenere. Le strutture della morte vennero distrutte dai nazisti in fuga all’arrivo degli Alleati. Rimasero piani costruttivi, macerie ma, soprattutto, testimonianze dei pochissimi sopravvissuti.
...la liberazione...
Scritto il 27 gennaio 2024 alle 09:58 nella Guerra, Politica, Razzismo | Permalink | Commenti (35)
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Parafrasando Primo Levi: "...Se questo è un uomo..." -Queste le parole dell'Homo Porcus in una sede istituzionale:
"Un uomo normale guarda il culo di una donna e forse ci prova: se ci riesce se la tromba, altrimenti torna a casa. Offendetevi quanto cazzo vi pare, questa è la mia idea" [...]
Sono le parole del sindaco di Terni Stefano Bandecchi in consiglio comunale dove si discute l’emendamento di un atto di indirizzo sul contrasto della violenza di genere. Scoppia la bagarre e le opposizioni abbandonano l’Aula indignate. Tutto avviene durante la discussione di un atto proposto dalle minoranze sulla violenza di genere.
Bandecchi non è nuovo ad esternazioni di così alto livello etico e culturale. In passato aveva sostenuto tra l'altro che "chi non ha mai tradito la fidanzata non è normale”. “Non ho mai ammazzato nessuna . Ora se volete fare qualcosa sulla violenza di genere, bene, sennò siamo liberi di scegliere cosa votare: io voterò contro questo emendamento perché a me, voi, non dovete insegnare nulla, sia di destra che di sinistra".
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Questo è un bellissimo (e freschissimo) esempio di come siano fatti i personaggi della destra, post-ma-non-troppo-post-fascisti. Ma io non ce l'ho con l'Homo Porcus. Si era già esibito, in un recente passato, nell'accusa alle donne del PD che erano in posizioni istituzionali di rilievo. Aveva fatto di tutte l'erbe un fascio (LIttorio), affermando che [...] se queste donne di PD si trovano in queste posizioni, è perchè hanno fatto i pompini [...].
Questo sociologo 'de noantri è il Primo Cittadino di Terni. Io ce l'ho coi cittadini di Terni che lo hanno eletto a loro Primo Cittadino. Se questo è il Primo, figuriamoci gli altri.
Torneremo mai a vivere in un paese normale?
Tafanus
Scritto il 23 gennaio 2024 alle 14:27 | Permalink | Commenti (0)
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Ancora: scuola, sanità pubblica, riforme. La segretaria del pd al conclave nel resort ai Cappuccini: “La Spa è chiusa e penso che nessuno di noi abbia portato qui né il costume né la pistola”
credit: Giovanna Vitale e Repubblica.it
Arriva a Gubbio per dettare l’agenda dei prossimi mesi, le battaglie che il Pd dovrà portare avanti in Italia e in Europa: capisaldi irrinunciabili del programma per l’imminente campagna elettorale destinata a definire i nuovi assetti della Ue. Alla quale lei, la segretaria Elly Schlein, potrebbe partecipare in prima persona, da candidata, ma anche no: la riserva verrà sciolta a breve, ma non oggi, nel resort ai Cappuccini dove il gruppo della Camera è riunito da ieri, rispondendo alla chiamata della presidente Chiara Braga. Un elenco di temi e priorità, alcune già tradotte in proposte di legge parlamentari: quella sul congedo paritario fra uomini e donne; per il superamento della legge Bossi-Fini sull’immigrazione; per punire chi esalta i metodi e le simbologie del fascismo, ancor più alla luce dei fatti di Acca Larentia. Senza dimenticare “quella per assicurare un fine vita dignitoso, che è parte del programma del Pd, della mia mozione congressuale”, attacca la segretaria. “È un'occasione persa, quella del Veneto, che voleva solo dare dei percorsi attuando quanto previsto dalla corte”, rincara. “Che la destra abbia sconfessato Zaia non stupisce, ma è una ferita che ci sia stato un voto del Pd. Se il gruppo del Pd vota a favore e ti chiede di uscire dall'aula, è giusto uscire dall'aula, perché l'esito di quella scelta cade su tutti. Noi siamo per la regolamentazione del fine vita".
Le critiche al conclave
La segretaria ha anche ribattuto alle critiche sulla convention, organizzata in un ex convento riconvertito in albergo con spa: “Ho letto molte elucubrazioni in questi giorni: io sono arrivata oggi perché ieri sera sono andata a vedere un film stupendo che si chiama Kripton, un film sulla salute mentale che dovrebbero vedere tutti, specie chi sta smantellando la sanità pubblica”. Rivelazione che ha spiazzato alcuni dei presenti. "In ogni caso”, scherza la segretaria, “la Spa è chiusa e penso che nessuno di noi abbia portato qui né il costume né la pistola”, prosegue riferita al caso Pozzolo, il deputato di FdI che a Rosazza avrebbe sparato al veglione di Capodanno. “Se andate via, lasciate i quadri nelle stanze”, incalza, alludendo stavolta a Sgarbi, “e se prendete il treno, non fermatelo prima dell'arrivo a destinazione". Così anche il ministro Lollobrigida è servito.
Il Pd e le guerre
Insiste molto sulle iniziative future, la leader del Pd: sull’equità fiscale che rispetta “il principio costituzionale del chi più ha, più contribuisce”, negato totalmente dalla flat tax, ma anche la conferma della posizione sulla guerra in Ucraina. Pieno sostegno a Kiev, anche se l’Europa - dice Schlein - deve accelerare, impegnarsi di più nell’azione diplomatica. Indignata perché il Ppe “ha annacquato la risoluzione” sul cessate il fuoco in Palestina: “Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l'invio di armi e l'esportazione di armi verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso ad Israele”, scandisce Schlein. “Perché non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra".
Scritto il 19 gennaio 2024 alle 22:36 | Permalink | Commenti (0)
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"Il saluto fascista rientra nel perimetro punitivo della 'legge Mancino" quando realizza un pericolo concreto per l'ordine pubblico". Lo ha detto l'avvocato generale e Pg della Cassazione, Pietro Gaeta, nel corso del suo intervento davanti alle sezioni riunite della Cassazione, chiamate a sciogliere il nodo interpretativo della legislazione italiana in relazione al saluto fascista. Tema quanto mai attuale, visti i fatti di Acca Laurentia, peraltro citati dal Pg nella sua requisitoria. La Suprema Corte è chiamata ad esprimersi sulla questione dopo che la prima sezione penale aveva trasmesso nel settembre scorso gli atti relativi a una sentenza della Corte d'Appello di Milano che aveva condannato alcuni esponenti di un movimento di estrema destra che aveva fatto il saluto fascista durante una commemorazione. Per quelle condanne il Pg e avvocato di Stato chiede la conferma.
L'avvocato di Stato, chiedendo che la sentenza venga confermata, ha spiegato che "Acca Larentia con 5 mila persone è una cosa diversa di quattro nostalgici che si vedono davanti ad una lapide di un cimitero di provincia ed uno di loro alza il braccio - ha affermato Gaeta - Bisogna distinguere la finalità commemorativa con il potenziale pericolo per l'ordine pubblico".
Scritto il 18 gennaio 2024 alle 17:05 | Permalink | Commenti (0)
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Premierato, Mes, Rai e manovra: 42 risposte di Giorgia Meloni tra capriole e bugie - di Valentina Conte, Antonio Fraschilla, Alessandra Ziniti (Source: repubblica.it)
Scritto il 05 gennaio 2024 alle 19:57 | Permalink | Commenti (2)
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Se qualcuno volesse chiarirsi le idee su come "una pistola più piccola di un accendino" avrebbe potuto uccidere, esattamente come una pistola a tamburo tascabile Calibro 22 (vedi foto in calce) farebbe bene a leggere l'informatissimo articolo di "virgilio.it"
Intanto vi presentiamo "la pistola più piccola di un accendino". A giudicare dalla descrizione (voce dal sen fuggita) che ne hanno fatto i fratelli d'Italia presenti all'evento, si direbbe che il fabbricante potesse essere la Ronson (specialità "accendini"). Invece trattasi di un'arma prodotta dalla North American Arms Inc. (una grande conglomerata americana che non fabbrica accendini).
Trattasi di una pistola calibro 22 "Long Rifle". Nel gergo delle armi, 22 Long Rifle è un'arma che può ammazzare anche a 200 metri di distanza. Questa pistola di piccolo ha solo la canna corta. Per il resto ha un normale caricatore a tamburo per normali cartucce calibro 22, e già dalla forma e dalla ovvia dimensione dell'impugnatura, fatta per "ospitare" comodamente l palmo della mano di un adulto, si differenzia da un Ronson.
Per la cronaca: il copyright dell'accendino spetta di diritto all'On. Delmastro, che si è già segnalato altre volte per alcune perle... Ma questa dell'accendino dev'essere piaciuta molto alla redazione di RaiNews24, il cui sterzo ormai "tira a destra" più di quello della favolosa "RaiDux", che riesce a non migliorare nonostante la dipartita del mitico ex direttore Sangiuliano: quello che ha in casa 15.000 libri (servono a occhio 350 metri di scaffalature).
Erano in tanti, quella sera, ma nessuno sa chi abbia sparato. Il poco onorevole Pozzolo si è affrettato fin dal primo momento ad ammettere che la pistola fosse sua, ma che a sparare sia stato qualcun altro (ma lui non ha visto, non sa). Lui è innocente, ma ha rifiutato sia di farsi fare il test della paraffina, che di far analizzare i vestiti dalla scientifica. Si è AVVALSO del privilegio della immunità parlamentare. Perchè? Io questi test li avrei invocati, pretesi, giusto per ripulire la mia immagine.
Neanche Delmastro ha visto niente. Era uscito un attimo di casa per caricare la macchina. Che culo... Ma neanche quelli che erano in casa hanno visto niente. Avete idea delle tre scimmiette sagge??? In quell'appartamento erano in molti più di tre, ma nessuno sa chi abbia sparato.
Alcune domande sorgono spontanee. Quale Q.I (quoziente d'intelligenza) è necessario avere per far circolare una pistola a tamburo con la cartuccia in canna fra mani inesperte?
A che pro portarsi dietro questo "accendino" che può ammazzare a 200 metri in una casa di amici, dove fra gli invitati c'erano anche degli esperti agenti di scorta?
Neanche gli agenti hanno visto o capito niente. Tutti fuori con Delmastro a caricare la macchina?
Questi personaggi non sono nuovi a imprese eroiche per mancanza di senno. Ma se aprite l'articolo di Virgilio.it che abbiamo linkato all'inizio di questo post, potete ridere (o piangere) per tuta la notte.
Auguro a tutti un BUON ANO. Si, perchè per sopravvivere alle prodezze di questa "Classe Digerente" ci vuole CULO. Tanto, ma tanto culo.
Tafanus
Scritto il 02 gennaio 2024 alle 22:53 | Permalink | Commenti (0)
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